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Allegato B
Seduta n. 207 del 19/9/2007
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SALUTE
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XII Commissione:
ROCCO PIGNATARO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la Pet è un'indagine ad elevato contenuto tecnologico utilizzata soprattutto per la diagnosi dei tumori;
la popolazione in Italia è di circa 58 milioni di abitanti, e vi è un'incidenza di nuovi tumori ogni anno che sollecita sempre di più il ricorso a tale esame diagnostico;
la Regione Puglia presenta una casistica di circa 16 mila tumori annui (15.909 nel 2004, fonte Istat) con un tasso pari a 5,60 casi per ogni 10 mila abitanti;
ogni anno migliaia di pazienti pugliesi necessitano di un esame Pet che sono costretti a eseguire in altre regioni;
la Regione Puglia è una delle poche regioni italiane, soprattutto del Sud, a non essersi ancora dotata di una stazione Pet fissa, fatta eccezione per l'Irccs di San Giovanni Rotondo dove è stata acquistata mediante una raccolta fondi privati;
con regolamento regionale n. 3 del 2 marzo 2006, la Regione Puglia ha individuato il piano di fabbisogno delle Pet determinando un numero non inferiore a n. 8 Pet di cui 5 pubbliche;
le procedute di acquisto delle Pet da parte delle strutture pubbliche richiedono tempi lunghi e iter amministrativi complessi;
da quanto si apprende dalla stampa, negli uffici della Regione Puglia giacciono da circa quattro anni richieste di autorizzazione per l'installazione di una Pet da parte di due case di cura accreditate con il servizio sanitario nazionale: le istanze avanzate da Città di Lecce hospital (Lecce) e Anthea hospital (Bari), risultano presentate in data 4 dicembre 2003 e 4 giugno 2003;
a tutt'oggi non solo il problema Pet è rimasto irrisolto, ma tale vicenda ha determinato la paradossale situazione per cui la Pet già acquistata dalla casa di cura Città di Lecce e destinata al Salento, da un anno è stata trasferita in Emilia Romagna, in provincia di Ravenna, dov'è stata autorizzata nel giro di soli 45 giorni;
tale Pet attualmente è accreditata con costi a carico del Servizio sanitario nazionale per i pazienti fuori regione, tra cui anche i pugliesi;
tale situazione di stallo continua a perpetuarsi con grave nocumento per gli ammalati costretti ad andare fuori regione, incidendo così sulla cosiddetta mobilità passiva che questo Governo si è impegnato a fronteggiare con una serie di iniziative già avviate -:
quali iniziative intenda adottare nell'interesse di migliaia di ammalati di cancro sottoposta a un ingiusto disagio.
(5-01471)
DI VIRGILIO, BAIAMONTE, BOCCIARDO, CECCACCI RUBINO, CRIMI, GARDINI, MAZZARACCHIO, MORONI e PALUMBO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il tabagismo rappresenta uno dei grandi problemi con cui la nostra società deve confrontarsi, sia per la sua estensione sia per i gravi danni che provoca alla salute, come affezioni respiratorie croniche, ictus e infarto. Esistono dati scientifici inoppugnabili secondo cui il fumo, da solo, costituisce il maggiore fattore di rischio per la salute. Infatti ogni anno nel mondo circa 5 milioni di persone muoiono a causa del tabacco e l'Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che nel 2030 i morti raddoppieranno. In Italia i morti a causa del fumo sono ogni anno circa 90.000 dei quali 9.000 sono non fumatori. Nel fumo si trovano 4 mila sostanze, molte delle quali sono cancerogene;
l'articolo 51 della legge n. 3 del 2003 sulla «tutela della salute dei non fumatori» (più nota come Legge Sirchia) è entrato in vigore il 10 gennaio 2005 ed ha avuto sul nostro Paese sicuramente effetti positivi sui comportamenti e le abitudini sociali degli italiani, oltre al grande merito di aver saputo leggere le esigenze dei cittadini varando una legge che ha introdotto importanti restrizioni al consumo di sigarette nei locali pubblici quale politica efficace per la tutela dei non fumatori e la promozione della salute pubblica;
l'assegnazione all'Italia da parte della Global Smokefree Partnership di un premio di eccellenza per il lavoro svolto nella preparazione, l'applicazione ed il monitoraggio della suddetta normativa sul divieto di fumo è un ulteriore riconoscimento all'impegno del governo di centro-destra, nella scorsa legislatura, nella lotta contro il tabagismo;
dall'entrata in vigore della legge, come risulta da una indagine eseguita in tutta Italia dai NAS un anno dopo l'entrata in vigore della legge, l'85 per cento dei gestori interpellati ritiene che il fumo passivo è dannoso per la salute propria e
quella dei propri collaboratori e l'83 per cento riconosce che la corretta applicazione della legge può ridurre significativamente l'insorgenza delle malattie correlate con il fumo. A proposito del fattore economico, la maggioranza dei gestori (57 per cento) afferma di non avere accusato una perdita economica dall'applicazione del divieto, ma addirittura un leggero incremento. Inoltre gli stessi gestori affermano che il 76 per cento dei clienti ha accolto favorevolmente il divieto di non fumare nel locale e soltanto il 2 per cento appariva molto contrariato, opponendo un rifiuto a spegnere la sigaretta -:
se il Governo in carica ed in particolare il Ministro della salute condivida e persegua gli importanti fini socio-sanitari della legge n. 3 del 2003;
quali siano i dati attuali circa il sistema di monitoraggio dell'applicazione dell'articolo 51 della legge n. 3 del 2003 e se i fondi stanziati per quei locali che avessero voluto creare una zona fumatori, di cui erano sprovvisti, siano stati realmente impiegati a questo scopo.
(5-01472)
LUCCHESE. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
dopo il caso dell'aborto selettivo dell'ospedale San Paolo di Milano si è riaperto il dibattito sulla legge n. 194;
poiché da più parti si è chiesta una revisione della suddetta legge, da altri viene affermata l'intangibilità della legge, mentre invece più realisticamente si potrebbero richiedere alcune modifiche per via amministrativa, con emanazione da parte del Ministro di linee guida di applicazione, a legge invariata: in particolare si potrebbe intervenire sulle disposizioni della parte preventiva meno equivoche e sulla riforma dei consultori familiari;
tutto ciò, peraltro, considerato che a trent'anni dall'approvazione della legge siamo in presenza di grandi trasformazioni e nuove conoscenze introdotte dal progresso medico e scientifico, in particolare per quanto concerne l'aumentata capacità di sopravvivenza del feto, senza dimenticare gli inquietanti scenari aperti dall'eugenetica, con il rischio di uccidere bambini che, a parte ogni altra considerazione etica, avrebbero comunque una vita normale -:
come intenda porsi il Governo di fronte alla richiesta della revisione della legge n. 194 e in alternativa al cosiddetto richiesto «tagliando».
(5-01473)
PORETTI, ANTINUCCI, BANDOLI, BELTRANDI, BUGLIO, CANCRINI, DATO, D'ELIA, MANCINI, MELLANO, PELLEGRINO, TRUPIA, TURCI, TURCO e ZANOTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il 22 settembre 2006 Piergiorgio Welby, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica scriveva al presidente della Repubblica che «in Italia, l'eutanasia è reato, ma ciò non vuol dire che non "esista": vi sono richieste di eutanasia che non vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici senza il consenso informato di pazienti coscienti».
il 23 settembre 2006 il presidente Giorgio Napolitano rispondeva: «penso che tra le mie responsabilità vi sia quella di ascoltare con la più grande attenzione quanti esprimano sentimenti e pongano problemi che non trovano risposta in decisioni del Governo, del Parlamento, delle altre autorità cui esse competono», invitando le istituzioni «a un confronto sensibile e approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione approvata dai più».
nell'autunno 2006 l'Associazione Luca Coscioni ha raccolto quasi trentamila firme, comprese quelle di moltissimi medici, su una petizione che chiedeva al Parlamento italiano di realizzare una indagine conoscitiva anonima sulle decisioni di fine vita;
in Italia non sono state mai realizzate indagini su scala nazionale relative alle decisioni di fine vita. Le ricerche finora condotte sono parziali e ormai datate, risalendo agli anni compresi tra il 1999 e il 2003;
i dati parziali di cui disponiamo offrono indizi che necessitano di ulteriori approfondimenti;
in molti paesi, tra i quali Olanda, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Svezia, Spagna, Australia, Argentina, il dibattito, sia a livello politico che di opinione pubblica, sulle decisioni di fine vita si è sviluppato a partire dai risultati di indagini conoscitive;
il ministro della salute, Livia Turco, ha recentemente dichiarato: «Sento il dovere di fare una verifica. Voglio un'indagine nelle nostre strutture per consentire a tutti di morire in modo dignitoso, e garantire ai malati la massima assistenza» -:
se il ministro della Salute intenda dare seguito alle sue dichiarazioni sulla necessità di un'indagine conoscitiva su come si muore negli ospedali italiani e con quali modalità e tempi il Ministero ritenga di realizzare l'indagine.
(5-01474)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
MANCUSO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la stampa nazionale ha segnalato nella zona di Ravenna e Cesena casi di persone, punte da zanzare tigre, che presentano sintomi quali: febbre alta, forti dolori articolari, chiazze cutanee rosse e pruriginose;
secondo le analisi dell'Istituto superiore della sanità si tratta del virus chikungunya, trasmesso dalla zanzara del genere aedes albopictus, appartenente alla famiglia degli arbovirus diffuso normalmente in Africa ed Asia;
il virus in oggetto ha causato la morte di un cittadino italiano e creato preoccupazioni e fibrillazioni anche presso il Ministero francese della sanità che ha diffuso una nota diretta ai cittadini francesi diretti in Romagna per turismo, per proteggersi dal possibile contagio;
già dalla fine del mese di giugno nella zona di Ravenna e Cesena i medici di famiglia erano stati consultati dai propri pazienti, residenti nei pressi del fiume Savio, per casi di dolori articolari lancinanti accompagnati da febbre altissima;
le autorità sanitarie non sono riuscite a vietare la Festa dell'Unità prevista nel Comune di Castiglione Cervia, nonostante l'epidemia e la vicinanza al fiume Savio -:
quali misure abbia adottato o intenda adottare il Governo relativamente alla disinfestazione delle aree interessate, alla tempestività della diagnosi, alla possibilità di avviare una campagna nazionale di informazione per evitare il diffondersi della patologia (malattia tropicale ad andamento epidemico);
stante la grave situazione nazionale relativamente alla massiccia presenza di zanzare di vari generi, responsabili della trasmissione all'uomo di patologie di origine virale e parassitaria, se il Governo intenda predisporre una legge quadro per affrontare e risolvere definitivamente la abnorme presenza delle zanzare in ampie parti del territorio nazionale.
(5-01470)
MANCUSO. - Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la recente vicenda occorsa a Don Gelmini, al di là dei grandi dubbi sull'attendibilità degli accusatori, ha riportato l'attenzione della pubblica opinione sull'attività svolta dalle comunità di recupero dei tossicodipendenti;
le comunità di recupero sono luoghi in cui le regole devono essere ferree per
essere rispettate o si rischia di non recuperare la persona entrata nel tunnel della dipendenza da droghe;
il lavoro svolto nelle comunità è prezioso perché, dopo il superamento delle crisi d'astinenza fisica, mira alla ricostruzione della personalità, dello spirito e della volontà;
per raggiungere gli scopi desiderati è necessario un lavoro lungo e difficile, tanto per il tossicodipendente, quanto per gli educatori, all'interno di queste strutture molto ben organizzate, che in modo sussidiario danno risposte al «disagio» integrandosi con il Servizio Sanitario Nazionale ed i carceri;
una comunità di recupero costa allo Stato un decimo di un carcere, che non recupera nessuno, e raggiunge l'80 per cento dei risultati positivi -:
quali interventi intenda adottare il Governo per potenziare questo settore del privato sociale vocato al recupero dei tossicodipendenti, i cui risultati sono indiscutibilmente sotto gli occhi di tutti.
(5-01480)