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Allegato A
Seduta n. 204 del 13/9/2007
...
(Sezione 7 - Sgombero di un campo nomadi effettuato nella zona Magliana di Roma e politiche di accoglienza nei confronti delle comunità rom)
G)
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e della salute, per sapere - premesso che:
giovedì 19 luglio 2007, a Roma, è stato effettuato uno sgombero di circa 1300 persone che vivevano in un insediamento non autorizzato sotto il ponte della Magliana;
tra queste 1300 persone c'erano anche donne incinte, bambini e molti neonati;
lo sgombero, secondo la testimonianza di moltissimi appartenenti ad associazioni e cooperative sociali che si occupano dei problemi legati all'immigrazione, è stato molto violento e ha lasciato gli sgomberati senz'acqua, senza cibo e senza sapere dove andare;
l'Italia è già stata condannata dal Consiglio d'Europa per la brutalità degli sgomberi e per il mancato rispetto della normativa europea al riguardo;
moltissimi intellettuali, forze politiche ed associazioni hanno, giustamente, emesso un comunicato in data 21 luglio 2007, in cui viene stigmatizzato l'intervento repressivo e il mancato rispetto dei più elementari diritti umani;
quanto accaduto non può essere liquidato come una normale operazione di polizia contro degli abusivi, che saranno
costretti a trovare altrettante situazioni emergenziali in attesa di un nuovo sgombero, ma rappresenta il fallimento delle politiche di accoglienza e ricovero che vengono sostituite da un presunto ritorno alla «legalità» tutto a discapito delle aree più deboli ed emarginate;
quanto accaduto nel caso specifico non è, purtroppo, un caso unico, visto che nella città di Roma, come in altre in tutta Italia, si continuano a sgomberare i campi provvisori realizzati da cittadini immigrati e nomadi, senza trovare, nella maggioranza dei casi, situazioni alternative dignitose e all'altezza di un Paese civile;
d'altra parte anche nelle situazioni in cui sono state concesse delle aree alle comunità rom, spesso la situazione è precaria e al limite della decenza e della tutela della salute pubblica;
ad esempio all'interno del campo rom di Castel Romano, in provincia di Roma, inaugurato il 14 settembre 2005 ed assegnato a due comunità diverse provenienti da due diverse aree della città di Roma (nonostante sia ampiamente noto che vi sono spesso forti contrasti tra le varie comunità), la situazione igienico-sanitaria è al limite della sopravvivenza ed i servizi sono praticamente inesistenti, in particolare:
a) nel campo vivono 700 persone, di cui la metà sono bambini, di questi ultimi 260 sono iscritti nelle scuole, con una frequentazione del 50 per cento e un progressivo abbandono dalle scuole dell'infanzia a causa della lontananza delle stesse dal sito del campo;
b) non c'è acqua potabile durante il giorno (solo un'ora la mattina e una la sera dalle 23 alla mezzanotte), nel campo sono morte 3 persone e dall'ottobre 2005 a dicembre 2005 25 bambini hanno contratto l'epatite A e un adulto l'epatite B;
c) non c'è assistenza medica e non vi sono mezzi di trasporto che colleghino con la città -:
per quale motivo, nel caso specifico dell'area della Magliana, lo sgombero da parte delle forze dell'ordine sia stato così violento e non si sia tenuto conto in nessun modo del disastro umanitario che si sarebbe provocato, della sofferenza e di tutti i disagi che questi neonati, bambini, donne e uomini si sono trovati e si troveranno a vivere;
se tale operazione sia stata concordata con l'amministrazione comunale di Roma e per quale motivo non si sia tentato di dare una risposta alternativa a chi chiede solamente di potere vivere in maniera dignitosa nel nostro Paese;
se vi siano dati sul numero di sgomberi effettuati nei confronti di campi abusivi realizzati dalle comunità rom e in quanti casi siano state trovate soluzioni alternative;
cosa si intenda fare, vista l'evidente emergenza sociale e sanitaria esistente in numerosi campi rom abusivi o non, al fine di salvaguardare la salute di coloro che ci vivono, con particolare riferimento ai bambini;
se non si ritenga un errore gravissimo continuare ad affrontare l'emergenza rom come un problema di ordine pubblico e che, di conseguenza, sia necessario, con il contributo delle stesse comunità, ricercare politiche di accoglienza che favoriscano l'inserimento e salvaguardino la dignità e la cultura degli stessi.
(2-00694) «Smeriglio, Migliore».