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Allegato B
Seduta n. 256 del 12/12/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
MIGLIORI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
dal 1o dicembre 2007, in base all'articolo 42-bis, comma 3-bis, della legge collegata alla Finanziaria, le cooperative agricole sono esentate dal pagamento dell'ICI, con grave danno per la fiscalità locale che si trova con entrate inferiori alle aspettative di centinaia di milioni di euro;
tale esenzione riguarderà del resto non solo le cooperative agricole, ma anche le cantine sociali, le centrali del latte e gli allevamenti e che nei fabbricati strumentali delle cooperative agricole possono essere fatti rientrare anche grandi stabilimenti industriali, per i quali non ha alcun senso e nessuna giustificazione essere assoggettati alle agevolazioni fiscali previste per i fabbricati rurali;
con l'ordinanza n. 3525/2006, la Corte di cassazione, si è rivolta alla Commissione europea per avere chiarimenti proprio sul regime tributario che il legislatore fiscale italiano riserva al settore delle Cooperative e che alla base di tale ordinanza vi è in particolare la richiesta di precisare se il regime fiscale delle società cooperative italiane integri la fattispecie di aiuto di Stato;
in particolare la citata ordinanza della Corte Suprema dispone che vengano chieste alla Commissione dell'Unione europea «se siano qualificabili come aiuti di Stato le misure di agevolazione fiscale disposte a favore di società cooperative»;
secondo la Corte è infatti fuori dubbio «che i regimi fiscali di favore concessi a determinate imprese o produzioni possono costituire aiuti di Stato, ed essere, quindi, soggetti alla disciplina contenuta negli articoli 87 e 88 del Trattato CE, e in particolare all'obbligo della notifica alla Commissione e al controllo di quest'ultima sulla loro compatibilità col mercato comune» -:
quali siano le giustificazioni di una tale esenzione (anche visto e considerato che lo stesso Governo, con ratio del tutto contraddittoria, intende invece porre all'indice le esenzioni ICI a favore degli enti di culto);
perché il Governo, invece di adeguarsi all'indirizzo comunitario ed eliminare le già esistenti misure fiscali di aiuto, ne preveda addirittura di nuove;
come si preveda che possa sopravvivere la fiscalità locale (se non con l'introduzione di nuove tasse a carico di tutti gli altri cittadini), quando è stato calcolato che, in particolare nei piccoli comuni di Regioni come la Toscana o l'Emilia, a causa di tale esenzione, il gettito complessivo ICI diminuirà di parecchi punti percentuali, con conseguenze gravissime sui bilanci degli Enti locali, comportando una perdita di gettito per cui non è stata prevista la necessaria copertura finanziaria.
(4-05869)
BERTOLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo il quotidiano Il Giornale le Poste Italiane emetteranno un nuovo bando di assunzione per 500 nuovi dipendenti multi-lingue da collocare part time agli sportelli per assistere gli immigrati. I
nuovi contratti saranno firmati nell'arco di due anni e le prime assunzioni sono previste già entro il mese di dicembre. L'aspetto, quanto meno sorprendente, è che metà di questi posti di lavoro sono riservati esclusivamente a cittadini stranieri;
gli stranieri da assumere dovranno possedere determinati requisiti: essere residenti in Italia da almeno tre anni, avere il permesso di soggiorno valido e il casellario giudiziario completamente immacolato;
tutti i neo assunti, italiani e non, dovranno avere meno di 35 anni e possedere almeno un diploma di scuola superiore con punteggio non inferiore ai 70/100 o equivalente per gli stranieri e, soprattutto, conoscere almeno due lingue, non solo quelle europee come inglese, spagnolo, francese, tedesco o russo ma anche una di quelle delle maggiori etnie presenti nel nostro paese come, per esempio, romeno, albanese, arabo, cinese, polacco e così via;
dalle nostre Università escono ogni anno centinaia di ragazzi con lauree in lingue e in mediazione culturale e linguistica, che molto spesso non trovano impieghi adatti alla loro preparazione, come invece sembra essere questo presso le Poste -:
se il Ministro sia a conoscenza che le Poste Italiane, partecipate al 65 per cento dal Ministero dell'economia, abbiano preso la decisione di riservare metà posti di lavoro a cittadini stranieri;
se non ritenga che, in questo caso, ad essere fortemente penalizzati siano gli italiani, preparati e capaci, che non possono usufruire di questa possibilità di lavoro e, molto spesso, sono disoccupati;
come sia possibile che tra i pre-requisiti per i cittadini stranieri che verranno assunti non ci sia anche quello che certifica una buona conoscenza della lingua italiana visto che l'azienda e lo staff di persone con il quale si troveranno a lavorare sono italiani;
quale sia la logica e il motivo che ha spinto l'azienda pubblica Poste Italiane a riservare ben il 50 per cento dei contratti di lavoro a cittadini stranieri;
se non ravvisi una grave discriminazione ai danni dei candidati italiani e, in caso affermativo, come intenda intervenire per sanare tale grave ingiustizia.
(4-05870)
TURCO, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e PORETTI.- Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sul quotidiano Libero del 7 dicembre è apparsa la seguente notizia dal titolo «Sui presenti sconti ICI alla Chiesa Prodi sbatte la porta in faccia alla UE»: «Il Governo Prodi risponde picche alla Commissione europea che aveva chiesto ulteriori informazioni sull'esenzione dell'Ici a favore di enti religiosi, onlus e simili, la riduzione dell'Ires e l'esenzione dalle imposte sui redditi per i fabbricati della Santa sede. Questione delicata: il Vaticano non ha gradito, il polverone è troppo.
Così il Dipartimento delle Politiche Fiscali del ministro dell'Economia risponde che questo argomento richiede "riservatezza di trattazione" e che se si vogliono informazioni più dettagliate venga a prendersele a Roma una delegazione ad hoc. C'è da pensare che anche a Bruxelles ci sia voglia di chiudere qui la questione» -:
se quanto riportato dal quotidiano Libero risponda al vero e, in caso affermativo, se sia a conoscenza di altri casi nei quali paesi membri dell'Unione europea, a fronte di una richiesta di informazioni da parte della Commissione europea, abbiano richiesto che una delegazione ad hoc si recasse nel paese destinatario della richiesta stessa per poterli ricevere;
quali siano le ragioni per le quali ci si appella alla «riservatezza di trattazione» dal momento in cui le procedure dell'Unione in questi casi sono, per loro definizione, riservate; ovvero quale sia la richiesta ulteriore formulata in aggiunta
alla riservatezza che è propria del procedimento comunitario.
(4-05877)
VICO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la capacità di erogare consulenze altamente onerose, con scelte gestionali spesso non ispirate a criteri di trasparenza ha caratterizzato negli ultimi anni, l'attività dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, per cui in questi anni si è registrato un sempre più disinvolto e ampio utilizzo della delega di poteri ex articolo 2389 del codice civile;
tale anomalia è stata riscontrata anche nel controllo effettuato dalla Corte dei Conti, che negli anni 2003 e 2004, ha eseguito specifiche perizie sulla gestione finanziaria dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, riscontrando che tale dispendiosa pratica viene realizzata senza alcuna informativa ex post nei confronti del Consiglio di amministrazione, così come specifica nella delibera n. 64 del 2005 del 24 novembre 2005 la sezione di controllo su gli enti, quando dice che «risulta penalizzato lo steso diritto-dovere del Ministero azionista di essere adeguatamente informato, per il tramite dei componenti l'organo consiliare di provenienza burocratica, su vicende gestionali di particolare delicatezza e complessità ai fini della propria attività di indirizzo e controllo»;
le consulenze onerose continuano ad essere una consuetudine all'interno dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, se si considera che affidamenti per decine di milioni di euro l'anno, spesso frazionati per eludere le gare, sono stati realizzati per l'attività telematica e informativa e per la realizzazione di sistemi informativi propedeutici all'introduzione del cosiddetto «passaporto elettronico». Affidamenti, anche questi, avvenuti senza alcuna gara o evidenza pubblica attraverso la procedura di trattativa privata;
gli aspetti nebulosi di questa vicenda rischiano inoltre di creare ulteriore confusione attorno al progetto della Carta d'Identità Elettronica (CIE), che partito in emissione sperimentale, in attesa di più sicure tecnologie di sicurezza, ora è nel ristagno totale a causa di varie realtà che se ne contendono la gestione -:
se il Ministro interrogato non intenda vigilare sulla gestione dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. e in particolar modo sulle procedure di trattativa privata che chiaramente disattendono le previsioni normative del codice degli appalti (decreto legislativo n. 163 del 2006);
se non intenda verificare sulla corretta e trasparente gestione del «progetto paese» relativo alla Carta d'Identità Elettronica, considerate, inoltre le ricadute tecnologiche che potrebbero gravare sulle amministrazioni pubbliche locali coinvolte.
(4-05881)