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Allegato B
Seduta n. 206 del 18/9/2007
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SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
PORETTI. - Al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 24 luglio 2007 su segnalazione dell'Aduc la sottoscritta interrogante ha presentato un'interrogazione (5-01340) per chiedere se alla luce di uno studio dell'Istituto
federale tedesco per la valutazione dei rischi che rilevava la presenza di bicromato di potassio (un composto allergizzante) nel 57 per cento dei manufatti in pelle presenti sul mercato, il ministero della salute avesse effettuato come in Germania degli studi adeguati su questa sostanza e, nel caso negativo, se ritenesse di condurli;
l'Aduc riguardo questa notizia aveva consigliato di non comprare prodotti in pelle da venditori ambulanti contro i quali non può essere avviata nessuna forma di rivalsa;
l'Unione nazionale industria conciaria (UNIC), ritenendosi screditata, ha minacciato di querela l'Aduc e come reso noto dalla stessa associazione di consumatori, l'Unic, tramite il proprio studio di avvocati, in data 4 agosto ha fatto pervenire presso l'associazione una ricerca della Stazione sperimentale per l'industria delle pelli (SSIP);
sul sito dell'Unione nazionale industria conciaria (UNIC) si legge che questa «persegue lo scopo di studiare, patrocinare, promuovere iniziative in campo economico, tecnico, scientifico, nell'interesse dell'industria conciaria italiana, attivandosi verso istituzioni politiche, organizzazioni economiche, sociali, culturali, nazionali ed internazionali»;
sul sito della Stazione sperimentale per l'industria delle pelli (SSIP) si legge che l'Istituto ha «personalità giuridica, autonomia amministrativa e facoltà impositiva ed è sottoposta alla vigilanza del Ministero dello sviluppo economico»;
come si evince dal comunicato dell'Aduc del 12 settembre, la ricerca condotta dall'SSIP sui prodotti delle concerie italiane riporta che nel 5,1 per cento dei prodotti esaminati è stato trovato il bicromato (cromo esavalente) senza specificare quali e quante aziende siano incluse in quel 5,1 per cento;
l'Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi ha effettuato la sua citata indagine su tutti i prodotti in pelle presenti sul mercato, cioè quelli a disposizione dei consumatori;
per l'Associazione dei consumatori, dato che la quota coperta dalle importazioni made in China, relativa al settore calzaturiero nel 2006, comprese le riesportazioni, è del 98 per cento, che a fronte di consumi interni per 188 milioni di paia di scarpe, 184 milioni (in parte riesportati), provengono dalla Cina e che è indispensabile considerare anche il mercato illegale dei prodotti in pelle, ormai ampiamente diffuso, risulta evidente che i dati riportati dall'SSIP non sono rappresentativi riguardo quanto denunciato dall'Aduc a proposito del mercato conciario;
la ricerca dell'SSIP fatta pervenire all'Aduc dai rappresentanti legali dell'UNIC, risulta indirizzata in data 3 agosto 2007 al Ministro della salute -:
secondo quale procedura un documento di un Ente Pubblico (SSIP) indirizzato al Ministero della salute sia stato acquisito dai legali dell'UNIC e inoltrato all'Aduc;
se il Ministro della salute, considerato che i dati riportati riguardo l'allarme denunciato dall'Aduc, descrivono solo una piccola fetta del mercato conciario (quella relativa ai produttori italiani), non ritenga necessario e urgente svolgere un'indagine più approfondita;
alla luce dei dati della ricerca dell'SSIP che hanno rilevato la presenza nel 5,1 per cento dei prodotti esaminati di bicromato (cromo esavalente), se il Ministero non ritenga necessario informarsi su quali e quante aziende siano incluse in quel 5,1 per cento.
(5-01447)
Interrogazione a risposta scritta:
LONGHI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
su L'Espresso del 13 settembre 2007 l'interrogante ha letto vari servizi sulla
sanità e sulle truffe perpetrate da cliniche private accreditate ai danni del Servizio sanitario nazionale;
la Regione Lombardia ha pagato prestazioni di chirurgia estetica su transessuali affetti da HIV spacciate per interventi legati alle patologie indotte dal virus, presunte operazioni chirurgiche complesse addebitate per 50 mila euro, ma di fatto semplici interventi in day hospital, eccetera;
sempre su L'Espresso si citano i dati sui costi dei ricoveri forniti dal Ministero della salute: un ricovero costa all'erario in media 3.021 euro in ospedale e 2.870,48 in clinica accreditata, la media nasconde che gli interventi più costosi (dai trapianti alla chirurgia oncologica alla neurologia di punta) si eseguono in larga parte nelle strutture pubbliche;
ogni ricoverato in Lombardia costa 3.100 euro in ospedale e 3.200 in clinica; in Sicilia: 2.750 contro 2.872;
con sommo stupore l'interrogante ha appreso che in Liguria, la sua regione, un ricoverato in ospedale costa ben 3.338 euro, quindi ben al di sopra della media nazionale, di quanto costa in Lombardia e di quanto costa in Sicilia;
con ancor più stupore ha appreso che il ricovero in una clinica accreditata della Liguria costa alle casse regionali ben 6.743 euro, ben più del doppio della media nazionale, di quanto si paga nella Lombardia dove indaga la Procura della Repubblica e della Sicilia dove nel recente passato sono state poste sotto sequestro cliniche per infiltrazioni mafiose;
il Ministro della salute, per legge, deve garantire che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla malattia;
la giunta regionale ligure ha tagliato e vuol continuare a tagliare posti letto nella zona compresa tra il Ponente genovese, la Valpolcevera e la Valle Scrivia che ha una popolazione pari a 340.599 residenti che è pari al 38,2 per cento della popolazione della Provincia di Genova e un numero di posti letto ben inferiori al 3,5 per mille previsti a livello nazionale ed al 3,78 per mille concesso, in deroga, alla Liguria;
la Giunta regionale intende altresì ridurre gli orari di apertura del pronto soccorso dell'ospedale Padre Antero di Sestri Ponente o declassarlo in punto di primo intervento-:
se non ritenga che così operando non vengano più garantiti i livelli essenziali di assistenza ad una popolazione che supera di gran lunga la popolazione di città come Bologna, Firenze, Ancona, Venezia, eccetera;
se non ritenga che sarebbe più giusto e intelligente che la Regione Liguria intervenisse più sul costo dei posti letto che sul numero dei posti letto;
se intenda inviare degli ispettori ministeriali per verificare perché il costo di un posto letto negli ospedali liguri sia così elevato e perché si paghino cifre da capogiro per i posti letto delle cliniche accreditate;
se non ritenga debba intervenire il Ministero e la politica e non la magistratura come è successo in altre regioni d'Italia.
(4-04826)