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Allegato B
Seduta n. 215 del 2/10/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
l'Eni spa Divisione EP ha richiesto di costruire in territorio di Ortona, in provincia di Chieti, contrada Feudo, un impianto per il trattamento di idrocarburi liquidi e gassosi - Centro Oli, alimentato da diversi pozzi petroliferi che si spingono fino alle falde del Parco Nazionale della Maiella, di cui tre aperti Miglianico1, Miglianico2, Granciaro, di modesta capacità produttiva stimata in 7000 barili al giorno, ed altri in via di perforazione;
la centrale idrocarburi è prevista in prossimità di luoghi densamente abitati, nel cuore di una zona vitivinicola doc, su 12 ettari di terreni a vigneto, in posizione panoramica ed a 500 metri in linea d'aria dal mare e dal lido Riccio, e sarà collegata ai pozzi da una rete di condotte ed al porto di Ortana con un oleodotto di 6 chilometri;
il Consiglio Regionale d'Abruzzo, con risoluzione del 25 settembre 2007, approvata all'unanimità dei presenti, ha rilevato:
a) irregolarità nel procedimento seguito (articolo 5 decreto del Presidente della Repubblica n. 447 del 1998);
b) violazioni di legge (in particolare: della legge regionale n. 18/198, titolo VII, articolo 68 che tutela le colture agricole intensive, nonché dell'articolo 80 della stessa legge oltre al piano paesistico regionale, per via delle infrastrutture di trasporto del greggio);
c) difetto di legittimazione del Comune di Ortona, allo stato degli atti, per incompetenza;
d) incompatibilità del distretto minerario con il Piano di sviluppo rurale e con la vocazione vitivinicola del comprensorio;
e) mancata presentazione, da parte dell'Eni di un Piano industriale organico e completo per Ortona e per l'Abruzzo;
gli inconvenienti, dell'insediamento e delle attività estrattive dell'Eni per le popolazioni
residenti, per l'economia dei luoghi, per la salute pubblica, gli effetti collaterali sul marketing territoriale dell'Abruzzo - regione dei parchi per volontà del Parlamento e dell'Abruzzo -, i danni per il turismo, per l'agricoltura di qualità, per il mercato immobiliare - che si è arrestato al solo annuncio della costruzione della Centrale per il trattamento di idrocarburi - sono incalcolabili e sono oggetto di forti tensioni sociali e di mobilitazioni popolari;
l'ultima manifestazione, svoltasi domenica 23 settembre 2007, di cinque ore ad Ortona ha visto la partecipazione di migliaia di dimostranti e di centinaia di trattori agricoli -:
se e come il Governo intenda intervenire nei confronti dell'Eni, società partecipata dallo Stato, affinché l'Azienda renda note ai soggetti istituzionali coinvolti, inclusi tutor di interessi diffusi, tutte le iniziative attivate in Abruzzo ed ad Ortona, con particolare riferimento alla realizzazione del Centro Oli (ivi compresi appalti, concessioni, conferimenti, istanze) in modo specifico dall'11 settembre 2001, data di un protocollo d'intenti siglato presso il ministero delle attività produttive, nonché la relativa documentazione disponibile e sospenda ogni attività in merito al Centro Oli di Ortona, noto come Progetto Miglianico, ed alle attività minerarie ed estrattive in Abruzzo;
quali iniziative intendano i Ministri interrogati, secondo le rispettive competenze, in relazione ai rilievi riassunti nella risoluzione approvata dal Consiglio regionale della regione Abruzzo, ricordata in premessa;
se sia stata presentata la carta dei rischi, degli inconvenienti e degli incidenti in impianti ed attività analoghe come già é stato fatto per analoghi impianti in esercizio in altre parti d'Italia (come, ad esempio, il Centro Oli di Viaggiano in Val d'Agri, Basilicata);
se non ritengano inoltre di intervenire innovando le strategie di sviluppo ed in particolare i contenuti delle intese Stato-Regione Abruzzo ad esempio promuovendo la formulazione di accordi di Programma tra lo Stato, l'Eni, la Regione e gli enti locali, in materia di energie pulite e di energie rinnovabili;
se e come intenda assicurare il rispetto delle disposizioni sulle aree protette per quanto riguarda l'Abruzzo, regione d'Italia a più alto tasso di tutela ambientale naturalistica nella quale sono localizzati tre parchi nazionali, un parco regionale, oasi e riserve naturali, costituenti il 30 per cento dell'intero territorio regionale;
se intenda promuovere la procedura di VIA nazionale in merito alla compatibilità ambientale del Progetto del Centro Oli dell'Eni;
se siano stati valutati gli effetti della trasformazione in atto del porto di Ortona in porto petrolifero con riguardo in particolare a rischi di inquinamento marino, nonché la compatibilità di tale intervento con il sistema portuale abruzzese;
se e come intenda accertare che il piano industriale dell'Eni per Ortona e per l'Abruzzo, sia congruo rispetto al politiche energetiche e le misure governative di sostegno alle fonti alternative al petrolio;
se e come intenda intervenire sul problema Centro Oli dell'Eni di Ortona per evitare danni irreparabili all'economia agricola ed alle attività vitivinicole doc, con particolare riguardo al mercato internazionale dei vini abruzzesi, e per non pregiudicare la percezione dei fondi erogati dall'Unione Europea per le attività agricole.
(2-00763) «Costantini, Acerbo, Buontempo, Donadi».
Interrogazione a risposta orale:
BUONTEMPO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al
Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'Eni Spa - Divisione Exploration & Production - distretto di produzione di Ortona sta attivando sul territorio della città di Ortona in un terreno con vocazione prettamente agricola un progetto per il trattamento di idrocarburi liquidi e gassosi denominato Miglianico;
tale iniziativa inevitabilmente produrrà danni reali e sostanziali nell'area di incidenza non restituendo alcun beneficio di natura economica soprattutto in considerazione del fatto che il processo produttivo non è giustificato né dalla quantità ne dalla qualità delle estrazioni minerarie;
numerose violazioni di legge sarebbero effettuate per portare a compimento tale progetto;
vizi genetici del procedimento, riassumibili in carenza di pubblicità, di partecipazione, di trasparenza, di motivazione, inficiano il progetto in questione;
il progetto per sua natura coinvolge competenze di grado superiore a quella meramente urbanistica comunale. Non risolvibile con la procedura della conferenza dei servizi e meno che mai a mezzo di una semplice variante al piano regolatore generale che comunque verrebbe deliberata, in caso favorevole, in spregio ai principi di programmazione e pianificazione territoriale;
sarebbe violato il titolo 7o della legge regionale 12 aprile 1983, n. 18, che all'articolo 68, secondo comma vieta di destinare ad uso diverso da quello agricolo i terreni sui quali siano in atto produzioni ad alta intensità, nonché i terreni irrigui sui quali siano stati effettuati, nell'ultimo quinquennio, o siano in corso, interventi di miglioramento fondiario assistiti da contribuzioni o finanziamenti pubblici. Tale situazione è facilmente rilevabile nella contrada Feudo, con un semplice sopralluogo, sito dove l'Enfi intende realizzare il centro oli;
il progetto dell'Eni coinvolge strategia di sviluppo, assetto del territorio, programmi e piani regionali e provinciali di intervento e di trasformazione, sistema di trasporto terra/mare, portualità, intermodalità, bilancio idrico, ecologia, protezione ambientale, tutela della salute, politiche energetiche;
tutto quanto premesso non legittima certamente una esclusiva responsabilità comunale, di un comune che comunque ha l'obbligo di verificare, rendere pubbliche e valutare tutte le incidenze del progetto Eni al fine di:
a) identificare i portatori di progetti legittimi e soggettivi, pubblici e privati, i portatori di interessi diffusi;
b) contemperare gli interessi pubblici e privati nell'uso del territorio;
c) verificare e determinare le compatibilità reali;
d) sotto il profilo giuridico pianificare i criteri per le soluzioni di eventuali contrasti allo scopo di prevenire danni irreversibili -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per verificare se il processo autorizzativo dell'Eni finora svolto corrisponda a quanto oggettivamente la legge prescrive, anche per impedire che una area fortemente vocata all'agricoltura ed al turismo possa subire per l'attuazione di un programma, per altro neanche soddisfacente sotto il profilo economico, danni irreversibili di natura ambientale determinati da fiaccole alimentate da gas residui, fanghi di risulta di cui non è espressamente prevista l'eliminazione, probabile inquinamento delle falde acquifere per l'enorme volume di acque nere di risulta delle lavorazioni, volume di acqua che difficilmente potrà essere fornito dagli acquedotti, che già hanno manifestato tale indisponibilità, in una zona dove la carenza della stessa è già un problema strutturale.
(3-01274)
Interrogazione a risposta scritta:
DI SALVO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Multinazionale danese Danfoss è presente in provincia di Torino con un'unità produttiva situata nel comune di Trofarello che produce termostati elettromeccanici e in Italia possiede inoltre numerose sedi commerciali e che attualmente occupa 90 addetti prevalentemente lavoratrici;
nell'ambito dei propri prodotti la Danfoss detiene il 45 per cento del mercato dell'Europa occidentale e tra le proprie commesse vede la fornitura dei sistemi di controllo della rete del teleriscaldamento del Comune di Torino;
la condizione economica della Multinazionale Danfoss è positiva e per i prossimi anni sono previsti ulteriori margini di crescita;
a partire dal 2005 la multinazionale Danfoss ha avviato un processo di riorganizzazione globale che ha portato alla chiusura di stabilimenti in Danimarca, Brasile e Slovenia le cui produzioni sono state trasferite in un nuovo stabilimento aperto in Slovacchia;
per far fronte alla competizione internazionale la Danfoss di Tofarello è intervenuta sull'organizzazione del lavoro e della produzione di concerto con le organizzazioni sindacali ottenendo il risultato di aumentare sia i livelli di produttività sia la qualità del prodotto;
nonostante gli eccellenti risultati ottenuti in relazione ad aumento di produttività e qualità del prodotto, il management danese ha inserito lo stabilimento di Trofarello nel Piano di riorganizzazione globale prevedendo la sua chiusura e la rilocalizzazione delle produzioni in Slovacchia;
il giorno 25 settembre il management nazionale ha comunicato alla RSU l'avvio di una procedura di Cassa Integrazione Straordinaria con la causale di cessazione di attività -:
quali iniziative il Ministro intenda intraprendere, nell'ambito dei suoi poteri, per mantenere l'attività produttiva della multinazionale Danfoss di Tofarello e per la salvaguardia dell'occupazione.
(4-05039)