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Allegato A
Seduta n. 207 del 19/9/2007
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(Sezione 14 - Orientamenti del Governo in materia di riforma della dirigenza statale)
LA RUSSA, LEO, MENIA, LAMORTE, PROIETTI COSIMI, CONTENTO, RONCHI, CONSOLO, ANTONIO PEPE, FILIPPONIO TATARELLA, MIGLIORI, PEDRIZZI, SILIQUINI, MOFFA, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, DE CORATO e BOCCHINO. - Al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi i maggiori quotidiani italiani hanno riportato la notizia secondo cui il Governo si accingerebbe ad approvare un disegno di legge di delega finalizzato all'adozione, in sede di emanazione dei relativi decreti legislativi di attuazione, di disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni;
in particolare, l'obiettivo del Governo sarebbe quello di riformare il settore della dirigenza statale attraverso, soprattutto, la previsione di un nuovo regime giuridico in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia;
la disciplina della dirigenza è uno snodo essenziale per la costruzione di un sistema amministrativo, che sia, al tempo stesso, davvero imparziale ed efficiente;
fin dall'inizio della XV legislatura, l'attività legislativa e di sindacato politico-ispettivo del gruppo parlamentare di Alleanza nazionale si è indirizzata verso le seguenti linee guida di riforma dell'ordinamento della dirigenza statale:
a) rivitalizzazione dell'istituto del pubblico concorso quale argine da contrapporre ai metodi alternativi di selezione della classe dirigente;
b) ripubblicizzazione dello status e delle funzioni del dirigente dello Stato e conseguente autentica distinzione tra funzioni di indirizzo politico-amministrativo
esercitate dagli organi di Governo e compiti e responsabilità di direzione delle amministrazioni pubbliche;
c) rafforzamento dei poteri gestionali dei dirigenti attraverso l'eliminazione dei residui strumenti di intervento degli organi di Governo sugli atti di competenza degli stessi dirigenti;
d) abrogazione immediata dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e conseguente impossibilità di conferire incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia a soggetti estranei alla pubblica amministrazione;
e) rotazione degli incarichi dirigenziali di maggiore rilevanza;
f) agevolazione delle forme di mobilità del personale dirigenziale, così da favorire l'incontro fra la domanda delle amministrazioni con carenza di personale e l'offerta dei lavoratori interessati, e garanzie di tipo economico in caso di collocamento in posizione di fuori ruolo o di comando del personale di ruolo con qualifica dirigenziale;
g) revisione della normativa sui sistemi di controllo interno, privi di qualsiasi effettività, ai fini di una più chiara individuazione delle diverse ipotesi di responsabilità dirigenziale;
h) riduzione drastica del numero delle consulenze esterne in presenza di professionalità dirigenziali interne;
i) ridimensionamento del ruolo della contrattazione collettiva nella definizione di materie ed istituti che attengono all'esercizio delle funzioni dirigenziali e conseguente riaffermazione del primato della legge;
l) revisione, in senso restrittivo, della normativa che consente l'affidamento degli incarichi di segretario generale e di capo dipartimento dei ministeri a soggetti che non appartengono ai ruoli dirigenziali delle amministrazioni interessate;
il gruppo parlamentare di Alleanza nazionale ha in varie occasioni richiesto di abrogare la normativa vigente in materia di conferimento di incarichi dirigenziali di prima e seconda fascia a soggetti estranei alla pubblica amministrazione;
la revisione legislativa di una materia così delicata, qual è quella che attiene alla dirigenza dello Stato, richiede, in un'ottica bipartisan, il concorso di tutte le forze parlamentari di maggioranza ed opposizione -:
quali delle misure sopra esposte il Governo intenda urgentemente fare proprie, al fine di rilanciare il sistema della pubblica amministrazione, che non tollera più la tendenza, affermatasi da tempo, ad introdurre fattori di precarizzazione delle posizioni dirigenziali, che mal si conciliano con l'esigenza di salvaguardare i principi costituzionali dell'imparzialità e del buon andamento dei pubblici uffici.(3-01234)
(18 settembre 2007)