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Allegato B
Seduta n. 203 del 12/9/2007
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INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il 20 giugno 2007 la giunta comunale di Reggio Emilia ha approvato la delibera n. 167 recante «Approvazione di un progetto da presentare alla prefettura per l'accesso ai contributi di cui alla gestione 2007 della riserva fondo LIRE UNRRA, nell'ambito degli interventi finalizzati alla realizzazione di attività di sostegno a favore di persone in stato di indigenza e delle fasce sociali più deboli, ivi compresi stranieri e nomadi (Programma Prioritario 2.)»;
la circolare del 26 marzo 2007, divulgata del Dipartimento ministeriale competente,
disciplina le modalità e i requisiti di accesso ai finanziamenti per questi progetti ed è chiarissima:
a) i programmi devono essere ben articolati ed ampiamente descritti nei contenuti, nei costi e negli obiettivi;
b) le spese ammesse a finanziamento sono per potenziare centri socio-assistenziali e riabilitativi e/o per il funzionamento di centri e servizi socio-assistenziali;
c) la domanda, pena esclusione, deve contenere tra gli altri una relazione analitica del singolo progetto resa pubblica dagli interpellanti nella conferenza stampa dell'11 settembre 2007 supportata obbligatoriamente da idonea documentazione;
d) non verrà accolta documentazione integrativa;
e) la Commissione esaminatrice, ove necessario, potrà disporre specifici accertamenti prima di decidere sulle istanze;
la delibera di giunta succitata è stata trasmessa il 26 giugno scorso al Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione per le valutazioni di competenza, ed era corredata di tutti gli allegati richiesti, tra cui la proposta di progetto denominato «Tra il campo e la città - Azioni innovative per il miglioramento della qualità della vita e il sostegno all'inclusone sociale della comunità nomade sinta a Reggio Emilia», finalizzato come si legge nel testo della delibera stessa a «migliorare l'habitat della comunità sinta anche attraverso il superamento dei campi sosta nella loro concezione originaria»;
sostanzialmente l'intendimento della giunta comunale è di chiudere un campo nomadi pubblico per realizzarne diversi di dimensioni minori ed infatti nel progetto allegato alla delibera n. 167 è scritto in più punti che per l'attuale campo nomadi sito in via Gramsci 132 in stato di grave degrado a causa dell'incuria dei residenti ed in spregio totale del vigente regolamento comunale, «non si prevede alcun intervento di ristrutturazione»;
nella relazione illustrativa allegata al progetto, dove si individuano 14 siti demaniali suscettibili di potere ospitare i 6 nuovi microcampi, tra cui il primo sperimentale, si afferma invece che il campo nomadi di via Gramsci verrà unicamente ridimensionato ed inoltre si conclama il fatto che molti nuclei familiari di cittadini di origine sinta risiedano in terreni agricoli ove sono stati accertati innumerevoli abusi edilizi;
la giunta comunale di Reggio Emilia non ha inteso rendere pubblico il progetto e solo l'azione istituzionale del gruppo consigliare della Lega Nord in comune di Reggio E. potuto fare luce a più riprese su un argomento la cui delicatezza e sensibilità ha coinvolto tutta la città, destando allarme per le implicazioni economiche e sociali che riveste;
dopo che la Lega Nord ha reso noto quanto l'amministrazione cittadina aveva inviato al ministero e più in particolare la «completa rassegna e valutazione dell'insieme di aree adeguate ad una progettazione di questo tipo» (ovvero i 14 siti demaniali), la giunta ha diramato un comunicato ufficiale dal titolo «Materiali istruttori di giugno su aree già escluse», nel quale è scritto: «... come già affermato dal Sindaco più volte e dagli assessori competenti, le aree non sono state scelte per la destinazione della microarea come nessun altro territorio», lasciando intendere alla cittadinanza che si tratterebbe di atti istruttori e non già definitivi in quanto rassegnati al ministero e conseguentemente che essendo la delibera vecchia di due mesi non sarebbe da ritenersi più valida ed attendibile;
risulta evidente che gli atti obbligatori richiesti e ricevuti al Dipartimento competente non possono più risultare affidabili così come risulta incomprensibile la reale volontà dell'amministrazione rispetto alla gestione dell'attuale campo nomadi esistente in via Gramsci 132;
non è inoltre chiaro quale nesso intercorra tra il miglioramento «dell'habitat della Comunità Sinta» (così come riportato nella Delibera della Giunta n. 167) ed il potenziamento di un centro socio-assistenziale come previsto dalle linee di finanziamento dei due programmi del ministero -:
se intenda il Ministro bloccare e rigettare, a seguito dell'istruttoria di competenza l'istanza presentata dalla giunta comunale di Reggio Emilia, ovvero richiedere uno specifico e puntuale accertamento in merito per le motivazioni di cui alle premesse o se preferisca assecondare l'atteggiamento istituzionale del Sindaco e della Giunta di Reggio Emilia che hanno inteso presentare formalmente una documentazione da loro stessi successivamente dichiarata non attendibile;
perché il ministero dovrebbe finanziare un progetto (la sostituzione parziale o totale di un campo nomadi con altre 6 microaree) la cui genesi è da ascriversi secondo gli interpellanti all'incapacità del Comune di Reggio Emilia di fare rispettare il vigente regolamento per il funzionamento dei campi nomadi comunali;
quale sia la correlazione tra il miglioramento dell'habitat di una categoria di cittadini rispetto alle finalità dei programmi finanziati dal Ministero relativi espressamente a «centri socio-assistenziali e riabilitativi».
(2-00707) «Alessandri, Barbieri, Fugatti, Filippi, Allasia, Bodega, Garavaglia, Grimoldi, Fava, Pini, Montani, Caparini, Dozzo, Giancarlo Giorgetti, Rao, Stucchi, Bertolini, Galletti, Goisis, Pottino».
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro delle infrastrutture, il Ministro dei trasporti, per sapere - premesso che:
i dati che emergono dall'indagine della Consulta nazionale per la sicurezza stradale del Cnel sull'analisi di rischio delle due ruote a motore mettono in evidenza un elevato numero di vittime della mobilità a due ruote a motore: nel triennio 2003-2005, si sono registrati, infatti, 4.334 morti (25,2 per cento del totale) e 261.944 feriti (27,2 per cento), per un costo sociale di 25.321 milioni di euro;
l'Italia passa al terzo posto (19 per cento) del 1994 al primo posto del 2003 e del 2004 (rispettivamente 24 per cento e 26 per cento) per quota di morti a carico delle due ruote a motori, muoversi su scooter e motociclette, in Italia, significa rischiare fino a 7,2 volte di più di incorrere in incidenti rispetto agli altri mezzi di locomozione;
i costi sociali del fenomeno sono inaccettabili, basti pensare che nel 2005 il costo sociale delle morti è stato superiore ai 30 milioni di euro e che la fascia di età maggiormente colpita è quella compresa tra i 25 e i 44 anni;
il 90 per cento dei decessi avviene in ambito urbano, per colpa di un traffico caotico, di strade in pessimo stato, di trasporti pubblici inefficienti che spingono all'utilizzo delle due ruote come obbligo e non come scelta, dei mancati controlli sui comportamenti indisciplinati e pericolosi dei guidatori delle due e delle quattro ruote;
a livello europeo, la quota di morti a carico delle ruote a motore cresce nel tempo più o meno per tutti i Paesi, il rischio specifico della mobilità su due ruote a motore è da 5,8 a 7,2 volte più elevato della media;
la sicurezza delle due ruote a motore, necessita di studi specifici sulle principali cause di rischio e di attenti monitoraggi degli interventi e dell'evoluzione della sicurezza;
nel periodo estivo si assiste ad una vera e propria mattanza che aumenta anche di più nei fine settimana -:
quali siano i provvedimenti urgenti previsti e quali le iniziative per potenziare
l'informazione e la sicurezza stradale dal momento che in Italia, la quota di spostamenti con ciclomotori e motocicli rappresenta il 5 per cento del totale, con un dato medio nelle grandi aree urbane del 10 per cento.
(2-00706) «Romano».
Interrogazioni a risposta orale:
FRIAS. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il giorno 20 agosto la Prefettura di Treviso ha espulso la cittadina brasiliana Kellen K. Da Silva perché «entrava nel territorio dello Stato sottraendosi a controlli di frontiera»;
detta motivazione era del tutto inconferente con la situazione di fatto della straniera che, in quanto brasiliana, non necessitava di visto d'ingresso turistico per l'ingresso sul territorio nazionale;
la straniera, seppur irregolare, ha ricevuto un decreto di espulsione palesemente illegittimo per erroneità della motivazione;
la straniera non ha potuto comprendere i motivi dell'espulsione in quanto l'atto non veniva tradotto in portoghese;
la straniera, trattenuta presso il CPT di Modena, si è vista convalidare il trattenimento nel Centro senza la presenza di un traduttore;
in data 29 agosto la migrante, trattenuta nel CPT, impugnava il decreto di espulsione e ne lamentava altresì, via telefax, i gravi ed evidenti vizi alle competenti Prefetture di Treviso e Modena ed alla Questura di Modena, chiedendo la sospensione dell'esecuzione dell'espulsione;
il giorno successivo all'invio delle predette istanze la sig.ra Da Silva veniva coattivamente espulsa dalla Questura di Modena in Brasile;
la legge Bossi Fini non prevede strumenti di sospensione dell'esecuzione dell'espulsione in casi di illegittimità, formale o sostanziale, degli atti del procedimento amministrativo;
i trattenuti nei CPT non possono rivolgere con efficacia istanze a giudici o amministrazioni, stante l'impossibilità di ottenere risposte nel volgere di pochi giorni ovvero di poche ore -:
se il procedimento amministrativo de quo non sia stato forse gravemente viziato per palese contrarietà al dettato di legge;
se nel caso di specie non intenda verificare se siano state commesse eventuali irregolarità da parte della Prefettura di Treviso che ha decretato un espulsione così palesemente contro la legge o della Questura di Modena che, formalmente informata della illegittimità dell'espulsione, ha comunque eseguito, in tempi eccezionalmente celeri, l'ordine d'allontanamento;
a quale giudice lo straniero già trattenuto nel CPT debba rivolgersi per domande inerenti la privazione della propria libertà personale;
se i provvedimenti del giudice di pace ex articolo 13 e 14 del testo unico sull'immigrazione possano essere vagliati alla stregua degli ordinari decreti emessi m camera di consiglio.
(3-01202)
FRIAS, MASCIA e FRANCO RUSSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 10 e l'11 agosto, in località Pian di Rota (comune di Livorno), un incendio ha distrutto le baracche in cui abitavano alcuni cittadini di origine rumena, provocando la morte di quattro bambini;
i sopravvissuti al drammatico incendio, assieme ai loro parenti arrivati da Pisa, sono stati trovati dalle forze dell'ordine alla stazione ferroviaria di Livorno, poco dopo l'accaduto, e sono stati trattenuti in Questura per una intera notte e per gran parte del giorno successivo;
a seguito degli interrogatori, è stata contestata ai genitori l'accusa di omicidio colposo e di abbandono di minore; il pubblico ministero Antonio Giaconi ha dichiarato alla stampa «con gli elementi che abbiamo a disposizione propendiamo per l'ipotesi dell'incidente, con la conseguente gravissima negligenza dei genitori di aver lasciato soli i bambini» (come si legge nell'articolo «Nella baraccopoli sotto il viadotto muoiono i bambini», in L'Unità, cronaca regionale toscana, 12 agosto 2007);
a seguito dell'udienza di convalida del fermo, il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto infondata l'accusa di incendio colposo, suggerendo agli inquirenti indagini più accurate sull'ipotesi di incendio doloso e aggressione (come si evince dalle cronache del 17 agosto, ed in particolare dall'articolo «Bimbi morti nel rogo, i genitori restano in carcere», pubblicato su La Nazione);
il 23 agosto 2007, la Procura, la Questura e i Vigili del fuoco di Livorno, pur affermando di continuare gli accertamenti «senza escludere a priori nessuna ipotesi», dichiaravano improbabile la tesi dell'aggressione, avvalorata solo pochi giorni prima dal GIP (si veda in particolare «Arresti domiciliari, strada in salita» e «L'aggressione esclusa dai Vigili del Fuoco», in Il Tirreno, cronaca di Livorno, 23 agosto 2007);
in una intervista pubblicata sulla cronaca regionale toscana de La Repubblica, il 29 agosto 2007, il legale dei cittadini rumeni coinvolti nell'incendio, avvocato Andrea Callaioli, ha ricordato l'impressionante sequenza di incendi, attentati ed episodi di violenza che, nei mesi scorsi hanno colpito baracche e rifugi di persone senza fissa dimora nel territorio livornese: il 27 ottobre 2006, negli uffici ex Coca Cola nei pressi della stazione, adibiti a dimora provvisoria per senza casa; il 25 dicembre 2006, nella baracca di via Firenze abitata da un cittadino slavo; il 28 dicembre 2006, all'insediamento di senza casa sotto le logge del Palazzo Grande (un'aggressione i cui autori sono rimasti sconosciuti); il 13 marzo 2007, alla roulotte di Domenico Ognibene, livornese senza fissa dimora, sulla Variante Aurelia; il 15 marzo 2007 in via del Limone (incendio di carcasse di auto all'autodemolizione dei fratelli Giusti); il 26 marzo 2007 alle terme ex-Corallo, precaria abitazione di persone senza casa; il 28 giugno all'oratorio salesiano; e, infine, il 29 giugno, la violentissima rissa alla stazione, tra un gruppo di cittadini rumeni e un gruppo di italiani, e il successivo «assedio» della Questura da parte di questi ultimi, per chiedere la consegna degli stranieri «per fargliela pagare» (così il cronista);
secondo gli interpellanti, le indagini relative all'incendio di Pian di Rota devono proseguire in ogni direzione e con la massima cura, come infatti disposto dal giudice per le indagini preliminari in sede di convalida del fermo -:
se, e in che modo, il ministero dell'interno intenda attivarsi per garantire la sicurezza delle famiglie Rom rumene presenti nel territorio di Pisa e di Livorno;
se le notizie pervenute alla prima firmataria del presente atto, relative a sgomberi eseguiti contro persone in precarie condizioni di salute, corrispondano al vero e, in caso affermativo, se tali sgomberi siano stati autorizzati dalle rappresentanze locali del Ministero dell'interno (Questura, Prefettura o Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica presso la Prefettura).
(3-01203)
Interrogazione a risposta scritta:
BOCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di domenica 5 agosto 2007, ad Orvieto, si è sviluppato un pericoloso
incendio che, alimentato da un forte vento, ha devastato, in poco tempo, un'area di circa trenta ettari e che il fuoco, dopo aver danneggiato alcune abitazioni e lambito alcuni depositi di carburante, si è incanalato in una valle dove sarebbe divenuto inarrestabile se non fosse intervenuto un canadair;
per la carenza di organico, nella circostanza sopradescritta è intervenuta una squadra composta da appena due vigili del fuoco;
il distaccamento di Orvieto dei Vigili del Fuoco ha la competenza su un vasto territorio che, costituito soprattutto da campagne e colline, è attraversato dall'autostrada A1, dalla linea ferroviaria Roma-Firenze e da una linea ad alta velocità. Orvieto, inoltre, non può fare nemmeno tanto affidamento sui distaccamenti limitrofi: Terni, Amelia e Todi, infatti, distano, rispettivamente, settantacinque, sessantacinque e quaranta chilometri che, tramutati in tempo, sono non meno di un'ora di distanza -:
quali provvedimenti si intendano prendere e con quale urgenza per incrementare l'organico del distaccamento di Orvieto, città d'arte tra le più significative del Paese.
(4-04780)