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Allegato B
Seduta n. 273 del 28/1/2008
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GIUSTIZIA
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
con ordinanza del 14 gennaio 2008, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il dottor Francesco Chiaromonte, ha disposto l'applicazione di misure cautelari nei confronti di numerosi soggetti, tra cui diversi esponenti del partito dei Popolari-Udeur, ed in particolare ha applicato la misura degli arresti domiciliari nei confronti del Presidente del Consiglio regionale
della Campania Sandra Lonardo Mastella e del sindaco di Benevento Fausto Pepe;
secondo quanto appreso dalla stampa nazionale, risulterebbe che in data 24 gennaio 2008 lo stesso dottor Chiaromonte, su istanza dell'avvocato Vittorio Fucci, abbia revocato l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Benevento, Fausto Pepe, adducendo a giustificazione del provvedimento di revoca l'insussistenza di gravi indizi di colpevolezza;
dalle medesime agenzie di stampa risulta inoltre che la misura cautelare degli arresti domiciliari sia stata revocata dal dottor Chiaromonte, su istanza di parte o d'ufficio, anche per altri imputati, e in particolare per la dottoressa Erminia Florenzano e per Antonio Barbieri, rispettivamente segretario comunale e sindaco di Cerreto Sannita;
a norma dell'articolo 273 del codice di procedura penale (Condizioni generali di applicabilità delle misure), «Nessuno può essere sottoposto a misure cautelari se a suo carico non sussistono gravi indizi di colpevolezza»;
ne risulta che anche la succitata ordinanza del 14 gennaio 2008 doveva essere fondata su tali «gravi indizi di colpevolezza», la cui presenza sarebbe però stata smentita, almeno con riferimento alle misure revocate, proprio dal recentissimo provvedimento di revoca, intervenuto ad appena dieci giorni di distanza dall'ordinanza che le disponeva;
appare quanto mai difficile comprendere come sia possibile che, in appena dieci giorni, lo stesso giudice per le indagini preliminari abbia potuto compiere valutazioni così divergenti in merito alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in capo ad alcuni degli imputati, capovolgendo totalmente la sua precedente decisione;
va ribadita l'esigenza del massimo scrupolo nello svolgimento di attività istituzionali così importanti quali quelle giurisdizionali, tanto più se esse incidono sulla libertà personale, e quindi su un diritto costituzionale inviolabile della persona;
appare quindi necessario e urgente che il Ministro della giustizia intervenga immediatamente per l'accertamento delle eventuali responsabilità del dottor Chiaromonte, quanto meno sul piano disciplinare, mediante l'invio di ispettori -:
se il Ministro interpellato sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se non intenda adottare urgenti iniziative ispettive, ai fini dell'esercizio di tutti i poteri di sua competenza, con riguardo alla citata attività del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
(2-00936) «Capotosti, Fabris, Satta, Adenti, Affronti, Cioffi, Del Mese, D'Elpidio, Giuditta, Li Causi, Morrone, Picano, Rocco Pignataro, Rossi Gasparrini».
Interrogazione a risposta orale:
CATANOSO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
a distanza di molti mesi ancora non si spegne il clamore suscitato intorno alla vicenda di Marco Ahmetovic, il giovane Rom di 22 anni che - completamente ubriaco alla guida di un furgone - ha investito e ucciso nell'aprile dello scorso anno quattro ragazzi tra i 16 e i 19 anni nei pressi di Appignano, in provincia di Ascoli Piceno;
l'articolo 284 (Arresti domiciliari) del codice penale prevede al comma 2 che «quando è necessario, il giudice impone limiti o divieti alla facoltà dell'imputato di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano o che lo assistono»;
contrariamente alle disposizioni del codice, sembrerebbe che la detenzione domiciliare di Ahmetovic sia stata così
elastica da consentire l'ingresso di una troupe televisiva nel residence dove il rom stava scontando la misura coercitiva;
in spregio al sentimento di dolore dei familiari delle vittime, l'Ahmetovic è diventato una vera e propria star, ciò anche grazie a personaggi squallidi - come tale Alessio Sundas - il quale non ha esitato a sfruttare la situazione per acquisire notorietà e conseguire vantaggi economici per sé ed il suo assistito;
tale fatto non ha mancato di scatenare forti reazioni e, soprattutto, l'indignazione popolare nei confronti di chi - da tali fatti di cronaca - ritiene senza pudore di poter lucrare sul dolore delle vittime -:
se non ritenga opportuno intraprendere con urgenza le necessarie iniziative legislative, al fine di impedire a soggetti riconosciuti responsabili di gravi delitti di utilizzare la propria immagine per finalità pubblicitarie o commerciali nonché di svolgere qualsiasi altra attività a scopo di lucro in grado di ledere la dignità e i sentimenti dei familiari delle vittime;
se non ritenga opportuno assumere iniziative volte a prevedere delle pesanti sanzioni amministrative pecuniarie per chi, nell'esercizio di un'attività economica o imprenditoriale, compia operazioni di speculazione commerciale in occasione di gravi fatti di cronaca acquisendo notorietà e indebiti vantaggi di natura economica in relazione ai fatti e alle persone coinvolte.
(3-01561)
Interrogazioni a risposta scritta:
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante con atto ispettivo n. 4-05415 del 25 ottobre 2007 ha chiesto di conoscere se corrisponde al vero che il Tribunale di Pistoia avesse iscritto, nel settore grafico e grafotecnico dell'albo dei periti e consulenti CTU, una professionista che aveva presentato la sola licenza elementare quale titolo di riconoscimento giuridicamente;
in data 5 dicembre 2007 la sezione GIP-GUP del Tribunale di Pistoia ha disposto l'archiviazione del procedimento nei confronti di Liana Vettori, dall'interrogante richiamata nel citato atto, grafologa indagata per esercizio abusivo della professione e per falso dopo la presentazione di una querela da parte di un altro perito del settore, che l'accusava di non avere i titoli necessari per svolgere il suo lavoro;
la motivazione dell'archiviazione del procedimento riporta testualmente che «Le indagini hanno consentito di accertare la falsità del diploma e del suo uso, ma si tratta di un reato ormai estinto per decorso del termine di prescrizione»;
l'archiviazione a causa della prescrizione dei termini per l'esercizio dell'azione penale se pur con l'accertamento della mancanza dei titoli e di falsità, non ha tuttavia, prescritto la cancellazione dell'albo del Tribunale della signora Liana Vettori;
all'interrogante appare davvero preoccupante continuare a lasciare in un settore così delicato dal punto di vista giudiziario, quale appunto quello della grafologia, persone prive di adeguati titoli professionali -:
quali urgenti iniziative di sua competenza intenda adottare per far cancellare dall'albo del Tribunale di Pistoia la signora Liana Vettori;
se non ritenga, necessario ed urgente adeguare le normative vigenti, in modo da prevedere adeguati titoli di studio per l'accesso all'albo dei periti e consulenti CTU nei singoli Tribunali italiani.
(4-06203)
PAOLETTI TANGHERONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 16 gennaio 2008 l'ennesimo articolo di giornale riportava una notizia sulle lungaggini burocratiche della giustizia italiana, problema che affligge il nostro sistema giudiziario da molti anni e che, nel corso del tempo, si è addirittura aggravato;
emblematica è la storia del signor Giuseppe Deraco, di Genova, che da 25 anni combatte con la burocrazia giudiziaria italiana per far demolire una veranda di plastica costruita sopra il suo tetto di casa nel 1939 e dichiarata abusiva dopo l'acquisto dell'immobile nel 1982. Questa veranda impedisce il drenaggio dell'acqua, crea pericolose e insalubri infiltrazioni nelle pareti e rovina internamente i muri rendendoli friabili e pericolanti;
il signor Deraco ha chiesto la demolizione della veranda subito dopo l'acquisto della casa avvenuto nel 1982 ma, a causa di innumerevoli cavilli e della confusione tra i vari enti coinvolti, tra i quali tre dipartimenti del Municipio di Genova, un tribunale, un difensore civico e una Asl, la struttura è ancora sopra il tetto dell'abitazione e lui ha speso quasi 16 mila euro tra consulenze sopralluoghi e avvocati;
al signor Deraco è stata riscontrata inoltre, una forte patologia da stress, che si manifesta con un brutto tremore delle mani, dovuta, secondo la diagnosi dei medici dell'Ospedale Villa Scassi di Genova, ai troppi anni passati a cercare inutilmente una soluzione al suo problema -:
se il Ministro non ritenga che l'alleggerimento degli iter burocratici della giustizia sia una delle priorità del suo mandato;
come il Ministro intenda, dopo oltre due anni di governo, porre concreto rimedio a questa situazione, attraverso quali iniziative, legislative e non, e quali progetti di riforma.
(4-06217)
BONIVER. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
come riportato dagli organi di stampa nello scorso mese di luglio il piccolo Canson Everson è stato trasportato al pronto soccorso dell'Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù in seguito alle percosse subite ed inferte da parte della madre e del compagno di questa;
il pubblico ministero, nonostante questo grave fatto, ha autorizzato la riconsegna del bambino alla coppia, trasmettendo gli atti al Tribunale per i minorenni di Roma, con la richiesta di provvedimenti di tutela;
il padre e lo zio del minore hanno sporto denuncia per maltrattamenti nei confronti della madre e del suo convivente, ma la procura della Repubblica di Roma non ha chiesto alcuna misura di protezione nei confronti del bambino;
il Tribunale per i minorenni di Roma solo in data 1o ottobre 2007 ha disposto l'affidamento del minore ai servizi sociali, fermo restando il collocamento presso la madre ed il suo convivente. Il piccolo, all'inizio di dicembre, viene seviziato a morte e la madre ed il suo convivente, pur accusati di omicidio preterintenzionale, non vengono arrestati;
sarebbero gravissimi, quindi, come si può evincere da questa premessa, le responsabilità dei magistrati di Roma e di tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti nel caso, perché: a) innanzitutto non hanno disposto immediatamente la collocazione del minore in una struttura protetta salvaguardando lo stesso; b) non è stato effettuato da parte della magistratura l'ordine di protezione contro gli abusi nei confronti dei minori previsto dalla normativa vigente; c) è intercorso molto tempo per l'affidamento del minore al servizio sociale senza, peraltro, prevedere il collocamento immediato dello stesso presso una struttura protetta;
i fatti riportati in premessa sono inauditi e giustificano un immediato intervento chiarificatore del Ministro -:
se sia a conoscenza dei gravi fatti accaduti e se non intenda valutare l'opportunità di avviare un'azione disciplinare nei confronti dei magistrati che a giudizio dell'interrogante, hanno trascurato e sottovalutato gravemente la vicenda che ha avuto esiti infausti.
(4-06225)