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Allegato B
Seduta n. 209 del 24/9/2007
TESTO AGGIORNATO AL 25 SETTEMBRE 2007
...
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
CORDONI, MARIANI e MARIO RICCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Banca d'Italia ha presentato un progetto di riorganizzazione complessivo delle proprie strutture e sedi che prevede, tra l'altro, una rimodulazione della presenza sul territorio e che quindi ha evidenti riflessi di interesse generale e per le collettività locali;
la prima ipotesi di riorganizzazione verteva sul mantenimento di una sola sede regionale e poche altre sedi territoriali;
da mesi si è aperto il confronto anche con le organizzazioni sindacali sull'organizzazione della rete territoriale con diverse posizioni;
rispetto ad una prima ipotesi di riforma che, per esempio per la regione Toscana prevedeva il mantenimento in essere delle sole sedi di Pisa e Firenze, oggi, a seguito di incontri avuti con le organizzazioni sindacali di categoria, siamo di fronte ad una diversa presenza delle sedi sul territorio nazionale fatta sulla base di criteri che non comprendiamo;
il Progetto di riforma organizzativa della rete territoriale del settembre 2007 prevede la definizione di un modello che, si legge nel progetto stesso, tiene conto del contesto di riferimento socio-economico delle singole province (domanda di servizi, esigenza di analisi economica, caratteristiche del sistema bancario, istituzioni locali);
si delinea quindi un modello evolutivo che prevede la chiusura di ben 33 Filiali ad operatività «minimale»;
rispetto all'articolazione complessiva della rete, nel progetto si afferma che le scelte effettuate per il riassetto della rete tengono conto, in via prioritaria, dell'esigenza di promuovere un'equilibrata distribuzione della presenza della Banca sul territorio nazionale;
delle 97 Filiali attuali il progetto di riforma ne mantiene in essere 68, articolate in Filiali insediate nei capoluoghi regionali (20), una succursale di Roma specializzata nel servizio di Tesoreria dello Stato, succursali ad ampia operatività (6) e succursali specializzate nei compiti di vigilanza (6), nel trattamento di contante (6) e nei servizi all'utenza (25);
per la Toscana tre sarebbero le sedi da chiudere, Lucca, Massa Carrara e Pistoia, mentre rimarrebbe attiva la sede di Grosseto, che pure è ad attività minimale;
la decisione di chiudere le sedi di Massa Carrara e di Lucca appare in contrasto con l'esigenza di un adeguato presidio
del territorio e con il criterio su cui si basa l'individuazione delle strutture da chiudere di evitare la rarefazione dei servizi all'utenza, avute presenti l'ampiezza e le caratteristiche del territorio;
tali chiusure infatti porterebbero ad una significativa carenza di articolazione dei servizi offerti e lascerebbero prive di sedi gran parte del territorio della Toscana del Nord, con evidenti conseguenze in termini di servizi resi all'utenza e alla collettività -:
se - ferma restando l'autonomia della Banca D'Italia - non reputi utile verificare le motivazioni e le ragioni alla base della scelta di chiudere le sedi di Massa Carrara e Lucca;
se non ritenga opportuna una presenza di succursali specializzate nei servizi all'utenza anche nel Nord della Toscana, eventualmente modificando le strutture lavorative ma mantenendo però una presenza sul territorio;
se non valuti utile appurare i motivi e le ragioni che hanno portato ad individuare questo progetto di chiusura e sapere se possano comunque essere individuate, rispetto ad esso, forme alternative di organizzazione.
(5-01492)
Interrogazioni a risposta scritta:
STRIZZOLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con il comma 346 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (legge finanziaria) vengono riconosciute detrazioni dall'imposta lorda per una quota pari al 55 per cento delle spese sostenute (fino ad un massimo pari a euro 60.000,00) per l'installazione di pannelli solari per produzione di acqua calda ad uso sanitario;
l'articolo 8 del decreto ministeriale 19 febbraio 2007 (Regolamento attuativo) definisce le condizioni per poter accedere alle detrazioni e, nello specifico, al comma 1 lettera c) si legge: «che i pannelli solari devono presentare una certificazione di qualità conforme alle norme UNI 12975 rilasciata da laboratorio accreditato»;
con circolare n. 36/E del 31 maggio 2007 l'Agenzia delle Entrate, Direzione Centrale Normativa e Contenzioso, confermava, al punto 3.3 la necessità della omologazione secondo UNI 12975;
i pannelli solari sono nella quasi generalità dei casi (se non addirittura la totalità) certificati non secondo la norma nazionale UNI 12975 ma secondo la norma europea EN 12975 perché, ovviamente, i produttori si rivolgono non solo al mercato italiano ma anche a quello europeo;
probabilmente, un'area di confusione e di incertezza si è determinata per il fatto che le due norme riportano il medesimo numero e che di conseguenza molte persone interessate hanno dato per scontata l'equivalenza fra le due normative;
a seguito di ulteriore pronunciamento dell'Agenzia delle Entrate con Circolare 244/E dell'11 settembre 2007, viene sancito che non vi è diritto alla detrazione fiscale in presenza di omologazione e certificazione diverse da quanto stabilito dalla normativa UNI 12975;
la regola di codifica del recepimento delle norme europee da parte di UNI prevede il mantenimento del numero attribuito dal CEN e l'aggiunta della sigla «UNI» a quella già presente e che di solito è «EN» e che, pertanto la corretta definizione avrebbe dovuto essere UNI EN 12975 e non UNI 12975 che, in realtà non esiste;
è probabile che il riferimento normativo inserito nella disposizione legislativa (decreto ministeriale 19 febbraio 2007 - Regolamento attuativo) non sia corretto e che si può presumere che l'effettiva intenzione del legislatore volesse far riferimento alla EN 12975 (o equivalente UNI EN 12975);
è evidente la necessità di un urgente intervento normativo chiarificatore che stabilisca l'equivalenza tecnica delle due norme, ciò al fine di evitare la situazione per cui molti cittadini rischierebbero di non poter accedere ai benefici fiscali previsti dal soprarichiamato comma 346 della finanziaria 2007 -:
quali iniziative intendano assumere, singolarmente o congiuntamente, per un immediato intervento che faccia puntuale chiarezza nel merito del problema sopra descritto.
(4-04909)
D'AGRÒ. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
da qualche mese circolano insistenti voci sulla chiusura della sede della brigata della Guardia di finanza in via Cirenaica a Valdagno (Vicenza) e il trasferimento della stessa in altra città;
l'eventuale conferma di queste voci rappresenterebbe un ulteriore impoverimento della città di Valdagno e una grave penalizzazione per l'intera vallata;
si avverte forte preoccupazione per il progressivo svuotamento di servizi cui da tempo è sottoposta l'area valdagnese che negli ultimi tempi ha perso sedi importanti di società come quelle di Enel e Telecom, costringendo gli utenti a trasferte in altri comuni;
risulta che pochi mesi fa il comune avesse individuato una nuova sede più ampia e funzionale alle esigenze della brigata della Guardia di finanza, avendo il Corpo già nell'estate 2005 fatto presente la necessità di trovare una nuova sistemazione, causa la cessazione del contratto di affitto per l'attuale sede;
immediatamente il comune di Valdagno si era attivato per individuare un luogo idoneo e già nell'agosto l'ufficio tecnico aveva consegnato una relazione con la descrizione delle caratteristiche di alcuni locali in via Fermi, per i quali il comune si era reso disponibile a partecipare alle spese di trasferimento e di sistemazione dello stabile;
in un secondo momento era stata individuata come nuova sede uno stabile nella stessa via Cirenaica dove si trova attualmente la Guardia di finanza, ma ancora una volta tutto è rimasto solo sulla carta -:
se intenda intervenire per impedire il trasferimento della brigata della Guardia di finanza in altra città, al fine di evitare che il comune di Valdagno (area storicamente importante sotto il profilo industriale) perda un ulteriore servizio pubblico, costringendo gli abitanti della zona a far riferimento ai distaccamenti di Schio e Arzignano.
(4-04910)
BERTOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati raccolti da Federcontribuenti, otto milioni di italiani sarebbero colpiti da una misura cautelare fiscale;
oltre cinque milioni di famiglie italiane hanno subito da parte dello Stato un'ipoteca, un fermo amministrativo di autovettura o una delle numerose forme di ganascia fiscale;
secondo alcune stime, oltre il 30 per cento dei fermi è legato al mancato pagamento di imposte locali, regionali o statali, mentre il rimanente è frutto di mancati pagamenti di multe;
secondo la proiezione effettuata da Federcontribuenti, che rispecchia a pieno i dati usciti dalle concessionarie di riscossione, la media nazionale parla invece di un 22,5 per cento di famiglie colpite da ganasce o simili;
con la legislazione attualmente in vigore i contribuenti italiani non riescono ad ottenere una congrua via di uscita, perché non esiste una possibilità di rateizzare i debiti in base al reddito familiare;
i dati relativi alle aziende sono poi ancor meno incoraggianti, con il 20 per cento degli artigiani veneti che si è indebitato per pagare le tasse, mentre nella zona del Venezia Giulia addirittura una partita Iva su quattro ha acceso un fido per far fronte ai debiti col fisco;
nel caso in cui non venga modificata la norma sui pagamenti della pubblica amministrazione, vi sarebbe un rischio insolvenza per almeno 20 mila imprese italiane -:
se sia a conoscenza dei dati come sopraesposti;
se sia informato di ulteriori circostanze di cui voglia mettere al corrente la Camera dei deputati;
se intenda intervenire prevedendo la possibilità di rateizzazioni dei tributi dovuti dai contribuenti allo Stato italiano e l'istituzione di apposite sezioni dedicate alla sospensione delle misure cautelare in tempi brevi;
se intenda incrementare i livelli di efficienza delle Agenzie delle entrate, anche applicando in modo rigoroso le tutele previste dallo Statuto del contribuente;
se intenda promuovere una riforma della giustizia tributaria, che la renda autonoma dal Ministero dell'economia, riforma affiancata e supportata dall'istituzione del garante del contribuente, figura che sia in grado di salvaguardare e difendere gli interessi dei cittadini italiani.
(4-04921)