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Allegato B
Seduta n. 29 del 20/7/2006
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DIFESA
Interrogazioni a risposta scritta:
EVANGELISTI, LEOLUCA ORLANDO, PALOMBA, DONADI, RAITI, PORFIDIA e PEDRINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Centro CIMA Aulla e la Direzione Munizionamento Ca Moncelo rappresentano le più grosse realtà industriali presenti nel territorio Lunigianese e di tutta la Provincia di Massa Carrara;
nonostante le lunghe battaglie politiche e sindacali volte ad accreditare e mantenere attive in questo territorio le citate realtà occupazionali, oggi siamo costretti ad assistere ad una nuova stagione di tentativi indirizzati alla revisione ordinamentale di quanto sancito dai decreti istitutivi;
nonostante le rassicurazioni ricevute negli incontri con le Autorità militari di ogni ordine e grado sul futuro degli Enti dell'Amministrazione difesa, le organizzazioni sindacali confederali rappresentano il profondo malessere presente tra il personale e ravvisano la necessità di avviare un confronto approfondito sulla situazione politico-istituzionale, per comprendere appieno gli obiettivi che riguardano sia CIMA Aulla che Diremuni Ca Moncelo;
non è pensabile che il personale civile e militare impiegato in queste realtà, così strategicamente importanti per il Ministero della Difesa, sia periodicamente soggetto a ventilate incertezze sul proprio futuro e nelle scelte di indirizzo politico-amministrativo che lo riguardano;
la gestione di delicati strumenti operativi ed industriali che garantiscono l'efficienza e l'efficacia dello strumento militare e delle Forze Armate non può essere devoluta a soggetti che perseguono come fine la logica del profitto, utilizzando coerentemente le regole del mercato;
la gestione pubblica invece è una garanzia e, al contempo, è fonte di regolamentazione di questo settore del mercato del lavoro;
l'apparato professionale pubblico, che non persegue le logiche di profitto e di mercato, rappresenta, attraverso la sua professionalità e presenza, la continuità delle azioni e la tempestività di intervento che sono alcuni degli obiettivi fondanti la ristrutturazione avviata nel recente passato;
l'economicità delle strutture Cima e Diremuni risiede nella corretta organizzazione e gestione delle risorse umane e materiali a disposizione;
come l'esperienza insegna, forme di gestione private o semiprivate si sono
rivelate, nel medio periodo, meno vantaggiose di una diretta e continua gestione da parte del Ministero della Difesa;
all'interno degli organici delle due realtà produttive in questione permangono le carenze organiche delle qualifiche professionali dell'Area C che permettono il mantenimento e lo sviluppo dei compiti preordinati dai Decreti istitutivi, mentre si assiste all'occupazione dei ruoli destinati al personale civile da parte di quello militare;
per rendere realmente funzionale e utilmente impiegata la capacità produttiva del Centro debbono al più presto essere attuate procedure e relazioni che permettano a tutte le Forze Armate l'utilizzo di questa struttura -:
se non ritenga necessario:
che siano al più presto banditi i concorsi per le assunzioni, a completamento delle dotazioni organiche del personale civile previste dai decreti istitutivi della Cima e della Diremuni Ca Moncelo;
definire nel più breve tempo possibile i regolamenti applicativi dei predetti decreti istitutivi;
smentire le ventilate ipotesi di cessione, concessioni e/o permute di aree, opere e quant'altro il cui unico risultato è sminuire l'importanza del centro.
(4-00639)
MARRAS. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la Sardegna è la regione italiana che maggiormente contribuisce alla attività militare con il proprio territorio, in termini di servitù militari, con evidente rilevante ricaduta negativa sull'utilizzo del territorio per le «normali» attività economiche della comunità regionale;
la superficie occupata dal demanio militare è di 23.766 ettari, quella sottoposta a servitù militare di 13.608 ettari;
tutto il perimetro dell'isola è investito dalla predetta occupazione: a Nord l'isola di Tavolara e l'arcipelago della Maddalena; a Ovest il poligono di Capo Frasca; a Sud il poligono di Capo Teulada, cui si aggiunge la qualificazione ed i relativi vincoli di «comune costiero militarmente importante», come stabilito dalla legge n. 898/76, per la città di Cagliari; a Est il poligono del Salto di Quirra Capo San Lorenzo;
da parte del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna è stata riproposta pressantemente l'esigenza di attuare concretamente l'Accordo di Programma Quadro (A.P.Q. 9), sottoscritto tra Stato e Regione nel 1999, inteso a rivedere il peso delle servitù militari in Sardegna al fine di perseguire i seguenti obiettivi già indicati dal citato A.P.Q. 9:
riduzione qualitativa e quantitativa delle servitù militari in Sardegna, nonché le modalità per il decentramento delle strutture militari dai centri urbani ad aree appositamente attrezzate;
conversione a scopi civili di siti militari al fine di creare insediamenti produttivi, utilizzando aree e infrastrutture militari non più necessarie al Ministero della difesa e non più utilizzabili a scopo governativo;
rifinanziamento e modifica dell'articolo 4, commi 2 e 3, della legge 2 maggio 1990, n. 104, affinché si tenga in giusta considerazione la particolarità della Regione Sarda, regione maggiormente oberata dai vincoli e dalle attività militari rispetto alle altre regioni;
il governo Berlusconi aveva dato impulso ad un tavolo di confronto, Stato-Regione, per la ridefinizione della presenza militare in Sardegna. In quel contesto doveva essere definita anche la questione se Capo Frasca dovesse diventare o meno poligono militare permanente, in modo da dare la possibilità ai pescatori del luogo di usufruire degli indennizzi previsti dalla legge. Il tavolo di confronto sembra non stia più operando poiché l'attuale Governo regionale, che rivendica un nuovo accordo Stato-Regione, a giudizio dell'interrogante, sta di fatto così vanificando
tutto il lavoro svolto e allungando i tempi per la ridefinizione delle presenze militari in Sardegna -:
se nell'ambito di tale confronto non ritenga opportuno classificare la struttura militare di Capo Frasca quale poligono permanente prevedendo anche per le marinerie del golfo di Oristano un indennizzo per il fermo pesca in occasioni di esercitazioni militari;
quando tale accordo potrà essere operativo in termini di ridefinizione della presenza militare in Sardegna e in modo particolare per il poligono di Capo Frasca.
(4-00641)