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Allegato B
Seduta n. 275 del 19/2/2008
TRASPORTI
Interrogazioni a risposta scritta:
SCOTTO. - Al Ministro dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la marineria italiana oltre ad essere ancora oggi una delle maggiori e più moderne flotte d'Europa, è un'importante realtà imprenditoriale occupando quasi 100.000 lavoratori di cui a circa 60.000 lavoratori a tempo indeterminato (circa 57.000 naviganti e circa 5.000 impiegati amministrativi) e più di 37.000 lavoratori del mare precari (stagionali);
una buona parte dei marittimi italiani (40 per cento) provengono dal comparto campano ed in particolare dalla fascia vesuviana costiera (Torre del Greco, Ercolano, eccetera);
negli ultimi anni si è fortemente manifestata la necessità di ridurre il gap competitivo con le altre imprese di navigazione estere (che impiegano manodopera in gran parte proveniente dal terzo mondo con salari molto bassi) in seguito alla cessazione della «riserva di bandiera» e, più in generale, alla totale globalizzazione del mercato dei noli marittimi;
ciò ha comportato un crescente peggioramento delle condizioni economiche e professionali dei lavoratori del mare italiani:
a) in primo luogo, infatti, si è evidenziata una tendenza alla riduzione dell'occupazione marinara che si è manifestata principalmente attraverso la riduzione progressiva delle «tabelle d'armamento» che hanno messo e mettono in seria discussione la salvaguardia della sicurezza della navigazione e della vita umana in mare, nonché la qualità dei servizi;
b) vi è stato, poi, un crescente ricorso al già ampio precariato con la connessa riduzione del lavoro in continuità di rapporto;
c) si è, poi, avuto un aumento della flessibilità e delle ispezioni mirate, tra l'altro, più a terrorizzare il personale che ad essere di supporto dello stesso, nonchè una intensificazione dei turni di lavoro con una sostanziale vanificazione di quanto previsto della recente disciplina dei riposi introdotta con direttiva CE 1999/63 e quindi nel decreto legislativo 27 maggio 2005 n. 108 che regola alcuni profili della disciplina del rapporto di lavoro dei marittimi connessi all'organizzazione dell'orario di lavoro ed in particolare i riposi;
d) il numero degli infortuni gravi sul lavoro negli ultimi 3 anni è cresciuto (dati IPSEMA);
e) inoltre si è registrata una riduzione notevole (anche del 15 per cento) dei salari globali di fatto in termini reali e la scomparsa in molti casi dei premi di produzione;
f) le procedure di imbarco di personale navigante del «Turno generale» sono poi, poco trasparenti tanto che alcuni hanno parlato di «neo-caporalato»;
g) ricambi generazionali sono, ancora, poco garantiti per le difficoltà crescenti di imbarco degli allievi ufficiali e la scarsa attenzione finora prestata alla formazione marinara;
h) infine, la categoria ha sofferto il mancato riconoscimento del rischio amianto e del carattere usurante del tipo di lavoro;
eppure nella Conferenza delle regioni periferiche marittime (Crpm) l'approvazione del «Libro verde sulla politica marittima» ha dato un rinnovato impulso alle «Autostrade del Mare» e quindi allo sviluppo del settore marittimo, tanto più importante in un Paese, come l'Italia, ove gran parte delle merci continuano a viaggiare su gomma nonostante la grande estensione delle coste -:
quali iniziative si intende intraprendere per migliorare le condizioni di lavoro,
sociali ed economiche dei lavoratori del mare italiani in riferimento alle situazioni denunciate in premessa;
se, in particolare, si intenda riconoscere, come appare ovvio agli interroganti, il carattere usurante del lavoro marittimo;
se esista un serio ed organico piano che, valorizzando le risorse umane e la qualità e la quantità dei servizi offerti, sia in grado di garantire nel contesto competitivo mondiale un rilancio della flotta italiana e l'incremento o almeno il mantenimento dei livelli occupazionali e degli standards di sicurezza;
quali misure il Governo intenda intraprendere per migliorare la formazione del personale marittimo in modo da migliorare la concorrenzialità della nostra flotta attraverso non una riduzione salariale ma un aumento della produttività e della qualità dei servizi;
quali misure il Governo intenda adottare per lo sviluppo dei traffici marittimi in modo da riequilibrare il sistema integrato di trasporto via mare, su gomma e ferroviario, tutt'ora squilibrato a vantaggio del più antieconomico e antiecologico trasporto su strada, ed in particolare per lo sviluppo del cabotaggio e delle «autostrade del mare».
(4-06279)
LONGHI. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
le Ferrovie dello Stato SpA hanno previsto l'installazione di pannelli fonoassorbenti alti 7 metri nella tratta tra Genova Sanpierdarena e Genova PP;
i cittadini abitanti nei pressi dei previsti lavori sono contrari a causa dell'altezza dei pannelli che avrebbero conseguenze dannose dal punto di vista estetico, per il rumore che aumenterebbe, a causa del traffico veicolare nella sottostante via Buranello;
il Municipio Centro Ovest si è anch'esso espresso negativamente;
cittadini e Municipio chiedono invece che le FS eliminino le infiltrazioni d'acqua che rendono inagibili i volumi sottostanti il passante ferroviario, perché possano tornare ad essere usati come negozi e rivitalizzare così la zona -:
se intenda indurre le FS a rapportarsi con cittadini e Municipio per risolvere positivamente i problemi sollevati posti in premessa.
(4-06283)
SALERNO. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la strada statale 106 in provincia di Reggio Calabria, è ritenuta tra le strade più pericolose d'Italia e ormai è nella diffusa considerazione che si tratta di «strada della morte», così come per centinaia di sinistri le cronache dei mezzi di informazione l'hanno definita;
nelle ultime settimane, in tre giorni si sono verificati tre incidenti tutti mortali, oltre quelli in cui si lamentano feriti gravi;
malgrado la quotidianità degli incidenti nulla si registra se non la cinica presa d'atto di quanto accade e la doverosa cronaca giornalistica di riportare gli eventi;
la situazione di pericolo è resa ancora più accentuata dallo stato di abbandono dell'arteria stradale, ma anche dalle colpevoli omissioni di impedire e perseguire decine e decine di svincoli abusivi che spuntano sistematicamente ad opera di chi ne ha privata necessità;
proprio l'irrompere di mezzi attraverso gli svincoli abusivi sono la causa principale degli incidenti mortali;
i guard rail non sono collocati a norma, a quaranta centimetri dal fondo stradale, e rappresentano anch'essi causa di decessi (come nel caso del giovane Fabrizio Rizzo);
i controlli delle forze preposte sono del tutto inadeguate tant'è che per decine e decine di chilometri, per giorni e giorni non si incontra neppure una pattuglia;
nessuna campagna di educazione stradale è stata posta in essere e nessun cartello di prevenzione si trova allocato sulla pericolosa e infausta arteria che ha provocato un'ecatombe, segnando col lutto migliaia di famiglie;
la magistratura si limita a registrare gli eventi delittuosi, e all'interrogante non risultano provvedimenti di sequestro cautelativo della strada;
non risulta nessuna iniziativa della magistratura per accertare l'irregolarità della collocazione dei guard rail -:
quali iniziative intendano assumere per fermare questa carneficina la cui catena di sangue si allunga giorno dopo giorno, con costanza impressionante;
se non intenda intervenire, tramite l'Anas, per definire, anche con l'ente gestore della strada, ossia la provincia di Reggio Calabria la messa in sicurezza della strada.
(4-06298)