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Allegato B
Seduta n. 245 del 19/11/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta scritta:
BIANCHI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto previsto dalla Direttiva 2006/12/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai rifiuti, non ancora recepita nel nostro ordinamento, i singoli Stati membri devono mirare alla creazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento, in modo da raggiungere l'autosufficienza in materia di smaltimento dei rifiuti; inoltre, in materia di gestione dei rifiuti si deve essenzialmente mirare alla protezione della salute umana e dell'ambiente contro gli effetti nocivi della raccolta, del trasporto, del trattamento, dell'ammasso e del deposito dei rifiuti;
nel territorio della città di Crotone, in località Columbra, è ubicata una discarica di smaltimento di rifiuti solidi urbani, perfettamente operante, gestita dalla Società SOVRECO S.p.A. che garantisce l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti della provincia di Crotone e, già da molti anni, accoglie anche i rifiuti provenienti da tutte le altre province calabresi;
con l'ordinanza n. 6305 dello scorso 31 ottobre - ultimo giorno di commissariamento ambientale in Calabria - dal Commissario per l'emergenza ambientale nel territorio della regione è stato autorizzato l'ampliamento della discarica in oggetto al fine di poter accogliere, oltre ai rifiuti dell'area del crotonese, anche quelli provenienti dalla provincia di Cosenza;
in provincia di Cosenza, nel comune di Celico, esiste una discarica privata autorizzata sin dal 2002, ad oggi mai entrata in esercizio, utilizzabile nelle more della realizzazione delle volumetrie necessarie a soddisfare la necessità di smaltimento rifiuti nella provincia cosentina;
la discarica della città di Crotone, sita in località Columbra, non può continuare ad essere utilizzata, come invece accade da molto tempo, per il conferimento e lo smaltimento dei rifiuti prodotti da tutte le altre province calabresi. Si pensi soltanto che, ad oggi, presso di essa confluiscono 124 Comuni di cui soltanto 19 dalla provincia di Crotone e tutti gli altri dalla Provincia di Cosenza per un quantitativo di oltre 210.000 t/anno di cui soltanto 22.000 provenienti dalla provincia di Crotone;
l'ampliamento della discarica sita in località Columbra avrebbe come obiettivo quello di contribuire al superamento dello stato di emergenza rifiuti, alla base del vigente Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria, in cui da anni versa il territorio regionale, ma è contrario al principio di autosufficienza in materia di smaltimento dei rifiuti di cui parla la Direttiva 2006/12/CE e, inoltre, avrà come effetto quello di peggiorare le condizioni igienico-sanitarie e l'ambiente della località in cui è sita la discarica ed avrà effetti altrettanto negativi anche sulla viabilità stradale e ferroviaria, con conseguente aggravio dei costi di gestione sia per la provincia che per la regione;
l'amministrazione provinciale e il consiglio comunale di Crotone hanno pertanto espresso un parere fortemente negativo all'ampliamento non rivolto alla
sola autosufficienza ed inoltre l'ipotesi di un ampliamento ha indotto circa 30 associazioni a costituire il «Comitato no alla discarica» che ha raccolto oltre 11.000 firme a sostegno di una petizione popolare che avrebbe voluto impedire quello che, invece, l'Ufficio regionale per l'emergenza ambientale ha autorizzato con la suddetta ordinanza;
la popolazione residente nella località denominata Poggio Pudano, località limitrofa al sito in cui insiste la discarica, lamenta da tempo inconvenienti igienico- sanitari, producendo esposti che hanno indotto gli Uffici del settore ambiente dipartimento prevenzione dell'ASL di Crotone a disporre numerosi sopralluoghi;
sulla città di Crotone già pesano le problematiche ambientali legate alla bonifica del sito della ex-Pertusola Sud, azienda operante nel settore della lavorazione dello zinco che ha prodotto negli anni una ingente quantità di rifiuti tossici derivanti dai processi idrometallurgici di produzione;
l'area industriale di Crotone è stata inserita nei siti inquinati d'interesse nazionale con il decreto 468/2001 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio;
recenti indagini epidemiologiche hanno evidenziato una crescente diffusione di patologie neoplastiche, respiratorie e cardiocircolatorie e uno studio dell'OMS ha rilevato un eccesso di mortalità per patologie respiratorie e carcinoma alla laringe nel territorio di Crotone;
l'ampliamento della discarica aggrava ulteriormente la situazione ambientale del crotonese, che al contrario richiede interventi strutturali e di promozione delle buone pratiche, a partire dalla raccolta differenziata dei rifiuti, per la tutela del territorio e della salute dei cittadini -:
quali provvedimenti si intendano assumere per verificare eventuali comportamenti omissivi da parte dell'ufficio del Commissario nell'adottare tutti quei provvedimenti necessari per predisporre o mettere in esercizio nella provincia di Cosenza siti di capacità tali da sopperire alle richieste di smaltimento dei rifiuti dei comuni della provincia medesima, evitando pertanto di congestionare la discarica sita in località Columbra così effettuando sinora scelte profondamente inadatte a dare risposta all'emergenza rifiuti della regione Calabria oltre che compromissive dell'ambiente, della sicurezza igienico-sanitaria delle popolazioni residenti e della viabilità;
quali iniziative intenda intraprendere per mettere fine in via definitiva allo stato di permanente emergenza rifiuti che affligge da anni la regione Calabria, incentivando la creazione di una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento e l'autosufficienza di tutte le province nella gestione dei rifiuti prodotti, nonché la promozione della raccolta differenziata che allo stato viene praticata solo in alcuni piccoli centri.
(4-05692)
HOLZMANN. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gli organi di informazione, recentemente, hanno riportato le seguenti notizie relative ad operazioni delle forze dell'ordine aventi come oggetto il sequestro di materiale radioattivo;
lo scorso ottobre è stato sequestrato un tir, diretto verso la Sardegna, contenente polveri contaminate da isotopi radioattivi provenienti da un'acciaieria di Brescia;
nel mese di settembre, i Carabinieri della Sezione da Inquinamento da Sostanze Radioattive, in una casa di cura di Catania, hanno sequestrato sorgenti radioattive ad alta attività, detenuta senza alcuna autorizzazione in locali inadatti e senza qualsivoglia misura di sicurezza;
tali sequestri sono solo gli ultimi in ordine di tempo e tali sostanze radioattive sono ampiamente diffuse, trovando impiego
sia nel settore sanitario, sia in quello industriale, in particolare nel nord del nostro Pese;
le aziende adibiscono ai processi produttivi che utilizzano sorgenti radioattive ad alta attività troppo spesso personale precario, anche di provenienza straniera, e ciò comporta intuibili conseguenze sul piano della sicurezza e della prevenzione;
in sede comunitaria il Consiglio dell'Unione europea ha emanato la Direttiva 22 dicembre 2003, n. 2003/122/Euratom, in materia di «controllo delle sorgenti radioattive sigillate ad alta attività e delle sorgenti orfane», recepita dall'Italia con il decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 52, nel quale è stato previsto, tra l'altro, un regime transitorio per l'implementazione della sicurezza passiva;
il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è dotato di ampi poteri e strumenti per il controllo e la prevenzione dell'uso di tali sostanze, e si può avvalere anche della collaborazione di unità specializzate delle Forze dell'Ordine competenti per il controllo del territorio in relazione a possibili danni all'ambiente causati da sostanze radioattive -:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare, terminato il periodo transitorio di cui sopra, al fine di garantire che le aziende di settore rispettino della normativa europea e nazionale;
se non ritengano opportuno procedere ad un monitoraggio e ad una mappatura dell'utilizzo di tali sorgenti radioattive, sia come materia prima nei processi produttivi che nella forma di rifiuti di processi industriali;
se ritengano adeguatamente dimensionato l'apparato di controllo, di verifica e di repressione come attualmente organizzato al fine di regolare l'accesso alle sorgenti radioattive, evitarne lo smarrimento, il danneggiamento o il trafugamento;
quali siano stati gli esiti delle ispezioni e dei controlli sino ad oggi effettuati.
(4-05694)