Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 263 del 5/1/2008
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
BELLOTTI e BOCCHINO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche europee. - Per sapere - premesso che:
l'Unione europea pone, tra gli obiettivi da raggiungere nel Trattato istitutivo, quello della creazione di uno spazio comune di libertà, di sicurezza e di giustizia;
una delle libertà fondamentali è quella di circolazione, ribadita e puntualizzata dalla Direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri;
recentemente tale direttiva è assurta agli onori della cronaca, per i fatti connessi con la criminalità cui sono dediti alcuni individui comunitari presenti sul territorio nazionale senza i titoli richiesti, ossia quello della capacità di auto-sostentarsi e di avere un domicilio stabile;
in ottemperanza con le disposizioni europee, la Polizia di Stato nel suo sito indica quali sono i requisiti per un cittadino comunitario per stabilirsi in Italia: «a partire dall'11 aprile 2007 i cittadini europei che vogliono stabilirsi in Italia, o in un altro Stato dell'Unione europea, non hanno più l'obbligo di chiedere la carta di soggiorno. Trascorsi tre mesi dall'ingresso è necessario iscriversi all'anagrafe del comune di residenza. Per i soggiorni inferiori a tre mesi non è richiesta alcuna formalità. Per l'iscrizione è necessario presentare la documentazione che attesti lo svolgimento di un'attività lavorativa, di studio o di formazione professionale»;
da ciò che emerge, tuttavia, da quanto segnalato nell'intervento «Testimonianza di una cittadina francese» pubblicato il 12 novembre 2007 sul sito www.andreadambra.eu, i comuni italiani richiedono, in alcuni casi, nei loro uffici anagrafici, delle procedure «aggravate» che non possono essere tollerate e che si pongono contro quella libertà di circolazione che si pretende per cittadini comunitari senza titoli ma che si ostacola per coloro che vogliono sottoporsi alle regole;
nel caso di specie nell'ufficio anagrafe del comune di Forio (Napoli) si sarebbe richiesto alla cittadina francese in questione di presentare l'atto di nascita, respingendo la possibilità di autocertificazione;
in seguito, rifiutando le ricevute dei bollettini quale prova d'iscrizione all'università, si sarebbe domandato alla stessa ragazza francese di verificare la sua disponibilità economica con una copia dell'estratto conto del conto corrente per giunta tradotta;
dopo giorni di polemica politica il Governo italiano, edulcorando le norme che prometteva a seguito dell'omicidio Reggiani, respingeva l'ipotesi di espulsione di massa verso i cittadini comunitari che non sono in grado di dimostrare fonte di reddito;
casi del genere, tuttavia, sembrano comprovare l'idea che si è più duri verso gli immigrati che cercano di essere nella legalità piuttosto che verso gli irregolari -:
quali misure di propria competenza il Governo intenda adottare per stabilire criteri unici per l'iscrizione di un cittadino comunitario alle liste anagrafiche comunali, senza inutili aggravi verso il richiedente;
se l'Esecutivo ritenga di continuare ad avallare queste forme discriminatorie nei confronti di cittadini comunitari rispettosi
delle regole, avvantaggiando invece coloro che entrano in questo Paese per infrangerle.
(4-06000)
PEZZELLA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Arzano (Napoli) nel 2005 è stata avviata un'inchiesta della Dda per infiltrazioni della camorra nella gestione del project financing del nuovo cimitero che vede tuttora indagati imprenditori ed amministratori locali;
nel gennaio del 2006 c'è stato un attentato esplosivo indirizzato all'ex presidente del consiglio comunale, Elpidio Capasso, durante il quale è rimasta gravemente ferita la moglie;
sempre nell'anno 2006, si sono stati registrati diversi episodi di intimidazione nei confronti di rappresentanti delle istituzioni, compresi sottufficiali dell'Arma dei carabinieri;
tra il 2006 e 2007 si sono verificati numerosi omicidi di camorra, alcuni dei quali hanno coinvolto anche personaggi orbitanti nell'ambiente politico cittadino ed in particolare con quello della gestione cimiteriale;
nel luglio del 2006 si è insediata una Commissione d'accesso per infiltrazioni della camorra di cui, ad oggi, ad oltre un anno e mezzo, non si conosce ancora l'esito;
nel 2007 sono state prodotte dal senatore Francesco Storace interrogazioni parlamentari e due dettagliate relazioni alla Commissione parlamentare antimafia nonché un'audizione presso la commissione regionale anticamorra in merito a fatti e misfatti del comune di Arzano;
tra il 2005 e 2007 sono stati scoperti dai carabinieri, e perseguiti dalla magistratura, decine e decine di piccoli e grandi abusi edilizi in città, con raffiche di avvisi di garanzia e di rinvii a giudizio ai danni di funzionari e tecnici comunali;
nell'agosto del 2007 il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, ha emesso provvedimento di interdittiva antimafia, confermato dal Tar e dal Consiglio di Stato, nei confronti della società mista «Arzano Multiservizi Spa», di cui il comune di Arzano è socio al 51 per cento;
tra il 2005 e 2007 sono state prodotte dal giornalista e consigliere comunale de La Destra, Mimmo Rubio (uno dei destinatari delle intimidazioni finito sotto tutela delle forze dell'ordine), decine e decine di denunce alla magistratura ed alla Corte dei conti relative alla gestione dell'Ente con particolare riferimento a bilanci comunali, cimitero e bandi di concorso vari, nonché alla gestione fallimentare e clientelare della Arzano Multiservizi;
nonostante il consiglio comunale di Arzano abbia da tempo deliberato lo scioglimento della società mista Arzano Multiservizi Spa, ad oggi l'Amministrazione comunale, in modo gravemente omissivo e lesivo in termini finanziari per l'Ente, non ha ancora provveduto a nominare un liquidatore;
sebbene il comune non conosca allo stato la situazione debitoria che erediterà dalla Arzano Multiservizi Spa, ipotizzata intorno ai 3-4 milioni di euro, e soprattutto, nonostante gli indirizzi severi previsti dal Governo nella Finanziaria 2008 ed addirittura, un ordine del giorno (9/3256/294), a prima firma dell'interrogante, accolto dal Governo, finalizzato a valutare l'opportunità emanare disposizioni più intransigenti nella costituzione di società miste o in house da parte di amministrazioni pubbliche colpite da interdittiva antimafia in altre partecipate o con pesanti situazioni debitorie, l'Amministrazione comunale di Arzano, con tre sedute di consiglio comunale, viziate secondo a quanto risulta all'interrogante anche dal punto di vista procedurale (prive di parere dei revisori dei conti e di un analitico studio di mercato e di fattibilità), ivi compresa la seduta di assestamento di bilancio, tutte forzatamente svoltesi nel periodo tra Natale e Capodanno secondo l'interrogante per eludere la Finanziaria, ha approvato la costituzione di una nuova società in house
tutta a capitale pubblico ed avviato la pratica di affidamento di alcuni servizi pubblici (idrico e verde);
la costituzione di un nuova società, rappresenta la creazione di un altro «carrozzone» di sprechi e sperpero del denaro pubblico e produce tra l'altro anche un improprio «acquisto» di clientele e consensi, alterando le regole democratiche. Tale società in house è duramente osteggiata dall'intera opposizione dei partiti locali (Destra; Udeur; Sdi; Gruppo Misto e Comunisti Italiani), cui seguiranno nel breve anche relative denunce alla procura e Corte dei conti;
nel dicembre 2007 il Consiglio dei Ministri, certamente con motivate ragioni, anche se meno palesi, varie e dilatate nel tempo di quelle che caratterizzano ad esempio il comune di Arzano, ha provveduto, nel napoletano, allo scioglimento del solo comune Casalnuovo, unico ente locale a gestione del centrodestra in una provincia e regione «rossa», e nonostante su questo territorio siano numerosi i comuni sotto osservazione o in cui sono state inviate commissioni d'accesso, -:
quando il Ministro dell'interno e il Governo tutto, intendano rendere noto l'esito del lavoro della Commissione d'accesso, ed ogni decisione in merito circa un eventuale scioglimento del comune di Arzano per infiltrazioni della camorra;
quali iniziative intenda il Ministro dell'economia e delle finanze assumere affinché il principio di cui all'articolo 3, comma 27, della legge finanziaria per il 2008 sia rigidamente applicato, anche per quelle amministrazioni che hanno costituito nelle more dell'entrata in vigore della citata legge, società miste come quella ricordata in premessa.
(4-06005)
GALANTE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 4 agosto 2007, il signor Salem Oueslati (domiciliato in Via Martiri del Grappa n. 5 a Cassola in provincia di Vicenza e per 13 anni impiegato presso la ditta Prestige snc di Belvedere di Tezze sul Brenta) si è imbarcato dal porto di Genova per Tunisi insieme ad altre tre famiglie tunisine. Al porto di Tunisi, la polizia di frontiera gli ha consegnato un invito a presentarsi presso gli uffici del Ministero dell'interno tunisino dove gli è stato comunicato a voce che erano in corso delle indagini su di lui, con l'assicurazione che sarebbe potuto ripartire per l'Italia senza alcun problema;
in data 1o settembre 2007, quando il signor Oueslati si è recato al porto della Goulette per ritornare in Italia, è stato trattenuto nuovamente dalle autorità locali per ulteriori imprecisati controlli;
le autorità tunisine non hanno garantito una data precisa per il rilascio del signor Oueslati, che ancora adesso è trattenuto a Tunisi, pur avendo la possibilità di muoversi per la città in piena libertà;
non è stata fornita alcuna motivazione documentale a spiegazione del trattenimento del signor Oueslati in terra tunisina;
l'8 settembre 2007 la coniuge (Janila Benjaoui) e il figlio (Souhail Oueslati) del signor Oueslati, intanto, sono tornati in Italia con la speranza che quest'ultimo li avrebbe raggiunti subito nel nostro Paese. Ma dal momento dell'ultimo fermo disposto dalle autorità tunisine ad oggi, il signor Salem va quasi 2 volte la settimana dall'autorità locale di competenza di Tunisi senza ricevere informazioni precise sul perché del suo trattenimento, né tantomeno sulle eventuali accuse per giustificarlo;
moglie e figlio vivono ora nella disperazione, provvedendo al proprio sostentamento con l'elemosina di qualche amico del signor Salem, rischiando inoltre lo sfratto dall'abitazione dove attualmente vivono. La famiglia intera versa in queste condizioni da ormai quattro mesi;
Carletto Fabiola, Segretaria della CGIL di Vicenza, ha più volte telefonato e mandato un'e-mail all'ambasciata tunisina in Italia per chiedere chiarimenti, ma non ha mai ricevuto risposta. Il lavoratore purtroppo ha perso il posto di lavoro a causa di questo fatto e non può ricevere il sussidio di disoccupazione perché impossibilitato a presentare la domanda, creando ulteriore disagio alla famiglia per mancanza di sussistenza -:
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti sopra descritti;
quali iniziative intendano porre in essere al fine di garantire al signor Salem Oueslati il ricongiungimento con i propri familiari residenti in Italia e se non ritengano opportuno procedere ad iniziative presso le autorità locali e l'ambasciata tunisine al fine di verificare l'effettiva regolarità delle procedure di fermo disposte nei suoi confronti.
(4-06010)