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Allegato B
Seduta n. 206 del 18/9/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
da diversi anni il caso Piediluco entra regolarmente nelle cronache locali dei giornali e della televisione per gli effetti prodotti dall'eutrofizzazione che, come noto, costituisce un fenomeno di degenerazione delle acque;
il Lago di Piediluco, è per estensione (1.7 km2), il secondo specchio lacustre di origine naturale del territorio regionale;
ciò che allarma opinione pubblica e amministrazioni è la progressiva perdita di naturalità delle acque che ha comportato e comporta danni ambientali ed economici;
la non balneabilità, la riduzione delle risorse ittiche, i divieti di pesca provocano disagi e soprattutto una compromissione dell'economia locale;
le cause di questa situazione sono da ricercare nella gestione del lago che è monopolizzato dalla produzione di energia elettrica, ma anche nel complesso delle attività antropiche che caratterizzano l'intero bacino;
in questo ultimo caso l'accelerazione e la gravità del degrado delle acque sono riconducibili all'ampliamento del bacino idrografico che ha determinato l'adduzione nel lago degli apporti inquinanti dell'intero bacino idrografigo del Fiume Velino e della porzione del bacino del Fiume Nera sottesa dalla derivazione del, medio Nera (Triponzo) -:
quali provvedimenti il Ministro interpellato intenda porre in essere al fine di individuare, seppur in modo graduale, in maniera concreta le risorse per tutti gli interventi previsti dal piano stralcio, approvato nel 2006, che potranno contribuire in termini significativi al miglioramento della situazione complessiva del lago di Piediluco e del sistema di cui lo stesso è parte integrante anche in considerazione del fatto che il bacino costituisce un bene di estrema rilevanza e interesse nazionale sotto il profilo ambientale e turistico e la disponibilità dei finanziamenti, che sono fuori dalle potenzialità degli enti locali, costituisce atto dovuto a seguito dell'approvazione del piano stralcio stesso.
(2-00725) «Capotosti, Fabris».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle infrastrutture, il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
sotto i binari della linea ferroviaria veloce, all'altezza dei cantieri di Caivano e Afragola, ed anche in alcune discariche abusive alle porte di Napoli sono stati trovati ingenti quantità di rifiuti tossici provenienti dai cantieri per l'ampliamento dell'aeroporto di Capodichino (Il Mattino - 12 settembre 2007);
questa situazione è venuta alla luce attraverso un'inchiesta condotta dalla Procura di Napoli che è culminata con 9 ordinanze cautelari con l'accusa di associazione finalizzata al traffico illegale dei rifiuti;
sono trenta le società coinvolte nella vicenda e diciotto i nomi iscritti nel registro degli indagati -:
se i Ministri interpellati siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
se non ritengano necessario attivarsi affinché venga avviata un'indagine approfondita sui suddetti traffici illegali e sui rischi sanitari che questa grave situazione comporta;
se non ritengano necessario attivarsi affinché venga avviato un permanente monitoraggio per verificare se le suddette pratiche illegali siano in corso anche all'interno di altri cantieri Tav o di analoghi cantieri delle grandi opere pubbliche, scongiurando per questa via il possibile diffondersi in futuro delle medesime pratiche.
(2-00727)
«Migliore, Iacomino, De Cristofaro».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
la nuova riperimetrazione del Parco Nazionale dello Stelvio nel territorio della Provincia autonoma dl Bolzano ha determinato, in particolare, l'esclusione della zona del fandovalle venostano nella quale, oltre a terreni coltivati e paesi, si trovano anche diversi biotipi e aree, naturalistiche di fama internazionale;
a quanto risulta agli interpellanti la Giunte provinciale di Bolzano ha adempiuto soltanto in parte agli obblighi di tutela delle aree protette escluse del Parco Nazionale dello Stelvio;
la legge provinciale n. 19 del 1993, sulla costituzione del Consorzio per la gestione del Parco Nazionale dello Stelvio, all'articolo 19, comma 3, (concernente la nuova riperimetrazione del Parco), prevede quanto segue: «Agli obblighi di tutela derivanti dalla legge statale sulle aree protette 6 dicembre 1991, n. 394, nonché dalla direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979, e dalla direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, si adempie mediante l'applicazione delle leggi provinciali già in vigore in materia di tutela della natura, caccia e pesca. Ulteriori misure di tutela possono essere definite nei piani paesaggistici che, verranno estesi alle aree escluse dal parco nazionale»;
tali obblighi, secondo gli interpellanti, non sono stati rispettati in modo adeguato dalle delibere della Provincia autonoma di Bolzano, giacché sono state, di fatto, disattese le proposte formulate dalla I Commissione per la tutela dell'ambiente ed il parere dell'IBA (Important Bird Area), determinando, dunque, condizioni critiche e di non sufficiente tutela per aree che sono di notevole interesse ecologico quali:
a) area del delta fluviale dei rio Salda, detto «Prader Sand», sita nel Comune di Prato allo Stelvio, il più vasto delta nella Provincia autonoma di Bolzano, tuttora allo stato naturale e habitat di numerose specie animali e vegetali minacciate dall'estinzione. In tale area di interesse ecologico, che adempie e tutti i criteri di «territorio Natura 2000» e ora ridotta a soli trenta ettari rispetto ai cinquanta originari, trovano il loro habitat
ideale oltre centoventi specie di uccelli, tra le quali alcune a rischio di estinzione;
b) l'area delle paludi di «Schgums», sita nel Comune di Lasa, la cui Importanza naturalistica è stata documentata da numerosi studiosi ed esperti in quanto ricca di ontaneti: degli otto ettari originari soltanto due sono stati inclusi nel Piano paesaggistico. Si tratta di aree che non sono solo di proprietà private, ma sono anche patrimonio pubblico, che si intende adibire a zone artigianali, agricole, e ad altre attività;
tali delibere della Provincia autonoma di Bolzano sono state annullate dal TAR di Bolzano per mancanza di motivazione e, dopo tale pronunciamento, la Provincia autonoma di Bolzano non ha provveduto ad una nuova deliberazione per il rispetto degli obblighi sopra citati -:
quale giudizio dia il Governo sui fatti sopra esposti, anche nel quadro più generale di rilancio della politica di tutela e valorizzazione delle aree naturali protette, a cui il Ministro interpellato si è ripetutamente richiamato in questi mesi nelle sedi parlamentari;
quali iniziative nell'ambito delle proprie competenze, il Ministro intenda, in particolare, assumere, affinché siano rispettati gli obblighi di tutela, citati in premessa, derivanti dalla legge statale 6 dicembre 1991, n. 394.
(2-00728)
«Boato, Bonelli, Balducci, Cassola, De Zulueta, Francescato, Fundarò, Lion, Pellegrino, Camillo Piazza, Poletti, Trepiccione, Zanella».
Interrogazione a risposta in Commissione:
FOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13 della legge n. 349 del 1986 e successive modificazioni prevede che le associazioni di protezione ambientale a carattere nazionale e quelle presenti in almeno cinque regioni siano individuate con decreto del Ministro dell'ambiente sulla base delle finalità programmatiche e dell'ordinamento interno democratico previsti dallo statuto, nonché della continuità dell'azione e della sua rilevanza esterna;
in attuazione di tale normativa risultano riconosciute dal Ministero dell'Ambiente (vedi www.minambiente.it, link associazioni di Protezione ambientale Riconosciute) 72 associazioni di protezione ambientale che operano, a vario titolo, su scala nazionale;
non esiste, al di fuori delle disposizioni contenute nella citata legge, una normativa specifica che regolamenti i criteri a cui deve ispirarsi l'attività posta in essere da tali associazioni, né tanto meno che indichi i requisiti soggettivi ed oggettivi per accedere a qualsiasi forma di finanziamento statale;
ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge n. 549 del 1995, spetta al Ministero competente indicare la ripartizione delle risorse finanziarie da erogare ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi, tra i quali dovrebbero rientrare, per l'appunto, anche le associazioni che qui interessano;
l'erogazione di risorse finanziarie da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio alle associazioni ambientaliste riconosciute e non, deve configurarsi non come l'assegnazione di contributi, ma come controprestazioni a titolo oneroso a fronte di prestazioni di servizi previste da convenzioni o accordi di programma;
appare opportuno, per ragioni di massima trasparenza, che il Parlamento conosca l'entità dei fondi statali riconosciuti alle associazioni ambientaliste -:
a quanto corrisponda l'ammontare complessivo delle somme assegnate alle predette associazioni nell'anno 2006 da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio;
quali siano le somme corrisposte dal Ministero alle singole associazioni ambientaliste riconosciute nell'anno 2006;
se e quali siano le associazioni ambientaliste non riconosciute che hanno ricevuto fondi statali nell'anno 2006;
quale sia l'ammontare dei finanziamenti ricevuti nell'anno 2006 dalle associazioni ambientaliste riconosciute per la partecipazione ad iniziative poste in essere dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, con particolare riferimento alle iniziative di comunicazione ambientale e di tutela e salvaguardia dell'ambiente;
se vi sia stata, nel corso dell'anno 2006, la partecipazione finanziaria del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ad iniziative in campo ambientale poste in essere dalle citate associazioni di protezione ambientale riconosciute ai sensi della legge in premessa evocata.
(5-01461)