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Allegato B
Seduta n. 46 del 3/10/2006
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TRASPORTI
Interrogazioni a risposta scritta:
MELLANO. - Al Ministro dei trasporti, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
l'iniziativa avviata in Piemonte dall'ANAS per gli accessi stradali di sua competenza, con l'invio di preavvisi che hanno creato, considerati i risvolti procedurali e l'esosità delle richieste avanzate, vibranti proteste da parte di tanti privati cittadini ed in particolare di imprenditori agricoli;
a giudizio dell'interrogante, il metodo adottato e le richieste economiche avanzate dall'ANAS appaiono assolutamente scorretti ed inverosimili;
l'utilizzo del sistema di inversione dell'onere della prova - vale a dire che sono gli utenti a dimostrare di essere in regola con le previste autorizzazioni e non viceversa - secondo l'interrogante, oltre a denotare, quanto meno, un atteggiamento poco professionale ed un'organizzazione degli uffici parecchio lacunosa non risponde sicuramente ai criteri di efficienza, efficacia e trasparenza dell'azione dell'ANAS;
alle molteplici prese di posizione sono seguite azioni ed incontri volti a sollevare le notevoli perplessità, sia di forma che di sostanza, dell'operato dell'ANAS sull'argomento, ha avuto come unico segno di attenzione alla problematica sollevata una nota del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dipartimento per i trasporti terrestri, direzione generale per la motorizzazione, Divisione VIII, la quale richiama norme contenute nel nuovo codice della strada (decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285), senza per altro precisare, ad esempio come dovrebbe procedere l'ANAS nella fattispecie di cui all'articolo 22, comma 2 del codice stesso;
nei mesi scorsi i vari aspetti della questione sono stati trattati in incontri pubblici e dibattiti organizzati dalle associazioni di categoria, ma anche evidenziati con note, esposti ed ordini del giorno delle istituzioni locali cuneesi;
l'approssimazione per eccesso nella determinazione dei canoni richiesti e l'utilizzo di coefficienti assolutamente sperequati quali ad esempio i fattori di maggiorazione previsti per gli impianti di distribuzione del carburante, hanno determinato richieste non solo economicamente insostenibili;
gli importi che i «contribuenti» devono pagare necessitano di essere rivisti e mitigati tenendo in dovuta considerazione ambiti oggettivi e valutazioni sulle attività svolte;
nei territori rurali, in particolare negli ultimi decenni, l'attività agricola ha acquisito anche una valenza di prevenzione ambientale, sostenibilità sociale e paesaggistica, tutti elementi che non possono essere disattesi nell'applicazione dei canoni di accesso indispensabili ai fondi rustici;
l'attività agricola ha subito un grande sacrificio di superficie coltivabile alla costruzione e all'ampliamento di strade di comunicazione;
il frazionamento aziendale è da sempre un problema strutturale dell'agricoltura italiana e una politica, secondo l'interrogante, dissennata sui costi dei passi carrai finisce per costituire un nuovo e pesante aggravio per il mondo agricolo;
nella lettera della Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Cuneo del 22 maggio 2006 viene rimarcato che: «solo una forte concertazione del territorio
può individuare con avvedutezza soluzioni e suggerire applicazioni coerenti alle situazioni socio economiche che consentano una possibilità concreta di regolarizzazioni» -:
se il Governo non ritenga, necessario assumere iniziative normative volte ad esentare dal canone, nelle aree rurali, il primo o unico accesso a fondo rustico e ad applicare una significativa mitigazione dell'importo per le altre casistiche, previa apertura di un tavolo di concertazione con le parti sociali interessate;
se il Governo non ritenga che, nell'ambito di tale tavolo di concertazione, vengano definite, tra le altre cose, adeguate soluzioni in riferimento ai seguenti principi:
l'adozione di misure di applicazione del canone avvenga, contestualmente, su tutto il territorio nazionale, senza ingiustificate penalizzazioni territoriali come sta ora avvenendo per la sola Provincia di Cuneo;
a seguito di un chiaro monitoraggio delle competenze sulle strade statali della Provincia di Cuneo, venga adottato un omogeneo sistema di applicazione e riscossione del canone;
l'esigenza di mitigare gli importi dei canoni sia accompagnata da un efficace sistema di controlli e verifiche, opportunamente concordato, in ossequio ad un principio di equità fiscale e parità di trattamento di tutti i cittadini.
(4-01137)
BORDO. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente della Repubblica n. 51 del 1 marzo 2005 (G.U. n. 88 del 16 aprile 2005) ha apportato modifiche alle circoscrizioni territoriali dei compartimenti marittimi e circondari di Pescara, Ortona, Termoli e Manfredonia;
da tale nuova distribuzione delle competenze è emerso il trasferimento della giurisdizione sull'Arcipelago delle Isole Tremiti, amministrativamente collocato nella provincia di Foggia e nella Regione Puglia, dalla Capitaneria di Porto di Manfredonia a quella di Termoli. Quest'ultima, peraltro, solo in ragione di tale attribuzione, come si evince dal testo del decreto del Presidente della Repubblica n. 51, è stata elevata da Capitaneria a Direzione Marittima;
tale modifica ha evidentemente creato un unicum amministrativo: un Comune e un territorio della Provincia di Foggia e della Regione Puglia dipende, sebbene limitatamente alle competenze proprie della Capitaneria di Porto, da un ente funzionalmente collegato alla Regione Molise;
il Sindaco di Isole Tremiti, Giuseppe Calabrese, ha esplicitato il conseguente disagio, amministrativo e sociale, in una nota avente ad oggetto «Rimodulazione Circoscrizione Territoriale Marittima con rientro nella circoscrizione di Manfredonia», inviata anche al signor ministro dei Trasporti, prof. Alessandro Bianchi, in cui esplicita come «la distanza, la mancata conoscenza delle situazioni territoriali dell'Arcipelago e dei procedimenti già in essere, ha creato una situazione di incomprensione tale da diventare una incompatibilità ambientale» tra la Capitaneria di Porto di Termoli e il territorio dell'Arcipelago;
le Isole Tremiti erano parte del Comune di Manfredonia e sono parte della Provincia di Foggia fin da quando i Borboni regnavano nel Sud dell'Italia;
l'arcipelago delle Isole Tremiti è pressoché interamente tutelato dalla legge istitutiva della Riserva Marina (Decreto interministeriale 14 luglio 1989 - Istituzione della riserva naturale marina denominata «Isole Tremiti» nell'omonimo arcipelago - G.U. della Repubblica Italiana n. 295 del 19 dicembre 1989) ed è parte integrante del Parco Nazionale del Gargano;
l'attribuzione della giurisdizione marittima alla Capitaneria di Porto di Termoli rappresenta, dunque, un oggettivo
ostacolo alla programmazione e all'attuazione di strategie di tutela dell'area protetta, poiché prevede l'attivazione di processi amministrativi di carattere interregionale, con la conseguente e scarsamente funzionale moltiplicazione delle competenze e dei soggetti;
considerazione pressoché analoga può essere fatta rispetto alla programmazione e all'attuazione di strategie e azioni, a carattere regionale e provinciale, relative alla gestione delle coste e degli impianti di balneazione. Allo stato, il territorio dell'Arcipelago delle Isole Tremiti è assoggettato a norme e regolamenti emanati dalla Regione Puglia, la cui applicazione è demandata, per competenza, alla Provincia di Foggia e alla Capitaneria di Porto di Termoli; ma quest'ultima opera all'interno di un compartimento marittimo regolato da norme emanate dalla Regione Molise e su cui ha competenza la Provincia di Campobasso -:
se non ritenga necessario adottare iniziative volte ad annullare gli effetti del decreto del Presidente della Repubblica n. 51 relativamente alle modifiche ai limiti delle circoscrizioni territoriali e dei compartimenti marittimi e circondari di Pescara, Ortona, Termoli e Manfredonia che hanno determinato il trasferimento di competenze sul territorio dell'Arcipelago delle Isole Tremiti;
se non ravvisi l'opportunità di ripristinare la piena competenza della Capitaneria di Porto di Manfredonia sull'Arcipelago delle Isole Tremiti.
(4-01145)