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Allegato A
Seduta n. 29 del 20/7/2006
(Sezione 4 - Somministrazione del farmaco metotrexate presso il reparto di ginecologia dell'ospedale Buzzi di Milano)
D)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
si apprende da notizie apparse sulla stampa che presso l'ospedale milanese Buzzi da alcuni mesi viene somministrato presso il reparto di ginecologia il metotrexate;
tale farmaco, antagonista dell'acido folico ed inibitore della crescita cellulare, è registrato da tempo per l'impiego in campo oncologico, nonché per l'artrite reumatoide e psoriasica, ma viene usato, secondo quanto si apprende da Umberto Nicolini, primario di ginecologia dell'ospedale, anche al di fuori dell'indicazione ufficiale per indurre l'interruzione della gravidanza, in caso di gravidanza extrauterina, in alternativa all'intervento chirurgico;
secondo il ginecologo non si tratterebbe di pillola abortiva, ma di un farmaco usato per via intramuscolare in ospedale, né sarebbe necessaria alcuna sperimentazione, in quanto il metotrexate, a differenza della pillola RU 486, è da tempo registrato in Italia e venduto liberamente, lasciando così al medico la libera scelta di utilizzarlo in alternativa al metodo chirurgico;
la direzione generale degli istituti clinici di perfezionamento, di cui fa parte il Buzzi, ha sospeso la procedura e chiesto l'acquisizione della documentazione relativa al caso, precisando, comunque, che non sarebbe in corso alcuna sperimentazione di farmaci abortivi e che la somministrazione del metotrexate per l'interruzione di gravidanza sarebbe avvenuta solo sotto la diretta responsabilità dei medici, mediante l'impiego di farmaci regolarmente in commercio in Italia e per patologie ostetriche diverse dall'aborto;
in base a quanto comunicato dalla direzione generale degli istituti clinici di perfezionamento, dal mese di marzo 2006 sarebbero trentasei le donne che hanno interrotto la gravidanza con il metotrexate, cioè l'8 per cento delle 415 interruzioni volontarie di gravidanza praticate presso l'ospedale milanese;
l'utilizzo di un farmaco abortivo diverso dalla RU 486 presso l'ospedale Buzzi di Milano sembrerebbe configurare una procedura in violazione della legge n. 194 del 1978, in quanto l'aborto sarebbe praticato al di fuori di una struttura pubblica, senza informazioni né nei confronti della regione, né della direzione dell'ospedale, né del ministero della salute;
non è possibile l'uso di farmaci per un'indicazione diversa da quella prevista dell'Agenzia italiana del farmaco, senza un preventivo parere del comitato etico dell'ospedale ed una dimostrazione di necessità clinica, che deve essere certificata caso per caso;
l'Agenzia italiana del farmaco ha iniziato ad acquisire presso l'ospedale milanese tutte le informazioni relative alla vicenda, necessarie per verificare se vi siano violazioni della legge;
l'Organizzazione mondiale della sanità, in genere abbastanza indulgente nei confronti dei protocolli per l'interruzione della gravidanza, considera l'utilizzo del metotrexato un metodo inefficace e lo sconsiglia caldamente -:
quali iniziative intenda intraprendere in merito alla vicenda dell'ospedale Buzzi di Milano;
quali provvedimenti intenda adottare per porre fine all'uso improprio del citato farmaco, qualora venissero accertate gravi irregolarità nel comportamento dei sanitari
dell'ospedale, anche in riferimento al rispetto delle procedure previste dalla legge n. 194 del 1978.
(2-00057) «Volontè, Capitanio Santolini, Lucchese, Ronconi».