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Allegato A
Seduta n. 242 del 14/11/2007
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(Sezione 14 - Misure di sostegno a favore dei ricercatori italiani e per lo sviluppo della ricerca scientifica)
LA RUSSA, FILIPPONIO TATARELLA, MENIA, BONO, LAMORTE, PROIETTI COSIMI, GERMONTANI, LEO, ARMANI, CONSOLO, DE CORATO, ALBERTO GIORGETTI, MANCUSO, ANTONIO PEPE, PERINA, LISI, MIGLIORI, MOFFA e PEDRIZZI. - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'espressione «fuga di cervelli» è tristemente utilizzata per stigmatizzare il fatto che i giovani neolaureati, dottorati e ricercatori italiani si trasferiscono all'estero per lavorare in università e centri di ricerca, soprattutto statunitensi, dal momento che manca, a tutt'oggi, un adeguato piano di sostegno economico che induca ad investire seriamente sulla ricerca e lo sviluppo scientifico. Ogni dottorando di ricerca riceve, ad esempio, oggi, in Italia, un assegno ad personam che oscilla intorno agli 840 euro mensili, a fronte, invece, dei 1100 euro mensili della Germania, dei 1500 euro della Svezia e, addirittura, dei 4000 dollari degli Stati Uniti;
l'Italia, ogni anno, esporta trentamila ricercatori e ne importa solo tremila: ciò significa che vengono investite molte risorse per formare studiosi che, poi, il nostro Paese non è in grado di trattenere. Sono ormai circa seimila all'anno, pari ad un quinto degli italiani che, in media, abbandonano l'Italia, i giovani laureati italiani che trovano facilmente lavoro in altri Paesi più industrializzati del nostro, con livelli di retribuzione adeguati ed
interessanti prospettive scientifiche. Di conseguenza, non di «fughe» si tratta, bensì di mobilità verso occasioni retributive e professionali più allettanti;
il cosiddetto «programma di rientro dei cervelli», avviato a seguito dell'adozione del decreto ministeriale del 26 gennaio 2001 («Incentivi a favore della mobilità di studiosi italiani e stranieri impegnati all'estero»), è stato confermato, nella XIV legislatura, dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Letizia Moratti, che prorogò il programma fino al 2005;
a fronte della grave mancanza di appropriate politiche di sostegno da parte del Governo di centrosinistra, la ricerca scientifica viene finanziata grazie all'approvazione, in sede di discussione della legge finanziaria per il 2008, di un specifico emendamento presentato, al Senato della Repubblica, da Alleanza Nazionale, che incentiva di 40 milioni di euro il finanziamento dei dottorati di ricerca;
un altro aspetto della problematica su cui si richiama l'attenzione del Governo è quello che attiene alla mancanza di risorse umane specializzate in determinate discipline scientifico-tecnologiche, di cui il mercato italiano ha bisogno per diventare più competitivo;
da tempo gli industriali italiani chiedono, infatti, al Governo di rilanciare la formazione tecnico-scientifica, così da ridurre la propria dipendenza sulla ricerca realizzata all'estero;
tra i settori in cui, ad esempio, le aziende italiane hanno maggiore sete di specializzazione ci sono la bioingegneria, la chimica, la meccanica strumentale e, perfino, la raffinazione del petrolio -:
se il Governo non intenda varare finalmente un insieme di adeguate e concrete misure di carattere normativo ed economico-finanziario, al fine di fronteggiare un'emergenza non più sostenibile, che impedisce all'Italia di crescere in termini di sviluppo della propria ricerca scientifica, a vantaggio di altri Paesi industrializzati (come, ad esempio, gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia), che, in regime di concorrenza, sono, invece, strategicamente sostenuti da lungimiranti politiche di governo.(3-01432)
(13 novembre 2007)