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Allegato B
Seduta n. 209 del 24/9/2007
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SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
FIANO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
all'inizio di luglio 2007 viene lanciato un allarme sanitario in UE relativo al pericolo di partite di dentifricio Colgate contraffatte in Cina contenenti dietilenglicolo
in quantità largamente superiore a quanto ammesso dalle normative sanitarie vigenti in ambito comunitario;
a partire dal 6 luglio 2007 il Ministero della salute dirama l'allarme (emergenza sanitaria/emergenza di igiene pubblica) e dispone che vengano posti sotto sequestro tutti i dentifrici a marchio Colgate di provenienza estera e che campioni di essi vengano analizzati da parte dell'Istituto superiore di sanità in Roma (ISS);
nell'arco di pochi giorni (circa 12 luglio) NAS, ASL, GDF e altri corpi dello Stato pongono sotto sequestro la quasi totalità dei prodotti cosmetici, (secondo la definizione di «cosmetico» derivante dall'articolo 1 della legge n. 713 del 1986: «Ai fini della presente legge si intendono per prodotti cosmetici le sostanze e le preparazioni, diverse dai medicinali, destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano...») di provenienza estera nell'intero territorio nazionale;
in data 12 luglio il Ministero della salute dirama un comunicato stampa in cui si dice che le prime analisi effettuate sui campioni di dentifricio sospetto sono tranquillizzanti;
nonostante i risultati negativi delle analisi, confermati ancora in questi giorni, sono stati operati dalle autorità competenti molti sequestri di merce sul territorio, presso importatori, grossisti e dettaglianti;
benché le sanzioni siano dovute solo dal primo soggetto commerciale che immette il prodotto nel territorio italiano, sono state comminate multe a molti soggetti della filiera commerciale;
sebbene non sia stato trovato alcun prodotto alterato o dannoso, vigili urbani, GDF e ASL continuano a sequestrare e prescrivere multe a diversi prodotti di importazione di quel settore cosmetico, anche quando siano etichettati in italiano;
la drammatizzazione, peraltro sin'ora priva di una conclamata causa, sta di fatto profondamente danneggiando il mercato in quanto la mancanza di regole certe (le diverse autorità coinvolte pare attuino provvedimenti diversi a seconda dei casi) paralizza l'attività di tutti gli operatori e, in ultima analisi, del consumatore stesso;
si ha cognizione di casi in cui sono stati sequestrati anche spazzolini da denti e lamette, che nemmeno rientrano nel campo di applicazione della legge 713 in quanto non considerati cosmetici bensì accessori. Si ha anche cognizione di sequestri di merce regolarmente etichettate, operati da vigili o altri agenti, non adeguatamente a conoscenza della complicata legislazione in materia. Sequestri con ogni probabilità illegittimi ma comunque sequestri, che richiedono, per essere revocati, competenze e disponibilità di tempo di cui spesso i normali dettaglianti non dispongono;
la situazione rende di fatto impossibile la libera circolazione e concorrenza delle merci, conferendo a Colgate Palmolive Italia e altre multinazionali una posizione di monopolio e quindi di controllo del prezzo;
i clienti che hanno comprato Colgate dagli importatori, sia nel caso che la merce sia stata sequestrata sia anche in caso di non sequestro, hanno bloccato tutti i pagamenti, incluse le altre merci, producendo danni economici ingenti -:
quale sia lo stato reale degli accertamenti e le disposizioni che si intendano fornire circa la risoluzione della situazione esposta.
(5-01494)
Interrogazioni a risposta scritta:
BERTOLINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
uno studio commissionato dalla Fsa, l'agenzia britannica che controlla i cibi, all'Università di Southampton e pubblicato sulla rivista specializzata Lancet, ha rilevato, in gelati, caramelle, chewing-gum ed altri prodotti, un'alta presenza di sostanze coloranti identificate come serie E (come il
giallo E 110 e E 104 o il rosso E 129), le quali possono avere effetti negativi sulla salute di molti bambini e non soltanto di quelli che già soffrono della cosiddetta Adhd (la sindrome da deficit di attenzione e iperreattività su cui si è molto discusso a proposito della terapia con il farmaco Ritalin, da alcuni suggerita, ma da altri criticata);
i genitori di bambini affetti da iperreattività hanno spesso denunciato un legame tra additivi e disturbi del comportamento, anche in bambini che non soffrono di questa sindrome specifica;
uno studio portato avanti da esperti del settore ha riscontrato, tramite una ricerca campione su 153 bambini di tre anni e 144 di otto anni, lo stretto legame tra gli additivi e disturbi comportamentali;
in particolare, forti dubbi avrebbe sollevato la presenza del conservante benzoato di sodio, il famigerato E 211, utilizzato soprattutto per rendere frizzanti le bibite gassate;
anche l'Authority europea per la sicurezza alimentare, messa in preallarme dalla Commissione europea di Bruxelles, si è attivata per esaminare la questione, monitorando specifici fattori di rischio e fornendo suggerimenti scientifici atti al contenimento dei suddetti danni -:
se sia a conoscenza dei fatti come sopraesposti;
se ed in che modo intenda intervenire in merito, anche attraverso la decisione di obbligare le case produttrici ad aggiungere un'avvertenza di pericolo sull'etichetta dei cibi contenenti queste sostanze pericolose, a differenza della semplice segnalazione della loro presenza;
se ed in che modo intenda intervenire per salvaguardare la salute dei bambini anche vietando la commercializzazione delle bibite e delle merendine che contengono additivi e conservanti, seguendo l'esempio dell'Austria che ha provveduto a bandire queste sostanze;
se ed in che modo intenda intervenire per attuare un attento e rigoroso controllo, da parte dei Nas, sulla presenza e sull'uso di queste sostanze dannose per la salute dei bambini, all'interno di alcuni specifici prodotti.
(4-04916)
BERTOLINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
uno dei punti cardine della legge 40 sulla procreazione assistita, ovvero l'obbligo di impiantare tutti gli ovociti fertilizzati, sarebbe in molte strutture di fatto aggirato attraverso lettere di diffida al medico curante, presentate dai diretti interessati;
le donne che rifiutano di farsi impiantare tutti gli ovociti fertilizzati svuotano di significato l'articolo 14, comma 2 della legge 40: «le tecniche di produzione non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario a un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre»;
la crioconservazione degli embrioni è tassativamente vietata dalla legge 40, nello stesso articolo, al comma 1;
il rifiuto contro il trasferimento degli embrioni fa leva sull'articolo 13 delle linee guida di attuazione delle legge sulla procreazione medicalmente assistita approvate dal Ministero della salute;
il ginecologo Stefano Venturoli, tra gli autori delle linee guida, direttore dell'unità operativa di fisiopatologia della riproduzione dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna, ha affermato che il regolamento attuativo sul punto in questione modifica lo spirito della legge;
in Italia si stanno moltiplicando i casi di embrioni che vengono creati all'estero, viaggiano in aereo protetti da speciali thermos e vengono a nascere in Italia aggirando, tutte le pratiche proibite nel nostro paese dalla legge 40 -:
se sia a conoscenza dei fatti come sopraesposti;
se conosca ulteriori circostanze di cui voglia mettere al corrente la Camera dei Deputati;
se non ritenga che la pratica attuazione della normativa sulla procreazione medicalmente assistita non sia in palese contrasto con lo spirito della legge ed in che modo intenda intervenire per assicurare e ripristinare il rispetto delle disposizioni descritte e citate in premessa.
(4-04920)
BIANCHI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - Premesso che:
la diagnosi precoce ottenibile tramite l'estensione dello screening neonatale (attualmente previsto per legge solo per tre patologie) alle malattie rare per le quali oggi è riconosciuta una efficace terapia dietetica e/o farmacologica salverebbe la vita dei bambini affetti dalle forme più severe e preverrebbe l'insorgenza di danni d'organo irreversibili nei pazienti con forme meno gravi, con conseguente beneficio economico-sociale per la comunità;
l'accesso alla terapia farmacologica per i pazienti affetti da malattie rare per le quali esiste un farmaco registrato e rimborsato non è ad oggi omogeneo sul territorio nazionale e nelle diverse ASL o AO;
comunque tale accesso comporta tempi d'attesa spesso lunghissimi, tali a volte da superare l'aspettativa di vita del paziente, che si vanno a sommare a quelli di un lungo e penoso percorso diagnostico -:
se non ritenga che sia resa obbligatoria l'estensione dello screening neonatale alle malattie rare oggi curabili e quali iniziative ritenga adottare per rendere realmente accessibile la terapia per le malattie rare, nel rispetto del diritto alla salute, sancito solennemente dall'articolo 32 della Costituzione, diritto ad essere curati, quale che sia l'affezione di cui si soffre.
(4-04929)