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Allegato A
Seduta n. 211 del 26/9/2007
...
(Sezione 10 - Definizione dei criteri per la concessione degli arresti domiciliari per i soggetti che risultino privi di un idoneo luogo di residenza)
FRIAS, COGODI e MIGLIORE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sono morti carbonizzati quattro bambini a causa dell'incendio divampato nelle baracche in cui abitavano in località Pian di Rota (comune di Livorno), nella notte tra il 10 e l'11 agosto 2007;
i sopravvissuti al drammatico incendio, assieme ai loro parenti arrivati da Pisa, sono stati trovati dalle forze dell'ordine alla stazione ferroviaria di Livorno, poco dopo l'accaduto, e sono stati trattenuti in questura per un'intera notte e per gran parte del giorno successivo;
a seguito degli interrogatori, è stata contestata ai genitori l'accusa di omicidio colposo e di abbandono di minore; il pubblico ministero Antonio Giaconi ha dichiarato alla stampa: «con gli elementi che abbiamo a disposizione propendiamo per l'ipotesi dell'incidente, con la conseguente gravissima negligenza dei genitori di aver lasciato soli i bambini» (come si legge nell'articolo «Nella baraccopoli sotto il viadotto muoiono i bambini», in L'Unità, cronaca regionale toscana, 12 agosto 2007);
a seguito dell'udienza di convalida del fermo, il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto infondata l'accusa di incendio colposo, suggerendo agli inquirenti indagini più accurate sull'ipotesi di incendio doloso e aggressione (come si evince dalle cronache del 17 agosto 2007, in particolare dall'articolo «Bimbi morti nel rogo, i genitori restano in carcere», pubblicato su La Nazione);
il 23 agosto 2007 la procura, la questura e i vigili del fuoco di Livorno, pur affermando di continuare gli accertamenti «senza escludere a priori nessuna ipotesi», dichiaravano improbabile la tesi dell'aggressione, avvalorata solo pochi giorni prima dal giudice per le indagini preliminari (si veda, in particolare, «Arresti domiciliari, strada in salita» e «L'aggressione esclusa dai vigili del fuoco», in Il Tirreno, cronaca di Livorno, 23 agosto 2007);
le informazioni riportate al primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo dai volontari dell'associazione Africa insieme, riguardanti le condizioni abitative e lo stato di salute delle persone sopra citate, sono state oggetto di due reportage giornalistici: uno de Il Corriere della Sera («La nostra fuga da quella baracca in fiamme; mamma e figlia ora vivono sotto un altro ponte», 13 agosto 2007) e uno de la Repubblica («Pronto ad ospitarli ma non in una casa», cronaca regionale toscana, 17 agosto 2007); non risulta al primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo che le amministrazioni locali di Pisa o di Livorno abbiano mai smentito quanto riportato in questi due articoli;
all'indomani del tragico incendio, il comune di Livorno si era impegnato a garantire una sistemazione abitativa provvisoria ai familiari delle vittime, in modo da consentire, fra l'altro, l'accesso all'istituto degli arresti domiciliari per le persone attualmente detenute in attesa di giudizio (si veda per esempio «Arresti domiciliari, pronta la richiesta», Il Tirreno, cronaca di Livorno, 21 agosto 2007);
secondo il quotidiano Il Tirreno, il sindaco avrebbe confermato la sua disponibilità a fornire un alloggio per gli arresti domiciliari («Accoglieremo i quattro rom: Cosimi conferma l'impegno, ma non sarà una casa», Il Tirreno, cronaca locale di Livorno, 5 settembre 2007);
secondo quanto risulta al primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, né il comune di Livorno, né altra istituzione avrebbero compiuto passi formali per la concessione di un alloggio -:
quali siano, nell'ambito della vigente normativa, le condizioni in base alle quali nel caso di specie possano essere disposti gli arresti domiciliari e quali iniziative, anche normative, intenda assumere, secondo le proprie competenze, per agevolare la concessione degli arresti domiciliari in circostanze analoghe a quelle descritte in premessa.(3-01254)
(25 settembre 2007)