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Allegato B
Seduta n. 252 del 29/11/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
FRANCI, VELO e FILIPPESCHI - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni in molti articoli di cronaca si è dato particolare risalto alla pubblicazione dell'orario on-line di Trenitalia valido a partire dal 9 dicembre 2007;
da tale pubblicazione risulterebbe soppresso l'intercity plus 527 Torino Porta Nuova-Salerno, delle ore 13,05;
questo treno è utilizzato ogni giorno per motivi di lavoro, da molti pendolari studenti, lavoratori, impiegati, medici, eccetera sulle tratte intermedie che collegano le varie città della costa ed in particolare il tratto Pisa-Livorno-Grosseto;
la soppressione di tale treno determinerebbe un vuoto di quattro ore nella percorrenza Nord Sud della linea ferroviaria Tirrenica, determinando una frattura nei collegamenti essenziali fra il Nord ed il Sud del paese;
determinerebbe un gravissimo disagio a tutti quei lavoratori pendolari che non hanno valide alternative di collegamento e trasporto, arrecando un grave danno economico e sociale a tutta l'area;
causerebbe un ulteriore impoverimento della linea ferroviaria Tirrenica già fortemente penalizzata -:
se non ritenga di intervenire nei confronti delle Ferrovie dello Stato, al fine di mantenere inalterato un servizio essenziale per il normale svolgersi delle attività economiche, lavorative e dei collegamenti nella dorsale tirrenica che, garantisce la percorrenza fra il nord ed il sud di questa area del paese.
(5-01828)
Interrogazioni a risposta scritta:
MIGLIORI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
le rilevanti agevolazioni fiscali oggi previste a favore delle cooperative della grande distribuzione sono giustificate in vista del raggiungimento dello scopo mutualistico;
il suddetto fine mutualistico risulta ad oggi soppiantato da mere logiche imprenditoriali, in niente differenti rispetto alle concorrenti aziende del settore;
pertanto le suddette agevolazioni fiscali comportano un illecito vantaggio competitivo in violazione del principio di concorrenza;
proprio tale questione, sulla base dell'ordinanza della Corte di cassazione n. 3525/2006, è ad oggi all'esame della Commissione UE,
con l'ordinanza n.3525/2006, la Corte di cassazione, si è rivolta alla Commissione europea per avere chiarimenti proprio sul regime tributario che il legislatore fiscale italiano riserva al settore delle cooperative e che alla base di tale ordinanza vi è in particolare la richiesta di precisare se il regime fiscale delle società cooperative italiane integri la fattispecie di aiuto di Stato;
la citata ordinanza della Corte Suprema dispone che vengano chieste alla Commissione dell'Unione europea le seguenti informazioni:
a) se siano qualificabili come aiuti di Stato le misure di agevolazione fiscale disposte a favore di società cooperative;
b) quali siano le determinazioni assunte dalla Commissione sulle misure fiscali agevolative, nei confronti di società cooperative, in ogni settore di attività (compresa quella bancaria);
c) quali siano gli elementi per valutare la compatibilità con le norme in materia di aiuti di Stato degli effetti prodotti nell'ordinamento interno di norme (in favore di cooperative) derogatorie del diritto societario e comunitario comune».
secondo la Corte è infatti fuori dubbio «che i regimi fiscali di favore concessi a determinate imprese o produzioni possono costituire aiuti di Stato, ed essere, quindi, soggetti alla disciplina contenuta negli articoli 87 e 88 del Trattato CE, e in particolare all'obbligo della notifica alla Commissione e al controllo di quest'ultima sulla loro compatibilità col mercato comune;
la medesima Corte ha sottolineato che «la necessità di ottenere un quadro il più possibile completo delle iniziative assunte dalla Commissione deriva soprattutto dal fatto che le decisioni di tale organo in materia di aiuti di Stato - come affermato da una consolidata giurisprudenza della Corte di Giustizia, a partire dalla sentenza 6 ottobre 1970 in causa n. 9, Leber-Pfennig e, in modo ancora più netto, dalla decisione 9 marzo 1994 in causa C-188/92, Textilwerke Deggendorf GmbH - sono vincolanti, non solo per lo Stato destinatario, ma anche per i soggetti dell'ordinamento nazionale, ivi compresi i giudici e le pubbliche amministrazioni. L'efficacia delle decisioni comporta, oltre all'obbligo dello Stato membro di modificare o eliminare le misure fiscali di aiuto, anche quello delle autorità nazionali di disapplicare gli atti normativi interni, anche di rango legislativo, in contrasto con le decisioni stesse, come riconosciuto anche da questa Suprema Corte nella sentenza n. 17564/2002... È necessario, inoltre, conoscere le valutazioni della Commissione sull'adeguatezza del sistema di controlli per garantire il rispetto del perseguimento dei fini di mutualità, che costituiscono la giustificazione delle diverse forme di agevolazione, tenuto conto della assai rilevante presenza delle imprese cooperative in diversi settori del mercato;
lo scopo perseguito (e da perseguire) è essenzialmente quello di garantire parità di condizioni fra i soggetti che svolgono attività a carattere economico, evitando che taluni di essi possano essere favoriti dalla concessione di illeciti aiuti di Stato -:
quali siano ad oggi le giustificazioni delle diverse forme di agevolazione, tenuto conto della assai rilevante presenza delle imprese cooperative in diversi settori del mercato;
quali risposte abbia dato il Governo in ordine alle richieste della Commissione relativamente all'adeguatezza del sistema di controlli per garantire il rispetto del perseguimento dei fini di mutualità;
quali siano state le eventuali valutazioni della Commissione;
se il Governo, adeguandosi all'indirizzo comunitario, intenda eliminare, o quanto meno modificare, le suddette misure fiscali di aiuto.
(4-05788)
CAPEZZONE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in una nota del 12 novembre 2007, Assoimprenditori Alto Adige-Unternehmer Verband Südtirol torna nuovamente sulla tematica dell'eccessiva pressione fiscale cui sono sottoposte le imprese altoatesine. Ciò si traduce, come si legge nel comunicato stampa del Presidente dell'associazione Christof Oberrauch, «in concorrenza sleale ai danni delle aziende sudtirolesi aderenti ad Assoimprenditori che realizzano grandi fatturati. Mentre le aziende concorrenti in Germania ed Austria versano tra il 22 ed il 30 per cento di tasse, le aziende altoatesine dell'industria e del commercio all'ingrosso devono far fronte ad una pressione fiscale doppia se non tripla»;
da un'indagine condotta sulle 100 più grandi aziende dell'Alto Adige, stilata in base al fatturato, emerge che le 10 maggiori aziende associate di ciascun Comprensorio di Assoimprenditori devono sopportare una pressione fiscale media del 65 per cento (Ires e Irap) nei Comprensori Bolzano-Bassa Atesina, Burgraviato-Val Venosta e Val Pusteria, del 55 per cento in Valle Isarco e Wipptal;
già da tempo il mondo imprenditoriale dell'Alto Adige, in sintonia con la maggioranza di quello nazionale, sottolinea le difficoltà cui è sottoposto dal perseverare di un eccessivo prelievo fiscale e dal perdurare di una vera e propria giungla burocratica. A seguito di tale situazione e nonostante l'economia altoatesina goda di buona salute, non dovrà stupire se una quota sempre maggiore di capitale e di imprese decideranno di delocalizzare la propria produzione fuori Italia;
tale situazione ha avuto eco nazionale in un'inchiesta giornalistica condotta nel corso dell'estate scorsa dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore (8 agosto 2007), in cui si sottolineava come una condizione «fisiologica» per una provincia di confine rischia di diventare «patologica» quando anche realtà imprenditoriali di grosso calibro come Fercam e Salewa iniziano a ripensare le proprie strategie imprenditoriali, guardando sempre con maggior attenzione le attrattive offerte dagli Stati confinanti;
se Paesi come l'Austria, grazie alla riduzione della corporate tax (tasso del 25 per cento di imposte sul reddito d'impresa) e a una serie di incentivi, è ormai molto allettante per le imprese, soprattutto altoatesine, il resto del Nordest rivolge il proprio interesse verso realtà come Slovenia e Croazia e Länder austriaci come la Stiria, la Carinzia e l'Ost Tirol;
anche le imprese di Lombardia e Piemonte stanno guardando con sempre più attenzione a quello che accade nella vicina Svizzera, in cui, a partire dal Cantone dei Grigioni, vengono studiate e messe in opera iniziative volte ad attrarre l'insediamento di imprese con offerte di garanzie finanziarie, contributi e agevolazioni fiscali -:
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine, da un lato, di fronteggiare una situazione a dir poco preoccupante, e dall'altro, per rilanciare una politica capace di attrarre nel nostro paese capitali e investimenti produttivi esteri, adeguandosi a quelle scelte lungimiranti adottate dai nostri vicini.
(4-05800)