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Allegato B
Seduta n. 230 del 24/10/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
JANNONE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Banca d'Italia torna a criticare il Governo per il rallentamento del processo di risanamento dei conti pubblici e per l'innalzamento della pressione fiscale;
nell'ultimo bollettino economico Via Nazionale rileva che i progressi nella riduzione degli squilibri di bilancio sono modesti;
la riduzione dell'indebitamento netto al di sotto del 3 per cento del Pil avrebbe posto le basi per la chiusura della Procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dell'Italia;
gli interventi necessari per raggiungere il pareggio sono sostanzialmente rinviati al triennio 2009-2011.
tutto ciò mentre nel 2007 la pressione fiscale in Italia supererà di due punti percentuali quella del 2005, mentre nel 2008 rimarrà stabile, su un livello relativamente elevato nel confronto internazionale;
nel corso del 2007 le entrate inattese sono state in larga parte utilizzate per finanziare aumenti di spesa e scelte analoghe caratterizzano la manovra di bilancio per il 2008, che accresce il disavanzo rispetto al valore tendenziale -:
quali misure il Ministro intenda intraprendere per riavvicinare i dati macroeconomici italiani ai parametri imposti dai trattati europei.
(4-05347)
JANNONE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Finanziaria 2007 ha stabilito che tutti i componenti del nucleo familiare di un contribuente in condizioni di non poter pagare le tasse (classificato come «incapiente»), avrebbero ricevuto entro fine anno il bonus di 150 euro;
la misura originaria era rivolta a tutti i contribuenti con reddito inferiore a 7.500 euro (tetto della no tax area) o con reddito fino a 12.000 euro se con moglie e figli a carico;
con un emendamento è stato cancellato il principio di «incapiente», dando la possibilità di ricevere il bonus solo ai
contribuenti monoreddito che dichiarano al fisco 50.000 euro e hanno moglie e 4 figli a carico -:
quali provvedimenti il Ministro intenda prendere per supportare economicamente i singoli ed i nuclei familiari in oggettive condizioni di indigenza.
(4-05349)
JANNONE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in una recente indagine di benchmarking condotta dal Centro studi degli industriali lombardi emerge che la regione Lombardia risulta al primo posto:
capacità di attrarre investimenti esteri;
rapporto tra spesa della pubblica amministrazione e Pil regionale;
grado di indipendenza economica;
grado di apertura dei mercati (importazione);
spesa delle imprese in ricerca e sviluppo;
seconda per:
capacità d'esportazione;
capacità innovativa;
terza per:
partecipazione al mercato del lavoro;
quattordicesima per la dotazione ferroviaria e addirittura sedicesima per la spesa pubblica in ricerca e sviluppo rapportata al Pil regionale, pari alla regione Calabria;
la regione italiana più competitiva sui mercati internazionali è tra quelle sulle quali lo Stato investe meno su fattori territoriali più rilevanti quali infrastrutture, ricerca e sviluppo -:
quali misure il Ministro intenda intraprendere per porre rimedio agli squilibri strutturali sopra esposti.
(4-05355)
MIGLIORI e ULIVI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sull'intero territorio dell'isola d'Elba, e più precisamente nel Comune di Portoferraio, è presente un solo ufficio dell'Agenzia delle entrate;
il piano triennale 2008-2010 dell'Agenzia delle entrate, presentato nei giorni scorsi, prevederebbe la presenza di un solo ufficio per provincia, oltreché una sostanziosa concentrazione delle attività di tutti gli uffici;
da notizie degli organi di informazione, si apprende che a seguito del suddetto piano triennale sarebbe prossima la chiusura dell'ufficio dell'Agenzia delle entrate di Portoferraio;
tale chiusura rappresenterebbe una palese violazione della legislazione nazionale sui servizi pubblici minimi nelle isole, nonché di una convenzione tra l'Agenzia delle entrate e la Provincia di Livorno, approvata con delibera provinciale n. 172 del 15 novembre 2006, nella quale viene garantita l'apertura di nuovi sportelli dell'Agenzia rivolti agli utenti;
la chiusura dello sportello presente nell'isola d'Elba creerebbe fortissimi disagi alla popolazione elbana, obbligando de facto i residenti a doversi recare sulla penisola per qualsiasi problema o richiesta inerente la loro posizione tributaria, perdendo così anche intere giornate di lavoro -:
se non ritenga di valutare con i responsabili dell'Agenzia delle entrate una diversa strutturazione territoriale degli uffici che non preveda la chiusura dell'ufficio presente sull'isola d'Elba, evitando così di penalizzare ulteriormente la popolazione isolana.
(4-05357)
PORETTI, MELLANO, D'ELIA e TURCO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
il regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246 prevede all'articolo 1 quanto segue:
«Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto»;
in data 7 marzo, l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) ha condotto una indagine interpellando gli organi competenti per sapere nello specifico quali apparecchi sono soggetti al canone/tassa oltre il televisore: gli operatori di «Risponde-Rai» (numero a pagamento 199.123.000), il Ministero delle finanze, la Guardia di finanza, l'Agenzia delle entrate. Le risposte sono state varie e contraddittorie. Secondo alcuni operatori «Rispondi Rai», sono apparecchi «atti o adattabili» il televisore o un computer. Per altri, rientrano nella legge anche i seguenti apparecchi: televisione, videoregistratore, registratore dvd, computer (indipendentemente dalla presenza di una scheda tv o di una connessione Internet), videofonino, tvfonino, monitor di qualsiasi tipo anche in assenza di un computer, decoder, monitor del citofono, modem, navigatore satellitare, videocamera, macchina fotografica digitale. L'Agenzia delle entrate non ha risposto alla domanda, invitando l'Aduc a rivolgersi agli operatori Rispondi-Rai già interpellati. Il Ministero delle finanze, Ufficio legislativo-finanze, non è stato in grado di rispondere, così come numerosi uffici e comandi della Guardia di finanza, l'organo di polizia predisposto al controllo sul territorio. Su questo, è stata depositata il 4 aprile 2007 una interrogazione ai Ministeri di economia e finanze e delle comunicazioni, a cui non è stata ancora data risposta e su cui l'Aduc, per ottenere risposta, ha comunicato di essere prossima ad intraprendere uno sciopero della fame;
in data 28 settembre, l'Aduc ha condotto una ulteriore indagine per capire quali apparecchi e le modalità di pagamento della licenza temporanea di importazione per i turisti che giungono in Italia provvisti di videofonini, pc o apparecchi tv, prevista dall'articolo 14 del suddetto regio decreto-legge. Ancora una volta, le risposte delle autorità competenti si sono rivelate di poco aiuto. Il servizio «Rispondi Rai» ha fornito risposte contraddittorie: per alcuni operatori, il turista con tv sull'auto o con videofonino in arrivo all'aeroporto deve pagare il canone per l'intero anno in cui è effettuata la visita, anche se breve. Per altri, i turisti stranieri non devono pagare nulla. Per altri, se il canone è già pagato da coloro che ospitano il turista (amici, albergo, etc.) non sarà necessario pagare, altrimenti sì. Infine, un operatore ha chiesto di chiamare «domani mattina»;
l'Aduc ha anche contattato l'Agenzia delle entrate, l'Ufficio del direttore dell'agenzia delle dogane, il direttore dell'Area gestione tributi e rapporto con gli utenti, ma nessuna risposta è stata fornita, con l'invito a richiamare in futuro. Anche gli uffici doganali periferici di Pontechiasso (Como) e Roma Fiumicino, deputati alla riscossione di tale tributo, non hanno saputo rispondere alla domanda. Su questo, è stata depositata l'11 ottobre 2007 una interrogazione ai Ministeri di economia e finanze e delle comunicazioni, a cui non è stata ancora data risposta;
in data 15 ottobre, l'Aduc ha condotto una terza indagine per capire se anche gli esercizi pubblici debbano pagare il canone speciale di abbonamento qualora in possesso di un computer. Per questo l'associazione si è rivolta agli uffici regionali della Rai, all'Ufficio normative e contratti del servizio pubblico, al Ministero dell'economia e delle finanze ed all'Agenzia delle entrate. Ancora una volta l'Aduc ha riscontrato confusione e contraddittorietà nelle risposte. Alcuni non hanno saputo rispondere, altri hanno sostenuto che un computer è soggetto a canone solo se impiegato per guardare la tv. Altri hanno invece detto che il canone lo si paga indipendentemente dall'uso che si fa del computer, in quanto trattasi di una tassa
sul possesso e non sull'utilizzo. L'Aduc ha anche ricevuto conferma da diverse sedi regionali che, contrariamente al canone ordinario, la Rai non persegue con altrettanta aggressività la riscossione del canone speciale, in quanto consapevole di ciò che significherebbe per molti piccoli esercizi commerciali, i cui gestori per altro pagano già il canone per casa loro. In altre parole, le manchevolezze della legge vengono supplite dalla sua parziale non applicazione;
in data 18 ottobre 2007, l'Aduc ha svolto una ulteriore indagine. Da questa è emerso che le Poste italiane, disponendo di 14.000 uffici dotati di apparecchi atti o adattabili agli sportelli, sono soggetti al canone così come qualsiasi privato cittadino. Il canone speciale ha validità limitata all'indirizzo per cui è stipulato, e pertanto le Poste italiane devono circa 14.000 canoni speciali di abbonamento Rai, per un totale di circa 13.018.880 Euro;
ma dal bilancio 2006 delle Poste, alla voce che dovrebbe riportare anche tale imposta («Altre imposte e tasse/Altre», p. 242) è riportato un esborso di 5.426.000 euro per il 2006. Appare quindi che il mancato pagamento del canone Rai da parte delle Poste italiane varia da un minimo di 7.592.880 euro - ammesso che la voce «altre imposte» riguardi solamente il canone Rai - ed un massimo di 13.018.880 per anno 2006;
l'evidente contraddittorietà delle risposte che emerge dalle indagini dell'Aduc è causata in gran parte dall'espressione «apparecchi atti o adattabili», coniata nel 1938 quando ancora il televisore era in fase di sperimentazione. Come dimostrano migliaia di segnalazioni giunte all'Aduc, questa incertezza si riflette sul cittadino, sul turista straniero, e sul professionista, spesso incapace di sapere con certezza se pagare o meno il canone di abbonamento Rai o la licenza di importazione per altri beni potenzialmente «adattabili» alla ricezione tv in suo possesso. Di fatto, la legge viene disapplicata, o applicata arbitrariamente proprio a causa di questa espressione, che produce una grave ferita allo Stato di diritto -:
quali degli apparecchi sottoelencati e non presuppongono il pagamento del canone speciale di abbonamento: videoregistratore, registratore dvd, computer senza scheda tv con connessione ad Internet, computer senza scheda tv e senza connessione Internet, videofonino, tvfonino, ipod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, monitor a se stante (senza computer annesso), monitor del citofono, modem, decoder, videocamera, macchina fotografica digitale;
cosa intenda fare il Governo per accertare ed eventualmente esigere il pagamento del canone speciale di abbonamento alle radioaudizioni da parte di Poste italiane.
(4-05376)
BERTOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la trasmissione televisiva Report ha diffuso alcuni dati allarmanti, relativi ai rischi ai quali sarebbero esposte molte Regioni italiane e la maggior parte degli Enti Locali che hanno fatto ricorso ai cosiddetti strumenti di «finanza derivata»;
questo tipo di contratti finanziari, stipulati da Regioni ed Enti Locali con istituti di credito ed operatori finanziari al fine di garantire nell'immediato una copertura contro il rincaro dei tassi di interesse, avrebbe come effetto reale l'incremento dei debiti in futuro;
l'inchiesta televisiva avrebbe evidenziato in particolare come queste operazioni finanziarie presenterebbero «forti rischi paragonabili ad una vera e propria scommessa sui cambi, non consone quindi, a prescindere dal risultato conseguito, ad enti pubblici.... e cine spesso gli stessi amministratori pubblici o non hanno cognizione di cosa fanno o pongono in essere scientemente tali operazioni per favorire gli anni della propria gestione, dichiarando quindi guadagni per i primi anni, perfettamente consapevoli delle perdite certe
che subiranno i bilanci dell'ente negli anni a venire, a carico delle amministrazioni che seguiranno»;
le stesse operazioni finanziarie comporterebbero forti guadagni per la banca o la finanziaria che le pone in essere, ma provocherebbero, nell'80 per cento dei casi, una perdita secca per gli Enti pubblici che vi fanno ricorso -:
se siano a conoscenza dei dati emersi dall'inchiesta della trasmissione televisiva Report in merito all'utilizzo, da parte degli enti pubblici, di strumenti di finanza derivata e, in caso affermativo, quale giudizio ne diano;
quali siano gli istituti di credito e gli operatori finanziari con i quali le Regioni e gli Enti Locali abbiano intrapreso azioni di finanza derivata;
quante operazioni di finanza derivata siano state poste in essere dalle Regioni e dagli Enti Locali in Italia dal 2000 ad oggi;
se non intenda acquisire ogni elemento relativo alle modalità ed ai criteri secondo i quali le Regioni e gli Enti Locali abbiano selezionato i soggetti proponenti e gli strumenti finanziari scelti;
non intenda assumere ogni iniziativa volta ad accertare se e quali strumenti di costante monitoraggio dell'andamento degli strumenti finanziari utilizzati siano stati attivati dalle Regioni e dagli Enti Locali;
se, ed in quale percentuale, il ricorso a tali strumenti incida sull'indebitamento futuro delle Amministrazioni regionali italiane.
(4-05383)