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Allegato B
Seduta n. 245 del 19/11/2007
SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
MELONI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
è stata registrato ovunque nel mondo un aumento esponenziale del consumo di psicofarmaci per i minori, con incrementi nelle vendite fino a dieci volte negli ultimi dieci anni;
la tendenza all'iper-medicalizzione del disagio di bambini ed adolescenti è, purtroppo, ormai un fatto acclarato;
a maggio 2007, anche in Italia, sono stati approvati due psicofarmaci destinati ai bambini, il metilfenidato (nome commerciale Ritalin ®) e l'atomoxetina (nome commerciale Strattera ®);
sull'opportunità di somministrare questi potenti prodotti psicoattivi ai minori la comunità scientifica non è assolutamente concorde, come risulta dalle numerose dichiarazioni di medici, psichiatri e neuropsichiatri infantili, psicologi e pedagogisti, pubblicate su riviste specializzate e su organi di stampa ad ampia diffusione, italiani e stranieri;
l'International Narcotic Control Board dell'ONU ha affermato che «l'uso di sostanze eccitanti quali il metilfenidato/Ritalin per la cura del Deficit di Attenzione/Disturbi d'Iperattività (ADHD) è aumentato di un sorprendente 100 per cento in più di 50 paesi; in Australia, Belgio, Canada, Germania, Islanda, Irlanda, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Spagna e Regno Unito, l'uso delle sostanze stupefacenti potrebbe raggiungere livelli alti quanto quelli degli Stati Uniti; il Consiglio si appella quindi affinché le nazioni valutino la possibile sovrastima dell'ADHD e frenino l'uso eccessivo del metilfenidato/Ritalin»;
l'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l'Agenzia Italiana del Farmaco, han predisposto una serie di protocolli diagnostico-terapeutici al fine di limitare gli abusi e gli usi impropri di questi psicofarmaci sui minori;
il più rappresentativo consorzio italiano per la farmacovigilanza per l'età pediatrica, «Giù le Mani dai Bambini» ®, composto da 160 enti tra i quali dieci prestigiose Università, quindici Ordini dei Medici, ed associazioni genitoriali e socio-sanitarie, ha esaminato nel dettaglio questi protocolli ed ha preso una posizione critica, giudicandoli certamente migliori di quelli americani (in USA sono undici milioni i minori sotto terapia) ma comunque del tutto insufficienti a garantire il profilo minimo di sicurezza per i piccoli pazienti;
una delegazione parlamentare si è recata a giugno 2007 presso l'Agenzia Italiana del Farmaco, ascoltando congiuntamente la Presidente dell'AIFA, il Direttore Generale e diversi membri del consiglio di Amministrazione, nonché delegati/dirigenti dell'Istituto Superiore di Sanità;
in tale occasione è stata formalmente richiesta l'attivazione di un tavolo interistituzionale di confronto con lo scopo di rivedere tali protocolli in senso più restrittivo;
il tavolo è stato attivato e risulta composto da rappresentanti del Ministero della salute, dell'Agenzia Italiana del Farmaco, dell'Istituto Superiore di Sanità e del Comitato «Giù le Mani dai Bambini» ®;
in data 27 settembre la Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale ha richiesto la convocazione in audizione di una serie di membri del Consiglio di Amministrazione e di dirigenti dell'Agenzia Italiana del Farmaco per sospetto conflitto d'interesse con riguardo ad eventuali rapporti con i produttori dei farmaci, in quanto detti soggetti «potrebbero essere passati dalla posizione di controllati a quella di controllori»;
una parte significativa della comunità scientifica e della stessa società civile ha richiesto la modifica in senso restrittivo di
questi protocolli e non è chiaro il motivo per cui sia l'ISS che l'AIFA siano di fatto indisponibili ad apportare tali modifiche, ovvero siano disponibili solo formalmente, in quanto in oltre cinque mesi di lavoro al tavolo congiunto ogni specifica richiesta di revisione dei protocolli è stata sistematicamente disattesa dagli organismi di controllo sanitario, e non uno dei rilievi critici ad essi notificati si sia tradotto in nuove misure di sicurezza a tutela dei piccoli pazienti -:
se non ritenga opportuno provvedere alle più opportune ed approfondite verifiche - anche patrimoniali - su tutti gli specialisti componenti il suddetto tavolo tecnico interistituzionale, sia di parte AIFA che di parte ISS, al fine di fugare i sospetti di potenziale conflitto d'interesse già apparsi su alcuni organi di stampa, sospetti tali da recare nocumento alla credibilità delle nostre istituzioni;
se non ritenga opportuno disporre comunque - trattandosi di incarichi delicati afferenti la predisposizione e la valutazione di meccanismi atti a garantire il diritto alla salute dei bambini - affinché tali professionisti siano obbligati a render noto - ora ed in futuro, per preciso obbligo di trasparenza verso la cittadinanza - ogni legame di ordine finanziario o di qualunque altro genere con le aziende produttrici dei farmaci in discussione, ivi inclusi contratti di ricerca od accordi di sostegno siglati dai dipartimenti universitari e/o dagli istituti di ricerca ove essi prestano servizio;
se non ritenga opportuno disporre la sospensione immediata, ancorché temporanea, della somministrazione di tali psicofarmaci ai minori, dal momento che i protocolli che ne regolano la somministrazione sono stati da più di una fonte autorevole giudicati ancora insoddisfacenti, e che somministrare detti prodotti psicoattivi ad un minore senza i requisiti minimi di sicurezza potrebbe creare grave nocumento alla salute del piccolo paziente;
se non ritenga opportuno sollecitare il tavolo tecnico interistituzionale a dare esito senza ulteriore ritardo alle modifiche in senso più restrittivo dei protocolli per la somministrazione di psicofarmaci ai minori nel nostro paese, al fine di garantire che tali prodotti siano utilizzati solo ed esclusivamente come ultima risorsa terapeutica, sotto stretto e continuo controllo medico, per periodi limitati di tempo, e privilegiando comunque approcci validati scientificamente ma non farmacologici per la risoluzione dei disagio dei più piccoli.
(4-05695)
BERTOLINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
le vendite della cosiddetta «pillola del giorno dopo» sono, negli ultimi 7 anni, aumentate del 59 per cento e, dato ancora più allarmante, il 55 per cento delle acquirenti hanno meno di 20 anni;
dal giugno 2006 al luglio 2007 sono state vendute in Italia oltre 356 mila pillole, ovvero quasi 1.000 al giorno;
moltissime ragazzine, e anche molte donne adulte usano la pillola del giorno dopo come un vero e proprio contraccettivo e non si servono quasi più, invece, di quelli tradizionali come il preservativo, i cerotti o la pillola mensile;
le malattie veneree sono aumentate vertiginosamente, a causa proprio della mancata protezione delle ragazze durante i rapporti sessuali con i partner, tanto che papillomavirus, chlamydia, herpes genitale, gonorrea e sifilide vengono riscontrati in un numero di donne fino a 6 volte superiore a quello di pochi anni fa;
in Italia, inoltre, ogni anno vengono diagnosticati oltre 4.000 casi nuovi di Aids e la quasi totalità di questi sono dovuti a rapporti sessuali non protetti -:
se il Ministro sia a conoscenza di questi dati allarmanti;
se non ritenga necessario attivare una serie di iniziative volte a disincentivare l'uso della pillola del giorno dopo, visto che sembra essere diventata, nella coscienza
femminile, una soluzione facile e poco impegnativa per evitare gravidanze non volute e, in caso affermativo, quali;
se non ritenga di dover attivare una campagna informativa rivolta alle donne per spiegare che la pillola del giorno dopo è un farmaco molto dannoso per il fisico femminile, a causa della grande quantità di ormoni che contiene e, in caso affermativo, di che tipo;
come pensa di intervenire per arginare l'aumento vertiginoso delle malattie veneree;
se non ritenga necessario intervenire, affinché i giovani recuperino un maggior rispetto per il valore della vita e, in caso affermativo, come;
se non ritenga che i Consultori potrebbero essere degli ottimi strumenti di consiglio e sostegno per le donne e le ragazze in difficoltà, se davvero rappresentassero uno strumento per disincentivare il ricorso alla pratica abortiva, che è sempre e comunque un dramma terribile per chi lo affronta.
(4-05697)
BERTOLINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
le persone che assumono cocaina in Italia sono in costante aumento e l'utilizzo di questa droga si sta espandendo tra tutti i ceti della società e soprattutto tra i giovanissimi;
dall'ultimo congresso Federserd è emerso che sempre più persone ricorrono alla chirurgia plastica per rifarsi il setto nasale distrutto dalla droga;
quando una persona sniffa cocaina provoca un danno ai tessuti della mucosa nasale e, nel corso del tempo, il setto nasale si deteriora a tal punto da costringerla a respirare solo attraverso la bocca;
fino a poco tempo fa le ricostruzioni del naso per eccessivo uso di cocaina erano rarissime (1 su 100), oggi invece sono moltissime e si sono create addirittura liste di attesa di un anno e mezzo per poter effettuare l'intervento;
nelle cliniche private questa operazione arriva a costare fino a 10.000 euro, mentre è stato consentito alle strutture ospedaliere pubbliche di operare i cocainomani gratuitamente e di equiparare i danneggiamenti del setto nasale, causati dalla droga, ai «danni funzionali» dell'organismo -:
quali siano le motivazioni che hanno indotto il Ministro a non escludere la possibilità per i consumatori di droga, persone che scelgono volontariamente di danneggiare la propria salute, di utilizzare un servizio pubblico per curare i sintomi del loro vizio;
se sia a conoscenza del fatto che chi si opera gratuitamente spesso non si rende conto della gravità della sua situazione e tende a ricadere nel tunnel della droga;
se non ritenga che il costo elevato di questo tipo di intervento chirurgico, se lasciato a carico del paziente, possa fungere anche da deterrente per i cocainomani e possa convincerli a non assumere più sostanze stupefacenti, visti i gravi danni che ha loro procurato;
se ritenga giusto che siano onesti cittadini a dover pagare le spese per queste operazioni;
a quanto ammontino i costi a carico del Servizio sanitario nazionale per questi interventi chirurgici;
se non intenda intervenire su questa problematica e, in caso affermativo, come.
(4-05698)