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Allegato B
Seduta n. 43 del 27/9/2006
TESTO AGGIORNATO AL 28 SETTEMBRE 2006
...
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazione a risposta orale:
CICCIOLI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
attraverso l'applicazione della legge 81/2006 su interventi urgenti per i settori agricolo, agroindustriale, pesca et alia si era avviato un processo di riconversione dell'ex zuccherificio SADAM ERIDANIA verso la produzione di energia da biomasse;
ciò garantirebbe il recupero operativo dei 13 stabilimenti dismessi oltre e soprattutto i livelli occupazionali, investendo anche la filiera agricola che solo di indotto incide per circa 3.000 addetti;
consta all'interrogante che nel mese di settembre il ministero avrebbe bocciato la suindicata ipotesi di riconversione, per poi, successivamente, smentire quanto precedentemente affermato -:
quali siano infine i veri e concreti intendimenti di codesto ministero;
in che tempi, considerato il ripensamento, pensa possano attuarsi i progetti di riconversione;
se non ritenga, in linea di principio, una necessità improcrastinabile per gli interessi dell'intera nazione investire e favorire la produzione di biocarburanti, restando ad oggi l'Italia, il fanalino di coda rispetto agli altri paesi d'Europa.
(3-00261)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XIII Commissione:
MISURACA, MARINELLO, LICASTRO SCARDINO e MINARDO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1-bis del decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l'emanazione di atti di natura regolamentare, convertito in legge 12 luglio 2006, n. 228, dispone la proroga al 15 ottobre 2006 del termine fissato dall'articolo 01, comma 3, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, per le conclusioni della commissione di tre esperti istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri al fine di studiare le modalità per l'estinzione dei debiti dei datori di lavoro agricolo e dei lavoratori autonomi agricoli nei confronti dell'INPS, sospendendo peraltro i giudizi pendenti e le procedure di riscossione e recupero relativi ai suddetti debiti contributivi esistenti alla data del 30 giugno 2006;
è quanto mai necessaria un'equa regolarizzazione previdenziale, posta all'interno di una riforma organica che possa migliorare la competitività delle aziende agricole alle prese con il delicato passaggio alla nuova PAC (politica agricola comunitaria) e che possa ridurre il costo del lavoro fino a fargli raggiungere il livello medio degli altri partner europeo;
su tutto il territorio nazionale si percepisce un forte malumore e preoccupazione per il protrarsi dell'incertezza sul problema, tanto che nei giorni scorsi, su iniziativa delle Organizzazioni agricole più
importanti, vi sono state manifestazioni in tutte le province siciliane, conclusesi il 25 settembre 2006 con una manifestazione regionale a Palermo, durante la quale sono state presentate una serie di rivendicazioni al governo nazionale e a quello regionale, in particolare, relativamente al governo nazionale, l'urgenza di trovare soluzioni all'annosa vicenda dei debiti contributivi, essendo l'incertezza stessa un freno allo sviluppo delle aziende e degli imprenditori agricoli;
è necessario che il Governo si attivi per fornire risposte sul reperimento delle somme per chiudere il contenzioso delle aziende agricole con l'INPS;
l'ordine del giorno 9/1222/5 Misuraca e altri, accolto dal Governo nella seduta del 6 luglio 2006, a margine dei lavori della conversione in legge del decreto-legge 173/2006, ha impegnato il Governo a presentare, sulla base dei risultati della terna di commissari a presentare un apposito disegno di legge in merito alla risoluzione del problema del «condono previdenziale agricolo» -:
quale sia lo stato dell'arte per quanto riguarda il lavoro della commissione dei tre esperti e se il Governo sia ancora intenzionata a presentare un apposito disegno di legge per la soluzione dei debiti delle aziende agricole nei confronti dell'INPS, in particolare prevedendo un'adeguata copertura finanziaria.
(5-00234)
MARTINELLO e DELFINO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il 31 gennaio 2002 è stata formalizzata al Ministero delle politiche agricole la richiesta di riconoscimento della denominazione di origine protetta dell'asparago di Padova bianco e verde;
in data 13 gennaio 2004 è stato inviato al Ministero l'atto costitutivo del Comitato promotore e le relazioni tecniche;
in data 3 settembre 2004 venne inviata risposta alle osservazioni formulate dal Ministero con nota del 3 maggio 2004, ulteriore documentazione venne inoltrata con nota del 20 maggio 2005;
in data 27 maggio 2005 il Ministero delle politiche agricole comunica telefonicamente che l'esame «giuridico» della documentazione è stato concluso positivamente e che il Comitato promotore per la richiesta della D.O.P. è stato riconosciuto come soggetto abilitato alla presentazione della domanda;
nel mese di gennaio 2006, sempre su richiesta del Ministero delle politiche agricole, vennero apportate alcune modifiche alla relazione tecnica ed inviate congiuntamente ai pantoni del marchio;
in data 14 marzo 2006 su richiesta del Ministero delle politiche agricole, la regione Veneto comunicò il proprio parere favorevole al riconoscimento;
nel mese di giugno 2006 il funzionario del Ministero delle politiche agricole, cui era stata assegnata la pratica, viene destinato ad altro incarico -:
quanto tempo il Ministero in oggetto presume si dovrà attendere per l'audizione pubblica, indispensabile per il proseguimento dell'iter.
(5-00235)
ZUCCHI, FRANCI e CECCUZZI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
dall'inizio degli anni '80 in località Casa del Corto, nel Comune di Piancastagnaio, provincia di Siena, opera l'azienda Floramiata, uno degli impianti serricoli più importanti d'Italia;
tale iniziativa è scaturita dal piano di riconversione dell'attività mineraria, frutto delle lotte dei lavoratori e delle popolazioni che si mobilitarono a sostegno della «vertenza Amiata»;
la collocazione di una attività florovivaistica in un territorio montano si è configurata più come una risposta pubblica
alle esigenze occupazionali e di sviluppo di una comunità locale, piuttosto che una iniziativa imprenditoriale legata ad un favorevole contesto ambientale e di mercato;
l'unico vantaggio competitivo è derivato, pertanto, dall'utilizzo di energia geotermica a costi inferiori, rispetto ad altre fonti di calore;
l'azienda Floramiata è un pilastro irrinunciabile dell'economia amiatina che occupa circa 250 lavoratori tra fissi ed avventizi;
proprio per questi motivi nel capitale sociale dell'azienda è presente, con il 29 per cento delle azioni, il socio pubblico Sviluppo Italia SpA;
l'azienda ha vissuto ripetuti momenti di difficoltà di presenza ed azione sul mercato, situazione aggravata dalla grandinata del 6 dicembre 2005 che ha compromesso parte degli impianti;
per tale motivo sono dieci le serre danneggiate ed inutilizzabili e dallo scorso dicembre la produzione è calata notevolmente, così come la forza lavoro attualmente ridotta di 50 unità tra lavoratori fissi ed avventizi;
tra l'azienda e l'Agenzia delle entrate è in corso un contenzioso riferito ai contributi previsti dalla legge per l'utilizzo del vapore geotermico, per un valore di circa 5 milioni di euro;
pertanto, alla luce di quanto sopra esposto, tale situazione desta seria preoccupazione nelle istituzioni del territorio, oltreché incertezza nelle famiglie dei lavoratori di Floramiata e dell'indotto -:
se il Governo non intenda convocare un tavolo di lavoro alla presenza di tutte le istituzioni interessate e Sviluppo Italia per mettere a punto una strategia di rilancio dell'azienda che necessita, in primo luogo, della stabilizzazione dell'assetto proprietario di Floramiata.
(5-00236)
MELLANO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
in Piemonte l'Anas ha avviato un'iniziativa per gli accessi stradali di sua competenza, con l'invio di preavvisi di pagamento che hanno creato, considerati i risvolti procedurali e l'esosità delle richieste avanzate, vibranti proteste da parte in particolare degli imprenditori agricoli;
in molti casi i costi previsti dagli avvisi bonari di definizione dei canoni Cosap (canone per l'occupazione di suolo e aree pubbliche), sono superiori alla redditività del terreno stesso;
l'attività agricola ha da sempre pagato un grande sacrificio di superficie coltivabile alla costruzione e all'ampliamento di strade di comunicazione;
il frazionamento aziendale rappresenta un nodo problematico storico dell'agricoltura italiana e l'iniziativa sopra richiamata rappresenta un nuovo aggravio -:
se il Ministro sia informato della procedura attivata dall'Anas, rilevato che la provincia di Cuneo è stata la prima in Italia ad essere assoggettata all'attribuzione del canone, e se non ritiene che tale procedura, anche se avviata in provincia di Cuneo, non abbia un interesse nazionale e generale per il mondo agricolo e non richieda un forte e chiaro intervento del ministero per tutelare i legittimi interessi del mondo agricolo e per ottenere una significativa mitigazione dell'importo previsto, previa apertura di un tavolo di concertazione con le parti sociali interessate.
(5-00237)
Interrogazioni a risposta scritta:
OLIVERIO, PERTOLDI, FOGLIARDI e SERVODIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la prossima stagione vitivinicola nell'area di Cirò (KR), si annuncia particolarmente
favorevole sul piano della qualità delle uve, stante la prevista diminuzione della produzione complessiva;
permangono diffuse preoccupazioni per la commercializzazione delle uve, soprattutto per la tendenza degli intermediari a praticare prezzi al di sotto delle medie che si registrano in altre aree per produzioni similari;
la bassa valutazione delle uve prodotte è, fra l'altro, riconducibile a forti quantitativi di mosto e di vino provenienti da altre aree e immessi nella lavorazione delle cantine del Ciròtano;
a garanzia della valorizzazione delle produzioni autoctone, ai fini della commercializzazione del prodotto D.O.C., si impone un severo controllo delle uve -:
quali provvedimenti intende adottare a difesa delle produzioni locali con particolare riferimento al controllo sulle produzioni D.O.C.;
se non ritenga opportuno evitare l'adozione di provvedimenti specifici rivolti alla tutela della produzione di particolari aree del paese, provvedimenti che in passato hanno discriminato la produzione vitivinicola calabrese.
(4-01073)
FITTO, LAZZARI, FRANZOSO, LEONE, DI CAGNO ABBRESCIA, VITALI e MAZZARACCHIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
le intense precipitazioni atmosferiche che hanno colpito con particolare violenza la regione Puglia nei giorni 25 e 26 settembre hanno causato gravissimi danni all'agricoltura in tutto il territorio regionale, e in particolare ai vigneti ed agli uliveti;
in molte zone si sono avuti veri e propri effetti distruttivi con lo sradicamento delle colture arboree;
danni particolarmente gravi si sono verificati nel sud della provincia di Bari, nel tarantino e in provincia di Lecce -:
se non si ritenga assolutamente urgente ed indispensabile avviare una immediata ricognizione dei danni subiti dalle colture in tutto il territorio della regione Puglia e se non si ritenga di dichiarare immediatamente lo stato di calamità naturale. Il tutto finalizzato per poter procedere rapidamente ad indennizzare gli agricoltori danneggiati in modo da evitare una crisi dell'intero comparto agricolo pugliese.
(4-01079)