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Allegato B
Seduta n. 230 del 24/10/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazioni a risposta scritta:
JANNONE. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la riforma del trattamento di fine rapporto (Tfr) è stata presentata come un'occasione unica per aumentare la partecipazione degli italiani ai mercati finanziari e per incoraggiare, soprattutto i giovani, a costruirsi una previdenza integrativa con cui rimpinguare pensioni pubbliche inevitabilmente destinate a diventare meno congrue;
i dati di un sondaggio condotto a luglio da Eurisko per conto di AnimaFinLab su di un campione rappresentativo di lavoratori dipendenti del settore privato dimostrano che entrambi gli obiettivi sono falliti;
in media solo un lavoratore su quattro ha espressamente optato per un fondo pensione, contro un obiettivo minimo dell'Esecutivo del 40 per cento (che non verrà raggiunto neanche contando le adesioni tacite);
tra i giovanissimi (tra i 22 e i 30 anni) la percentuale di adesioni esplicite risulta al di sotto del 20 per cento -:
quali misure il ministro intenda intraprendere volte ad incentivare il ricorso a forme di previdenza integrativa.
(4-05352)
FOTI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
avverso il verbale di accertamento redatto in data 22 settembre 2005 - protocollo 6001.26/08/2005.0050448 dalla sede Inps di Piacenza e la conseguente comunicazione di iscrizione alla gestione commercianti ricevuta il 22 ottobre 2005, Giavarra Antonella (nata a Padova il 20 agosto 1958 e residente in Piacenza, via Rapaccioli 2, codice fiscale GVRNNL58M60G224A) presentava ricorso al comitato amministratore della gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali, corrente in Roma;
il detto ricorso, veniva inoltrato tramite la sede Inps di Piacenza il 19 gennaio 2006 (protocollo 6100.19/01/2006.0002735) e ne veniva reiterata la presentazione il 17 gennaio 2007 (protocollo Inps 6100.17/01/2007.0002615) -:
in quale stato versi il ricorso di cui sopra (o la sua reiterazione) e quali siano i motivi per i quali lo stesso non sia ancora stato deciso, nonostante le più che convincenti argomentazioni sviluppate dalla ricorrente.
(4-05373)
ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nell'ottobre del 2001 il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti sottopose agli iscritti dei diversi Ordini locali due quesiti sulla costituzione dell'Albo Unico tra Dottori Commercialisti e Ragionieri e il risultato del cosiddetto referendum fu inequivocabile, sancendo in via principale la volontà della stragrande maggioranza degli iscritti di prevedere la collocazione dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri P.C. in sezioni separate di un eventuale Albo Unico, a condizione di riconoscere ai primi particolari prerogative esclusive e ferma restando la non unificabilità delle casse di previdenza, in ossequio al principio di intangibilità dei diritti acquisiti o in corso di acquisizione; in via secondaria quasi la metà degli iscritti agli Ordini locali manifestò la volontà di mantenere lo status quo ante, con albi e ordinamenti professionali separati;
nonostante ciò si sta procedendo alla fusione delle professioni e, come se non bastasse, alla unificazione della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Dottori Commercialisti, anche con l'obiettivo di sanare la gestione fallimentare della Cassa dei Ragionieri;
è attualmente oggetto dei lavori parlamentari il riordino globale delle professioni -:
per quale motivo si voglia procedere alla fusione degli albi professionali e delle rispettive casse, in spregio alla volontà evidente di oltre 65.000 Dottori Commercialisti;
quali risultati abbia prodotto l'indagine parlamentare che ha preso avvio agli inizi di settembre 2007 ed avente ad oggetto la ricognizione dello stato della Cassa di Previdenza dei Ragionieri;
se un'eventuale fusione delle casse di previdenza dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri P.C. non possa cagionare una violazione o lesione di diritti patrimoniali acquisiti o in fase di acquisizione da parte dei soggetti aderenti alle casse suddette, dal momento che tali diritti di natura patrimoniale trovano tutela direttamente nella Costituzione della Repubblica Italiana;
per quale motivo, nonostante autorevoli pronunce in via giurisdizionale, il titolo di «Commercialista» venga utilizzato illegittimamente quale predicato da soggetti che non sembrano possedere i
necessari requisiti previsti dall'articolo 33 della Costituzione della Repubblica italiana;
se anche per questi motivi non si ritenga opportuno, ferma restando la separazione dei titoli di «Dottore Commercialista» e «Ragioniere e P.C.», di disporre il differimento del decreto legislativo n. 139 del 2005 in considerazione del fatto che dopo l'emanazione del decreto suddetto è stata varata la «Riforma delle Professioni» cui tutti i soggetti debbono uniformarsi, ivi comprese le categorie summenzionate, secondo i titoli di provenienza.
(4-05384)
BUFFO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
se le notizie di cui i firmatari sono venuti a conoscenza sono esatte, le procedure per l'aggiudicazione di alcune gare d'appalto, espletate dal Servizio Comunicazione e Relazioni esterne della Direzione generale dell'Inps di via Ciro il Grande 21 a Roma, sarebbero irregolari;
ricorre il nome della stessa ditta come vincitrice delle gare d'appalto di che trattasi;
la ditta in questione, oltre a non aver ottemperato all'obbligo della regolarità contributiva, non sarebbe stata in possesso di requisiti indispensabili per poter partecipare a queste gare d'appalto;
le notizie lascerebbero presupporre, inoltre, un rapporto in data anteriore alle gare e di una certa continuità, fra il titolare della ditta vincitrice delle gare d'appalto ed un dirigente dell'INPS -:
quali iniziative s'intendono predisporre al fine di verificare tali notizie e, nel caso le stesse venissero confermate, quali provvedimenti s'intendano porre in essere dal momento che, a quel punto, risulterebbero evidenti responsabilità sia di natura amministrativa che penale.
(4-05393)