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Allegato B
Seduta n. 31 del 25/7/2006
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta orale:
MISURACA, ANGELINO ALFANO, MARINELLO e FALLICA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Caltanissetta Società consortile per azioni è soggetto responsabile del «Patto Territoriale Caltanissetta» e della relativa «Rimodulazione» ed in base alle previsioni normative del decreto ministeriale 320/2000 svolge, fra le altre, le seguenti attività:
accertare e attestare l'effettiva e regolare esecuzione delle iniziative imprenditoriali e degli interventi infrastrutturali;
erogare le agevolazioni ai singoli soggetti beneficiari;
coordinare e supervisionare tutte le attività relative alla realizzazione delle singole iniziative imprenditoriali e degli interventi infrastrutturali;
attuare il continuo monitoraggio finanziario, procedurale e fisico, nonché la rendicontazione della spesa;
promuovere lo sviluppo sociale, economico e occupazionale attraverso la valorizzazione dei sistemi locali ad essi collegati in sinergia con gli strumenti di pianificazione territoriale;
l'attuale composizione della Società consortile è la seguente: Associazione Industriali di Caltanissetta, CGIL-CISL-UIL provinciali, CCIAA (CL), COFIDI (CL), Confartigianato Provinciale di Caltanissetta, Consorzio ASI (CL), ENFAPI Sicilia, ENI Sud S.p.A., IRFIS S.p.A., Italia Investimenti, Ordine degli Architetti, Ordine dei Dottori Commercialisti, Ordine degli Ingegneri, Collegio dei geometri, Comune di Caltanissetta, Comune di Riesi, Comune di San Cataldo, Provincia Regionale di Caltanissetta;
il capitale sociale è di euro 414.000 di cui versato euro 413.650;
si apprende da organi di stampa che la suddetta Società versa in uno stato di preoccupante «dissesto finanziario», e che nella seduta del 27 giugno 2006 convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'esercizio 2005, l'Assemblea ha ritenuto non approvare il bilancio e riconvocarsi in altra seduta. Infatti il Consiglio di Amministrazione nella sua relazione ha evidenziato una rilevante perdita d'esercizio per l'anno 2005 che, sommata alle perdite
relative agli esercizi precedenti, sono superiori di oltre un terzo del capitale sociale;
nella stessa relazione il Consiglio di Amministrazione propone di rinviare la riduzione del capitale sociale in considerazione di una richiesta avanzata al Ministero dello sviluppo economico per una integrazione del contributo necessario ai soggetti responsabili quali la Caltanissetta SCPA per la gestione dei patti territoriali e relativi a servizi - a detta del Consiglio di Amministrazione - resi per gli esercizi 2004 e 2005 che il CdA della Società stima in euro 518.000 circa;
a quanto risulta all'interrogante, a supporto di tale richiesta il Consiglio di Amministrazione nella relazione si fa forte di un emendamento di un onorevole senatore della Repubblica presentato in sede di finanziaria per il 2006 e non approvato;
l'emendamento è privo di ogni fondamento giuridico sino a quando non viene definitivamente approvato ed il legislatore o il Governo non emanino gli strumenti operativi per rendere certe, liquide ed esigibili, le risorse finanziarie utili alla gestione delle Società;
le aziende aderenti al Patto territoriale di Caltanissetta e coordinate dalla Caltanissetta SCPA hanno ormai da tempo completato i loro investimenti e sono in attesa del saldo finale;
tale saldo può essere incassato solo a seguito dell'esito positivo dei collaudi effettuati dalle commissioni appositamente nominate dal Ministero dello sviluppo economico;
l'eventuale stato di insolvenza della Caltanissetta SCPA potrebbe inficiare i collaudi finali essendo la Società il soggetto responsabile nei confronti del Ministero;
i soci di maggioranza, quali il Comune di Caltanissetta e la Provincia Regionale di Caltanissetta, in più occasioni hanno manifestato la loro contrarietà all'aumento di capitale sociale e che gli organi sociali, scaduti da tempo, non sono stati ancora rinnovati;
il mondo sindacale ed industriale della Provincia di Caltanissetta ha lavorato per una concertazione finalizzata alla creazione di uno strumento operativo necessario allo sviluppo economico della provincia nel quale far transitare tutte le iniziative di programmazione territoriale;
attualmente la Caltanissetta SCPA sta vivendo un momento di totale inezia, considerato che numerosi imprenditori non ricevono risposte concrete né dai dipendenti né dagli amministratori, creando allarme e forte preoccupazione negli stessi operatori economici anche alla luce della mancata operatività della società sugli atti necessari al completamento del patto territoriale -:
quali azioni il Governo intenda intraprendere per scongiurare il fallimento della Caltanissetta SCPA e conseguentemente delle aziende beneficiarie che si troverebbero nell'impossibilità di percepire i legittimi contributi per il completamento delle iniziative agevolate a valere sul «Patto Territoriale di Caltanissetta»;
di valutare l'opportunità di accelerare i «collaudi», sospesi da troppo tempo (in taluni casi le richieste risalgono ad oltre due anni or sono), affinché si possa favorire il processo di liquidazione dei contributi ancora oggi non erogati alle aziende beneficiarie così da permetterne un immediato ed indispensabile processo di risanamento finanziario ed evitare a molte di esse il rischio di chiusura ancora prima di avere potuto portare a piena maturazione gli investimenti effettuati;
se il Governo ha programmato la concessione di ulteriori contributi a favore dei soggetti responsabili per la gestione dei patti territoriali e relativi servizi, consentendo, di conseguenza, alla Caltanissetta SCPA di pareggiare il bilancio e permetterle così la sopravvivenza operativa ed un suo rilancio.
(3-00152)
Interrogazioni a risposta scritta:
FALLICA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la disciplina dei consumatori e degli utenti è sancita, tra l'altro, nella legge 30 luglio 1988, n. 281;
la predetta legge all'articolo 1, comma 2, consacra il principio di un'adeguata informazione e di una corretta pubblicità;
le Associazioni dei consumatori e degli utenti sono legittimate ad agire per la tutela degli interessi collettivi;
la stessa legge n. 281 del 1998 ha istituito il Consiglio Nazionale dei consumatori e degli utenti presso il ministero delle attività produttive -:
come mai non si sia mai presentata dal detto Consiglio una proposta di regolamentazione delle attività di servizio delle società (private) che gestiscono le Black list di qualsiasi natura, considerato che i dati in esse contenuti vengono gestiti e diffusi sul mercato con vantaggio e/o pregiudizio per tutti coloro che vi accedono e spesso arrecano disastrose conseguenze su scala sociale ai consumatori e agli utenti che risultano tagliati fuori dai normali canali del credito bancario.
(4-00674)
BRANDOLINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il continuo ed inarrestabile aumento dei costi del petrolio pone la voce «energia» al centro delle preoccupazioni di famiglie ed imprese e che, anche per questo, da qualche tempo molti cittadini ed imprenditori hanno già individuato per piccole e medie utenze, la soluzione del fotovoltaico;
il fotovoltaico è un sistema che sfrutta l'energia solare trasformandola in corrente alternata utilizzabile per uso domestico od imprenditoriale ed è doppiamene conveniente, poiché può azzerare la bolletta ma anche garantire un vantaggio economico, visto che il «GRTN» (gestore della rete elettrica nazionale) si impegna ad acquistare l'energia eccedente ad un prezzo vantaggioso - fino a 45 cent/kw - per i prossimi 20 anni. La scelta ha avuto tanto successo che il «conto energia», che ad inizio 2006 aveva l'obiettivo di raggiungere i 100 megawatt, probabilmente sarà portato a 500 megawatt;
sino a qualche anno fa l'utilizzo dei pannelli fotovoltaici interessava solo un numero limitato di persone particolarmente sensibili ai temi ambientali, mentre ora pare esservi una svolta positiva, supportata anche dallo sviluppo tecnologico dei nuovi impianti, che consentono la produzione di buoni quantitativi di energia anche quando il sole è scarso, garantendo che in 12-13 anni si recuperi l'investimento fatto per i pannelli fotovoltaici;
in breve tempo in Emilia-Romagna si è passati da «moda» a tendenza consolidata, poiché nell'ultimo trimestre del 2005, sono stati ben 508 gli emiliano-romagnoli che hanno chiesto di potere installare un proprio impianto fotovoltaico, per una produzione totale di ben 10 megawatt;
da notizie attendibili - giunte da installatori autorizzati, imprese e cittadini della Provincia di Forlì-Cesena pervenuta all'interrogante - l'Enel dell'Emilia-Romagna sembra imporre ai proprietari di impianti fotovoltaici interessati alla vendita dell'energia elettrica prodotta, disposizioni ben diverse da quelle concordate con l'Enel di Roma;
in particolare l'Enel Emilia-Romagna pare non volere concordare, attraverso scelte razionali e vantaggiose per l'utente, il posizionamento dell'apparecchiatura di misura dell'energia elettrica prodotta da fotovoltaico (M2) e soggetta ad incentivazione. L'Enel della nostra Regione sembra anzi richiedere l'installazione dell'unità di misura in nicchia contatori, anche quando il gruppo di conversione sia collocato in posizione accessibile, imponendo l'obbligatorietà di una tubazione dedicata o la posa
di un cavo concentrico per il collegamento tra il gruppo di conversione ed il contatore di produzione;
le procedure imposte dall'Enel Emilia-Romagna, oltre a causare ingiustificati costi di applicazione, producono anche pesanti perdite di rendimento all'impianto fotovoltaico, compromettendo una parte consistente del vantaggio economico;
il contatore elettrico in alcuni casi potrebbe essere anche «teleletto», ma attualmente l'Enel dell'Emilia-Romagna non ha ancora reso disponibile tale funzione;
il recente «decreto sulle liberalizzazioni» prodotto dal Governo ha evidenziato la necessità di interrompere percorsi di privilegio in grado di causare svantaggi per i cittadini consumatori/utenti -:
se non ritenga opportuno verificare presso la Direzione nazionale dell'Enel la corrispondenza al vero di quanto affermato da installatori, imprese e cittadini della Provincia di Forlì-Cesena interessati ad impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e, nel caso di provata veridicità dei fatti, sollecitare l'Enel dell'Emilia-Romagna per interrompere una consuetudine non certo rispondente alle esigenze di tutela dei cittadini.
(4-00683)