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Allegato B
Seduta n. 237 del 7/11/2007
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DIFESA
Interrogazioni a risposta scritta:
ZANELLA. - Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il presidente del Governo della Repubblica di Serbia Vojislav Kostunica ha ricevuto nei giorni scorsi il ministro degli Esteri d'Italia Massimo D'Alema e in questa occasione ha invitato l'Italia a rispettare la Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza la quale garantisce la sovranità e integrità territoriale della Serbia e nello stesso tempo garantisce l'autonomia sostanziale per la minoranza nazionale albanese nella provincia;
Kostunica ha invitato l'Italia e Roma, nel caso che i separatisti albanesi proclamino l'indipendenza unilaterale dopo il 10 dicembre, termine temporale deciso dagli albanesi per il processo di negoziato, a non riconoscere quella che per i serbi sarebbe solo una creazione illegittima;
il presidente del Governo della Serbia ha ammonito che la stabilità e la prosperità della regione non si può creare usurpando il territorio di uno Stato sovrano e ha dichiarato che chi non rispetterà la Risoluzione 1244 sarà responsabile per la violazione dell'ordine internazionale, nonché per la minaccia alla pace in un lungo periodo;
in Kosovo l'Italia partecipa con più di duemila militari all'Operazione Joint Enterprise (KFOR), con mandato UNSCR n. 1244 del giugno 1999, che ha l'obiettivo di verifica e attuazione del Military Technical Agreement in previsione di un Peace Settlement -:
quali misure intenda intraprendere il Governo affinché sia rispettata la Risoluzione 1244, e sia dunque garantita la stabilità dell'area.
(4-05526)
RUGGERI e BURCHIELLARO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
questa è la storia di un ragazzo morto, della disperazione della sua famiglia e dello sconforto della comunità di Mantova;
si tratta del giovane Alessandro Garofolo di Porto Mantovano di Mantova, nato il 14 settembre 1970. Aveva fatto il militare nella centotrentaduesima Brigata corazzata Ariete, di stanza a Maniago (Pordenone). Congedato nel maggio 1991, il giovane si ammalò pochi mesi dopo di linfoma di Hodgkin: una forma di leucemia che non gli lasciò scampo. Dopo un calvario di terapie e ricoveri, morì il 25 marzo del 1993 all'Istituto nazionale tumori di Milano. Aveva solo 22 anni. Ad assisterlo fino all'ultimo il padre Nereo e il fratello Massimiliano, che da allora sono tormentati da un sospetto, che nel tempo si è fatto quasi certezza: ossia che la morte di Alessandro fu causata dal contatto fisico con uranio impoverito;
i dubbi dei familiari sono nati all'inizio del 2001 dopo l'esplosione del caso dei
proiettili all'uranio impoverito usati dalle forze Nato nel '95 in Bosnia. Per diversi militari morti di tumore dopo il ritorno dai Balcani si è fatta l'ipotesi di un'esposizione a radiazioni da uranio. Alessandro Garofolo non è mai stato in Bosnia: era geniere guastatore, e ha fatto il servizio militare anni prima dell'operazione Deny Flight. Ma a Maniago c'è il poligono di Dandolo e Alessandro andava al poligono per missioni di bonifica e sgombero dopo le esercitazioni;
infatti presso il poligono di Dandolo, nel 1990, durante la prima guerra del Golfo, gli aerei anticarro americani A10, provavano le traiettorie di tiro, utilizzando munizionamento particolare ad uranio impoverito. Il soldato mantovano, facendo parte del genio militare, addetto alla bonifica, dovette al termine delle esercitazioni sgomberare il poligono dai residui, come citato nei suoi atti di servizio;
ripetiamo che il geniere Alessandro Garofolo della 132a Brigata corazzata Ariete ha prestato servizio tra il 4 giugno del 1990 ed il 9 maggio del 1991 nell'area presso cui si trova, appunto, il poligono; è deceduto il 25 marzo del 1993 a seguito di linfoma di Hodgkin;
nel frattempo è stata istituita la Commissione Mandelli, la quale nel 2002 ha sentenziato che esiste un «eccesso statisticamente significativo di Linfoma di Hodgkin» tra chi ha prestato il servizio di leva. Nel frattempo da inchieste della Rai e dalla denuncia di un ex generale del Genio, Fernando Termentini, si evince che i militari più a rischio sono quelli addetti alla bonifica cioè quelli del Genio di cui Alessandro Garofolo faceva parte;
sono ormai trascorsi quindici anni dalla morte di Alessandro Garofolo e la famiglia è stata presa «in giro» da tutti i Governi succedutisi e dalle varie Autorità a cui si sono appellati per sapere la verità, senza mai avere alcuna risposta. Sembra una verità scontata ma proprio il silenzio sulla morte di Alessandro è uno sconforto e una disperazione ormai insostenibili per la famiglia Garofolo e per Mantova -:
quali misure voglia assumere, con urgenza, per appurare definitivamente la verità sulla morte di Alessandro Garofolo, per fare almeno e comunque un doveroso contatto «umano» e civico fra lo Stato, per cui è morto Alessandro, e la famiglia Garofolo, e per provvedere conseguentemente e giustamente a un morale e decoroso risarcimento.
(4-05531)
GIORGIO CONTE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in relazione alla riforma strutturale della Forze Armate il decreto legislativo n. 253 del 2005 indica, per il 27o Reparto Genio Campale dell'Aeronautica Militare la «razionalizzazione delle risorse, con graduale assunzione delle funzioni residuali nel settore demaniale ed infrastrutturale a connotazione territoriale e ridislocazione nella sede di Villafranca di Verona nel 2007»;
dal 27o Reparto, che manterrà sede a Milano giusto quanto stabilito dal decreto legislativo n. 253 del 2005 svolgendo funzioni meramente amministrative, dipende il 27o Gruppo Genio Campale di Vicenza con compiti rilevanti nelle varie missioni progettuali e operative nei teatri internazionali (Kosovo, Albania, Afghanistan Iraq) e in Patria;
emerge da recenti provvedimenti dell'A.M. che alla ridisiocazione presso il sito di Villafranca sia interessato solo il Gruppo di Vicenza, che subirebbe un drastico ridimensionamento di risorse umane e materiali, fortemente penalizzante per la comprovata operatività del Gruppo;
tale ridimensionamento sembra non prevedere, nel sito di Villafranca (Verona), impiegati e operai civili mentre vi troverà
impiego solo una parte della componente militare; la parte rimanente dovrebbe trovare impiego presso gli Enti collaterali dell'8o e del 16o Gruppo Genio Campale a Roma e a Bari; tali Gruppi ne trarrebbero vantaggio però solo dal punto di vista amministrativo tenuto conto delle difficoltà e dei notevoli costi di gestione necessari a trasferire, peraltro in missione, il personale militare dal Centro/Sud al Nord Italia;
da un'analisi comparativa tra l'operatività dei tre Gruppi Genio Campale (27o, 8o e 16o) appare in tutta evidenza, l'impossibilità per l'8o e il 16o Gruppo di realizzare, con risparmio economico, i lavori presso le infrastrutture del Nord Italia dove abitualmente opera il 27o Gruppo; inoltre l'enorme differenza di operai occasionali impiegati (103 unità c/o 8o Gruppo, 214 unità c/o 16o Gruppo e solo 9 unità c/o 27o Gruppo) costituiscono un rilevante onere aggiuntivo -:
se non vi siano elementi che lascino intravedere un'elusione nell'applicazione del decreto legislativo n. 253 del 2005 laddove il dispositivo prevede la ridislocazione nella sede di Villafranca di Verona di tutto il 27o Reparto Genio Campale e non del solo 27o Gruppo Genio Campale di Vicenza;
quali siano i criteri adottati dalla Forza Armata per ridimensionare il 27o Gruppo Genio Campale di Vicenza, fortemente orientato all'operatività e all'economicità dei propri interventi infrastrutturali, in favore del 27o Reparto Genio Campale di Milano, che svolge funzioni esclusivamente amministrative;
se il Governo intenda assumere provvedimenti a sostegno delle famiglie del personale coinvolto nella ridislocazione del 27o Gruppo, tenuto conto anche del naturale rapporto che si è instaurato tra il personale civile e militare dell'Ente di appartenenza.
(4-05533)