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Allegato B
Seduta n. 211 del 26/9/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
si ricorda il decreto-legge 28 dicembre 1993, n. 544 (Disposizioni in materia di cooperazione con il Tribunale Internazionale competente per gravi violazioni del diritto umanitario commesse nei territori
dell'ex Jugoslavia), convertito in legge, con modificazioni, con legge 14 febbraio 1994, n. 120 (GU 22 febbraio 1994, n. 43);
lo scorso 14 settembre, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato fino alla fine dell'anno il mandato del procuratore generale del Tpi (Tribunale penale internazionale Onu per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia), la svizzera Carla Del Ponte. Questa decisione è stata presa con una risoluzione adottata con 14 voti su 15; unica astensione, quella della Russia. Lo scorso giugno, la dottoressa Del Ponte aveva accettato di restare al suo posto fino a dicembre, ossia tre mesi in più del previsto, su richiesta del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon;
nei giorni 20 e 21 settembre scorsi, la dottoressa Del Ponte ha compiuto l'ennesima missione a Belgrado, dove ha avuto colloqui con il primo ministro, Vojislav Kostunica, col coordinatore politico del piano d'azione per la caccia ai criminali di guerra, Rasim Ljajic, con responsabili- giudiziari e dei servizi segreti ed, infine, con il presidente serbo Boris Tadic, che ha dichiarato: «Siamo fermi nella volontà di portare a compimento la nostra cooperazione con il Tpi» -:
se il Governo italiano ritenga sempre «conditio sine qua non» per l'avvio delle complesse procedure per l'integrazione della Repubblica di Serbia nell'Unione europea la corretta e completa collaborazione del governo di Belgrado con il Tribunale Penale Internazionale sulla ex-Jugoslavia;
se il Governo italiano intenda fornire al Tribunale Penale Internazionale e, in particolare, alla dottoressa Carla Del Ponte il massimo sostegno possibile nei suoi ultimi tre mesi di mandato, affinché tutto il grande lavoro di studio, ricerca sul campo, acquisizione di dati sui crimini di guerra perpetrati nei territori dell'ex-Jugoslavia tra il 1991 e il 1999 - lavoro attuato dagli investigatori del Tpi sotto la guida della dottoressa Del Ponte dall'agosto 1999 - possa essere valorizzato e non disperso e, soprattutto, possa concretizzarsi nella cattura degli ultimi quattro latitanti della lista nera del Tpi, inclusi gli ex capi politico e militare serbo-bosniaci, Radovan Karadzic e Ratko Mladic.
(2-00751)«Mellano, Poretti, Beltrandi».
Interrogazione a risposta scritta:
PELINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 22 agosto del 2006 in località Isola Gran Sasso (Teramo) un costone di roccia si staccò a quota 2.700 metri dalla parete nord del corno grande del Gran Sasso provocando un movimento di trentamila metri cubi di pietre e rocce, per un fronte di 80 metri di larghezza e modificando per sempre l'aspetto della parete nord del Gran Sasso («Paretone») e in detta occasione una nuvola di detriti avvolse Casale San Nicola, paese alla pendici della montagna, fenomeno avvistato anche da parecchi automobilisti che percorrevano la A4;
ad un anno dal preoccupante evento franoso, il Gran Sasso continua a perdere pezzi in un fenomeno di assestamento continuo e costante e nonostante l'opera di geologi, di esperti dell'Imont, allertati dalla protezione civile - che avrebbero dichiarato, come da notizie di stampa, che «non sembra ci siano masse instabili di materiale roccioso» e che «la caduta dei massi, comunque, è sempre difficile da prevedere» - per studiare il fenomeno, non è stato fatto nulla dal Governo, né per installare opportuna segnaletica stradale né per il reperimento di fondi, tant'è che non è dato sapere se la situazione di pericolo, già avveratasi l'anno scorso, sia effettivamente cessata;
occorre con urgenza acclarare se ci sono i presupposti per il ripetersi della mancata tragedia del 22 agosto del 2006, giorno in cui la frana che si staccò dal paretone nord del Gran Sasso, causando finanche la chiusura del traforo al traffico,
visto che il movimento di erosione del rilievo seguita a verificarsi, probabilmente accelerato dai cambiamenti climatici, come riportato da interviste a geologi della provincia di Teramo nei quotidiani locali, secondo i quali il movimento franoso ha avuto inizio sin dalla fine del XIX secolo, con una frana considerata la più grande del Gran Sasso;
sui fenomeni franosi che interessano il Gran Sasso è attesa per fine settembre 2007 la pubblicazione degli atti del convegno organizzato lo scorso anno dalla sezione amana dei Cai;
è urgente ed improcrastinabile acclarare con risultati scientifici certi la portata del fenomeno erosivo del Gran Sasso, onde prevenire e scongiurare altri crolli, visto che il materiale roccioso della scorsa frana si è depositato parte lungo l'impluvio e parte alla base del canale dove parrebbe essersi stabilizzato e visto che ad oggi non v'è alcuna segnaletica di pericolo -:
quali misure di competenza intenda adottare il governo per acclarare la situazione geologica del distacco franoso in essere presso il paretone del Gran Sasso in tempi immediati, per scongiurare una situazione di pericolo ai danni della collettività e per consentire alle autorità locali di ripristinare o seguitare ad interdire le attività a valle del movimento franoso; per adottare la opportuna segnaletica e per reperire i necessari stanziamenti economici.
(4-04968)