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Allegato B
Seduta n. 29 del 20/7/2006
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INTERNO
Interrogazione a risposta orale:
MANCINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel periodo tra il 17 settembre 2004 e il 26 aprile del 2005 il territorio della Locride è stato teatro di gravi episodi
criminali culminati nella commissione di 28 omicidi;
su tali gravi crimini, che hanno non poco turbato la comunità, non soltanto di quella zona, sono ad oggi, stati registrati ben pochi successi investigativi;
è probabile che tali ritardi, nell'assicurare i responsabili alla giustizia, siano dovuti anche alla carenza degli organici in servizio nella locale Procura della Repubblica che da recenti trasferimenti è stata ulteriormente sguarnita -:
se e quali iniziative intendano assumere per rafforzare gli organici e i mezzi di una procura e di un tribunale ai quali è affidato un ruolo fondamentale per contribuire a realizzare una situazione di vita democratica nel territorio della Locride.
(3-00147)
Interrogazione a risposta in Commissione:
FRANCESCATO e CAMILLO PIAZZA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'Associazione Verdi ambiente e società Onlus con Sede regionale in Cetraro (Cosenza), Associazione nazionale di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell'ambiente con decreto n. 63 del 29 marzo 1994 ai sensi e per gli effetti dell'articolo 13 della legge n. 349/1986 promuove e coordina su tutto il territorio un servizio di vigilanza volontaria costituito da Guardie particolari giurate con qualifica di Pubblico ufficiale ed Agente di polizia giudiziaria per supportare le Forze di polizia dello Stato presenti ed operanti sul territorio nelle attività di prevenzione e repressione di ogni forma di abuso commessa in danno dell'ambiente e degli animali;
tali Guardie volontarie, per poter esplicare le funzioni di vigilanza, debbono essere riconosciute dall'Autorità prefettizia ai sensi dell'articolo 138 del testo unico delle Leggi di pubblica sicurezza approvato con regio decreto n. 773 del 18 giugno 1931 e prestare giuramento davanti al sindaco del comune di residenza o domicilio ai sensi del decreto legislativo n. 51 del 19 febbraio 1998;
di recente la legge n. 189 del 20 luglio 2004, recante disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate, all'articolo 6, secondo comma, in tema di vigilanza sulle norme poste a tutela degli animali d'affezione, stabilisce che la protezione degli stessi sia affidata, oltre che a soggetti pubblici, anche alle Guardie particolari giurate delle Associazioni protezionistiche e zoofile riconosciute nei limiti dei compiti attribuiti dai rispettivi «decreti prefettizi di nomina»;
proprio in relazione all'elevato numero di quesiti pervenuti da varie prefetture e questure relativi alle Guardie particolari giurate delle Associazioni protezionistiche e zoofile riconosciute destinatarie della normativa sopra richiamata, l'Ufficio per l'amministrazione generale del Ministero dell'interno con nota circolare del 15 ottobre 2005 a firma del dottor Giulio Cazzella ha fornito chiarimenti ed indicazioni al riguardo, precisando che il riconoscimento della nomina delle Guardie volontarie addette alla vigilanza sugli animali è rimasto di competenza del prefetto mentre, invece è passato alla competenza della provincia, tra gli altri, il riconoscimento della nomina delle Guardie venatorie volontarie di cui alla legge n. 157 dell'11 febbraio 1992;
l'Ufficio territoriale del governo di Cosenza, nonostante una previsione normativa blindante ed il parere del superiore ministero dell'interno, continua a non riconoscere le Guardie volontarie nominate dall'Associazione Verdi ambiente e società Onlus di Cetraro e dalle altre Associazioni protezionistiche riconosciute, affermando di non essere competente poiché non esiste nessuna disposizione di legge che subordini
il conseguimento della nomina ad un atto di assenso del prefetto;
anche il Consiglio di Stato - seconda sezione, con l'adunanza del 26 gennaio 2005, in riferimento alla legge della regione Puglia sulle Guardie ecologiche, ha sottolineato che il riconoscimento di tutte le nomine delle Guardie particolari giurate sono di competenza prefettizia, tranne le nomine di Guardia ittica e/o venatoria trasferite alle Amministrazioni provinciali con il decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998;
secondo l'interrogante, il comportamento tenuto dalla prefettura di Cosenza, costituisce una violazione dei principi costituzionali di buon andamento, di equità e di imparzialità dell'azione amministrativa nonché una grave lesione dei diritti e degli interessi portati avanti dall'Associazione Verdi ambiente e società Onlus sull'intero territorio della provincia di Cosenza poiché risulta in modo inequivocabile che la mancata nomina di Guardie particolari giurate gli ha impedito e continua ad impedirle di prestare un servizio di utilità sociale che rientra negli scopi istituzionali della stessa -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti denuncianti con la presente interrogazione e se questi corrispondano al vero;
se e quali provvedimenti intendano assumere, ognuno per la parte di propria competenza, affinché la prefettura di Cosenza rilasci alle Guardie volontarie nominate dall'Associazione Verdi ambiente e società Onlus, il decreto di approvazione delle funzioni di Guardia particolare giurata per poter espletare i compiti previsti dalla legge statale n. 189 del 2004, essendo questa competente così come chiarito dalla circolare del ministero dell'interno del 15 ottobre 2005.
(5-00122)
Interrogazioni a risposta scritta:
PILI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il giorno 21 giugno 2006 si è verificata una collisione nel golfo di Olbia tra un traghetto Moby e il traghetto Nuraghes della Tirrenia (società a partecipazione statale), in servizio tra Civitavecchia ed Olbia;
il traghetto della Tirrenia ha subito danni ingenti ed è prevedibile che rimanga fermo almeno per un altro mese;
tale traghetto, che è di ultima generazione ed ha capacità di trasportare fino a 3.000 persone, è stato sostituito con la nave Janas, pure efficiente e moderna, abitualmente impiegata sulla tratta Genova-Olbia-Arbatax;
su suddetta rotta è stata messa in servizio la nave Flaminia vecchia e lenta, tolta dalle rotte Cagliari-Trapani-Palermo-Napoli;
tali rotte sono coperte con altra nave (tipo Toscana) ancora più vecchia e lenta;
il risultato pratico di tutto ciò, è secondo l'interrogante, davvero pregiudizievole perché tantissimi passeggeri già in possesso di regolari biglietti si trovano ad essere dirottati su navi con la metà della capienza e ad essere quindi in over-booking;
tale incresciosa situazione sta scatenando disordini nelle biglietterie e seri problemi di ordine pubblico;
molti passeggeri non riescono a trovare posto, e chi lo trova è comunque costretto a viaggi interminabili con navi ormai non adeguate a fornire un servizio accettabile in termini di tempi di percorrenza e qualità del servizio offerto;
a giudizio dell'interrogante, la soluzione più sensata del problema apertosi dopo l'incidente sarebbe dovuta essere quella di sostituire il traghetto Nuraghes con delle navi veloci di cui la Tirrenia dispone, lasciando tutto il resto immutato;
i traghetti veloci sono infatti adattissimi per le tratte brevi (come la Civitavecchia-Olbia), e uno di questi traghetti, perfettamente efficiente, è tenuto ormeggiato
nel porto di Arbatax proprio per le eventuali emergenze;
invece che provvedere a risolvere il solo problema della rotta Civitavecchia-Olbia con l'uso dei traghetti veloci, per effetto di una gestione confusa e con una sorta di effetto domino, è nato e sta dilagando lo scompiglio su tutte le rotte, aggravando sempre più il sistema di trasporti da e per la Sardegna -:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dell'incresciosa situazione descritta in premessa, anche in relazione alle sue conseguenze di ordine pubblico;
quali opportuni ed urgenti provvedimenti intendano adottare per far sì che la Sardegna non continui ad essere sempre più lontana e sempre più difficile da raggiungere, con i conseguenti gravi disagi e mortificazioni per il popolo sardo impossibilitato a raggiungere la propria Regione in condizioni di trasporto adeguato ad uno Stato civile.
(4-00638)
LARATTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 24 maggio 2005 intorno alle 22,30, a Siderno (Reggio Calabria) è stato ucciso il commerciante Gianluca Congiusta, 32 anni, incensurato, del luogo, titolare di alcuni negozi commerciali di telefonia. La vittima è stata freddata a pallettoni all'interno della sua auto Bmw da un killer accompagnato forse da un complice. Secondo le risultanze investigative di allora il sicario avrebbe affiancato l'auto sulla quale viaggiava la vittima ed ha improvvisamente fatto fuoco da distanza ravvicinata senza lasciare scampo al giovane incensurato;
il giovane imprenditore viveva a Siderno insieme ai genitori; era fidanzato con una ragazza, era lontano da qualsiasi ambiente a rischio ed era figlio di un commerciante, Mario, anch'egli impegnato nel mondo della telefonia e degli elettrodomestici;
secondo le cronache di quei giorni, il delitto ha suscitato tanta indignazione a Siderno al punto da indurre il sindaco a indire un consiglio comunale urgente per esprimere costernazione e dichiarare il lutto cittadino;
durante i funerali i commercianti della cittadina hanno abbassato le serrande esponendo sulle stesse un cartello con su scritto «Chiuso perché qualcuno ha rubato la vita a Gianluca»;
ai funerali del giovane hanno partecipato migliaia di persone e nei mesi successivi sono state numerose le manifestazioni organizzate dai cittadini in segno di protesta (fiaccolata, pedalata, marcia del silenzio) e per chiedere giustizia;
diverse sono state anche le manifestazioni culturali e sportive in commemorazione di Gianluca Congiusta con consegna ai famigliari di targhe a ricordo;
da notizie in possesso dell'interrogante il giovane imprenditore era un ragazzo modello: egli nacque a Reggio Calabria il 19 dicembre 1973 e dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo si iscrive all'Istituto Tecnico per il Turismo, che frequenta e ottiene ottimi risultati;
contemporaneamente comincia a lavorare nel tempo libero nel negozio del padre (vendita di elettrodomestici, telefonia eccetera);
si reca varie volte all'estero per lo studio delle lingue straniere in Inghilterra, Germania, Francia e Scozia;
consegue il diploma di operatore turistico e si iscrive all'Università di Messina presso la Facoltà di Economia e Commercio;
egli fa parte di una normalissima famiglia composta dai genitori e due sorelle, che da tre generazioni si occupa di commercio;
Gianluca praticava vari sport come il basket, il nuoto eccetera;
all'età di 16 anni veniva colpito da una grave malattia che ha richiesto il trapianto del midollo osseo. Gianluca allora vinse la sua battaglia con la morte per perderla poi per mano mafiosa;
a 18 anni, decide di investire nella sua terra ed apre il suo primo negozio di telefonia - Centro Tim - a Marina di Gioiosa; segue un secondo negozio a Locri ed un terzo a Siderno che diventa la sede principale;
in tutta l'attività è stato coadiuvato dalla sorella Roberta e dalla fidanzata Katiuscia;
dopo anni di assiduo lavoro riesce ad ottenere grandi risultati tanto da diventare leader nel suo campo di lavoro raggiungendo fatturati di 2 miliardi circa annui. Le sue attività davano lavoro a 10 persone. Nel frattempo si occupa molto del sociale: collaborava attivamente con le campagne di Telethon - adozione di bambini a distanza - aiuti ai bisognosi;
non ha mai negato il suo sponsor ai giovani sportivi, alle associazioni culturali ed a tutte le manifestazioni che si svolgono nella Locride;
un ragazzo normale, ben voluto e stimato da tutti tanto che il sindaco di Siderno ha deciso di erigere una stele in suo ricordo;
il padre della vittima ha riferito all'interrogante che prima dell'omicidio ha ricevuto richieste estorsive, a cui ha sempre opposto rifiuto, e che nel negozio di Locri ha subito ben quattro rapine a mano annata. Naturalmente, dopo queste continue vessazione la famiglia Congiusta è stata costretta a chiudere il punto vendita di Locri. Il padre di Gianluca, Mario, ha fatto sapere che sul fronte delle indagini ad oggi non è stato raggiunto alcun risultato utile al fine dell'individuazione dei responsabili dell'omicidio del figlio, nonostante la costante collaborazione con le Forze dell'Ordine e una serie di appelli alle istituzioni tra cui il signor ministro dell'Interno dell'epoca dei fatti, onorevole Giuseppe Pisanu (lettera del 7 ottobre 2005) dal quale, tuttavia, non riceve alcuna risposta;
il 4 aprile 2006 il padre di Gianluca Congiusta, Mario, viene ricevuto dal superprefetto di Reggio Calabria, Luigi De Seria, il quale assicura l'uomo che sul caso del figlio «vi è la massima attenzione»;
da allora le indagini non hanno prodotto alcun risultato utile ad individuare i responsabili e/o i mandanti del delitto, e questo ha indotto Mario Congiusta a fare appello a tutti i parlamentari calabresi affinché sollecitassero le Istituzioni ad adottare iniziative che rafforzino la presenza delle Istituzioni in Calabria in modo che sia fatta luce sull'inspiegabile e assurdo fatto di sangue, come su altri delitti rimasti irrisolti;
ad ogni sollecitazione del padre della giovane vittima gli inquirenti avrebbero sempre riferito che si tratta «di un caso difficile»;
a distanza di un anno e due mesi dal barbaro omicidio di Gianluca Congiusta, degli assassini non si conosce ancora l'identità. Così come ad oggi non si conoscono né il movente né i presunti mandanti;
da allora nulla si è saputo nonostante le sollecitazioni dell'opinione pubblica e della famiglia che ha vissuto e vive ancora oggi nell'angoscia più cupa dal momento che il loro congiunto, rimasto vittima di un atto criminoso vile ed inspiegabile, era stimato e ben voluto da tutti;
secondo una ricostruzione del padre di Gianluca Congiusta, Mario, (che fa parte del coordinamento del forum www.ammazzatecitutti.org - l'organizzazione spontanea che fa capo ai «Ragazzi di Locri» - che collabora con il Centro Studi «Lazzati» fondato dal giudice Romano De Grazia), nel periodo che va dal 17 settembre 2004 al 19 luglio 2006 i morti ammazzati in Calabria per mano mafiosa sarebbero 33 in Calabria, di cui 29 nella sola Locride. Tra questi vi sono vittime eccellenti come il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, onorevole Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre 2005, (i cui presunti responsabili sono stati assicurati alla Giustizia); un bambino di 13 anni, Paolo Rodà, ucciso a Ferruzzano il 2 novembre 2004; il calciatore della squadra di calcio del Locri, Vincenzo Cotroneo,
ucciso il 20 marzo 2006, a Bianco (Reggio Calabria); di Fedele Scarcella, 71 anni, agricoltore e membro dell'associazione antiracket «Sos Impresa», ucciso il 12 giugno 2006, a Vibo Valentia. Scarcella, secondo quanto si è appreso dagli organi di stampa, sarebbe stato «eliminato» perché si era opposto al pagamento di tangenti; e ancora il 19 luglio a Locri un pensionato di 70 anni, Giuseppe Fimognari, incensurato, è rimasto ucciso sul lungomare della cittadina jonica da un killer che ha esploso dei colpi di arma da fuoco alla testa. Da notizie in possesso dell'interrogante la percentuale dei casi irrisolti è ad oggi pari all'82 per cento, mentre solo il 18 per cento si può ritenere risolto in modo presunto -:
se non si intenda verificare se vi siano stati ritardi o deficienze investigative da parte del commissariato di Siderno, in relazione all'omicidio di Gianluca Congiusta, tali da determinare la non risoluzione del caso;
se non ritenga opportuno un monitoraggio volto ad accertare quali e quante attività investigative sono rimaste in essere, ossia per conoscere i motivi dell'alta percentuale di casi irrisolti in Calabria e nella Locride, ovvero dei delitti di mafia impuniti a far data dal 17 settembre 2004 ad oggi, tenendo anche conto che proprio nella giornata del 19 giugno 2006, è stato compiuto un nuovo delitto nel suddetto territorio calabrese;
se intenda avviare nuove e più efficaci azioni di rafforzamento degli organici delle forze dell'ordine e della magistratura perché si giunga ad una rapida soluzione dei delitti impuniti in Calabria e nella Locride, al fine di dare un forte segnale di presenza dello Stato, da sempre annunciata ma non riscontrabile nei fatti.
(4-00645)
GRECO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
gli ultimi mesi nella città di Andria sono stati caratterizzati dalla recrudescenza di atti di violenza e di criminalità diffusa che hanno provocato altissimo allarme sociale nella cittadinanza;
un giornalista del più diffuso quotidiano regionale è stato minacciato dopo essersi occupato della cronaca di fatti di cronaca nera avvenuti in città;
sul muro esterno del Seminario vescovile cittadino sono state rinvenute scritte offensive prodotte da ignoti, contenenti minacce rivolte ai 35 sacerdoti della città dopo che questi avevano chiesto un incontro con il Prefetto per rappresentargli lo stato di disagio sociale diffuso nella città;
l'amministrazione comunale di Andria ha dichiarato di voler avviare un servizio di vigilanza privata e ha reso noto di aver affidato alla polizia municipale compiti di controllo dell'ordine pubblico stante la carenza di personale dell'Arma dei carabinieri, della polizia di Stato e della guardia di finanza in servizio, rispetto alle reali necessità richieste dal vasto territorio comunale -:
se il Ministro interrogato non ritenga che questo stato di cose crei difficili condizioni di convivenza civile per gli abitanti di Andria e rappresenti una situazione di emergenza sociale;
se intenda promuovere l'attivazione di incontri tra esponenti delle forze dell'ordine, del consiglio comunale, della giunta, degli organi della provincia e della regione e rappresentanti delle associazioni dei cittadini e dei commercianti e delle istituzioni statali e private operanti in ambito educativo e sociale e l'acquisizione del parere del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, al fine di ricercare una soluzione che superi i problemi evidenziati;
se non ritenga insufficiente la dotazione organica e strumentale dei presidi statuali dei carabinieri, della polizia di Stato e della guardia di finanza;
se intenda promuovere e finanziare, attraverso iniziative normative, un piano
finalizzato all'eliminazione delle diffuse situazioni di degrado e di povertà oggi esistenti nel territorio comunale, in particolare in alcuni quartieri periferici;
quali ulteriori misure il Governo intenda adottare per garantire l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini nella città di Andria.
(4-00649)
GALANTE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il caso del Sindaco di Pietrasanta continua ad essere oggetto di indagini giudiziarie in merito a gravi reati quali abuso d'ufficio, corruzione, concussione, associazione a delinquere, voto di scambio;
risalta in modo particolare, valendo comunque il principio della presunzione d'innocenza fino a condanna definitiva, la gravità della condotta politica di cui il Sindaco dell'antica città toscana si è reso artefice;
è di questi giorni la notizia che una decina di giorni fa il suddetto ha finito di scontare gli arresti domiciliari (per intercorso periodo massimo consentito dalla legge) e si è nuovamente insediato nel ruolo di Sindaco nonostante lo stato di crisi politica della sua giunta e della maggioranza che lo sostiene;
la situazione in seno alla giunta comunale si è aggravata ulteriormente negli ultimi giorni in seguito alle dimissioni del Vice Sindaco per «ragioni morali», dell'Assessore al Turismo, il passaggio all'opposizione di due consiglieri di maggioranza, l'auto sospensione di tutti i gruppi d'opposizione sia dall'attività di consiglio che dalle commissioni e da una crescente protesta sociale e politica con un presidio permanente d'aula;
nonostante quello che all'interrogante appare un evidente sfaldamento degli assetti governativi della città toscana e il progressivo logoramento dell'unità interna alla coalizione al Governo del Comune, il Sindaco continua ostinatamente a ricoprire il ruolo di primo cittadino, di fatto scavalcando i crescenti malumori di alcuni settori della sua stessa compagine di governo;
ad avviso dell'interrogante lo stato di precarietà politica al vertice del Comune versiliese, pone seri interrogativi sulla più generale «questione morale» che investe il mondo politico a vari livelli, trovando in questo caso, nella sua assoluta particolarità, il punto massimo di manifestazione;
alla luce di quanto sopra descritto, a giudizio dell'interrogante, risulta evidente lo stato di «opacità» amministrativa dell'attuale giunta, la cui condotta rischierebbe di porre una seria ipoteca sulla trasparenza gestionale della futura fase pre-elettorale -:
se non si ravvisi l'opportunità di procedere alla rimozione del sindaco, pervenendo così ad una gestione commissariale del Comune al fine di garantire la necessaria neutralità nella gestione amministrativa e l'opportuna trasparenza della campagna per le elezioni comunali da svolgersi nella prossima primavera.
(4-00653)