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Allegato B
Seduta n. 241 del 13/11/2007
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta immediata:
ZANOTTI, DI SALVO, ATTILI, AURISICCHIO, BANDOLI, BUFFO, D'ANTONA, FUMAGALLI, LEONI, LOMAGLIO, MADERLONI, NICCHI, PETTINARI, ROTONDO, SASSO, SCOTTO, TRUPIA e CIALENTE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato il 13 dicembre 2006 la Convenzione sulla protezione e la promozione dei diritti e della dignità delle persone disabili, il primo trattato sui diritti umani del XXI secolo, che rappresenta, come ha detto l'allora Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, «l'alba di una nuova era» per circa 650 milioni di persone disabili in tutto il mondo;
«la data di oggi (13 dicembre 2006) rappresenta la promessa di un'alba di una nuova era - un'era in cui le persone disabili non dovranno più sopportare pratiche discriminatorie e comportamenti che è stato permesso prevalessero per troppo tempo. Questa Convenzione è un documento significativo e dalle grandi potenzialità», dichiarava il Segretario generale;
l'Assemblea generale ha adottato la Convenzione sulla protezione e la promozione dei diritti e della dignità delle persone disabili e l'Onu chiede oggi a tutti i 192 Stati membri di ratificarla quanto prima, perché sia garantito ed effettivo il diritto delle persone disabili a vivere una vita dignitosa e indipendente, in particolare con riferimento all'istruzione, alla salute, al lavoro e ad una molteplicità di altre misure di tutela, che la Convenzione contiene -:
come e in quali tempi il Governo intenda sottoporre al Parlamento il disegno di legge per la ratifica della Convenzione e garantire così in modo concreto e praticabile i diritti delle persone disabili che la Convenzione prevede.
(3-01419)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
III Commissione:
BRIGUGLIO e FOTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il caso dei connazionali Angelo Falcone e Simone Nobile, tratti in arresto dalle autorità di polizia indiane il 10 marzo 2007 a Mandi (Stato dell'Himachal Pradesh) con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio, merita - a giudizio dell'interrogante - una supplementare attenzione rispetto a quella mostrata, fin dal suo sorgere, sia dal Ministero degli affari esteri sia dall'Ambasciata d'Italia a New Delhi. La vicenda appare, infatti, all'interrogante incredibile per le scarse garanzie offerte ai due connazionali in occasione della formulazione dell'accusa e per il possibile esito del processo;
è il caso di ricordare il fatto che i due connazionali - che alloggiavano presso una famiglia indiana (quella dei signor Deepak Sharma) giusta l'usanza di quei luoghi - sono stati tratti in arresto con parte dei componenti della famiglia medesima e successivamente indotti dalla polizia locale a sottoscrivere, in assenza di un interprete, dichiarazioni ufficiali in lingua hindi - lingua ovviamente sconosciuta ai due connazionali - utilissime per la successiva elevazione dei capi d'imputazione;
la vicenda genera fondati dubbi solo che si pensi che al Falcone ed al Nobili viene contestata la detenzione di 10 chilogrammi di hashish (altri 8 sono contestati ai due cittadini indiani, pure arrestati) rinvenuti su di un taxi che avrebbe dovuto accompagnarli a Delhi da dove, con volo di linea, i due connazionali li avrebbero trasportati in Italia. È quì il caso di osservare che il fermo ed il successivo arresto dei nostri connazionali avvenne nella notte tra il 9 ed il 10 marzo, mentre gli stessi erano in possesso di un biglietto aereo con data di partenza 16 marzo 2007; appare davvero stupefacente, per rimanere in tema, l'ipotesi che gli stessi pensassero di girare per sei giorni l'India portandosi appresso 10 chilogrammi di hashish;
l'effettuazione di una visita consolare in carcere da parte della nostra Ambasciata e l'attività diretta a far sì che i nostri connazionali fossero messi nella condizione di comunicare con i loro legali e con i congiunti in Italia, non possono essere considerate esaustive dell'attività che la stessa può e deve ancora svolgere sulla vicenda in questione. Ciò anche in considerazione del fatto che la conclusione della fase istruttoria dei procedimento penale in essere, conformemente alla normativa vigente in India, potrebbe anche concludersi alla fine del mese di settembre: appare, quindi, oltremodo utile che l'Ambasciata svolga un ulteriore e deciso intervento presso le competenti autorità locali al fine di sollecitare una conclusione delle indagini quanto più rapida possibile;
le condizioni di salute dei due connazionali non risultano affatto rassicuranti, come attestato dal loro dimagrimento, a tacere del fatto che il Falcone risulta essere stato recentemente ricoverato in ospedale proprio a seguito di una malattia contratta in carcere -:
quali ulteriori ed immediate iniziative intenda assumere al riguardo il Ministro interrogato e quali ne siano gli esiti prevedibili.
(5-01746)
MANTOVANI, DIOGUARDI, KHALIL detto ALÌ RASHID e SINISCALCHI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
un manager italiano incensurato, Claudio Castagnetta, di anni 32 è stato arrestato a Quebec City, in Canada, il 18 settembre di fronte l'ingresso di un supermercato, in seguito ad un comportamento che la polizia ha definito «aggressivo e confuso», ma non violento, come ha testimoniato la proprietaria del negozio;
secondo altre testimonianze, risulta che la polizia abbia utilizzato una pistola elettrica per immobilizzarlo e trasferirlo in centrale dove, secondo il personale di polizia, sarebbe stato «agitato tutta la notte»;
il giorno seguente, il signor Castagnetta è stato portato in tribunale e, dopo l'udienza di convalida dell'arresto, durante il viaggio di ritorno verso il carcere, secondo quanto riferito dal personale di scorta, si sarebbe ferito alla testa dando dei colpi contro le pareti dell'automezzo;
dopo aver trascorso la notte in carcere, Claudio Castagnetta è morto in ospedale a seguito di gravi ferite alla testa;
le persone vicine al signor Castagnetta lo definiscono un uomo stabile, dedito al lavoro e stimato da tutti anche in Canada;
sull'intera vicenda le autorità canadesi non hanno informato le istituzioni italiane in Canada, se non dopo la morte del ragazzo e anche gli stessi familiari sono venuti a conoscenza di quanto accaduto soltanto dopo avere appreso la notizia della morte da parte della questura italiana;
le circostanze della morte del signor Castagnetta appaiono, a parere degli interroganti, oltremodo inquietanti e pongono enormi interrogativi sia in merito alla dinamica con la quale lo stesso si sarebbe prodotto le lesioni alla testa, sia per la mancanza di un intervento medico immediato atto ad accertare la gravità delle stesse;
la mancata informazione da parte delle autorità canadesi a quelle italiane su quanto stesse accadendo al signor Castagnetta appare, oltretutto, una palese violazione del trattato di mutua assistenza in materia penale tra la Repubblica italiana ed il Canada (legge 12 aprile 1995, n. 124) -:
quali interventi siano stati compiuti nei confronti delle autorità canadesi affinché si accerti tutta la verità su quanto sopra esposto e, in ogni caso, se non si ritenga necessario attivarsi nei confronti del Governo canadese affinché vi sia una stretta collaborazione fra l'autorità giudiziaria canadese e quella italiana in merito allo sviluppo delle indagini sulla morte del signor Castagnetta.
(5-01747)
LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in materia di adozioni internazionali la Romania ha promulgato nel giugno 2001 una moratoria sostituita, il 1 gennaio 2005, da una legge sulla protezione dell'infanzia che di fatto ha congelato tutti i processi di adozione che erano in corso da tutte le parti del mondo, comprese quelle antecedenti la data della moratoria stessa;
il Parlamento europeo, al paragrafo 23 della sua risoluzione sul grado di preparazione della Romania in vista dell'adesione all'Unione europea, ha sottolineato «al Governo rumeno la necessità di risolvere i casi delle richieste di adozione internazionale presentate durante la moratoria del giugno 2001»;
con la dichiarazione scritta n. 0026/2006 del 3 aprile 2006, sempre il Parlamento europeo, si esortavano «le autorità rumene a tenere seriamente in conto del parere del Parlamento europeo, a riprender di conseguenza senza indugi l'esame dei fascicoli in sospeso, nell'interesse superiore dei minori»;
risultano accertati alcuni casi di nuclei familiari italiani che, dopo anni di frequentazione con bambini rumeni e relativi abbinamenti familiari legalmente riconosciuti dalle autorità preposte, in Romania ed in Italia, si trovano privati della possibilità di coronare anni di calorose relazioni con questi minori unendosi finalmente a loro;
si tratta anche di bambini che sono inseriti nella categoria di «casi speciali» (abbandonati definitivamente dai genitori,
genitori sconosciuti, età superiore ai 3 anni, problemi di salute, etnia Rom) -:
come il Governo intenda procedere per sbloccare una tale situazione di paralisi delle adozioni internazionali con la Romania che, facendo inoltre valere il provvedimento del 2005 in misura retroattiva, vede pregiudicare la possibilità di miglior condizioni di vita (esistenziali e materiali) per numerosi bambini rumeni e che rischia di vanificare il lavoro svolto dalle famiglie interessate e dalle istituzioni ad esse dedite.
(5-01748)
NARDUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
i corsi di lingua e cultura italiana organizzati all'estero per i figli dei cittadini italiani in età di scuola dell'obbligo, istituiti ai sensi della legge 153 del 1971 e dell'articolo 636 del decreto legislativo 296 del 1994, seguono generalmente il calendario scolastico locale;
nel 1993 l'allora Ministro degli affari esteri Beniamino Andreatta presentò il decreto legislativo n. 243 del 1993 per il contenimento dei costi derivanti dagli interventi scolastici all'estero, con cui sostanzialmente si riduceva il contingente degli insegnanti di ruolo portandolo a 1400 unità, ridottosi ulteriormente, di anno in anno, fino a scendere sotto la soglia di 1200 insegnati di ruolo. Il 50 per cento dei risparmi conseguiti fu allocato sul capitolo di spesa (bilancio del ministero degli affari esteri) che consentiva agli Enti Gestori di promuovere e organizzare i corsi di lingua e cultura italiana assumendo il personale docente. A partire dalla summenzionata data l'insegnamento della lingua e della cultura italiana ai figli dei connazionali emigrati fa capo, in particolare in Europa, al doppio sistema dei corsi gestiti dalle direzioni scolastiche presso la rete consolare, con personale docente di ruolo inviato dall'Italia, e ai corsi affidati agli Enti Gestori che assumono direttamente il personale docente; in Svizzera l'inizio dell'anno scolastico varia da Cantone a Cantone (avvio sfalsato) e si colloca di regola tra la prima e la terza settimana di agosto;
la prassi seguita dal Ministero degli affari esteri per l'assegnazione del personale di ruolo nell'ambito dell'avvicendamento previsto dalla normativa vigente, risulta largamente tardiva rispetto alle esigenze determinate dal calendario scolastico svizzero, ma altrettanto accade anche in Germania e in alcuni altri Paesi europei;
il ritardo con cui i nuovi docenti di ruolo assumono la cattedra crea difficoltà organizzative estremamente controproducenti per l'esercizio scolastico e genera malcontento e disorientamento tra i genitori dei frequentanti, ripetutamente manifestato agli organismi elettivi delle nostre comunità e ai rispettivi consolati. Le stesse autorità scolastiche dei paesi ospitanti hanno più volte sottolineato questa situazione anomala che penalizza la continuità dell'esercizio scolastico, genera l'abbandono dei corsi soprattutto in quelli a livello elementare, dove comprensibilmente si stabilisce un vincolo anche affettivo tra i bambini frequentanti e il docente incaricato in attesa dell'arrivo del suo collega di ruolo;
la stato di cose sopra illustrato ha alimentato e continua ad alimentare situazioni di precarietà non più tollerabili, sia tra i docenti supplenti assunti in base alle graduatorie, sia tra i docenti degli Enti Gestori che dopo alcune settimane vedono ridotte, spesso drasticamente, le ore di docenza loro affidate, dovendole cedere agli insegnati di ruolo, e di conseguenza le già esigue fonti esistenziali di reddito;
gli insegnanti degli Enti Gestori svolgono un ruolo importantissimo nella fase di promozione dell'insegnamento della lingua italiana, poiché grazie alla loro conoscenza delle comunità e del paese ospitante fungono da mediatori culturali e riescono a motivare le famiglie e i bambini alla frequenza dei corsi. Un lavoro prezioso che non trova pari riscontro nell'impegno di alcuni dirigenti scolastici che,
anzi, con molto zelo sottraggono i corsi agli Enti Gestori per accorparli con pari corsi sotto frequentati, affidati agli insegnanti di ruolo -:
quali iniziative intende assumere per mettere fine a questo deprecabile modello organizzativo che oltre alle inefficienze illustrate penalizza l'immagine del nostro Paese agli occhi delle autorità scolastiche locali al fine di eliminare il doppio sistema di funzionamento operando una scelta non più rinviabile, cioè l'affidamento della docenza ai soli insegnanti di ruolo o soltanto agli Enti Gestori nonché di tutelare la dignità professionale, le condizioni di lavoro e l'inquadramento contrattuale dei docenti chiamati a sopperire alle inefficienze del nostro sistema istituzionale.
(5-01749)
Interrogazione a risposta scritta:
ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dalla fine di agosto si osserva sulle acque del Lago Maggiore una spessa coltre di schiuma che - addensandosi nei porti o sulle rive - certo non contribuisce a dare un'immagine positiva e piacevole dell'ambiente;
sono state effettuate analisi da parte dell'ARPA per determinare la causa dell'inquinamento che ad oggi non è peraltro ancora specificatamente nota, anche se con ogni probabilità si tratta di un composto chimico tensioattivo che potrebbe in qualche modo favorire l'addensarsi della schiuma;
l'esame delle fondi e degli scarichi è però stato limitato solo all'Italia e non alla parte svizzera del bacino del Lago Maggiore -:
se il Governo non ritenga coinvolgere le autorità svizzere per insieme indagare sulle fonti di questo inquinamento, anche perché l'ipotesi è che causa potrebbero essere l'immissioni a lago di scarti chimici di lavorazione di qualche industria di cosmesi operante nel Cantone Ticino dove - davanti a Brissago - sembra che prima di tutte furono avvistate macchie di schiuma già alla fine dell'estate;
se non ritenga di dover disporre fondi adeguati per questa ricerca anche per sollecitamente individuare e bloccare la fonte dell'inquinamento che - se non scoperta e non casuale - potrebbe essere continuata nel tempo.
(4-05612)