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Allegato B
Seduta n. 207 del 19/9/2007
...
LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
ai sensi del comma 763 dell'articolo 1
della legge finanziaria per il 2007 «nel rispetto dei princìpi di autonomia affermati dal decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e dal decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, e con esclusione delle forme di previdenza sostitutive dell'assicurazione generale obbligatoria, allo scopo di assicurare l'equilibrio di bilancio in attuazione di quanto previsto dall'articolo 2, comma 2, del suddetto decreto legislativo n. 509 del 1994, la stabilità delle gestioni previdenziali di cui ai predetti decreti legislativi è da ricondursi ad un arco temporale non inferiore ai trenta anni»;
in forza di tale norma l'arco di tempo che i bilanci tecnici degli enti previdenziali dovranno prendere in considerazione è stato elevato da quindici a trenta anni;
in data 30 luglio è stata inviata agli enti privatizzati una bozza del decreto, da emanarsi in applicazione della citata norma, con termine sino al 28 agosto (poi prorogato al 4 settembre) per far pervenire documentazione;
ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della citata bozza «ai fini della verifica della stabilità il bilancio tecnico sviluppa la proiezione dei dati per un periodo di cinquant'anni sulla base della normativa vigente alla data dell'elaborazione»;
nonostante il periodo feriale gli enti hanno fatto pervenire osservazioni che hanno indotto il Ministero ad attenuazioni, peraltro solo apparenti, dei princìpi enunciati sopra, in quanto il 10 settembre è stata consegnata ai rappresentanti degli enti interessati una seconda bozza nella quale si legge che «ai fini della verifica della stabilità, fermo restando quanto disposto dall'articolo 1 comma 763 della legge 27 dicembre 2006 n. 296 (legge finanziaria) il bilancio tecnico sviluppa proiezione dei dati per un periodo di cinquant'anni sulla base della normativa vigente alla data dell'elaborazione»;
nonostante il richiamo alla legge sembrano confermati sia l'obbligo degli enti di prendere in esame un arco di tempo di cinquanta anni sia la facoltà dei Ministeri di adottare la misura del commissariamento, prevista dall'articolo sette del decreto, nel caso in cui alla luce della proiezione dei dati per l'arco di tempo prescritto ritengano non sia garantita la stabilità;
una previsione per mezzo secolo è di fatto inattuabile e dovrebbe basarsi su dati ed elementi sempre suscettibili di valutazioni talmente discrezionali da poter diventare arbitrarie;
la notizia ha vivamente preoccupato le centinaia di migliaia di professionisti interessati tra i quali serpeggia il timore (giustificato anche dalla tempistica) che i risparmi accumulati dalla maggioranza degli enti privatizzati, gestiti oculatamente con criteri privatistici, vengano polverizzati e dispersi nella procedura di liquidazione;
in base alla legge finanziaria per il 2007 gli enti dovrebbero prendere in esame nei bilanci tecnici un arco di tempo non inferiore agli anni trenta, raddoppiando così i precedenti termini;
appare evidente che l'espressione «non inferiore ad anni trenta» consente agli enti interessati di predisporre bilanci tecnici che prendano in esame anche periodi temporali più ampi, ma non legittima i Ministeri interessati ad aumentare ad libitum l'ago temporale;
la maggioranza degli enti privatizzati accantona utili ed effettua oculati investimenti, con il reddito dei quali potrà comunque sopperire tra 30 anni a passività del bilancio tecnico;
va tenuto conto che la liquidazione degli enti che hanno un patrimonio di circa 34 miliardi di euro e l'assorbimento di questi nell'INPS appare scelta discutibile e critica sia perché si sostanzierebbe nell'utilizzare il patrimonio di chi ha accantonato
riserve sia perché in contrasto con la politica di liberalizzazioni perseguita dal Governo -:
quali siano i motivi per i quali si è ritenuto di indicare un periodo così ampio e se i Ministeri non intendano rivedere il loro elaborato riportando l'arco di tempo nei limiti indicati dalla legge.
(2-00731) «Pedrini».
Interrogazione a risposta scritta:
FABRIS. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
a seguito del mutamento dell'istituto bancario che provvede al pagamento delle pensioni degli italiani residenti all'estero (attualmente detto pagamento viene effettuato tramite l'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, I.C.B.P.I.), numerosi connazionali residenti all'estero hanno espresso ripetute lamentele, dovute principalmente all'insicurezza relativa alle modalità di pagamento delle pensioni, nonché all'eccessivo ritardo nel ricevimento delle medesime;
in particolare, molti dei pensionati interessati non sono stati adeguatamente informati circa i mutamenti intervenuti nella procedura di pagamento, con grave disagio per i pensionati stessi, cui si aggiungono le difficoltà economiche subite a causa del ritardo nei pagamenti, considerato che si tratta in alcuni casi di persone per le quali le pensioni che ricevono costituiscono l'unica fonte di sostentamento;
a ciò si aggiunga che le banche straniere su cui viene accreditata la pensione richiedono spesso delle spese eccessive per il pagamento dei relativi assegni, spese che non vengono in alcun modo rimborsate ai pensionati, che ne avrebbero invece il diritto;
si ritiene assolutamente necessario e urgente che il Governo intervenga a risolvere questa incresciosa situazione, che determina una forma di discriminazione ingiustificata nei confronti degli italiani residenti all'estero, che pure hanno contribuito in modo importante al risultato delle elezioni politiche dell'aprile 2006 -:
quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda assumere, alla luce di quanto descritto nella presente interrogazione, al fine di garantire a tutti i cittadini italiani residenti all'estero il puntuale e corretto ricevimento delle loro pensioni, senza che si verifichino interruzioni per cause ad essi non imputabili;
se il Ministro interrogato non ritenga di dover intervenire al più presto affinché gli italiani residenti all'estero non debbano più sostenere alcuna spesa per poter incassare gli assegni delle pensioni, a tal fine predisponendo apposite procedure per il rimborso delle spese eventualmente sostenute.
(4-04869)