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Allegato B
Seduta n. 206 del 18/9/2007
TESTO AGGIORNATO AL 25 SETTEMBRE 2007
...
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta orale:
FRIAS, DANIELE FARINA e COGODI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
sono morti carbonizzati quattro bambini a causa dell'incendio divampato nelle baracche in cui abitavano in località Piandi Rota (comune di Livorno), nella notte tra il 10 e l'11 agosto;
i sopravvissuti al drammatico incendio, assieme ai loro parenti arrivati da Pisa, sono stati trovati dalle forze dell'ordine alla Stazione Ferroviaria di Livorno, poco dopo l'accaduto, e sono stati trattenuti in Questura per una intera notte e per gran parte del giorno successivo;
a seguito degli interrogatori, è stata contestata ai genitori l'accusa di omicidio colposo e di abbandono di minore; il Pubblico Ministero Antonio Giaconi ha dichiarato alla stampa «con gli elementi che abbiamo a disposizione propendiamo per l'ipotesi dell'incidente, con la conseguente gravissima negligenza dei genitori di aver lasciato soli i bambini» (come si legge nell'articolo «Nella baraccopoli sotto il viadotto muoiono i bambini», in L'Unità, cronaca regionale toscana, 12 agosto 2007);
a seguito dell'udienza di convalida del fermo, il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto infondata l'accusa di incendio colposo, suggerendo agli inquirenti indagini più accurate sull'ipotesi di incendio doloso e aggressione (come si evince dalle cronache del 17 agosto, ed in particolare dall'articolo «Bimbi morti nel rogo, i genitori restano in carcere», pubblicato su La Nazione);
il 23 agosto 2007, la Procura, la Questura e i Vigili del Fuoco di Livorno, pur affermando di continuare gli accertamenti «senza escludere apriori nessuna ipotesi», dichiaravano improbabile la tesi dell'aggressione, avvalorata solo pochi giorni prima dal GIP (si veda in particolare «Arresti domiciliari, strada in salita» e «L'aggressione esclusa dai Vigili del Fuoco», in Il Tirreno, cronaca di Livorno, 23 agosto 2007);
le informazioni riportate all'interpellante dai volontari dell'Associazione Africa Insieme, riguardanti le condizioni abitative e lo stato di salute delle persone sopra citate, sono state oggetto di due reportage giornalistici: uno del Corriere della Sera («"La nostra fuga da quella baracca in fiamme"; mamma e figlia ora vivono sotto un altro ponte», 13 agosto 2007) e uno de
La Repubblica («Pronto ad ospitarli ma non in una casa», cronaca regionale toscana, 17 agosto 2007); non risulta all'interpellante che le amministrazioni locali di Pisa o di Livorno abbiano mai smentito quanto riportato in questi due articoli;
all'indomani del tragico incendio, il Comune di Livorno si era impegnato a garantire una sistemazione abitativa provvisoria ai familiari delle vittime, in modo da consentire, fra l'altro, l'accesso all'istituto degli arresti domiciliari per le persone attualmente detenute in attesa di giudizio (si veda per esempio «Arresti domiciliari, pronta la richiesta», Il Tirreno, cronaca di Livorno, 21 agosto 2007);
secondo il quotidiano Il Tirreno, il Sindaco avrebbe confermato la sua disponibilità a fornire un alloggio per gli arresti domiciliari («Accoglieremo i quattro rom: Cosimi conferma l'impegno, ma non sarà una casa», Il Tirreno, cronaca locale di Livorno, 5 settembre 2007);
secondo quanto risulta all'interpellante, né il Comune di Livorno né altra istituzione avrebbero compiuto passi formali per la concessione di un alloggio -:
quali siano, nell'ambito della vigente normativa, le condizioni in base alle quali nel caso di specie possano essere disposti gli arresti domiciliari e quali iniziative, anche normative, intendano assumere, secondo le rispettive competenze, per agevolare la concessione degli arresti domiciliari in circostanze analoghe a quelle descritte in premessa.
(3-01235)
Interrogazione a risposta in Commissione:
LUSSANA e ALESSANDRI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
come si apprende da una agenzia di stampa della settimana scorsa, sembra che nel corso delle indagini condotte dalla Magistratura di Siena riguardanti un incendio verificatosi nell'archivio della Curia di Siena nel mese di aprile 2006, sia emersa l'effettuazione di intercettazioni telefoniche, in seguito pubblicate anche sulla cronaca toscana del quotidiano La Repubblica;
in base a quanto riportato, sembrerebbe che nel contenuto delle intercettazioni sia contenuto un riferimento diretto al Ministro della giustizia, concernente in particolare la necessità di contattarlo per «risolvere la vicenda»;
la frase riportata sembra essere riferita alla necessità di un intervento diretto del Ministro sulla Procura senese, accusata tra l'altro in altre intercettazioni di disconoscere «altre situazioni ben più gravi» -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti sopra riportati;
se il Ministro della giustizia non ritenga opportuno disporre una ispezione ministeriale presso la procura di Siena finalizzata alla verifica del corretto funzionamento degli uffici giudiziari.
(5-01446)