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Allegato B
Seduta n. 200 del 2/8/2007
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SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
FAVA. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 ha autorizzato l'esecuzione di un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e di realizzazione di residenze per anziani e soggetti non autosufficienti;
l'articolo 5-bis, comma 1 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, dispone che il Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze e d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, può stipulare accordi di programma con le Regioni per la realizzazione degli interventi previsti dall'articolo 20 della citata legge n. 67 del 1988, rimettendo ai citati accordi di programma la disciplina delle funzioni di monitoraggio e di vigilanza demandate al Ministero della salute, dei rapporti finanziari tra i soggetti partecipanti all'accordo, delle modalità di erogazione dei finanziamenti statali, delle modalità di partecipazione finanziaria delle regioni e degli altri soggetti pubblici interessati, nonché degli eventuali apporti degli enti pubblici preposti all'attuazione del programma;
la Regione Lombardia, dopo l'approvazione, con DGR 21 marzo 1990, n. 53684, del primo piano triennale degli interventi di edilizia sanitaria e, con DGR 29 settembre 1997, n. 31348, del piano regionale degli interventi relativo alla seconda fase del Programma straordinario di interventi in sanità, ha approvato, con DGR n. VII/13306 del 13 giugno 2003, il programma completo di investimenti a favore delle strutture sanitarie;
la terza tranche di interventi edilizi, in particolare, definita con DGR n. VII/2472 dell'11 maggio 2006, contempla 71 interventi per un valore totale di oltre 823 milioni di finanziamenti ed è finalizzata, almeno nelle intenzioni originarie, a consentire alla Regione il completamento del suo programma di edilizia sanitario;
i Ministeri della salute e dell'economia e delle finanze, in sede di stipula dell'accordo di programma quadro, hanno tuttavia richiesto alla Regione di stralciare questo terzo programma di opere in 2 atti integrativi: il terzo atto, comprensivo di 32 interventi per un valore complessivo di 220 milioni di euro, è stato definitivamente approvato il 12 luglio 2007 e sta ora completando le ultime fasi delle sottoscrizioni finali; il quarto atto, viceversa, comprensivo dei residui 48 interventi per un valore di 341 milioni di euro totali, ha solo di recente iniziato il suo iter procedurale;
lo stralcio del terzo programma quadro di opere della Regione Lombardia in
due distinti atti integrativi si è reso necessario per ovviare ai problemi di disponibilità di cassa che impedivano al Ministero dell'economia e delle finanze di riconoscere integralmente alla Regione Lombardia le risorse necessarie all'integrale esecuzione del terzo programma quadro;
lo stralcio di tale programma in due atti integrativi ha tuttavia comportato non indifferenti problemi politici e gestionali sia alla Regione Lombardia, sia alle Aziende sanitarie locali ed ospedaliere che avevano ottenuto l'inserimento di specifici progetti di opere in tale programma;
a titolo esemplificativo, si richiama il caso dell'adeguamento strutturale ed impiantistico del Presidio Riabilitativo Multifunzionale di Bozzolo-Mantova, che, inserito nel terzo programma di opere approvato dalla Regione con DGR dell'11 maggio 2006, a causa dello stralcio del programma in due atti integrativi, non è rientrato nel terzo atto attualmente alla firma dei Ministeri competenti;
il ritardo nell'approvazione dell'integrale programma di opere approvato dalla Regione Lombardia rischia, tuttavia, di compromettere il proseguimento dell'attività di una struttura ospedaliera di fondamentale importanza per l'intera area mantovana, in quanto, senza un tempestivo trasferimento delle risorse necessarie per la realizzazione dell'intervento edilizio, si rischia la chiusura del presidio di Bozzolo, con grave danno per l'intero sistema pubblico;
come nel caso del presidio di Bozzolo, anche gli altri progetti di opere stralciati dall'originario programma integrale proposto dalla Regione Lombardia ed attualmente inclusi nel IV atto integrativo richiedono un'approvazione tempestiva, al fine di consentire alle aziende competenti di provvedere all'avvio dei relativi interventi edilizi;
la prima riunione tra i rappresentanti della Regione Lombardia ed il Nucleo di valutazione per gli investimenti per la definizione del IV atto integrativo del programma regionale di edilizia sanitaria si è svolta il 23 luglio 2007, ma dall'incontro sembrano essere emerse alcune sostanziali problematiche;
la Regione Lombardia vorrebbe giungere alla definitiva approvazione del IV atto integrativo entro i mesi di settembre-ottobre, al fine di ottemperare agli impegni assunti con le diverse aziende -:
entro quale data i Ministeri interpellati ritengano di poter pervenire alla sottoscrizione del IV Atto integrativo dell'Accordo di Programma Quadro per gli investimenti in sanità proposto dalla Regione Lombardia e alla definitiva erogazione alla Regione delle risorse necessarie alla realizzazione degli interventi ivi previsti.
(4-04637)
GERMANÀ e STAGNO d'ALCONTRES. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
un maggior gettito, non previsto, ha costituito il cosiddetto tesoretto;
sulle oltre 35 isole minori, insistono soltanto sette piccoli ospedali (Elba, Ischia, La Maddalena, Lipari, Pantelleria, Capri e Procida);
la difficoltà dei collegamenti, con conseguente isolamento degli isolani, l'incremento dell'utenza locale dovuta al flusso turistico per alcuni mesi, la difficoltà nella formazione del personale, la vetustà di tali presidi ospedalieri ne costituiscono una caratteristica comune a tutti i sette P.O. -:
se non ritenga, tenuto conto del disposto dell'articolo 1, comma 799, della legge Finanziaria per il 2007, di intervenire urgentemente affinché nella modifica del Piano sanitario nazionale siano inseriti appositi strumenti derogatori a tutela dell'insularità e dei presidi ospedalieri ivi localizzati.
(4-04653)
FAVA, ALESSANDRI, PINI, MONTANI, ALLASIA e FUGATTI. - Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
negli anni scorsi, in Europa ed anche in Italia, si sono verificati diversi casi di BSE (cosiddetta «mucca-pazza»), che a seguito della trasmissione all'uomo hanno causato anche la morte di diverse persone;
nel marzo 2006, l'Ufficio Ispettivo alimentare e veterinario della Commissione europea (FVO), ha effettuato una missione in Italia con l'obiettivo di verificare il livello di applicazione delle norme comunitarie e nazionali in materia di contrasto alla BSE (mucca-pazza);
con nota del giugno 2007 (Prot. n. DGSA III/5611), il Ministero della salute ha informato gli Assessorati Regionali alla Sanità che gli Ispettori Comunitari hanno evidenziato:
a) carenze a livello centrale nell'attività di controllo relativa alla sorveglianza sui bovini morti di età sopra i 24 mesi;
b) le Regioni, esclusi rari casi, pur potendo accedere ai dati presenti nella BDN (banca dati nazionale - anagrafe bovina) e CEA (Centro di referenza nazionale per lo studio e le ricerche sulle encefalopatie animali e neuropatologie comparate), non effettuavano a loro volta verifiche incrociate per accertare il livello di applicazione delle prescrizioni comunitarie in materia di sorveglianza sui bovini morti;
c) le discrepanze rilevate, sommate ad altre carenze emerse nell'ambito della sorveglianza attiva e passiva, facevano ritenere che i dati sulla sorveglianza BSE in Italia non fossero del tutto attendibili;
sulla base del parere formulato agli Ispettori Comunitari del FVO, il Ministero della salute dava mandato al CEA (Centro di referenza nazionale per lo studio e le ricerche sulle encefalopatie animali e neuropatologie comparate), di effettuare uno studio per quantificare l'entità di mancati controlli «anti-BSE» sui capi bovini avviati alla macellazione;
lo studio del CEA ha preso a riferimento i dati nazionali della sorveglianza anti-BSE relativi ai primi sei mesi del 2006, che sono stati «incrociati» con i dati contenuti nella anagrafe bovina nazionale (BDN);
la nota del Ministero della salute del giugno 2007, precisa che: «Gli obiettivi di tale studio sono stati quelli di quantificare la proporzione di capi morti potenzialmente sfuggiti alla sorveglianza (anti-BSE)»;
la nota ministeriale sopra citata riporta gli esiti dello studio svolto dal CEA, riferendo che:
i risultati hanno evidenziato che circa il 90 per cento dei capi del campione esaminato non era stato effettivamente testato per BSE;
estendendo i dati dello studio ai dati complessivi della sorveglianza riferita al solo I semestre 2006 si desume che non sono stati sottoposti a test nel periodo di riferimento circa 8.500 capi;
in relazione a quanto sopra si reputa non più rinviabile il controllo periodico da parte delle Regioni...;
lo studio svolto dal CEA (Centro di referenza nazionale per lo studio e le ricerche sulle encefalopatie animali e neuropatologie comparate), ha evidenziato che in alcune Regioni, ed in particolare nelle Regioni meridionali, la quantità di animali «non» testati raggiunge percentuali abnormi: Sardegna = 89,9 per cento; Calabria = 55,9 per cento; Sicilia = 55,5 per cento; Basilicata = 33,2 per cento; Abruzzo = 33,0 per cento; Molise = 32,1 per cento;
la nota del Ministero della salute si conclude con l'allarmata e sconfortante affermazione che: «Senza l'individuazione di apposite soluzioni si ritiene che il problema permarrà, con imprevedibili conseguenze sul processo di categorizzazione dell'Italia in relazione al rischio
BSE, che come è noto condizionerà in futuro la commercializzazione in ambito comunitario e internazionale di bovini vivi e prodotti»;
gli studi effettuati nel Regno Unito (primo Paese colpito dalla BSE), dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ed altresì dai principali istituti di ricerca europei e mondiali, hanno evidenziato che nell'uomo la malattia può insorgere anche a molti anni di distanza dal consumo delle carni infette;
in Italia i controlli su tutti i capi bovini finalizzati ad individuare la presenza dal morbo BSE sono entrati a regime dal 2001, ed hanno avuto il seguente andamento: anno 2001, capi affetti dal morbo della BSE n. 50; anno 2002, capi affetti dal morbo della BSE n. 36; anno 2003, capi affetti dal morbo della BSE n. 31; anno 2004, capi affetti dal morbo della BSE n. 7; anno 2005, capi affetti dal morbo della BSE n. 8; anno 2006, capi affetti dal morbo della BSE n. 7;
stanti le risultanze degli Ispettori comunitari (FVO), del Centro di referenza nazionale per lo studio e le ricerche sulle encefalopatie (CEA), e del Ministero della salute e rilevato altresì che in un solo semestre risulta che in Italia «non» sono stati testati ben 8.500 capi bovini (17.000 su base annua), lo scrivente interrogante esprime il fondato timore che il minor numero di casi di BSE accertati a far data dal 2004, «non» sia riconducibile ad una progressiva estirpazione della malattia, ma al «venir meno» dei controlli;
la presenza di quella che si configura come un vero e proprio «buco nero» nei controlli anti-BSE, rappresenta un grave pericolo per la salute dei consumatori, ed altresì fonte di potenziale rischio economico per l'intero comparto zootecnico nazionale -:
se quanto sopra descritto corrisponda al vero;
essendo trascorsi oltre 50 giorni dalla nota del Ministero della salute, quali iniziative concrete ed improntate alla massima urgenza per la tutela della salute dei consumatori, siano state assunte dal Governo;
per quale ragione dalla relazione commissionata dal Ministero della salute al Centro di referenza nazionale per lo studio sulle encefalopatie, risulta che molte Regioni meridionali non ha effettuato i controlli anti-BSE sui bovini;
quali misure disciplinari intende assumere il Governo rispetto ai funzionari responsabili dei mancati controlli;
se il Ministro dell'agricoltura è stato informato della gravissima situazione ed in caso affermativo, quali misure intende adottare per evitare i danni che potrebbe subire il comparto zootecnico nazionale.
(4-04657)