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Allegato B
Seduta n. 27 del 18/7/2006
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
in data 21 aprile 1999 gli allora Presidenti del Consiglio dei ministri e della Regione Autonoma della Sardegna sottoscrissero l'Intesa Istituzionale di Programma tra il Governo della Repubblica e la Giunta della Regione Autonoma della Sardegna;
tale fondamentale documento, avente valore vincolante tra le Alte Parti, riguardava i settori di intervento concernenti energia, formazione, ricerca scientifica e tecnologica, promozione e sviluppo delle attività produttive, viabilità e trasporti interni, trasporti esterni e continuità territoriale, ambiente e sistema dei parchi, tutela del paesaggio, regime delle entrate fiscali, demanio e patrimonio, servitù militari;
esso prevedeva, per l'attuazione degli obiettivi di sviluppo, la necessità della stipula di accordi di programma quadro (APQ), alcuni dei quali (nelle materie riguardanti energia, scuola e formazione, viabilità statale e trasporti ferroviari) venivano contestualmente sottoscritti e divenivano immediatamente operanti, con l'effetto - espressamente esplicitato - di sostituire, dal momento della loro stipula, ogni eventuale accordo pregresso tra le Parti;
specifica e pressante importanza assumeva l'accordo sul nuovo regime fiscale della Sardegna a modifica del Titolo III dello Statuto speciale della Sardegna, con la previsione di: a) ricostituire il livello delle entrate proprie della Regione sia attraverso la revisione (ovviamente in aumento) delle quote di devoluzione alla Regione del gettito tributario, sia attraverso la determinazione in quota fissa della devoluzione dell'IVA; b) verifica delle condizioni per l'introduzione nel territorio regionale di misure volte a realizzare, compatibilmente con la normativa comunitaria adottata per altre regioni europee, una zona franca fiscale finalizzata all'abbattimento dei costi dei fattori produttivi; c) verifica delle modalità di calcolo delle devoluzioni al fine di garantire che, tra le quote di spettanza regionale, siano comprese anche quelle afferenti i redditi prodotti nel territorio della Regione che sono versate ad uffici situati fuori dal territorio regionale;
sul tema delle entrate, inoltre, la Regione Sarda ed il Consiglio Regionale Sardo rivendicano il pagamento di rilevanti importi a titolo di devoluzioni non effettuate da molto tempo, che hanno indotto il forte indebitamento contenuto nei bilanci regionali degli ultimi anni;
ai fini della definizione degli APQ riguardanti le materie dell'Intesa e non contestualmente sottoscritti le Parti convenivano di costituire specifiche commissioni paritetiche con il compito di presentare, entro tre mesi dalla sottoscrizione della stessa Intesa, gli schemi di APQ secondo gli obiettivi analiticamente descritti nell'articolo 7;
l'Intesa prevedeva, altresì, l'impegno a mantenere aperto il confronto per giungere alla predisposizione di specifici strumenti di attuazione dell'articolo 13 dello Statuto speciale della Sardegna, secondo il quale lo Stato dispone, in concorso con la Regione, un piano di sviluppo economico e sociale;
detta Intesa, malgrado il suo valore vincolante tra le parti, nei sette anni successivi non ha trovato attuazione se non in minima parte e prevalentemente nel settore della cultura, mentre essenziali sue intere parti sono rimaste del tutto inattuate, con grave danno per la Regione Autonoma della Sardegna soprattutto in materia fiscale;
organi di stampa riportano notizie imprecise e talora discordanti circa contatti in corso volti alla sottoscrizione di una nuova Intesa tra le stesse Parti, cosa che sarebbe di difficile comprensibilità istituzionale nel caso in cui l'Intesa sopra richiamata fosse tuttora in vigore dal momento che nessuna delle Parti l'ha denunciata, ne ha proposto la revoca o ha comunicato la volontà di recesso: mentre compatibile con l'attuale situazione giuridica sarebbe la sottoscrizione di Protocolli attuativi della stessa Intesa, magari su determinati punti immediatamente realizzabili con riserva di riprendere in esame i rimanenti;
il Parlamento deve essere informato delle volontà del Governo, senza doversi rifare a quanto pubblicano gli organi di stampa -:
se risultino agli atti depositati presso la Presidenza del Consiglio dei ministri le ragioni per cui l'Intesa non abbia avuto integrale attuazione e se il Governo intenda riconoscere e confermare, in tutti i suoi aspetti, il valore vincolante dell'Intesa Istituzionale di Programma tra il Governo della Repubblica Italiana e la Giunta della Regione Autonoma della Sardegna, firmato dai rispettivi Presidenti il 21 aprile 1999;
se, in caso di risposta positiva, il Governo della Repubblica intenda procedere immediatamente, in contraddittorio con la Regione Autonoma della Sardegna, alla ricognizione dello Stato di attuazione dell'Intesa e attivarsi, quindi, subito per la costituzione delle commissioni paritetiche da essa previste in modo da definire, entro i successivi tre mesi, gli accordi di programma quadro in tutte le materie previste e nei punti non attuati, anche se con comprensibile gradualità;
se, oltre alla definizione del nuovo ordinamento fiscale regolante le nuove modalità di devoluzione dallo Stato alla Regione e le condizioni in cui l'imposizione deve avvenire, in attuazione della stessa Intesa, il Governo intenda definire, e su quali basi, il contenzioso instaurato dalla Regione sarda per ottenere il riconoscimento ed il trasferimento dei crediti pregressi per le insufficienti devoluzioni;
se intenda aprire il confronto per giungere alla predisposizione di un nuovo piano di rinascita per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna, ai sensi dell'articolo 13 dello Statuto sardo ed entro quali tempi il Governo intenda proporre alla Regione Autonoma della Sardegna la ricognizione dello stato di attuazione dell'Intesa e proporre alla stessa di addivenire alla definizione degli APQ.
(2-00072) «Palomba, Donadi».
Interrogazioni a risposta immediata:
LA RUSSA, PEDRIZZI, MIGLIORI, LISI, CICCIOLI, BUONFIGLIO, FRASSINETTI, MAZZOCCHI, SAGLIA, ULIVI, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BONO, BRIGUGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO, CIRIELLI, CONSOLO, GIORGIO CONTE, CONTENTO, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FILIPPONIO TATARELLA, GIANFRANCO FINI, FOTI, GAMBA, GASPARRI, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LEO, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MELONI, MENIA, MINASSO, MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, ANTONIO PEPE, PERINA, PEZZELLA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAISI, RAMPELLI, RONCHI, ROSITANI, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, URSO e ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
dopo oltre dieci anni di dibattiti e discussioni nelle aule parlamentari, con l'approvazione della legge n. 40 del 2004, confermata dalla volontà popolare espressa con il referendum dei 12 giugno
2005, si è concretizzato l'impegno di centinaia di parlamentari in favore e a difesa della vita umana e della famiglia;
in data 30 maggio 2006 il Ministro Mussi ha ritirato il sostegno italiano alla proposta di una dichiarazione etica sulla ricerca sulle staminali, con cui il 28 novembre 2005 sei Stati membri dell'Unione europea avevano espresso una posizione contraria alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, ponendo il loro veto sull'erogazione di eventuali finanziamenti comunitari volti al suddetto tipo di sperimentazione. Alla dichiarazione, oltre all'Italia, avevano dato la propria adesione la Germania, la Polonia, la Slovacchia, l'Austria e Malta;
i valori della vita, della persona e della famiglia non sono negoziabili, né tanto meno sono in contrasto con la promozione della ricerca scientifica, anche altamente avanzata, come enunciato nell'appello lanciato dall'intergruppo parlamentare «Persona e bene comune», che raggruppa parlamentari appartenenti ad entrambi gli schieramenti politici. Questo, soprattutto, alla luce delle recenti scoperte della scienza medica, che confermano la notevole importanza delle ricerche condotte sulle cellule staminali adulte, ad oggi utilizzate in cure per oltre cento malattie e patologie, per le quali è ora possibile qualsiasi tipo di terapia cellulare, senza dover far uso di cellule embrionali -:
se garantirà, nell'ambito delle proprie prerogative e responsabilità, il voto contrario dell'Italia al finanziamento, nell'ambito del VII programma quadro europeo, di ricerche che implichino la distruzione di embrioni umani, coerentemente a quanto stabilito dalla citata legge n. 40 e in ossequio alla volontà popolare espressa con il referendum del 12 giugno 2005, se ripristinerà la precedente situazione e riconfermerà l'adesione dell'Italia alla «Dichiarazione dei principi etici» e se si impegnerà a proporre e promuovere in ambito comunitario e in tutte le sedi istituzionali e politiche la ricerca sulle cellule staminali adulte, rinnovando la contrarietà del nostro Paese alle sperimentazioni sulle cellule staminali embrionali, nonché a riconoscere e tutelare l'embrione.
(3-00128)
VOLONTÈ, ADOLFO, CIRO ALFANO, BARBIERI, BOSI, CASINI, CESA, CIOCCHETTI, COMPAGNON, RICCARDO CONTI, D'AGRÒ, D'ALIA, DE LAURENTIIS, DELFINO, DIONISI, DRAGO, FORLANI, FORMISANO, GALATI, GALLETTI, GIOVANARDI, GRECO, LUCCHESE, MARCAZZAN, MARTINELLO, MAZZONI, MELE, MEREU, OPPI, PERETTI, ROMANO, RONCONI, RUVOLO, CAPITANIO SANTOLINI, TABACCI, TASSONE, TUCCI, VIETTI e ZINZI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
dopo oltre dieci anni di dibattiti e discussioni nelle aule parlamentari, con l'approvazione della legge n. 40 del 2004, confermata dalla volontà popolare espressa con il referendum del 12 giugno 2005, si è concretizzato l'impegno di centinaia di parlamentari in favore e a difesa della vita umana e della famiglia;
in data 30 maggio 2006 il Ministro Mussi ha ritirato il sostegno italiano alla proposta di una dichiarazione etica sulla ricerca sulle staminali, proposta nel mese di novembre 2005 da Germania, Polonia, Slovacchia e Austria e a cui aveva aderito il Governo Berlusconi;
i valori della vita, della persona e della famiglia non sono negoziabili, né tanto meno sono in contrasto con la promozione della ricerca scientifica, anche altamente avanzata, come enunciato nell'appello lanciato dall'intergruppo parlamentare «Persona e bene comune», che raggruppa parlamentari appartenenti ad entrambe gli schieramenti politici -:
se garantirà, nell'ambito delle proprie prerogative e responsabilità, il voto contrario dell'Italia al finanziamento, nell'ambito del VII programma quadro europeo, di ricerche che implichino la distruzione di embrioni umani, coerentemente a
quanto stabilito dalla citata legge n. 40 e in ossequio alla volontà popolare espressa con il referendum dei 12 giugno 2005.
(3-00129)
SATTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
a distanza di oltre 9 anni dalla legge regionale n. 4 del 1997, dalle successive leggi di istituzione delle nuove province e ad un anno dalla elezione diretta dei nuovi organi delle province, si apprende che per il ministero dell'interno le nuove quattro province sarde (Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis Iglesiente) non esistano o, quantomeno, siano un mero fatto interno della regione Sardegna, che le rende giuridicamente incapaci ad avere rapporti istituzionali con lo Stato;
tutto questo si evince dalla vicenda ancora non risolta del trasferimento alla provincia Olbia-Tempio o al comune di Olbia del personale statale dipendente dal nucleo operativo del servizio escavazione porti di Olbia. A seguito di un accordo sottoscritto nell'agosto 2005 col ministero delle infrastrutture e dei trasporti, tale personale era stato provvisoriamente collocato presso il comune di Olbia, in attesa di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto trasferirlo alla nuova provincia Olbia-Tempio, con le relative risorse finanziarie;
tale decreto fu predisposto ed approvato da tutti i ministeri interessati (infrastrutture e trasporti, funzione pubblica, economia e finanze), ma non dal ministero dell'interno, allora retto dall'onorevole Pisanu. Nonostante successivi tentativi, il ministero dell'interno ha continuato a rifiutare il suo assenso;
oggi, grazie ad una lettera ufficiale del ministero dei trasporti, trasmessa anche all'assessorato regionale degli affari generali - datata 15 giugno 2006 - si vengono a sapere le ragioni di tale diniego, rese pubbliche da una nota ufficiale del competente assessore regionale alle riforme della Sardegna, onorevole Massimo Dadea;
sulla base di alcune comunicazioni intercorse con i funzionari del ministero dell'interno, il mancato assenso sarebbe il seguente: «La Provincia di Olbia, essendo stata costituita non con legge statale, ma solo con legge regionale, ed avendo, conseguentemente, rilevanza all'interno della regione sardegna (scritta proprio in minuscolo), non potrebbe avere titolo a ricevere dallo Stato le citate competenze economiche»;
tra l'altro, il processo di istituzione delle nuove province in Sardegna è gia stato oggetto di diversi ricorsi del Governo contro la regione davanti alla Corte costituzionale, per conflitto di competenza, risoltisi a favore della stessa regione sarda -:
se il Governo, al fine di risolvere in via definitiva questa vicenda, assuma un'iniziativa chiarificatrice e dia le opportune direttive atte a riconoscere l'esistenza di tutte le otto province istituite in Sardegna (sia le quattro storiche, Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari, e sia le nuove quattro sopra ricordate) e la loro piena personalità giuridica, che le abilita, tra l'altro, a ricevere personale, risorse e funzioni dallo Stato e dalla regione, sulla baso delle procedure fissate dalla legge.
(3-00130)
VENIER. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'agenzia di stampa Adnkronos, in data 17 luglio 2006, alle ore 18.00, riportava la seguente notizia: «Afghanistan: Karzai cede a Ulema, ritorna la »polizia morale«. Kabul, 17 lug. - (Aki) - »Nelle città afghane riappariranno a breve le pattuglie del corpo di polizia per la prevenzione di atti contrari alla morale islamica. Voluti dal mullah Omar, gli agenti del Nahye az monker (prevenzione dal peccato) avevano terrorizzato la popolazione e la loro scomparsa era stata salutata con favore. Ma alla fine il presidente
Hamid Karzai ha dovuto cedere e firmare il decreto che autorizza la rinascita del corpo di polizia. Un comitato formato da tre personaggi illustri, Fazlollah Shinvari, presidente del tribunale supremo, Nematollah Shahrani, Ministro per gli affari religiosi, e il giudice Mohammad Ghasem Dousti, ha ricevuto l'incarico di studiare gli ambiti di intervento del nuovo corpo di polizia. Da mesi il consiglio degli Ulema dell'Afghanistan premeva su Karzai per obbligarlo a firmare il decreto, che consente il ritorno degli agenti del Nahye az monker nelle strade di Kabul e in altre città afgane. Il consiglio degli Ulema ha chiesto al Governo di estendere il campo di azione del nuovo corpo di polizia, oltre al controllo dell'abbigliamento delle donne e alla supervisione di programmi radio e televisivi e del divieto assoluto del consumo di bevande alcoliche. Secondo gli Ulema afgani, le radio e le televisioni devono astenersi da mandare in onda programmi musicali con la partecipazione di cantanti, ballerini e artisti di sesso femminile";
questa notizia è conforme ad una serie di altre informazioni provenienti da fonti di stampa e da operatori umanitari, che segnalano come in Afghanistan sia in atto una grave regressione della situazione politica e sociale, stante il riemergere all'interno del regime vigente di atteggiamenti e comportamenti analoghi a quelli messi in atto dalla precedente dittatura dei talebani;
di recente l'opinione pubblica internazionale ha ritenuto scandaloso il caso del cittadino afgano condannato a morte per aver abbracciato la religione cristiana e quello della deputata Malalai Joya, componente della Loya Jirga, che, a seguito delle sue denunce sulla circostanza che i signori della guerra sedevano nella stessa assemblea, ha subito numerosi attentati, oltre ad essere stata vittima, in risposta al suo intervento all'interno dello stesso Parlamento afgano, di un'aggressione fisica e di minacce di stupro -:
se il Governo italiano, nel caso risulti confermata l'intenzione del Governo afgano di istituire una polizia morale, abbia intenzione di intervenire presso il Presidente Karzai per esprimere tutta la riprovazione del nostro Paese verso decisioni che contrastano con le fondamentali libertà civili, in particolare, quella delle donne e quella democratica della libertà di stampa.
(3-00131)
MARONI e BRICOLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
si sta osservando una drammatica intensificazione del traffico di extracomunitari clandestini diretti verso le nostre coste;
solo negli ultimi tre giorni sono stati soccorsi non meno di mille clandestini nelle regioni del Sud, in massima parte provenienti da porti libici, ma originari di Paesi subsahariani;
in soli otto sbarchi verificatisi in Sicilia sono giunti 769 immigrati, ai quali si debbono aggiungere i 69 della mattina del 18 luglio 2006 arrivati a Lampedusa e i 300 avvistati in prossimità delle acque territoriali dei nostro Paese;
secondo gli interroganti, è evidente che la conoscenza dei nuovi orientamenti del Governo in materia di gestione dell'immigrazione agisca da incentivo su coloro che intendono sfidare la sorte ed attraversare il Mediterraneo per riversarsi sulle coste del nostro Paese;
è ormai deciso il rientro dei militari impegnati in Iraq, cosa che implicherà una riduzione degli oneri connessi alle operazioni internazionali delle nostre forze armate non inferiore ai 300 milioni di euro l'anno -:
quali misure il Governo ritenga opportuno adottare per scoraggiare l'ulteriore afflusso di extracomunitari clandestini e, in particolare, se preveda di allestire un efficace dispositivo di sicurezza, tenendo conto anche di quello realizzato dal Governo spagnolo del Premier Zapatero, per la difesa delle frontiere dalle
ondate di immigrazione clandestina in atto.
(3-00132)
PROVERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
da notizie stampa si apprende dell'ipotesi di allargamento dell'attuale centro di permanenza temporanea di corso Brunelleschi a Torino, notizie non smentite, anzi avvalorate, dal prefetto di Torino;
il quartiere interessato vuole la chiusura del centro di permanenza temporanea, volontà espressa sia dai comitati dei cittadini costituitisi per affrontare il problema, sia da ripetute prese di posizione ed ordini del giorno della competente struttura amministrativa, la terza circoscrizione, del comune di Torino in questa e nella precedente vigenza amministrativa;
tale contrarietà poggia sia sulla considerazione che tale centro è posto al centro di una realtà ad alta intensità abitativa (dalle finestre delle case si può vedere all'interno del centro), sia sulla necessità dell'utilizzo della suddetta area per altre destinazioni - a partire dall'ampliamento del Parco Ruffini che è contiguo, fino alla realizzazione di parcheggi e nuovi collegamenti viari più volte promessi dal comune ai cittadini - e sia dalle inumane condizioni in cui sono costretti gli «ospiti» del centro;
in tali condizioni le proteste e le rivolte, oltre ad essere abbastanza frequenti soprattutto in estate, risultano più che giustificate;
secondo l'interrogante occorre tener conto delle istanze dei cittadini - rappresentate dal consiglio circoscrizionale - che chiedono la sospensione del progetto, il quale, in assenza di indicazioni congruenti con il programma dell'Unione, prefigurerebbe anche uno spreco di denaro pubblico;
il programma definito dall'Unione prevede il superamento dei centri di permanenza temporanea -:
quali provvedimenti intenda assumere il Governo per il superamento del sistema dei centri di permanenza temporanea.
(3-00133)
D'ULIZIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
come si evince dal secondo rapporto Unioncamere sulle imprese cooperative in Italia, le cooperative attive a fine 2005 in Italia sono 70,4 mila e rappresentano l'1,4 per cento dell'imprenditoria nazionale, con circa il 4,7 per cento degli occupati sul totale dei lavoratori;
riguardo alle previsioni occupazionali nelle cooperative, si evidenzia come la domanda di lavoratori proveniente dal settore cooperativo mostri segnali positivi: in particolare, il dato maggiormente rilevante indica, attraverso una compiuta indagine, che le cooperative ritengono di creare entro il 2006 103.310 nuovi posti di lavoro, con una crescita di nuovi assunti pari al 10,4 per cento rispetto al 2005;
di recente il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro ha analizzato, nell'ambito del rapporto sul mercato del lavoro 2004, il contributo delle cooperative all'occupazione, facendo emergere il rafforzamento della cooperazione nell'arco del quadriennio 2000-2004 e, soprattutto, come le cooperative rappresentino uno «strumento di espansione occupazionale per le fasce meno forti del lavoro», capaci, quindi, di riservare attenzione al bisogno di impiego dei lavoratori «deboli»;
il Censis, nel trentanovesimo rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese, ha riconosciuto come le cooperative, pur nell'ambito del sistema economico italiano in affanno, abbiano saputo rafforzarsi nel tempo sotto il profilo della numerosità, della diffusione territoriale e della rilevanza strategica e, malgrado la crisi economica, crescono più rapidamente della media delle altre aziende, in termini di unità, fatturato e addetti;
la cooperazione, notoriamente, produce i suoi effetti con modalità anticiclica, interviene cioè laddove appare scarsa l'offerta di lavoro, abitazione ed altro, in difetto di una vera economia imprenditoriale, a favore di chi aspira al bene primario della casa e non può permetterselo per valori di mercato irraggiungibili, aiutando ad ottenerlo a prezzi accessibili (cooperative edilizie); è così anche per le altre categorie cooperative, da quelle sociali, in particolare per i disabili, a quelle di consumo;
un sistema produttivo neo-capitalistico, caratterizzato da scarso dinamismo o addirittura in fase di stagnazione, è allora surrogato dal sistema cooperativo, che lo sostituisce nei potenziali economici inespressi ed apporta al prodotto interno lordo un contributo determinante per il suo incremento -:
come il Governo intenda intervenire per riconoscere il positivo ruolo svolto dalle imprese cooperative, quale esempio virtuoso da valorizzare e sostenere, e per consentire all'economia cooperativa di accentuare e proseguire la propria funzione anticiclica.
(3-00134)
DE ZULUETA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in relazione all'inchiesta sul sequestro dell'egiziano Abu Omar, il direttore del Sismi ha spiegato che per difendersi dall'accusa di concorso in sequestro di persona avrebbe dovuto esibire dei documenti coperti dal segreto di Stato, interponendo, pertanto, tale barriera alle indagini della procura di Milano e sostenendo che il segreto di Stato era stato già apposto dal precedente Governo, ottenendo una ratifica anche dall'attuale Governo -:
se il Governo intenda lasciare o rimuovere l'ostacolo del segreto di Stato invocato dal generale Pollari e in che modo il Governo intenda dare seguito alla raccomandazione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e alla risoluzione del Parlamento europeo concernente le presunte detenzioni segrete e l'utilizzo di aerei da parte della Cia per il trasporto e la detenzione illegale di persone in Europa.
(3-00135)
TURCI e D'ELIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere come si configuri l'ipotesi di una forza Onu di interposizione nel sud del Libano, come si preveda l'allontanamento dall'area e il disarmo delle milizie Hezbollah, già inutilmente previsti da precedenti risoluzioni dell'Onu, e come l'eventuale interposizione delle forze Onu si raccordi con la liberazione dei militari israeliani sequestrati dai miliziani Hezbollah.
(3-00136)
BARANI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il dilagare incontrollato di intercettazioni telefoniche pubblicate dai mass media ha ormai raggiunto livelli tali da poter essere definito un «sistema» diffuso di illegalità istituzionale, sostenuto dalla collusione tra magistratura e giornalismo;
la vicenda di «calciopoli», con sentenze pubblicate in anteprima da La Gazzetta dello Sport, le password degli uffici giudiziari in mano ai giornalisti, come denunciato dal Ministro dell'interno, il continuo linciaggio pubblico di persone, che spesso non sono nemmeno indagate, il fatto che venga pubblicato continuamente in modo arbitrario ciò che non può essere reso pubblico mettono in dubbio il fondamento stesso della democrazia e della libertà in Italia;
come afferma l'onorevole Paolo Cirino Pomicino, «da tempo c'è in Italia un uso delle intercettazioni telefoniche anomalo per quantità, pubblicazione ed omissioni, fenomeni che rappresentano tutti insieme una grande questione democratica», allorché ribadisce che «le Camere non possono non dare alla società nazionale un'oggettiva raccolta di informazioni e un'altrettanto oggettiva valutazione indicando eventuali possibili rimedi», chiedendo con forza l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intercettazioni telefoniche, affinché il Parlamento possa dare risposte certe e in tempi rapidi all'opinione pubblica sulle violazioni di legge e delle libertà personali, causate dall'abuso giuridico di tale strumento, essenziale per le indagini giudiziarie, e dalla pubblicazione illegale delle medesime;
secondo l'interrogante, da troppo tempo ormai viene stravolto tutto il concetto stesso di «giustizia», con esponenti della magistratura inseriti in un sistema di illegalità costituito dall'abuso quantitativo e temporale di uno strumento investigativo «eccezionale», che permette e alimenta il linciaggio pubblico, che viola, nell'uso indiscriminato del «detto» rispetto al «fatto» e al «dichiarato», la libertà di tutti gli italiani e i fondamenti del diritto -:
quali iniziative legislative il Governo intenda assumere in tema di intercettazioni telefoniche e quando intenda farle conoscere al Parlamento.
(3-00137)
ELIO VITO, LEONE, PECORELLA, SANTELLI e CRAXI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in questi ultimi tempi si è assistito ad una recrudescenza del deprecabile fenomeno, che purtroppo si verifica nel nostro Paese da lunga data, dell'abuso delle intercettazioni telefoniche, anche illegali, e della loro diffusione su tutti i mezzi di comunicazione: giornali, radio e televisioni;
questo fenomeno si trasforma spesso in una vera e propria gogna mediatica, che anticipa le condanne e, qualche volta, le stesse incriminazioni della magistratura, con danni gravi e spesso irreparabili per l'onorabilità e la reputazione di cittadini, che, nella maggior parte dei casi, sono del tutto innocenti;
è avvenuto anche che siano state pubblicate intercettazioni telefoniche, anche se relative a conversazioni di persone del tutto estranee a qualsiasi indagine e che, quindi, risultano danneggiate per pura casualità;
quasi mai sono individuati i responsabili della diffusione illegale del contenuto delle intercettazioni telefoniche e quasi mai, di conseguenza, i responsabili sono colpiti da sanzioni adeguate al danno che provocano a cittadini spesso del tutto incolpevoli -:
come valuti questo aberrante fenomeno, che, secondo gli interroganti, evidenzia un grave malcostume ed un'insensibilità morale da parte di chi si rende responsabile di tali violazioni, e quali misure, anche di carattere legislativo, intenda adottare per stroncare questo deprecabile fenomeno.
(3-00138)
QUARTIANI, GIACHETTI, SERENI, BRESSA, LULLI, BURCHIELLARO, CHICCHI, CIALENTE, LIONELLO COSENTINO, MARINO, MERLONI, RUGGERI, SANGA, SQUEGLIA, TESTA, TOMASELLI, TUCCILLO e VICO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
sono emersi sulla stampa dubbi sulle disponibilità di adduzione di gas russo tramite i gasdotti e gli impianti situati in Ucraina;
il Presidente del Consiglio dei ministri ha preannunciato un accordo che prevede l'intensificazione delle relazioni tra Italia e Russia nel settore energetico, incluso quello del gas;
già lo scorso inverno, sia dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas che dal documento conclusivo dell'indagine conoscitiva condotta dalla X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, sono giunte indicazioni di come l'emergenza nei rifornimenti di gas era dovuta ad una sottocapacità del nostro sistema di stoccaggio di gas naturale ed a un mancato potenziamento dei gasdotti internazionali -:
quali siano gli intendimenti del Governo al fine di evitare il ripetersi di situazioni di emergenza nel rifornimento di gas e nel funzionamento del nostro sistema energetico nel prossimo autunno-inverno.
(3-00139)
ZELLER, BRUGGER, WIDMANN, BEZZI e NICCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in data 4 luglio 2006 è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale il decreto-legge n. 223 del 2006, approvato dal Consiglio dei ministri in data 30 giugno 2006;
il decreto è entrato in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione, disponendo solo per alcune disposizioni una decorrenza diversa;
tra le numerose disposizioni del decreto-legge si dispone il cambio del regime d'imposizione fiscale delle cessioni di immobili, prevedendo all'articolo 35, comma 8, lettera a), che le operazioni di cessione dei fabbricati saranno esenti dall'iva e, pertanto, assoggettate all'imposta proporzionale di registro, con conseguente onere di registrazione;
la norma entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione e riguarda la cessione di tutti i fabbricati di qualsiasi tipologia, escludendo solo le cessioni poste in essere dall'impresa costruttrice o dall'impresa che vi abbia svolto interventi di recupero, purché effettuate entro 5 annidalla data di ultimazione della costruzione o dell'intervento;
il nuovo regime comporta oneri economici maggiori per i titolari di partita iva, oneri di cui nel giorno stesso della pubblicazione non erano a conoscenza, poiché il testo del decreto-legge era disponibile in versione on-line della Gazzetta ufficiale non prima della sera del 4 luglio 2006;
secondo gli interroganti, la decorrenza della suddetta disposizione dovrebbe essere spostata al 5 luglio 2006 -:
se il Governo intenda adottare uno strumento interpretativo che chiarisca come si debba procedere nei confronti di coloro che hanno perfezionato il rogito il 4 luglio 2006, fidandosi dell'applicazione del regime previgente.
(3-00140)
Interrogazione a risposta orale:
GASPARRI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
si apprende del trasferimento in blocco di ufficiali della Guardia di finanza con responsabilità di comando a Milano e nel nord;
secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, gli stessi ufficiali sarebbero stati invisi all'attuale Governo per le indagini relative ai rapporti tra l'onorevole Fassino e i vertici dell'Unipol, guidata da Consorte;
sulla vicenda Unipol-Consorte-Fassino è calato il silenzio, a differenza di tante altre vicende che hanno occupato chilometri e chilometri quadrati di spazio sulle cronache dei giornali;
la nota del Comando Generale della finanza non smentisce affatto l'avvio della rimozione degli ufficiali probabilmente sgraditi;
si apprende di contatti del Vice Ministro dell'economia Visco e vertici della Finanza per entrare nel merito di trasferimenti e procedure, che, secondo l'interrogante,
non sono in alcun modo riconducibili alle dirette competenze del Vice Ministro Visco -:
se Visco sia intervenuto sul Comando della Guardia di finanza per disporre i trasferimenti che sono stati avviati;
quale sia il reale motivo di questi trasferimenti;
se, a leggere almeno la parziale smentita del Comando Generale della Guardia di finanza, dopo l'esplosione dello scandalo della rimozione per espressa volontà della sinistra i vertici della Guardia di finanza non intendano procedere a bloccare la stessa rimozione per ripristinare la propria autonomia, il prestigio e la credibilità.
(3-00143)
Interrogazione a risposta scritta:
FUGATTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
numerosi cittadini in Trentino (gli ultimi casi si sono riscontrati a Trento città e in Vallarsa) lamentano disservizi da parte di Telecom Italia nell'attivare tempestivamente servizi richiesti quali allacciamenti di linee, spostamenti di linee, attivazioni di servizi ADSL;
negli ultimi tempi Telecom Italia è raggiungibile dai suoi clienti solo tramite il servizio di sportello telefonico 187 o tramite il sito internet, il che rende poco agevole la fruizione soprattutto a cittadini anziani poco avvezzi all'uso di questi mezzi;
l'organizzazione del suddetto sportello telefonico non consente di interloquire con lo stesso funzionario nelle diverse telefonate effettuate, il che non permette di avere una corrispondenza univoca con lo stesso soggetto e genera spesso confusione e indecisione nel cliente che ascolta risposte diverse e a volte contrastanti dai diversi operatori;
numerosi cittadini segnalano di essere stati contattati da operatori di Telecom Italia con promesse di servizi e tempi di attivazione che nella realtà non sono mai state mantenute;
gli stessi cittadini hanno scelto i servizi di Telecom Italia piuttosto che quelli offerti da altri gestori sulla base delle suddette promesse telefoniche, poi risultate disattese e che, di fatto, hanno falsato una vera e libera concorrenza;
nelle medesime zone si segnalano malfunzionamenti della rete telefonica -:
se il Ministero competente abbia intenzione di liberalizzare effettivamente il comparto delle telecomunicazioni, facilitando il più possibile la crescita, lo sviluppo, di un mercato realmente concorrenziale ed efficiente, con costi a carico della clientela più contenuti;
se non ritenga necessario sollecitare la Telecom per una rapida ed effettiva realizzazione degli interventi di attivazione della linea ADSL.
(4-00595)