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Allegato B
Seduta n. 203 del 12/9/2007
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GIUSTIZIA
Interpellanze:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
la situazione determinatasi a seguito dell'abrogazione dell'articolo 402, vilipendio della religione di Stato, ha creato un vuoto legislativo foriero di conseguenze
negative per un effettivo rispetto del sentimento religioso della maggioranza degli italiani;
è emblematico al riguardo quanto accaduto a Bologna ove è stata insultata la Madonna con epiteti blasfemi in una iniziativa patrocinata dagli enti locali: si rileva infatti che un recente provvedimento adottato dalla Procura della Repubblica che ha proposto l'archiviazione di una denuncia presentata sul fatto di cui sopra, suscitando sconcerto in numerosi settori dell'opinione pubblica colpita nei propri sentimenti religiosi non sufficientemente tutelati in nome di una laicità dello Stato che, a parere del sottoscritto non tiene conto della tradizione religiosa del popolo italiano e bolognese nel caso particolare, profondamente radicata nel cristianesimo per come si è manifestata secondo l'insegnamento della Chiesa cattolica;
in particolare si rileva l'anomalia del procedimento di archiviazione di una denuncia per frasi oscene nei confronti della Madonna, e le motivazioni secondo l'interpellante non prettamente giuridiche del medesimo con sconfinamenti nel campo della teologia che non competono ad un magistrato;
a riprova di quanto sopra si cita l'incredibile sottovalutazione da parte della Procura degli incidenti avvenuti a Bologna il 28 maggio davanti alla Cattedrale di S. Pietro, ove gruppi di facinorosi insultarono i fedeli con l'epiteto di fascista, termine che secondo una recente sentenza della Cassazione costituisce offesa personale ed è perseguibile penalmente;
a parte i momenti di panico suscitato fra i fedeli ed il religioso che raccoglieva offerte sull'ingresso principale della Chiesa, rimane il fatto che questo episodio inserito in momenti di aspre polemiche contro la Chiesa Cattolica ed il Presidente della CEI Monsignor Bagnasco fatto segno ad ingiurie sui muri della città, non è stato adeguatamente accertato e la sensazione di impunità o di tolleranza equivoca verso chi deliberatamente offende i simboli della religione cattolica od i cattolici stessi è ampiamente diffusa nell'opinione pubblica bolognese;
l'interpretazione troppo restrittiva posta - a parere dell'interpellante - da alcuni magistrati ideologicamente orientati in nome di una presunta laicità dello Stato e ordinamento giuridico all'applicazione degli articoli 403, 404, 405, pone pertanto il problema di una effettiva tutela del sentimento religioso della maggioranza degli italiani ancorato alla tradizione cattolica, soprattutto in considerazione del fatto che venendo meno l'articolo 402 del codice penale si impone la necessità di una tutela più precisa della confessione religiosa che non può essere ancorata a concetti troppo restrittivi che di fatto vanificano ogni forma di tutela del sentimento religioso -:
se, alla luce dell'episodio descritto, e al fine di chiarire la portata delle disposizioni penali a tutela del sentimento religioso, non ritenga opportuno assumere un'apposita iniziativa legislativa.
(2-00708) «Garagnani».
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
alcune affermazioni del Procuratore della Repubblica di Bologna insieme a recenti provvedimenti adottati, hanno suscitato sconcerto in numerosi settori dell'opinione pubblica colpita nei propri sentimenti religiosi non sufficientemente tutelati in nome della laicità dello Stato che, a parere del sottoscritto non tiene conto della tradizione religiosa del popolo italiano e bolognese nel caso particolare, profondamente radicata nel cristianesimo per come si è manifestata secondo l'insegnamento della Chiesa cattolica;
in particolare si rileva l'anomalia del procedimento di archiviazione di una denuncia per frasi oscene nei confronti della Madonna, e le motivazioni secondo l'interpellante non prettamente giuridiche del
medesimo con sconfinamenti nel campo della teologia non competono ad un magistrato;
a riprova di quanto sopra si cita l'incredibile sottovalutazione da parte della Procura degli incidenti avvenuti a Bologna il 28 maggio davanti alla Cattedrale di S. Pietro, ove gruppi di facinorosi insultarono con l'epiteto di fascista, termine che secondo una recente sentenza della Cassazione costituisce offesa personale ed è perseguibile penalmente;
a parte i momenti di panico suscitato fra i fedeli ed il religioso che raccoglieva offerte sull'ingresso principale della Chiesa, rimane il fatto che questo episodio inserito in momenti di aspre polemiche contro la Chiesa Cattolica ed il Presidente della CEI Monsignor Bagnasco fatto segno ad ingiurie sui muri della città, non appare essere stato adeguatamente accertato e la sensazione di impunità o di tolleranza equivoca verso chi deliberatamente offende i simboli della religione cattolica od i cattolici stessi è ampiamente diffusa nell'opinione pubblica bolognese e deve esser conosciuto attraverso i suoi atti, non per le idee politiche;
in generale, ad avviso dell'interpellante, lo svolgimento di esternazioni di carattere politico-culturale non appare in linea (ferma restando la dirittura morale del magistrato), con la sobrietà che dovrebbe caratterizzare un magistrato -:
se non intenda attivare i propri poteri ispettivi al fine dell'eventuale promozione dell'azione disciplinare nei confronti del Procuratore di Bologna.
(2-00710) «Garagnani».
Interrogazione a risposta orale:
LUSETTI. - Al Ministro della giustizia. Per sapere - premesso che:
risulta da fonti di stampa che nella regione Marche, in otto mesi, la popolazione detenuta è aumentata del 26 per cento passando dai 622 detenuti del 31 dicembre 2006 agli 845 detenuti del 30 agosto 2007;
nella sola città di Pesaro, dove il carcere ha una capienza regolamentare di 170 posti, al 31 dicembre 2006 erano presenti 140 detenuti e al 30 agosto 2007 erano presenti 230 detenuti con un incremento del 39,2 per cento;
il numero degli agenti di polizia penitenziaria, denunciato dagli stessi sindacati di polizia penitenziaria, è insufficiente rispetto alla regolare capienza del carcere e inadeguato in queste condizioni di emergenza;
il decreto ministeriale prevedeva nell'istituto penitenziario della città di Pesaro 169 agenti, mentre ad oggi risultano 127 unità con una differenza percentuale di meno 25 per cento -:
quali provvedimenti intenda adottare, o se siano stati già predisposti interventi che prevedano l'invio di altre unità di agenti di polizia penitenziaria presso l'istituto penitenziario di Pesaro.
(3-01205)
Interrogazione a risposta scritta:
GASPARRI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 23 agosto 2007 è stato divulgato presso la Casa Circondariale di Spoleto un avviso alla popolazione detenuta, che la informava della possibilità di accedere ad una attività di preparazione tecnico-sportiva tenuta da un allenatore della cosiddetta «Società Boxe» di Spoleto, da svolgersi presso la palestra detenuti dell'Istituto a partire dal 12 settembre 2007;
negli ultimi anni numerosi sono stati gli episodi di aggressione da parte di detenuti, sia nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria che di altre aree professionali, con conseguenze spesso gravi e che hanno comportato nel complesso molti giorni di prognosi per il personale oggetto delle aggressioni;
il S.A.P.Pe., organizzazione sindacale più rappresentativa del personale di Polizia Penitenziaria, ha immediatamente espresso con vari comunicati e diverse iniziative il suo forte dissenso nei confronti di questa attività;
non si comprendono l'utilità sociale e le ragioni di tali determinazioni circa l'addestramento ad attività intrinsecamente violente, considerato che in precedenza sono state peraltro promosse attività e corsi trattamentali ispirati alla non violenza;
l'addestramento dei detenuti al combattimento espone, a parere dell'interrogante, a seri rischi l'incolumità fisica di tutti gli operatori di Polizia Penitenziaria e delle altre aree professionali che per ragioni di servizio hanno un contatto diretto con i detenuti -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
se, in caso affermativo, non intenda intervenire per impedire lo svolgimento di questa iniziativa, pericolosa per tutto il personale nonché socialmente inutile.
(4-04768)