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Allegato A
Seduta n. 28 del 19/7/2006
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(A.C. 1288 - Sezione 7)
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
i recenti drammatici avvenimenti che insanguinano il Medio Oriente, coinvolgendo Israele ed il Libano, indicano un salto di qualità estremamente preoccupante nella strategia di aggressione da parte delle forze collegate alle centrali del terrorismo;
non si tratta, come del resto non si trattava prima, di presunti «resistenti» che reagivano alla cosiddetta presenza imperialista dell'Occidente, ma di un'alleanza tra alcuni stati della regione, che organizzano forze irregolari in altri paesi, con l'unico obbiettivo di assumere il controllo geopolitico dell'intera regione;
al fenomeno del terrorismo, come forma di aggressione contro ogni tentativo di sviluppare un assetto democratico, quale antidoto al fossato del sottosviluppo e dell'assolutismo politico, l'Europa deve contrapporsi, sviluppando un'intensa azione di carattere politico e diplomatico, all'insegna del multilateralismo, accompagnata tuttavia dalla necessaria fermezza sul piano militare indispensabile per rendere credibile la sua azione in difesa della pace;
una parte, seppure esigua, della maggioranza parlamentare si attarda ancora in visioni del passato che rischiano, aldilà di qualsiasi altra considerazione, di trasformarsi - ad avviso dei presentatori - in un sostegno passivo alla strategia terroristica, nel tentativo di confondere le acque e disarmare il Paese rispetto ai pericoli più imminenti;
questo equivoco indebolisce l'azione del Governo italiano in un momento in cui la sua capacità di dialogo con tutte le parti
coinvolte nel conflitto dovrebbe essere piena ed incondizionata: di conseguenza sostenuta dalla più ampia maggioranza che legittimi gli interessi di tutta la Nazione;
finora l'azione dello Stato italiano si è ispirata a principi che hanno, comunque, ricevuto l'avallo dell'ONU, rispetto al quale le forze armate italiane hanno dato il loro contributo fattivo, anche in termini di sangue. Sacrificio che non può essere rinnegato;
la missione militare in Iraq è giunta al termine, per cui il conseguente disimpegno dovrà essere concordato con gli altri alleati ed il legittimo Governo di quel Paese, in un contesto di rinnovata cooperazione economica e finanziaria rivolta alla ricostituzione di quel Paese;
in Afghanistan l'impegno assunto, in attuazione del mandato del Consiglio di sicurezza dell'ONU, previsto dalla risoluzione 1386 e successivi accordi internazionali, deve essere potenziato per contrastare le forze ostili ad uno sviluppo democratico di quel Paese, per allargare le zone liberate dalla presenza del terrorismo, per continuare nell'opera di riorganizzazione della governance; per circoscrivere sempre più il traffico degli stupefacenti, fonte di finanziamento non secondaria delle azioni terroristiche; per allargare gli spazi di libertà, di pace, di sicurezza e di progresso civile nelle zone ancora non «pacificate», al fine di garantire il pieno rispetto degli accordi di Bonn;
lo stesso impegno dovrà continuare negli altri scacchieri internazionali (regione del Darfur, Sudan, Somalia, confine Etiopia - Eritrea, Palestina, Sinai, Libano, Kashmir, Albania, missioni di Bosnia e Macedonia) in cui sono minacciate le libertà fondamentali dell'uomo moderno;
appaiono stigmatizzabili - ad avviso dei presentatori - tutti i comportamenti opportunistici, la cui strumentalità appare evidente,
impegna il Governo
ad insistere nell'azione di politica estera intrapresa, nel solco delle decisioni già assunte, e nel rispetto di quella continuità che caratterizza l'azione dello Stato, che non può coincidere con l'orizzonte più limitato della semplice azione di governo, onde evitare bruschi cambiamenti di direzione ed il ripetersi di errori che, nel passato, hanno minato la credibilità della Nazione;
a ricercare, in Parlamento, la massima convergenza possibile lasciando ad una sparuta minoranza delle forze politiche italiane la responsabilità di una scelta osteggiata dalla grande maggioranza del Paese;
a riferire in Parlamento sugli esiti e gli sviluppi dell'azione diplomatica rivolta a costruire una posizione di pace non sulla base di cedimenti, ma nel rispetto delle regole condivise, che costituiscono il cemento effettivo della convivenza internazionale.
9/1288/1. Barani, Del Bue, Cirino Pomicino.
La Camera,
premesso che:
oltre due milioni di persone permangono nei campi per sfollati del Darfur;
dall'inizio del 2003, nonostante le organizzazioni umanitarie siano riuscite a stabilizzare l'emergenza nella maggior parte della regione, distribuendo cibo, acqua, medicine e altri aiuti, le condizioni di sicurezza restano precarie e gli attacchi delle milizie ribelli contro la popolazione, in particolare donne e bambini, continuano;
nonostante l'accordo di pace firmato lo scorso 5 maggio ad Abuja, infatti, la sicurezza non è migliorata, non sono cessate le distruzioni dei villaggi da parte dei ribelli che, sempre più spesso, saccheggiano anche i convogli umanitari delle organizzazioni con il risultato che sta
diventando sempre più difficile per le ONG raggiungere le comunità più in pericolo;
malgrado gli instancabili sforzi di mediazione dell'Unione Africana, l'accordo di pace dei 5 maggio rischia di essere travolto dalla rivalità tra le numerose fazioni etniche, alcune delle quali hanno pubblicamente dichiarato di non accettare l'accordo, con il rischio di far ricadere la regione nel caos;
l'Unione Africana può contare solo su settemila uomini, tra «monitor», soldati e forze di polizia non armate, un contingente troppo esiguo per sorvegliare il cessate il fuoco e proteggere la popolazione in un territorio così vasto,
impegna il Governo
ad aumentare e concentrare i propri sforzi non solo per migliorare la situazione umanitaria delle popolazioni inermi del Darfur, ma per rafforzare, altresì, l'azione dell'Unione Africana, come più volte richiesto dalla stessa, almeno fino al termine del mandato previsto per la fine dell'anno, quando l'azione di peacekeeping passerà nelle mani delle Nazioni Unite.
9/1288/2. Tucci.
La Camera,
premesso che:
è necessario, come principio generale da applicare in ogni iniziativa di cooperazione allo sviluppo e sostegno alle azioni umanitarie, preferire l'utilizzo di personale locale;
i meccanismi di cooperazione e di aiuto umanitario sono per loro stessa natura una risorsa economica ed occupazionale per le popolazioni del Paese assistito,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad inserire, in ogni fase della valutazione dei piani di cooperazione allo sviluppo e di sostegno alle azioni umanitarie, il criterio dell'utilizzo in ogni caso del personale locale, a meno che non sia evidentemente acclarata, in ambito locale, l'assenza delle professionalità richieste.
9/1288/3. Paoletti Tangheroni.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito della partecipazione italiana alle missioni internazionali, al capo della rappresentanza diplomatica italiana a Baghdad é affidata la direzione in loco della missione umanitaria di stabilizzazione, di ricostruzione e di cooperazione in Iraq,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte a prevedere il coinvolgimento di tutti i soggetti iracheni interessati alle modalità di realizzazione della missione stessa, salvo casi di urgenza.
9/1288/4. Carlucci, Paoletti Tangheroni.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito della partecipazione italiana alle missioni internazionali sono previsti interventi umanitari di stabilizzazione, di ricostruzione e di cooperazione in Iraq, entro gli obiettivi e le finalità individuati nella risoluzione ONU n. 1637;
particolari misure sono state previste anche al sostegno dello sviluppo sociosanitario in favore delle fasce più deboli della popolazione,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere che sia data priorità alla realizzatione di un programma sanitario
di vaccinazioni a favore della popolazione in età inferiore ai 7 anni.
9/1288/5. Licastro Scardino, Paoletti Tangheroni.
La Camera,
premesso che:
nell'ambito della partecipazione italiana alle missioni internazionali, sono evidenti la fragilità e la sensibilità del contesto sociale sul quale impattano gli intenti umanitari di stabilizzazione, di ricostruzione e di cooperazione in Iraq,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative volte a prevedere un serrato, costante ed approfondito monitoraggio delle attivita svolte dalle ONG e dalle Organizzazioni di volontariato nazionali ed internazionali, prevedendo l'affidamento di tale monitoraggio a periodiche missioni effettuate da agenzie specializzate dell'ONU, quali l'OCHA e l'UNDP.
9/1288/6. Bertolini, Paoletti Tangheroni.
La Camera,
rilevando con apprensione
come la produzione di oppiacei continui a rappresentare la principale risorsa su cui si basa 1'economia dell'Afghanistan, che dipende dal papavero per oltre il 65 per cento del proprio prodotto interno lordo;
altresì, come i flussi di derivati dall'oppio si dirigano prevalentemente verso i mercati dell'Europa occidentale, percorrendo rotte che spesso attraversano i Balcani;
prendendo atto
della determinazione mostrata da alcuni Paesi nella lotta all'economia legata ai narcotici che si sta sviluppando in Afghanistan, determinazione che ha ad esempio condotto la Gran Bretagna ad attribuire ai suoi militari sul suolo afgano il compito di distruggere le coltivazioni di papavero ovunque ne vengano incontrate;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte ad associare l'Italia, sia nell'ambito dell'Alleanza Atlantica sia in quello delle Nazioni Unite, al novero dei Paesi che ritengono che l'Afghanistan non debba trasformarsi in un narco-Stato dedito principalmente alla produzione ed esportazione di stupefacenti, contribuendo altresì all'elaborazione di una strategia complessiva di contrasto che contempli, al tempo stesso, la distruzione delle coltivazioni di papavero esistenti sul suolo afgano e l'incentivazione di colture alternative, finora non adeguatamente sostenuta.
9/1288/7.Giancarlo Giorgetti, Bricolo, Filippi.
La Camera,
preso atto
del fatto che è ormai deciso il completo rimpatrio entro la fine del prossimo autunno del contingente militare italiano dall'Iraq;
della circostanza che tale contingente annoverava agli inizi del 2005 più di tremila uomini appartenenti alle quattro Forze armate, divenuti alla metà del 2006 all'incirca 1.600;
che è stata cancellata la missione «Nuova Babilonia», che avrebbe comunque comportato la presenza di non meno di ottocento militari italiani in Iraq anche dopo il 31 dicembre 2006, con la funzione di assicurare la protezione dei civili cooperanti alla ricostruzione delle istituzioni e dell'economia dell'Iraq;
rilevando come
la cessazione completa dell'impegno militare interforze in Iraq avrà l'effetto positivo di rendere a breve termine disponibile un'aliquota supplementare di
militari da adibire ad altre funzioni e permetterà di risparmiare risorse finanziarie per non meno di 1.30 milioni di euro a semestre, stando ai dati forniti dall'Atto Camera 1288;
evidenziando altresì
le permanenti difficoltà che si riscontrano a proteggere i confini nazionali italiani dalla penetrazione di immigrati clandestini;
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a destinare le risorse gia destinate ad Antica Babilonia, gli uomini ed i mezzi in via di rimpatrio dall'Iraq e dal Golfo Persico al potenziamento del dispositivo interforze incaricato di proteggere i confini nazionali dai flussi migratori illegali che interessano la penisola italiana.
9/1288/8.Cota, Bricolo.
La Camera,
preso atto
che la lotta contro il terrorismo internazionale non può ancora considerarsi vinta;
che è conseguentemente necessario confermare l'impegno italiano in Afghanistan, dove è in atto una pericolosa offensiva da parte dei nostalgici del deposto regime talebano e dei loro alleati fedeli al network internazionale del terrore;
rilevando con preoccupazione come
movimenti e forze politiche che si ispirano agli ideali dell'Islam politico radicale e del jihadismo sono all'offensiva in un vasto numero di Paesi, da ultimo nella Striscia di Gaza e nel Libano meridionale, dove gli attacchi degli HezboIlah contro Israele stanno mettendo in pericolo il processo di pacificazione e recupero della piena sovranità da parte dei Governo di Beirut;
esprimendo altresì
il timore che le crisi scoppiate recentemente in Medio Oriente e nelle banlieux francesi possano riverberarsi anche all'interno delle comunità dei musulmani immigrati nel nostro Paese, già considerevolmente infiltrate dalle cellule del network internazionale del terrore, stando alle risultanze di numerose inchieste condotte dalla magistratura italiana;
impegna il Governo
a tenere in considerazione le esigenze della politica di sicurezza nazionale non solo nella prosecuzione delle missioni di pace all'estero, ma anche nella gestione dell'immigrazione riducendo al minimo se non eliminando i flussi in entrata dai paesi dove maggiore risulta l'influenza dei movimenti che si richiamano agli ideali dell'Islam politico radicale e del jihadismo.
9/1288/9.Bricolo.