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Allegato B
Seduta n. 31 del 25/7/2006
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
BELLANOVA e VICO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nel dicembre 2004 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha bandito un concorso pubblico per esami per 795 posti di ispettore del lavoro, area funzionale C, posizione economica C2, per gli uffici del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali su base nazionale con ripartizione regionale delle risorse;
per la Regione Puglia erano stati messi a concorso numero trentasette posti da destinare presso le strutture periferiche del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;
in Puglia sono risultati idonei numero ottantanove partecipanti, e di questi trentasette sono stati immessi nella pianta organica regionale degli ispettori del lavoro;
il decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124 dispone la razionalizzazione delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro, affidando alla Direzione generale per l'Attività Ispettiva del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali il compito di garantire sul territorio nazionale l'esercizio unitario dell'attività ispettiva di competenza del predetto Ministero e degli Enti previdenziali, nonché l'uniformità di comportamento degli organi di vigilanza;
i recenti interventi normativi volti a contrastare il lavoro nero fanno fulcro sulla funzione dell'ispettore del lavoro, vedi a tal proposito: Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali numero 17 del 14 giugno 2006 «Collaborazioni coordinate e continuative nella modalità a progetto di cui agli articoli 61 e seguenti del decreto legislativo n. 276 del 2003. Call center. Attività di vigilanza. Indicazioni operative»; Circolare n. 13 del 20 aprile 2006 «Codice di comportamento del personale ispettivo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali»;
la pianta organica del personale ispettivo del lavoro si presenta gravemente sottodimensionata in rapporto al territorio ed al tessuto economico, come dimostrato dai dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in occasione dell'incontro con le organizzazioni sindacali del 14 luglio 2004: su scala nazionale il personale ispettivo in carica è di 2.245 unità a fronte di 4.897.495 aziende, vale a dire un ispettore del lavoro ogni 2.182 imprese;
è possibile stimare, stando ai dati di cui sopra, che le aziende italiane riceverebbero una visita ogni 12 anni da parte del personale ispettivo del lavoro;
il concorso del 2004 per 795 nuovi posti di ispettori del lavoro non ha tenuto in considerazione l'esigenza di far fronte ai pensionamenti previsti nei prossimi tre anni;
anche l'assunzione degli idonei per il personale ispettivo in Puglia risulterebbe
essere di gran lunga sottodimensionata rispetto alle esigenze del territorio, considerando a tal proposito che la richiesta di nuovi ispettori in Puglia è superiore solo di sei unità rispetto a quella della Sardegna, a fronte di una popolazione di gran lunga superiore: la popolazione residente pugliese è di 3.983.487 abitanti (Censimento Istat 2001) rispetto a 1.599.511 residenti sardi; se, infatti, il dato della popolazione residente può essere assunto come elemento per la comparazione delle richieste del numero di ispettori del lavoro in rapporto al territorio di esercizio, allora il dato della popolazione residente pugliese può essere più opportunamente comparato con quello di regioni come la Toscana con 3.460.835 abitanti e quarantaquattro posti di ispettori banditi a concorso, e l'Emilia Romagna con 3.960.549 abitanti residenti ed ottantasei posti di ispettori a concorso;
l'attuale pianta organica pugliese degli ispettori del lavoro dispone di 215 unità a fronte di 383.967 aziende, vale a dire un rapporto di un ispettore ogni 1.786 imprese;
assume particolare urgenza il rafforzamento della pianta organica pugliese degli ispettori del lavoro per un monitoraggio più puntuale del territorio anche in relazione al grave episodio di sfruttamento del lavoro venuto alla luce lo scorso 18 luglio con gli arresti compiuti dai Carabinieri dei Reparti operativi speciali di Bari di 27 persone accusate di tratta di essere umani, induzione e riduzione in schiavitù di immigrati -:
se il Governo intenda procedere all'assunzione degli idonei, almeno nella regione Puglia per rispondere alle dette esigenze di rafforzamento dell'organico in servizio;
se il Governo non ritiene utile rafforzare il personale ispettivo del lavoro su tutto il territorio nazionale in considerazione delle dette esigenze di rafforzamento dell'organico in servizio, procedendo all'assunzione degli idonei che in ogni regione si sono formati.
(5-00130)
Interrogazione a risposta scritta:
LOMAGLIO, DI SALVO, NICCHI e CRISAFULLI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
grande allarme ha suscitato nei lavoratori del settore, la notizia che in una riunione tenutasi a fine maggio tra strutture commerciali della Telecom e delle imprese esecutrici di istallazioni telefoniche, è stato annunciato da Telecom una diversa distribuzione territoriale delle commesse;
tale decisione, se venisse realizzata, produrrebbe effetti occupazionali negativi per il settore, in quanto la diversa distribuzione del budget e delle commesse, con la conseguente esclusione di talune imprese da determinati territori, porterebbe alla chiusura dei cantieri di tali aziende. Con il risultato che, come è avvenuto in passato in casi analoghi, non esiste alcuna garanzia che le società subentranti si facciano carico dei lavoratori sino ad oggi occupati;
un esempio esemplificativo di tale grave situazione riguarda la Ciet, società con sede ad Arezzo, che lascerebbe il territorio siciliano a favore di un'altra azienda del settore. Per effetto di tale scelta, i lavoratori Ciet della Sicilia si troverebbero, se dovessero essere confermate le intenzioni espresse da Telecom, senza lavoro e con l'unica prospettiva del ricorso alla Cassa Integrazione ed alla mobilità;
va ricordato che, nel settore degli appalti per istallazioni telefoniche, in Sicilia si riscontra un uso particolarmente esteso del ricorso al subappalto, anche per lavorazioni non previste dai contratti e dagli accordi sindacali: tutto ciò si traduce nella precarizzazione dei rapporti di lavoro con l'utilizzo di personale dequalificato o avventizio, assunto senza le necessarie garanzie contrattuali e di legge;
a giudizio dell'interrogante, la strategia di Telecom, nel gestire la distribuzione
delle commesse da una società all'altra, sembra non voler tenere in alcun conto gli effetti occupazionali sulle maestranze coinvolte, preferendo scaricare sugli ammortizzatori sociali i problemi occupazionali che tali scelte comportano, in particolare nel mezzogiorno d'Italia ed in Sicilia;
a quanto risulta all'interrogante, nei «subappalti atipici» la manodopera impiegata è spesso priva delle necessarie garanzie contrattuali e di legge e non risulta in possesso dei requisiti professionali necessari per realizzare lavorazioni che, di contro, abbisognano di competenze tecniche ed esperienza di settore -:
se il Ministro del lavoro e il Ministro delle comunicazioni, ciascuno per le proprie competenze, intendano attivarsi affinché la Telecom garantisca che la manodopera impiegata sin ora nei cantieri Ciet in Sicilia, dotata di una professionalità ed una competenza formatesi con una pluriennale esperienza in aziende del settore, possa essere assorbita dalle aziende subentranti, senza il rischio di perdere il posto di lavoro in un contesto sociale come quello siciliano con un tasso di disoccupazione tra i più alti in Italia.
(4-00673)