Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 259 del 15/12/2007
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
CAPARINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'emanazione in Gazzetta Ufficiale del decreto flussi per l'anno 2008, stiamo assistendo ad un vero e proprio assalto agli Uffici dei Sindacati ai CAAF da parte di extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno che si rendono disponibili ad inoltrare la domanda per il rilascio della nullaosta al lavoro in favore di loro connazionali amici e/o parenti al solo fine di far ottenere loro un regolare permesso di soggiorno;
in buona sostanza non si tratta di vere e proprie aziende, ma di persone fisiche che dichiarano di voler assumere
un domestico o una domestica per un minimo di 20/25 ore settimanali o di piccoli artigiani, sempre extracomunitari, molto spesso muratori, che dichiarano di voler assumere un dipendente per necessità di lavoro, avendo un volume d'affari annuo irrisorio (euro 15.000/euro 20.000 che certamente non sono in grado di poter sostenere il costo di un operaio);
per il datore di lavoro domestico le circolari ministeriali definiscono in modo compiuto i parametri per la valutazione della capacità economica, lo stesso non avviene per il datore di lavoro non domestico, per il quale la valutazione è rinviata in modo generico a due parametri importanti, quali fatturato e l'utile di esercizio, senza introdurre tuttavia alcuna scala di valori;
nel caso in cui la domanda fosse accolta i datori di lavoro procederanno all'assunzione al solo fine della regolarizzazione per poi procedere al licenziamento nel momento in cui il lavoratore extracomunitario chiamato abbia ottenuto il permesso;
le domande sostanzialmente fasulle rallentano le procedure e appesantiscono l'amministrazione a danno dei veri imprenditori che realmente necessitano di mano d'opera e rischiano di non essere autorizzati;
è prevedibile che a causa del raggiro della norma le domande inoltrate saranno superiori alle quote ammesse (ora 170.000) per cui assisteremo, com'è successo lo scorso anno, ad un ampliamento delle quote stesse in quanto le aziende hanno esigenza di lavoratori;
la legge Bossi-Fini è snaturata a strumento per una vera e propria sanatoria -:
quale sia la percentuale di datori di lavoro stranieri sul totale delle richieste di regolare permesso di soggiorno;
se il Ministro non intenda modificare i requisiti inibendo la facoltà di richiedere il permesso di soggiorno ai datori di lavoro stranieri.
(4-05912)
FOTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
risulta che nel Comune di Reggio Emilia sia tutt'ora in vigore la circolare (o «nota di servizio» come la definisce il Comandante della Polizia Municipale) n. 1184 della polizia municipale, recante disposizioni sulla macellazione animale secondo i riti ebraici e islamici diramata il 26 gennaio 2004 e tutt'ora in vigore;
detta circolare omette l'indicazione della illegittimità dell'uccisione a domicilio ed al di fuori dei macelli autorizzati, come previsto invece e per contro dalla normativa vigente;
nell'imminenza del periodo natalizio è indispensabile che detta circolare venga modificata in ragione della normativa vigente e ciò al fine di evitare una pratica di macellazione contra legem -:
se la Prefettura di Reggio Emilia abbia segnalato ai Ministri interrogati e all'autorità giudiziaria competente la vigenza della predetta circolare, stanti anche le polemiche che fatalmente si sono accese sulla questione;
se, in ogni caso, risultino avviate indagini in merito alla vicenda più sopra evidenziata;
se e quali urgenti iniziative s'intenda assumere anche a tutela della salute pubblica, tenuto conto che sono attivi a Reggio Emilia due macelli ai quali la popolazione mussulmana può rivolgersi per macellare gli ovini nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e coerentemente alle proprie tradizioni.
(4-05915)
GOISIS. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la comunità di Roma, residente nel cosiddetto «quartiere Pigneto», in Via Ascoli Piceno e dintorni, sarebbe sottoposta da anni a notevoli disagi creati dalla gestione di esercizi vari tenuti da extracomunitari,
causati in particolare da una moschea ai numeri 52 e 54, un esercizio commerciale alimentare al n. 56, una macelleria al n. 50;
la Moschea, dal 2005 ad oggi, si sarebbe ingrandita, raddoppiando la superficie e, di conseguenza, anche i frequentatori, la cui affluenza costante, a qualsiasi ora del giorno e della notte, sarebbe caratterizzata da parcheggi selvaggi, riunioni rumorose, urla, uso di alcool, litigi, schiamazzi, che impediscono spesso il sonno agli abitanti limitrofi. I circa 300 frequentatori della moschea, quasi tutte le sere, si riunirebbero per pregare, cucinare e consumare cibi all'interno della moschea, in uno scantinato, all'interno del quale vi sarebbero una cucina a gas e una sega elettrica per tagliare i pezzi di carne da cuocere, a qualsiasi ora della notte e del giorno, sabato e domenica compresa;
gli abitanti della predetta zona sarebbero preoccupati per l'assenza di misure di sicurezza nei loro confronti (nessun impianto antiincendio, nessuna uscita di sicurezza, in caso di emergenza);
gli esercizi alimentari, oltre ad avere orari di apertura e chiusura totalmente selvaggi, domenica compresa, non sembra siano rispettosi delle norme più comuni di igiene. Si tratta peraltro di «esercizi di vendita al dettaglio» la cui clientela vi si reca per consumare in loco i prodotti alimentari acquistati, sostando spesso sui marciapiedi, contenenti ogni tipo di rifiuto alimentare;
anche la macelleria presenterebbe le stesse problematiche di affollamento e di orari selvaggi degli esercizi alimentari, nonché carenza di norme igieniche, caratterizzate da odori insopportabili di urine e carni maleodoranti, provenienti dai laboratori della macelleria, all'interno della quale sarebbe stata notata la presenza di bambini, a contatto con i grandi coltelli da taglio, lasciati incustoditi;
gli odori insopportabili, provenienti dalla macelleria, impedirebbero peraltro agli abitanti della predetta Via Ascoli Piceno, di tenere le finestre aperte nel periodo estivo;
i gestori della macelleria sarebbero in possesso dell'autorizzazione per l'esercizio di un ristorante, la cui apertura sarebbe stata ritardata, a causa di irregolarità nell'installazione della canna fumaria, collocata per ben due volte all'interno del cortile, in prossimità delle finestre dei condomini;
gli abitanti del menzionato quartiere avrebbero presentato alle autorità di competenza territoriale tre esposti, probabilmente archiviati;
in definitiva, il menzionato «Pigneto», per il quale il Comune di Roma avrebbe investito risorse economiche finalizzate alla riqualificazione di questo quartiere periferico, abitato anche da numerosi dottorandi e studenti dell'Università «La Sapienza», si starebbe trasformando in una autentica casbah, sommersa da immondizie di ogni genere -:
se non ritengano opportuno intervenire per verificare se le forze dell'ordine abbiano effettivamente avuto riscontro di quanto espresso in premessa e, in caso affermativo, quali iniziative abbiano intrapreso, dal momento che gli esercizi commerciali e i locali della zona della menzionata «moschea» destano forti perplessità in quanto al rispetto dei profili inerenti la sicurezza dei locali pubblici, e del lavoro, la protezione dei bambini, presenti in questi locali, nonché in materia di immigrazione e di igiene sanitaria, oltre a turbare la quiete pubblica.
(4-05918)
OLIVIERI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 17 novembre è stata organizzata a Genova una manifestazione a carattere nazionale per ribadire la necessità che venga fatta piena luce sui tragici fatti accaduti in quella città nel luglio del 2001 durante la riunione del G8 e per protestare
contro le richieste di condanna, giudicate abnormi, per i manifestanti sotto processo;
erano state espresse da più parti preoccupazioni per l'ordine pubblico, non solo per lo svolgimento della manifestazione, ma anche in relazione alle problematiche connesse all'organizzazione dell'arrivo nella città di Genova dei manifestanti provenienti da altre località, molti dei quali avrebbero utilizzato a tal scopo i servizi di Trenitalia;
va dato atto sia alle Autorità preposte all'ordine pubblico che agli organizzatori della manifestazione che agli stessi manifestanti di aver operato al meglio smentendo le preoccupazioni della vigilia;
lo stesso, a giudizio dell'interrogante, non pare potersi dire del comportamento di Trenitalia: infatti gli unici momenti di difficoltà della giornata sono da mettersi in relazione alla gestione dei servizi di Trenitalia;
particolarmente grave appare quanto accaduto nella Stazione della Spezia dove, su disposizione di Trenitalia, treno regionale 2048 proveniente da Pisa e diretto a Genova, sul quale si trovavano manifestanti diretti a Genova, la maggior parte dei quali saliti alle Stazioni di Pisa e della Spezia;
il treno infatti, per decisione di Trenitalia, è stato bloccato alla stazione della Spezia per oltre un ora e mezzo e la situazione è stata sbloccata grazie all'opera proficua e positiva della Autorità di Pubblica sicurezza della Spezia ed al senso di responsabilità dei manifestanti;
l'interrogante conosce bene la vicenda essendo stato in collegamento telefonico pressochè costante con i manifestanti spezzini durante l'arresto del treno in quella Stazione ed avendo successivamente assunto informazioni da manifestanti provenienti da Pisa;
nel corso dei fatti, peraltro, l'interrogante non ha mancato di contattare telefonicamente sia il Prefetto della Spezia che lo stesso Viceministro all'Interno On. Minnitti per esternare le proprie preoccupazioni ed auspicare una positiva soluzione della vicenda;
la gestione della situazione da parte di Trenitalia non fosse all'altezza, in verità, era già intuibile in quanto accaduto alla Stazione di Pisa, che rappresenta una sorta di antefatto dell'arresto del treno regionale 2048 azione della Spezia;
numerose persone si erano infatti raccolte nella Stazione di Pisa per salire sul treno speciale proveniente da Roma che avrebbe dovuto portare i manifestanti a Genova. Questo treno era stato regolarmente pagato dalla Direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista;
a diversi manifestanti è stato però impedito di salire sul treno speciale con la motivazione che i posti liberi non sarebbero stati sufficienti per tutti. Grazie anche al contributo delle locali Autorità di Pubblica Sicurezza, è stata raggiunta un'intesa con Trenitalia in virtù della quale, i manifestanti che non avessero trovato posto sul treno speciale, avrebbero viaggiato con il Regionale 2048 previo pagamento di un biglietto comitiva ad un prezzo assimilato a quello convenuto per il treno speciale;
i manifestanti che avrebbero viaggiato con il Regionale 2048 hanno dunque versato alla biglietteria di Pisa la somma di 1.220 euro ottenendo il rilascio del biglietto comitiva n. WA 00200014 che veniva intestato al Partito della Rifondazione Comunista, Via del Policlinico, 131 - Roma. Ad ognuno veniva inoltre consegnata una contromarca associata al biglietto comitiva;
una volta giunto nella Stazione della Spezia, dove, oltre ai normali passeggeri, salivano anche alcune decine di manifestantanti, tutti muniti di regolare biglietti di viaggio, il Regionale 2048 veniva fermato da Trenitalia per oltre un ora e mezzo;
le motivazioni addotte da Trenitalia per giustificare il proprio comportamento
ed espresse ad una delegazione di manifestanti che si erano recati a protestare per quanto stava accadendo, sono state che sul treno 2048 si trovavano manifestanti sprovvisti di biglietto di viaggio;
il giorno successivo le cronache spezzine de Il Secolo XIX e de La Nazione parlarono di ben centocinquanta manifestanti sprovvisti di biglietto, numero che appare non credibile e che potrebbe essere stato diffuso da Trenitalia stessa nel goffo tentativo di attenuare le sue pesanti responsabilità nella vicenda;
il rifiuto di Trenitatlia a far ripartire il treno, che è stato espresso anche di fronte ad una esplicita sollecitazione in tal senso espressa dalle Autorità spezzine preposte all'ordine pubblico, ha fatto rapidamente salire la tensione nella Stazione della Spezia ed ha provocato le vibrate e giustificate proteste di tutti i viaggiatori del treno 2048, manifestanti e non;
la situazione nella stazione della Spezia si è poi sbloccata grazie alla mediazione della Autorità preposte all'ordine pubblico ed al senso di responsabilità degli organizzatori della manifestazione;
è esclusivamente per senso di responsabilità e per evitare ulteriori turbative dell'ordine pubblico infatti che la Tesoreria nazionale del Partito della Rifondazione Comunista ha accettato di farsi carico delle richieste, del tutto pretestuose a parere dell'interrogante, di Trenitalia;
un senso di responsabilità del tutto assente nel comportamento di Trenitalia, il cui atteggiamento ha provocato tensioni, ha indubbiamente costituito fattore di turbativa dell'ordine pubblico, ha nei fatti, ha provocato notevoli disagi a tutti i passeggeri che sono giunti alle rispettive destinazioni con fortissimi ritardi;
la penalizzazione degli utenti, che hanno subito il blocco temporaneo in quello che si ricorda essere un pubblico servizio che non può essere interrotto, è secondo l'interrogante, gravissima -:
se non ritenga del tutto spropositato l'arresto del treno regionale 2804 per un'ora e mezza nella stazione della Spezia;
se intenda assumere iniziative nei confronti di Trenitalia al fine di dissuaderla dal ripetere siffatti comportamenti in eventuali future simili occasioni.
(4-05921)
DONADI e BORGHESI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
la presente interrogazione viene proposta a seguito di un fatto capitato a un deputato del gruppo che ha partecipato sabato 18 novembre alla trasferta dei tifosi del Chievo a Brescia, per l'incontro di Serie B Brescia-Chievo: erano meno di cento persone suddivise in due corriere;
i tifosi del Chievo, in 14 anni consecutivi di partecipazione ai campionati professionistici, non hanno mai creato alcun problema di ordine pubblico, non hanno mai provocato alcun incidente, sono sempre stati additati come esempio da seguire. Basti ricordare che alla fine dello scorso campionato dopo aver perso l'incontro spareggio con il Catania ed essere così retrocessi in Serie B, hanno applaudito a lungo i giocatori avversari;
appena usciti dall'autostrada le forze dell'ordine li hanno guidati fino al piazzale del mercato ortofrutticolo: lì hanno trovato tre vecchi autobus scalcinati, senza vetri e con reti metalliche alle finestre, cioè una sorta di cellulari per il trasporto dei detenuti;
il deputato si è qualificato ed ha dichiarato che, date le premesse, trovava umiliante ciò che stava avvenendo;
gli veniva addotta la giustificazione che la misura era intesa a protezione dei tifosi. Il deputato ha da ciò dedotto che i tifosi dovevano essere protetti dai tifosi locali;
se i responsabili dell'ordine pubblico di Brescia hanno un'opinione tanto negativa dei tifosi della squadra locale, da rendere necessaria una protezione di tal fatta, è lecito chiedersi perché la partita non sia stata fatta giocare a porte chiuse;
i tifosi sono stati perquisiti e poi fatti salire sugli autobus e condotti così verso lo stadio, ad alta velocità, con l'aria che entrava con violenza da finestre senza vetri sferzando le persone che erano a bordo;
il deputato ha altresì pensato anche ai tanti ragazzi e giovani che erano nel gruppo. E si è chiesto quale messaggio potessero ricevere da una simile esperienza, e se pensiamo davvero che con simili modalità si possano educare i nostri figli allo sport ed al suo valore culturale;
arrivati allo stadio i tifosi sono stati nuovamente perquisiti e fatti entrare in un settore destinato agli ospiti, che altro non era che una vera e propria gabbia, chiusa da tutti i lati e con una rete che copriva il settore per tutta la sua estensione. Per loro è stato un po' come vedere una partita di pallone da una cella. Ed il tutto con il dichiarato intento si pensi, della protezione!;
di fronte a questa situazione, è inevitabile sentirsi umiliati come uomini, come cittadini e come sportivi;
il Ministro Melandri ha recentemente dichiarato in una intervista televisiva che bisogna trovare il modo di far tornare le famiglie allo stadio -:
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti sopra citati;
quale giudizio ritengano di dare sul comportamento tenuto nell'occasione dal Prefetto e dal Questore di Brescia, che di fatto, a giudizio degli interroganti, hanno trattato come delinquenti comuni tante persone che hanno sempre dimostrato di comportarsi in modo corretto;
se non ritengano che - qualora i tifosi, come quelli del Brescia, siano tanto pericolosi da costringere il Prefetto ed il Questore a simili scelte - le autorità dovrebbero avere il coraggio di chiudere a tempo indeterminato quegli stadi senza dare l'impressione di cedere a lobbies ed ad interessi economici di Presidenti e di reti televisive;
se non ritengano - invece, se i tifosi bresciani, non sono così pericolosi - di invitare i responsabili dell'ordine pubblico di Brescia a comportamenti più consoni ad un Paese civile quando arrivano tifosi che mai hanno dato adito a problematiche o incidenti;
se non ritengano che simili situazioni siano di ostacolo al ritorno delle famiglie allo stadio e quali provvedimenti ritengano di dover assumere affinché ciò avvenga.
(4-05922)