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Allegato B
Seduta n. 209 del 24/9/2007
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GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
FUNDARÒ e LION. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la città di Alcamo, insieme al territorio ad essa circostante, si connota nella provincia di Trapani come un'area in cui la presenza di «Cosa Nostra» ha una incidenza particolarmente oppressiva e come una delle zone più calde per quanto riguarda i fenomeni mafiosi, come chiaramente dimostrato da vicende sia recenti, sia più lontane nel tempo;
con lettera del 29 maggio 2007, il Presidente del Tribunale di Trapani ha inviato al Ministero della Giustizia una nota in cui denunciava la grave situazione dell'organico del personale amministrativo della Sezione distaccata di Alcamo del Tribunale di Trapani;
la nota evidenziava come inizialmente, precisamente negli anni seguenti al giugno 1996, lo stesso Presidente del Tribunale di Trapani avesse dato risposte alla forte tensione mafiosa esistente sul territorio di Alcamo, attraverso una destinazione di un numero elevato di magistrati, in molti casi particolarmente qualificati per anzianità e professionalità;
in virtù di tali provvedimenti e per la presenza nell'ufficio di Alcamo di impiegati e funzionari particolarmente motivati ed impegnati, supportati dalla presenza di un congruo numero di lavoratori socialmente utili, era stato possibile garantire una risposta efficiente agli utenti, ciò che aveva avuto l'effetto di incrementare la domanda di giustizia;
attualmente, nella Sezione distaccata di Alcamo del Tribunale di Trapani, è in atto una gravissima emorragia di personale. Ciò sta comportando la totale paralisi della Sezione e l'assenza della presenza dello Stato sul relativo territorio, con ricadute negative che possono essere facilmente immaginabili;
il Presidente del Tribunale di Trapani ha ampiamente fatto presente al Ministero della Giustizia che la situazione in cui versa la Sezione di Alcamo è di vera emergenza, dovendo provvedere ad un carico di lavoro che è pari ad un terzo dell'intero onere del Tribunale di Trapani ma con una dotazione di personale che dal primo di ottobre sarà del 45 per cento inferiore alla prevista pianta organica;
oggi alla Sezione di Alcamo sono assegnati 3 magistrati togati e 2 onorari, mentre per quanto riguarda il personale di cancelleria sono disponibili solo 6 unità (dal primo di ottobre saranno 5) a fronte delle 9 previste dalla pianta organica;
a questa situazione di emergenza non è possibile porre rimedio neppure in via temporanea tramite l'applicazione di personale del Tribunale di Trapani o degli altri uffici del circondario, a causa delle gravi carenze degli uffici del Giudice di Pace di Trapani ed Erice, alle quali già si cerca di fare fronte utilizzando il personale del Tribunale di Trapani e dell'Ufficio di Sorveglianza;
Per la mancanza del personale e anche per l'insufficienza dei locali del Tribunale, vengono messi a rischio la continuità ed il corretto funzionamento della giustizia nel comprensorio di Alcamo, lì proprio dove, invece, il presidio giurisdizionale dello Stato dovrebbe essere semmai la punta avanzata della lotta contro il potere mafioso. Anche per questo, in seguito ad un incontro con il Sindaco del Comune di Alcamo, il 20 settembre 2007, gli avvocati e procuratori di Alcamo hanno aperto la «vertenza giustizia»;
occorre dare risposte immediate e risolutive alle problematiche di carenza di personale e di strutture presenti nella Sezione distaccata di Alcamo del Tribunale di Trapani, se del caso anche adottando provvedimenti straordinari ed a carattere d'urgenza -:
se sia a conoscenza del Ministro la grave situazione generale in cui versa il comparto giustizia nel territorio di Alcamo e quali iniziative di propria competenza si intendano adottare per dotare gli uffici competenti della Sezione distaccata di Alcamo del Tribunale di Trapani di unità lavorative tali da consentirle di avere un organico di personale pari a quello previsto dalla pertinente pianta organica, sia per gli organici dei magistrati, sia per quelli del personale amministrativo;
se non intenda provvedere a ridisegnare la pianta organica del personale della Sezione distaccata di Alcamo del Tribunale di Trapani, allo scopo incrementandola e rendendola confacente rispetto alle aumentate attività che essa deve svolgere e per garantire agli utenti una risposta funzionale ed efficace alla loro domanda di giustizia.
(4-04914)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
numerose sono le vittime di mafia in Calabria che, dopo lungo tempo, risultano ancora prive dell'individuazione dei relativi killer e mandanti;
pur recependo le difficoltà con le quali operano le forze investigative, grazie anche alla coltre di omertà sotto la quale si tutelano i cittadini calabresi, all'interrogante, ma agli stessi familiari delle vittime di mafia, sembra che ci possano essere distinzioni tra vittime di serie A e vittime di serie B;
l'8 settembre del 2005, mentre a bordo del suo fuoristrada stava rientrando a Locri (Reggio Calabria), è stato assassinato il dottore Fortunato La Rosa;
il dottore La Rosa era uno stimato primario oculista, corretto e rispettoso nei confronti di tutti, per cui il suo assassinio è stato subito dagli inquirenti definito «anomalo» e «di mafia»;
nello scorso mese di agosto 2007, la vedova del dottor La Rosa, dottoressa Viviana Balletta, uscendo dallo stato di riservatezza che l'ha sempre caratterizzata, ha rivolto un appello agli organismi preposti al fine di conoscere la verità ed avere giustizia sull'omicidio del proprio marito;
all'interrogante sembra che le attenzioni delle forze inquirenti siano state rivolte prioritariamente per individuare killer e mandanti dell'omicidio del vice presidente del Consiglio Regionale della Calabria, avvenuto a Locri il 16 ottobre 2005, e siano, invece, state rallentate nei confronti delle altre vittime, anche di quelle scomparse per «lupara bianca»;
all'interrogante appare certamente non esaustiva qualsiasi attività di contrasto alla 'ndrangheta se manca l'individuazione e la punizione dei responsabili delle vittime di mafia, ancor più quando queste risultano vittime non appartenenti ad alcuna cosca o quando risultano vittime «del dovere» -:
quali iniziative intenda assumere, per potenziare le risorse a disposizione della magistratura inquirente calabrese anche valutando l'opportunità di iniziative ispettive volte a verificare la sussistenza di ritardi nella conduzione di inchieste su omicidi di mafia ed in particolare nel caso di specie intollerabili in un Paese che deve fare della lotta alla criminalità organizzata una assoluta priorità;
se non ritenga, altresì, di dover avviare un'attività di monitoraggio per verificare per quante delle numerose vittime di mafia siano stati individuati e puniti in Calabria i killer ed i mandanti.
(4-04925)
CAMPA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
si apprende dalla stampa che Naim Stafa, il cittadino albanese in carcere perché accusato di aver barbaramente ucciso, in concorso con altri, i coniugi Pellicciardi nella villa di Gorgo (Treviso), ha avviato tramite il proprio avvocato istanza di risarcimento di 15.000 euro, per ingiusta detenzione;
nel 1998 lo Stafa fu accusato di aver violentato una ragazza e trascorse due anni in carcerazione preventiva; fu poi riconosciuto innocente. Il procedimento per il risarcimento è ovviamente indipendente dal procedimento per il recente omicidio, tuttavia per l'opinione comune resta difficile comprendere come un imputato di un delitto così efferato possa essere cospicuamente risarcito anche se per altro episodio. Il possibile risarcimento appare incomprensibile anche perché lo Stafa sembrerebbe pesantemente coinvolto nell'efferato omicidio di Gorgo;
per di più, la procura della Repubblica di Treviso ha segnalato all'Avvocatura dello Stato il fatto che Naim Stafa non dovrebbe aver diritto al risarcimento, poiché era stato ristretto in custodia cautelare con un nome falso. Senza entrare nel merito giuridico che sarà vagliato in sede competente, l'interrogante esprime il timore che questi clamorosi eccessi di garantismo producano in seno all'opinione pubblica uno stato di grave preoccupazione sulla insicurezza e una reazione di intollerabile sfiducia verso la possibilità di ottenere giustizia -:
se intenda intervenire processualmente nella vicenda, ove ritenga opportuno che il risarcimento per ingiusta detenzione sia bloccato come da parere della Procura della Repubblica di Treviso, dal momento che il richiedente è soggetto ad un procedimento per il quale potrebbe essere condannato anche ad una pena pecuniaria o a un risarcimento delle spese di giustizia equivalente o superiore (va tenuto infatti conto che lo Stafa ha in precedenza usato falsa identità e che potrebbe sfuggire ai suoi doveri reiterando il reato);
se non ritenga opportuno assumere iniziative legislative affinchè gli extracomunitari siano espulsi all'atto della scarcerazione subita per aver commesso un reato.
(4-04927)
TURCO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in relazione a quanto denunciato nell'interrogazione a risposta scritta 4-03711 presentata dal sottoscritto giovedì 17 maggio 2007 nella
seduta n. 159, di cui si attende ancora la risposta nonostante sia stata sollecitata già quattro volte, si registra che:
a) i periti incaricati dal GIP non hanno a tutt'oggi depositato i relativi elaborati sebbene per la loro valutazione siano state inutilmente fissate due udienze nei mesi di febbraio e di giugno;
b) in vista della udienza del prossimo 28 settembre per la medesima incombenza il GIP, dott.ssa Roberta Zizanovich, è stata trasferita al Consiglio Superiore della Magistratura a Roma ove ha già preso servizio;
la notizia del trasferimento della dott.ssa Zizanovich giunge del tutto inaspettata anche in ragione della rapidità del trasferimento;
la dott.ssa Zizanovich è dichiaratamente cattolica ma ciò non le ha impedito di gestire la fase iniziale dell'incidente probatorio, volta alla audizione dei bambini vittime di presunte violenze sessuali da parte di una suora, con grande rigore e scrupolo dispiegando una azione professionale di indubbio valore;
da mesi fonti vicine alle persone indagate assicuravano che la dott.ssa Zizanovich sarebbe stata a breve trasferita -:
quali siano le ragioni per le quali l'interrogazione 4-03711 non ha ancora ricevuto risposta;
se il trasferimento della dott.ssa Zizanovich fosse un atto dovuto;
se sia avvenuto su richiesta della dott.ssa Zizanovich o d'ufficio;
quali siano le ragioni alla base del trasferimento della dott.ssa Zizanovich.
(4-04931)