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Allegato B
Seduta n. 255 dell'11/12/2007
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
in Italia, ogni giorno, muoiono in media sul lavoro da tre a quattro persone, per un totale di oltre novecento vittime all'anno;
nella notte fra il cinque e sei dicembre, uno spaventoso incendio, causato dalla rottura dell'impianto di raffreddamento, ha devastato un reparto delle acciaierie ThyssenKrupp di Torino, provocando la morte di 4 operai - Antonio Schiavone, Roberto Scola, Bruno Santino e Angelo Laurino - e il ferimento di altri tre, ancora ricoverati negli ospedali in pericolo di vita;
le prime informazioni fanno ipotizzare che ci sia stata negligenza nella manutenzione degli estintori;
la magistratura torinese ha avviato le indagini per risalire alle cause ed alle eventuali responsabilità del gravissimo incidente;
anche l'Azienda sanitaria locale competente è stata incaricata, su richiesta delle organizzazioni sindacali, a svolgere un'inchiesta per tentare di far luce sui motivi che hanno provocato la tragedia, ed in conseguenza autorizzarne la riapertura;
la ThyssenKrupp aveva deciso a luglio di chiudere lo stabilimento di Torino, concentrando l'attività su quello di Terni, ma nel capoluogo piemontese vi erano ancora 200 operai;
secondo i sindacati la linea 5, dove sono divampate le fiamme, aveva subito un'intensificazione della produzione e l'azienda aveva deciso di mantenerla attiva fino a giugno 2008 e «alcuni lavoratori coinvolti nell'incendio erano in straordinario da 4 ore, quindi al lavoro da 12 ore consecutive» -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per fare al più presto completa luce sulla tragedia, individuando pienamente le responsabilità;
come il Governo intenda attuare nei tempi più brevi possibili le misure previste dalla legge 133 del 2007, «Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro»;
quali provvedimenti l'esecutivo intenda assumere per intensificare l'attività degli ispettori del lavoro.
(2-00883)«Buontempo, Pezzella, Garnero Santanchè, Salerno, Brugger».
Interrogazioni a risposta scritta:
SALERNO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
presso gli stabilimenti della Thyssen Krupp di Torino si è verificato un gravissimo incidente che ha comportato la morte di quattro operai e il ferimento grave di altri addetti alle linee di produzione;
nonostante le rassicurazioni fornite oggi dall'azienda in questione in merito alla sicurezza, i rappresentanti sindacali e alcuni operai, come si evince dagli organi di stampa, affermano che nello stabilimento coinvolto non si faceva più manutenzione, non esisteva una squadra antincendio interna, non erano presenti mezzi di comunicazione, né era presente acqua nelle manichette;
la gravità della situazione, visto anche l'inaccettabile entità delle vittime dell'incidente, ci deve portare ad appurare i fatti in maniera estremamente scrupolosa
al fine di accertare le reali cause di questa ennesima sciagura che affligge il mondo del lavoro italiano;
se le misure di prevenzione e di sicurezza, presso gli stabilimenti Thyssen Krupp di Torino, coinvolti nell'incidente sopra citato, fossero a norma di legge;
se si svolgessero con regolarità tutti i controlli previsti in materia di sicurezza e a chi fossero affidati suddetti controlli;
se vi siano conflitti di interesse tra chi controllava e i consulenti dell'impresa;
quali misure si intenda adottare al fine di accertare con tempestività ed accuratezza eventuali responsabilità dell'azienda e/o degli incaricati della sicurezza.
(4-05865)
MOFFA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle comunicazioni, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
il 9 novembre 2007 sull'inserto economico Libero Mercato allegato al quotidiano Libero veniva pubblicato un articolo dal titolo Spoil system incostituzionale. Nel testo veniva riportata la cronaca della vicenda che vede contrapposto il Ministero delle comunicazioni e il dottor Giovanni Bruno, direttore generale per i servizi di comunicazione elettronica e radiodiffusione del Ministero stesso;
il suddetto incarico di livello dirigenziale generale è stato conferito al dottor Giovanni Bruno con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 25 novembre 2005, su proposta motivata del Ministro delle comunicazioni il 28 settembre 2005, ai sensi dell'articolo 19, commi 4 e 5-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, così come modificato dalla legge 350 del 2003;
secondo quanto si apprende dagli organi di stampa il Ministero delle comunicazioni nella persona del Segretario generale, il 4 dicembre 2006 comunicava al dottor Bruno che «non essendo intervenuto provvedimento di conferma da parte dell'amministrazione la S.V. deve intendersi decaduta con decorrenza immediata dall'incarico»;
la normativa cui il Segretario generale fa riferimento in merito alla suddetta comunicazione è il decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, articolo 2, commi 159 e 161, che modifica il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, stabilendo che gli incarichi di funzione dirigenziale non di ruolo conferiti prima del 17 maggio 2006 cessano, ove non confermati, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto;
la procedura amministrativa seguita dal Segretario generale del Ministero, attraverso la quale il dottor Bruno è stato dichiarato decaduto dall'incarico di direttore generale per i servizi di comunicazione elettronica e di radiodiffusione dello stesso dicastero, sembrerebbe essere stata illegittima e gravemente pregiudizievole della posizione, della carriera professionale, della dignità personale e dell'immagine del dottor Bruno. Inoltre a causa della vicenda il dottor Bruno ha purtroppo cominciato a soffrire di depressione reattiva a problemi in ambito lavorativo;
le norme invocate dal Ministero - contenute nell'articolo 2, commi 159 e 161, del decreto-legge 262, poi convertito dalla legge 286 del 2006, modificative dell'articolo 19, comma 8, del decreto legislativo 165 del 2001 - nel caso in questione presentano un fortissimo sospetto di incostituzionalità, per contrasto con gli articoli 97 e 98 della Costituzione, soprattutto alla luce di quanto deciso dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 103 del 2007;
il dottor Bruno - avendo intanto adito il Tribunale di Roma, in funzione di Giudice del lavoro - otteneva un'ordinanza datata 5 aprile 2007 dove veniva ritenuto sussistente il fumus boni iuris; a parere del Giudice, infatti, l'incarico dirigenziale affidato al dottor Bruno rientra nella previsione dell'articolo 23 del decreto
legislativo 165 del 2001, con conseguente inapplicabilità al caso del meccanismo di cessazione automatica introdotto dal decreto-legge 262 del 2006, come convertito dalla legge 286 del 2006. Tutto ciò, peraltro, a prescindere dalla disamina dei profili di incostituzionalità del decreto legislativo 165 del 2001 e dell'istituto della cessazione automatica ope legis degli incarichi dirigenziali, nel frattempo dichiarato incostituzionale con la citata sentenza della Corte costituzionale n. 103 del 2007;
a seguito della suddetta ordinanza del Tribunale, con lettera del 22 marzo 2007, il dottor Bruno ha invitato il Ministero delle comunicazioni al tentativo di conciliazione obbligatorio presso il competente Ufficio provinciale del lavoro;
successivamente, con ordinanza del 6 luglio 2007, il Collegio ha riconosciuto sussistente il periculum in mora rappresentato e documentato dal dottor Bruno ed ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di costituzionalità dell'articolo 2, commi 159 e 161 del decreto-legge 262, disponendo, pertanto, la sospensione del giudizio con trasmissione degli atti alla Corte costituzionale -:
se non si ritenga necessario rendere noti i motivi che hanno impedito al Ministero delle comunicazioni di procedere a tentativo di conciliazione;
perché la sentenza della Corte costituzionale n. 103 del 2007, che riporta effetti immediati nella vicenda del dottor Bruno, non sia stata applicata reintegrando automaticamente il dottor Bruno nell'incarico dirigenziale generale;
se sia stata fatta un'attenta valutazione dei reali costi che la vicenda sta comportando a carico del Ministero delle comunicazioni per mancata efficienza, eccessivo uso dell'istituto dell'interim nell'affidamento degli incarichi dirigenziali, spese legali e quant'altro;
quali ragioni, anche di ordine politico, impediscano al Ministero delle comunicazioni di addivenire ad un tentativo di conciliazione per riportare la vicenda nell'alveo della normalità dei rapporti tra potere politico e strutture dell'amministrazione pubblica;
quali atti si intendano assumere con la massima urgenza per sanare, prescindendo da eventuali danni già causati alla persona del dottor Giovanni Bruno, l'intera situazione dell'organizzazione dei ruoli di direzione generale del Ministero.
(4-05868)