Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato A
Seduta n. 230 del 24/10/2007
(Sezione 12 - Iniziative per la salvaguardia e l'incremento dei livelli occupazionali con riferimento allo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco)
SCOTTO, AURISICCHIO e BUFFO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
in data 24 aprile 2003 veniva stipulato tra la Fiat auto spa e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm, Fismic di Napoli e Campania un accordo che riconfermava il ruolo strategico dell'area industriale di Pomigliano d'Arco, nell'ambito della business unit Alfa Romeo di Fiat auto;
nello stesso accordo si prevedeva, nell'arco del periodo 2003-2007, il rinnovo della marca dei modelli, la produzione delle vetture dei segmenti «C» e «D» del marchio Alfa Romeo, «nonché quella collegata all'evoluzione delle stesse nell'ambito delle cosiddette specialities e, per il 2007, il ritorno sul mercato degli Stati Uniti»;
sempre nello stesso accordo si prevedeva nell'arco dello stesso periodo, un incremento strutturale del fabbisogno occupazionale giovanile stimato nell'ordine di circa 1.000 unità, «oltre al prevedibile effetto positivo di circa 500 unità nelle attività terziarizzate intra moenia»;
venerdì 5 ottobre 2007 a Cassino il manager del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, ha dichiarato che «per logica e razionalità la nuova Alfa dovrebbe essere costruita a Cassino»;
questo significa che c'è la volontà di assegnare allo stabilimento di Cassino, e non a quello di Pomigliano d'Arco, la produzione della nuova Alfa 149, il modello destinato a sostituire l'attuale 147 nel segmento «C», che assicura cospicui volumi produttivi e livelli occupazionali commisurati;
questa dichiarazione desta preoccupazioni sul futuro dello stabilimento di Pomigliano d'Arco, perché potrebbe non essere una semplice indicazione relativa a un nuovo modello del gruppo Fiat, ma un annuncio di una scelta destinata a cambiare, se deliberata, la missione produttiva concordata con il sindacato per lo stabilimento di Pomigliano d'Arco;
l'obiettivo dichiarato dal dottor Marchionne di portare le produzioni automobilistiche, entro il 2010, da 1.100.000 a 1.500.000 segnano indubbiamente un orizzonte ambizioso, da cui, però, rischia di essere tagliata fuori proprio Pomigliano, in quanto per Melfi, Cassino e Castel di Sangro sono già chiare le direttive e i risultati da ottenere dal punto di vista occupazionale e produttivo;
si è, inevitabilmente, creato un clima di tensione fra le parti, lavoratori e sindacati da un lato e azienda dall'altra, perché i primi vedono vanificato e disatteso l'accordo del 2003, tant'è che la Fiom ha deciso di procedere al blocco di ogni forma di straordinario. Quest'accordo, discusso e conquistato a fatica dai sindacati, non può essere annullato senza aver aperto una seria ed impegnativa discussione sui programmi industriali per Pomigliano e, in ogni caso, mai con una dichiarazione a mezzo stampa;
Pomigliano deve continuare ad avere ancora un ruolo strategico. D'altra parte risulterebbe quanto mai singolare che, dopo un buon accordo siglato nel 2003, quando la Fiat attraversava un momento di crisi, oggi, in un quadro complessivo che vede l'azienda in forte ripresa, venisse proposto un'intesa totalmente penalizzante -:
quali iniziative intenda assumere il Governo affinché si riapra un confronto fra le parti sui programmi industriali previsti per Pomigliano d'Arco e per la salvaguardia e l'incremento dei livelli occupazionali nello stabilimento campano, così come previsto dall'accordo del 2003 di cui in premessa. (3-01375)
(23 ottobre 2007)