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Allegato B
Seduta n. 216 del 3/10/2007
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SALUTE
Interrogazione a risposta scritta:
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. - Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Ministro della salute ha emesso un provvedimento d'urgenza: l'Ordinanza Ministeriale «Misure straordinarie di polizia veterinaria in materia di tubercolosi, brucellosi e leucomi in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia» pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 7 dicembre 2006;
l'Ordinanza Ministeriale 14 novembre 2006 ha rilevato, «tramite controllo genetico la presenza di più campioni che, riferiti a numeri di matricola di animali diversi, sono riconducibili ad un unico genotipo», in sintesi con il prelievo di un solo campione di un unico soggetto sicuramente affetto da brucellosi sono stati poi indennizzati numerosi capi;
il Direttore generale dell'Azienda sanitaria n. 6 di Lamezia Terme, a seguito di denunce di un veterinario, ha istituito con delibera n. 651 del 29 maggio 2006 una Commissione d'Inchiesta sulle anomalie di animali affetti da brucellosi nel territorio lametino;
l'Assessore regionale alla Salute ha successivamente nominato una seconda commissione d'inchiesta, a fine novembre 2006, per valutare la reale portata dei fatti gravi ipotizzati, dopo diversi articoli di stampa;
nonostante l'intervento di due commissioni, all'apparenza simili per la presenza degli stessi ispettori, non solo non sono stati presi provvedimenti, ma non sono state divulgate le risultanze;
è accaduto, invece, che più volte i componenti delle due commissioni siano stati minacciati di morte;
il fenomeno della «brucellosi» animale, intanto, è stato verificato, si è esteso anche all'uomo, con oltre 21 casi ricoverati presso l'ospedale di Lamezia Terme, da qui l'allarme presso l'opinione pubblica e sulla stampa locale;
mentre nessun provvedimento è stato preso dall'AS n. 6 di Lamezia Terme sulla gestione del Servizio Veterinario locale per la scarsa periodicità dei controlli e per le carenti ordinanze sindacali circa i provvedimenti da comminare, le Forze dell'Ordine di Serrastretta hanno scoperto un allevamento «fantasma», regolarmente iscritto e registrato all'anagrafe bovina nazionale, fin dal febbraio 2004, ma nella realtà inesistente, perché privo del terreno e della struttura (una porcilaia di 2 mq che avrebbe dovuto contenere 18 bovini) facendo scattare degli avvisi di garanzia per alcuni veterinari dell'unità operativa di Sanità Animale dell'AS6;
contrariamente a quanto avviene nel resto d'Italia, in quelle regioni con un grosso patrimonio zootecnico di milioni di capi, dove l'anagrafe bovina viene gestita direttamente dai Servizi Veterinari interni, in Calabria, invece, con poco più di 100.000 unità bovine la Regione Calabria ha istituito con una legge regionale (in sanatoria - 11 gennaio 2006) una società mista (Sial Servizi Spa, Lamezia Terme, pubblico 51 per cento (Regione Calabria) privata 49 per cento (Italia Lavoro) il cui amministratore delegato, e socio per la parte privata è il dott. Antonio Saladino, per gestire l'anagrafe animale con un elevato ricorso ad ingenti risorse finanziarie (circa 1.500.000 euro ad anno), nonostante l'anagrafe bovina sia di esclusiva pertinenza del Servizio Veterinario delle aziende sanitarie, affrontando una spesa che si aggira intorno ai 25/30 euro a capo/anno, per l'inserimento delle nascite, morti e trasferimenti animali nella banca dati nazionale. A differenza della Regione Calabria, in Piemonte per lo stesso servizio sono gli allevatori a pagare da 50 centesimi ad 1 euro a capo bovino;
in precedenza lo stesso servizio era affidato e gestito direttamente dai Servizi Veterinari interni con un notevolissimo risparmio di spesa pubblica e paradossalmente con risultati di efficienza del servizio certamente migliori (appena 136.000 euro nel 2003);
alcuni allevatori, vessati dalla mancanza di controlli, hanno depositato querele presso la Procura della Repubblica di Lamezia Terme, ancora senza esito, avverso il servizio veterinario dell'AS n. 6. Alla medesima società Sial Servizi Spa la Regione Calabria ha affidato anche il progetto sulla «Tristezza degli agrumi» per un importo di tre milioni di euro, nonostante la ferma contrarietà delle associazioni di categoria (Cia, Confagricoltura e Coldiretti);
le organizzazioni agricole regionali hanno sollevato in merito a tale scelta
diverse rimostranze sia perché in Calabria non vi è un'emergenza tale da indurre l'Unione europea a versare 3 milioni di euro e sia perché pare alquanto strano che ci siano appalti così ingenti che ruotano intorno a poche persone;
risulta alquanto anomala l'assegnazione alla Sial di servizi diversi dall'anagrafe bovina, come ad esempio la selezione di personale o appunto la tristezza delle arance, la quale non risulta tra le competenze comprese nel suo oggetto sociale;
qualora nel termine di cinque anni la quota di Italia Lavoro S.p.a. non sia ceduta a terzi, ovvero nel caso di inadempienza nei confronti della società relativamente all'affidamento dei servizi o a qualsiasi altra obbligazione assunta dalla stessa, sussisterà l'obbligo di riacquisto della quota di Italia Lavoro da parte dell'Amministrazione pubblica;
è paradossale ed inconcepibile che i giornalisti Raffaele Spada ed Emanuele Giacoia che con estrema professionalità si sono limitati a riportare l'intera vicenda sugli organi di stampa, oggi risultino iscritti nel registro degli indagati -:
se il ministro sia a conoscenza dei fatti su esposti;
se il ministro competente, ritenga opportuno aprire un'indagine conoscitiva su una vicenda che nel suo complesso presenta diverse storture ed anomalie che allo stato attuale non hanno trovato spiegazioni ragionevoli in grado di eliminare qualsiasi dubbio sulla regolarità dell'affidamento dei vari servizi alla Sial, in modo particolare quello relativo alla «tristezza delle arance» che non risulta essere presente nell'oggetto sociale della nota società;
quali iniziative di propria competenza, oltre alla citata ordinanza ministeriale del 14 novembre 2006, i ministeri interessati intendano adottare al fine di fare chiarezza sulla gestione dell'AS n. 6 di Lamezia Terme e sul servizio veterinario regionale che ha subito in modo ingiustificato la sottrazione di un servizio che nel resto d'Italia continua ad essere di assoluta competenza dei servizi veterinari interni.
(4-05087)