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Allegato B
Seduta n. 32 del 26/7/2006
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GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
MELLANO, MARINO, PORETTI, BELTRANDI, MARCENARO, TREPICCIONE, COSTA, BUEMI, D'ELIA e PROVERA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in applicazione della cosidetta «legge Meduri» (legge 154/2005), per risolvere il problema della direzione degli istituti penitenziari, ormai quasi tutti sedi di dirigenza non generale, tutti i direttori penitenziari di livello C3 (ex 9o) sono transitati nella dirigenza pubblica non contrattualizzata. I funzionari di livello C2, secondo la lettera della medesima legge, avrebbero dovuto transitare al livello C3 a far data dall'entrata in vigore della legge stessa, ma tale transito non è mai stato formalizzato;
sulla base del decreto legislativo n. 63 del 15 febbraio 2006, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 3 marzo 2006, gli stessi funzionari sono inquadrati «previa ricognizione delle effettive vacanze nella dotazione organica definita nella tabella A, nella qualifica di dirigente penitenziario del rispettivo ruolo professionale» (articolo 26, comma 6). Nonostante la dotazione organica prevista dalla stessa tabella A consenta l'inquadramento nella dirigenza di tutti i funzionari in argomento, tale inquadramento non è mai stato formalizzato;
la realtà è che sempre più istituti penitenziari sono diretti già oggi, e da anni, da funzionari che non sono dirigenti, con i conseguenti immaginabili paradossi amministrativi. Emblematico è il caso del Piemonte dove, a quanto risulta agli interroganti, 8 istituti su 13 sono retti da funzionari C2 (ex 8o livello) che aspettano di essere inquadrati nella dirigenza, secondo quanto stabilito dal decreto legislativo citato;
vi è un forte interesse dell'Amministrazione Penitenziaria alla celere emanazione dei provvedimenti di inquadramento onde superare le situazioni di incongruenza nei provvedimenti di preposizione di funzionari C2 alla direzione di istituti di livello dirigenziale;
fino all'approvazione della «legge Meduri», il legislatore, consapevole della situazione e della sua insostenibilità, aveva riconosciuto una indennità di funzione (articolo 33 della legge finanziaria 2003) ai direttori C2 già preposti alle direzioni degli istituti penitenziari;
le somme prima utilizzate per l'indennità di funzione sono state utilizzate per la copertura finanziaria della «legge Meduri» con l'ulteriore risultato che tali funzionari stanno continuando a svolgere funzioni dirigenziali senza più percepire la retribuzione già loro riconosciuta dal legislatore -:
perché i funzionari C2 non siano ancora transitati nella qualifica C3 secondo quanto previsto dalla lettera della «legge Meduri», nonostante siano passati 12 mesi dalla sua approvazione, e quali tempi si prevedono per tale transito;
perché i medesimi funzionari non siano ancora stati inquadrati nella qualifica
dirigenziale, stante la disponibilità di posti in organico, a distanza di tre mesi dalla pubblicazione del decreto legislativo che lo impone e quali tempi si prevedano per tale inquadramento;
perché, dal momento che tali passaggi debbono avvenire secondo il rispettivo ruolo, tale ruolo non sia stato ancora pubblicato, quando se ne preveda la pubblicazione e quali sono i criteri adottati per la formazione dei ruolo medesimo;
perché non sia stata corrisposta ai medesimi funzionari l'indennità prevista dall'articolo 33 della legge finanziaria 2003 dal 1o gennaio al 31 luglio 2005, posto che la medesima indennità può essere utilizzata per finanziare la «legge Meduri» esclusivamente dalla data della sua entrata in vigore e non per l'intero anno 2005.
(4-00699)
GALANTE. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
circa un mese fa si è aperto, presso la Procura di Padova, un processo che vedeva imputati tre militari italiani per l'introduzione nel territorio nazionale di un centinaio di armi da guerra clandestine, sequestrate in occasione di due missioni in Iraq alla guerriglia irachena, che avrebbero dovuto essere distrutte e che invece furono scoperte nella caserma «Berghinz» di Udine, sede del 3o Reggimento, armi che, si sospetta, sarebbero potute finire nel lucroso giro del mercato clandestino europeo;
da organi di stampa si apprende che il tribunale militare di Padova avrebbe trasferito tale processo da Padova a Cagliari, adducendo una 'questione di confine': si tratterebbe di un reato consumato nel momento in cui la nave «Jolly Giallo» (che trasportava dall'Iraq un carico d'armi per la «Brigata Sassari» ed un secondo carico del 3o Reggimento Guastatori) gettava l'ancora nel Porto di Cagliari, scaricando così le armi clandestine sulle coste cagliaritane;
tale trasferimento cambierebbe, quindi, la natura stessa del dibattimento che non si occuperebbe più del reato di «introduzione illecita nel territorio dello Stato», bensì di «superamento del confine di Stato» (il cui limite è scattato alle dodici miglia marine dal porto di Cagliari e cioè al limite delle acque territoriali) -:
se, secondo le proprie prerogative e nel rispetto dell'autonomia della magistratura, il Ministro intenda mettere in atto un'inchiesta interna al fine di chiarire le eventuali responsabilità dei fatti sopra citati.
(4-00717)