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Allegato B
Seduta n. 207 del 19/9/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
l'intervento di aborto selettivo con cui, all'ospedale San Paolo di Milano, è stata uccisa per errore la gemella sana anziché quella malata, o il commovente ricordo di Tommaso e della sua breve lotta per sopravvivere all'ospedale Careggi di Firenze, dove i medici gli avevano diagnosticato un'atresia dell'esofago rivelatasi in seguito inesistente, costituiscono un ulteriore drammatico elemento per affrontare alcune problematiche sorte intorno alla legge sull'interruzione volontaria di gravidanza;
una ginecologa del San Camillo di Roma dichiarò pubblicamente che il problema dei nati vivi, nel suo reparto, veniva risolto facendo preventivamente decidere alle madri, grazie al consenso informato, se volevano che il bimbo venisse o no rianimato;
i recenti e crescenti episodi accaduti negli ospedali italiani, infatti, pongono alcuni seri interrogativi sulla legge n. 194 del 1978 circa la sua parziale o cattiva applicazione nonché sulla sua costante violazione nella pratica comune;
nella maggior parte dei casi l'interruzione di gravidanza viene effettuata per motivi terapeutici, ma la legge non legittima l'aborto terapeutico e vieta con chiarezza di abortire nel caso «sussista possibilità di vita autonoma» del nascituro, a meno che non vi sia «grave pericolo» per la vita della madre;
secondo Claudio Fabris, presidente della Società italiana di neonatologia, l'interruzione volontaria di gravidanza andrebbe praticata solo al di sotto delle 22 settimane;
superando tale limite le possibilità che il feto ha di sopravvivere sono notevoli e, dunque, in moltissimi casi ci si trova nella situazione penosa di dover rianimare piccoli sopravvissuti all'aborto;
gli ultimi sviluppi della vicenda della pillola abortiva RU 486 aggiungono nuovi elementi di discussione e di confronto circa i rischi per le donne che utilizzano l'aborto farmacologico, oltre ai risvolti dal punto di vista giuridico in quanto risulta difficile far rientrare la pillola abortiva nel percorso previsto dalla legge n. 194;
nonostante le conclusioni dell'indagine conoscitiva della Commissione Affari Sociali della Camera, nella scorsa legislatura, sull'effettiva applicazione della legge n. 194, abbiano evidenziato l'opportunità di una nuova normativa che preveda incentivi per agevolare forme di collaborazione sempre maggiori fra i consultori e le associazioni di volontariato, l'emergenza è e rimane quella della prevenzione e dell'aiuto alle donne che eventualmente non vogliono interrompere la gravidanza;
i dati raccolti nel corso dell'indagine hanno permesso di rilevare l'attività svolta dai consultori, dai servizi ospedalieri e dai medici di famiglia in questo ambito ed è emerso, tra l'altro, che in alcune parti del Paese la legge n. 194 manca di una collaborazione in rete con le varie componenti assistenziali delle Regioni;
occorre tenere in conto che la normativa è ormai datata e che a circa trenta anni dal suo varo sono cambiati le donne, i motivi per cui si interrompe una gravidanza nonché le tecniche e l'approccio dei medici al problema senza dimenticare le profonde modifiche del contesto istituzionale avvenute nel corso degli ultimi trenta anni,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità e l'urgenza di individuare le modalità e la tempistica per una verifica delle linee guida, delle tutele
e dell'aderenza dell'impianto della legge n. 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza ai cambiamenti di ordine sociale, scientifico e giuridico intervenuti nel corso della sua trentennale vigenza.
(1-00221)
«Volontè, Capitanio Santolini, Drago, Lucchese».