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Allegato B
Seduta n. 29 del 20/7/2006
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COMUNICAZIONI
Interrogazioni a risposta scritta:
OLIVIERI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
il 3 dicembre 2001 diventava operativo l'ufficio postale di Savona, succursale n. 2, situato presso la galleria del centro commerciale Ipercoop;
nonostante alcune limitazioni derivanti dal contratto con la direzione della galleria (per esempio l'ufficio non poteva collocare prodotti finanziari d'investimento ad eccezione di aperture conti Bancoposta e sottoscrizioni di Buoni postali) e nonostante alcuni limiti riscontrati nell'organizzazione dell'ufficio (come più volte segnalato anche dalle organizzazioni sindacali), l'ufficio ha rapidamente visto aumentare il volume d'attività essendo, anche in virtù della favorevole collocazione, sempre più frequentato dagli utenti;
Poste italiane hanno recentemente informato le organizzazioni sindacali territoriali di categoria circa l'intenzione dell'azienda di chiudere l'ufficio a far data dal 1o agosto 2006;
tale scelta, oltre ad apparire autolesionista in relazione all'interesse stesso
dell'azienda, è destinata a sollevare sconcerto e dissenso nei cittadini utenti -:
pur nella salvaguardia dell'autonomia di Poste italiane se il Governo intenda attivarsi per favorire il ripensamento di Poste italiane circa la chiusura dell'ufficio, così come auspicato dalla comunità locale e dalle organizzazioni sindacali.
(4-00640)
CAPOTOSTI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
alcuni paesi della provincia di Terni (Melezzole - frazione del comune di Montecchio - ed Acqualoreto - frazione del comune di Baschi) hanno segnalato con preoccupazione l'imminente chiusura definitiva di uffici postali ivi dislocati;
tale chiusura definitiva di sedi decentrate e localizzate in siti disagiati, sembrerebbe dettata da mere motivazioni di carattere gestionale e finanziario;
il bacino di utenza dei predetti uffici è costituito da anziani, non tutti in grado di raggiungere altre sedi per il disbrigo delle necessità quotidiane (conti correnti, raccomandate, ritiro della pensione, eccetera);
l'evidente e grave disagio delle comunità locali che, seppur di piccole dimensioni, subirebbero una rilevante restrizione di un servizio sociale di primaria importanza;
tale decisione suscita ancora più perplessità in considerazione della fruttuosa iniziativa del comune di Baschi intesa a impegnarsi al pagamento del canone d'affitto del locale dell'ufficio postale interessato -:
se il Governo sia a conoscenza di quali giustificazioni la società «Poste Italiane» adduca per la chiusura definitiva di alcuni piccoli uffici postali nell'ambito della propria missione istituzionale di primario servizio pubblico;
in quale maniera la stessa società «Poste Italiane» intenda alleviare gli inevitabili disagi che parte della popolazione andrebbe a subire;
in che modo le strutture ministeriali condotte dal Ministro interrogato agiscano a livello locale al fine di monitorare l'attività gestionale di «Poste Italiane» e salvaguardare gli interessi legittimi dei cittadini coinvolti;
quali iniziative siano state o saranno intraprese per risolvere tale problematica situazione, tenendo presente che anche una limitata apertura articolata su 2 giorni a settimana per 4 ore sarebbe, in ogni caso, capace di alleviare i predetti disagi.
(4-00642)
MARIO RICCI, CACCIARI, OLIVIERI e LOCATELLI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
con la legge finanziaria 2006, (n. 266 del 2005), il precedente governo stabilì l'erogazione del cosiddetto «bonus bebè» per ogni figlio nato o adottato nel 2005, per ogni secondo figlio o successivo nato nel 2006, per ogni figlio adottato nel 2006;
tra i requisiti previsti vi era quello, sicuramente discriminatorio, di essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell'Unione europea e tra i documenti da presentare, atti a verificare tale requisito, vi era un valido documento d'identità;
nonostante ciò, le Poste italiane Spa, con la circolare n. 68 in data 10 febbraio 2006, emanarono disposizioni in contrasto con la normativa vigente, in quanto di fatto si disponeva il pagamento dell'importo, a tutti anche in presenza della mancanza del requisito della cittadinanza che si evinceva chiaramente da quanto specificato sul documento d'identità che andava allegato in fotocopia all'autocertificazione;
alcuni dipendenti, essendo a conoscenza di quanto specificato dalla legge, si sono rifiutati di procedere a pagamenti a soggetti non previsti;
nella direttiva di Poste italiane, si specificava che poi i controlli sarebbero stati fatti in tempi seguenti da parte degli organi finanziari;
tale comportamento, secondo gli interroganti, del tutto inspiegabile in qualsiasi azienda pubblica e privata, è comprensibile solo in una evidente volontà, da parte dei membri dell'attuale Consiglio di Amministrazione di Poste italiane Spa, di assencondare velocemente l'allora maggioranza di governo che si apprestava ad affrontare una difficile campagna elettorale;
tali decisioni hanno comportato un danno per l'erario di oltre 30 milioni di euro, nonché la messa in moto di una complessa macchina investigativa e giudiziaria che comporterà costi maggiori degli eventuali recuperi;
allo stesso tempo, decine di migliaia di immigrati, si troveranno, a dover rispondere di un reato che la maggioranza di loro non si era nemmeno reso conto di compiere -:
se non ritenga necessario, avendo il ministero delle comunicazioni, in qualità di autorità nazionale di regolamentazione del settore postale, il compito di verificare la qualità del servizio universale erogato da Poste italiane, convocare un incontro con la medesima società, al fine di accertare le responsabilità in merito a quanto sopra esposto, tenuto conto del grave danno prodotto all'erario pubblico in un momento già tanto difficile per l'economia italiana.
(4-00655)