Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 209 del 24/9/2007
TESTO AGGIORNATO ALL'8 NOVEMBRE 2007
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
VELO e MARIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la vasta area industriale e portuale ricadente nel territorio del Comune di Piombino e l'area ex industriale di Bagnoli-Coroglio nel Comune di Napoli, costituiscono per effetto della perimetrazione disposta con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, siti di interesse nazionale per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica;
la legge 18 novembre 1996, n. 582 prevede l'obbligo di procedere al recupero ambientale ed alla bonifica dell'area di Bagnoli-Coroglio, della prospiciente area marina ed il ripristino della morfologia naturale della costa in conformità allo strumento urbanistico del comune di Napoli con rimozione della colmata ivi realizzata, anche al fine di ripristinare lungo l'arenile l'idoneità ai fini della balneazione;
gli interventi previsti a tale scopo consistono sostanzialmente in interventi di dragaggio dei sedimenti marini contaminati per la presenza pluriennale dell'insediamento industriale e la rimozione della colmata, anch'essa realizzata per il recupero di spazi allora da destinare all'espansione dell'industria;
l'Autorità Portuale di Piombino sta procedendo, in coerenza con la variante al Piano Regolatore Portuale, alla realizzazione di due casse di colmata destinate a futuri banchinamenti e, per soddisfare la crescente domanda del traffico passeggeri e merci e sostenere così lo sviluppo economico locale, intende ampliare il proprio scalo mediante la realizzazione di ulteriori casse di colmata per la realizzazione delle infrastrutture portuali;
per la realizzazione dei banchinamenti portuali è possibile, per effetto di quanto stabilito dal comma 996 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007, utilizzare vasche di colmata, refluendo nelle stesse sedimenti provenienti da interventi di dragaggio, purché non pericolosi, evitandone così lo sversamento in mare;
è possibile refluire nelle vasche di colmata anche materiali provenienti da opere di rimozione di manufatti, dando in tal modo alle predette vasche caratteristiche geotecniche idonee al loro utilizzo quali banchine portuali senza ricorrere per tale scopo all'uso di risorse primarie (materiale di cava);
va ribadita la necessità di assicurare una viabilità sostenibile per l'accesso all'area portuale di Piombino, a partire dalla località Montegemoli nel comune di Piombino, fino all'interno del porto, al fine di agevolare le operazioni di riqualificazione ambientale programmate e funzionali ad uno sviluppo sostenibile dell'area portuale, anche in coerenza con le indicazioni scaturite in sede di valutazione di impatto ambientale per l'ampliamento portuale;
la complessità e delicatezza delle problematiche sopra rappresentate, legate alla rimozione della colmata nonché alla bonifica dell'area marina antistante il SIN (sito di interesse nazionale) di Bagnoli-Coroglio, hanno richiesto l'individuazione di nuove soluzioni tecnico/procedurali;
devono, altresì, tenersi nella dovuta considerazione le esigenze di sviluppo portuale e viario del territorio del Comune di Piombino, anch'esse connesse con la necessità di realizzare gli interventi di messa in sicurezza e di bonifica degli ambiti portuali destinati al suo futuro ampliamento;
gli interventi previsti nel SIN di Bagnoli-Coroglio e nel SIN di Piombino sono sinergici e funzionali, tanto che è in corso di formazione un accordo di programma che prevede interventi funzionali a programmi di sviluppo sostenibile, capaci di incidere positivamente sull'ambiente e sul processo di sviluppo economico-sociale, in un contesto di programmazione integrata delle risorse e di un più generale sviluppo dei rapporti di collaborazione istituzionale ed operativa;
in particolare con il predetto accordo di programma si prefigura il recupero dei materiali provenienti dalle operazioni di rimozione della colmata dell'area ex industriale di Bagnoli-Coroglio e di dragaggio dei sedimenti presenti nell'area marina antistante per la realizzazione delle opere necessarie alla infrastrutturazione dell'area portuale di Piombino e la realizzazione del comparto viario ad essa necessario;
i predetti sedimenti, trasferiti a Piombino per la realizzazione delle opere necessarie allo sviluppo del porto e della
sua viabilità, non sono classificati come «pericolosi» in quanto presentano concentrazioni di contaminanti al di sotto delle soglie di pericolosità stabilite dalle vigenti disposizioni di legge nazionali e comunitarie;
i materiali derivanti dalla rimozione della colmata di Bagnoli hanno livelli di contaminazione inferiori a quelli ammessi dalla vigente legislatura per le aree industriali;
al fine di assicurare il rispetto della legislazione vigente in materia ambientale, gli interventi sopra menzionati saranno soggetti a forme di vigilanza e controllo integrative rispetto a quello esercitato dagli enti pubblici in ragione delle proprie competenze, individuando nell'accordo di programma, a tal fine, APAT, ARPAT, ARPAC, ICRAM e ISS quali soggetti che dovranno attivare sul territorio una struttura per verificare le attività di movimentazione, trasporto via mare, trattamento e caratterizzazione finale dei materiali destinati al refluimento in strutture conterminate ovvero ad altri utilizzi nonché l'ottemperanza delle eventuali prescrizioni contenute nel decreto di autorizzazione VIA;
in considerazione delle questioni sopra ricordate, si può cogliere da un lato l'opportunità di addivenire ad una soluzione sinergica tra due importanti interventi di risanamento ambientale e di sviluppo territoriale di rilevanza nazionale, e allo stesso tempo la preoccupazione della comunità locale di fronte ad una operazione sicuramente complessa sotto il profilo ambientale e dei processi gestionali ad essa connessi -:
quali motivazioni siano alla base dell'accordo di programma Piombino Bagnoli-Coroglio e quali garanzie sia in grado di fornire il Ministero dell'ambiente su tutte le operazioni previste, in particolare al fine di assicurare che gli interventi in esso previsti siano assolutamente coerenti con le vigenti disposizioni di legge oltre che corredate delle necessarie garanzie sotto il profilo ambientale e di tutela della salute pubblica.
(5-01493)
Interrogazione a risposta scritta:
RAMPELLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
in data 14 settembre 2005 è stato sgomberato il capo Rom di Vicolo Savini a Roma, nel territorio dell'XI Municipio;
i circa ottocento nomadi che vi sostavano da anni sono stati trasferiti in un'area all'interno della riserva regionale di Decima Malafede, nel territorio del XII Municipio;
nell'ordinanza emanata dal sindaco Veltroni non vi era indicazione del luogo dove i Rom sarebbero dovuto essere trasferiti;
né l'ente parco «Roma Natura» - che ha la competenza su tutto ciò che riguarda le aree protette che ricadono nel territorio comunale - né il XII Municipio sono stati, all'epoca, avvertiti dal Comune dell'intenzione di trasferire nella riserva di Decima Malafede i Rom del campo di Vicolo Savini;
a giudizio dell'interrogante, la presenza di un campo sosta all'interno della riserva sarebbe in contrasto con la normativa in materia di tutela delle aree protette, come nel caso in oggetto, considerato che è intenzione del Comune di attrezzare quest'area anche con sei piazzole coperte di 500 metri quadrati l'una per creare spazi sociali per i Rom;
a ciò si aggiunge che le tre comunità presenti nel campo, più di 1.200 persone tra cui 250 bambini, sono ospitate in container di sette metri per sei e che le condizioni igienico sanitarie sono, conseguentemente, al limite della sopportazione;
da notizie di stampa (Il Giornale del 27 marzo 2007), sembrerebbe che dopo un anno e mezzo quello che doveva essere,
nelle intenzioni del Comune di Roma, un insediamento provvisorio di rom e sinti provenienti da vicolo Savini e Tor Pagnotta all'interno della riserva naturale e vincolata di Decima Malafede, si è invece trasformato in una soluzione definitiva;
il portavoce dei rom provenienti da vicolo Savini ha dichiarato che il Vice Capo di gabinetto del Sindaco, Odevaine, avrebbe promesso alle comunità la presenza di altri servizi nel campo;
la Regione Lazio, inoltre, avrebbe autorizzato per la terza volta consecutiva l'installazione di prefabbricati per i nomadi all'interno della riserva «in deroga alle misure di salvaguardia» -:
quali provvedimenti si intendano adottare per garantire la salvaguardia della riserva naturale regionale di Decima Malafede, e, in particolare, se non ritengano opportuno - ciascuno per il proprio ambito di competenza - attivare gli agenti del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente e del Corpo forestale dello Stato al fine di accertare e sanzionare eventuali violazioni amministrative.
(4-04919)