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Allegato A
Seduta n. 47 del 4/10/2006
(Sezione 4 - Crisi dell'azienda sarda Palmera)
SATTA e FABRIS. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Palmera, importante azienda in Sardegna di trasformazione nel comparto agroalimentare, è l'unica vera industria italiana di medio-grande calibro nella filiera del tonno, con produzioni di alta qualità e un marchio rinomato. Nasce ad Olbia nel 1963 e da subito diventa il più grande gruppo italiano nella trasformazione integrale del tonno dalla pesca al consumo. Nel periodo di massimo splendore aveva alle sue dipendenze 458 unità di lavoro fisse e ogni anno circa 80 dipendenti stagionali;
nel corso dell'anno 2005 non sono stati confermati oltre 200 contratti di formazione lavoro, che erano stati attuati in prospettiva del rafforzamento dell'azienda, obiettivo mancato, a giudizio degli interroganti, per la responsabilità del management. Nel settembre del 2005 viene firmata la cassa integrazione, per 12 mesi, per un massimo di 140 operai;
nell'accordo firmato dalle organizzazioni sindacali, l'azienda presentava un piano di risanamento, dove si prevedeva una duplice tipologia di interventi, da una parte, una riduzione dei costi, dall'altra, una diversificazione dei siti produttivi e un incremento e miglioramento qualitativo della produzione;
in particolare:
a) le produzioni classiche Palmera a basso valore aggiunto dovevano essere gradualmente allocate in Paesi terzi. Infatti, negli ultimi anni, sono state quelle che hanno risentito maggiormente della concorrenza delle grosse multinazionali, che già da tempo avevano trasferito la loro produzione in Paesi dove il costo del lavoro era nettamente più basso;
b) le produzioni relative a Private Labels e nuove linee di prodotto create dall'azienda e caratterizzate da un contenuto di materie prime di provenienza locale, con significativo valore aggiunto, avrebbero dovuto essere prodotte presso lo stabilimento di Olbia;
tale piano di risanamento stenta a realizzarsi, mancando adeguati investimenti per innovazione produttiva e per la politica commerciale dell'azienda;
pochi giorni fa, l'azienda ha presentato la richiesta di cassa integrazione guadagni straordinaria (avvio procedura: giorno 15 settembre 2006) per ristrutturazione senza alternative sostanziali, con la prospettiva di un progressivo disimpegno della proprietà e con un ridimensionamento della forza occupativa da 230 a 80 unità;
le organizzazioni sindacali, preoccupate per la mancanza di chiarezza nelle prospettive dell'azienda e, soprattutto, interessate a capire se proprietà e azionisti vogliono continuare a fare business oppure se incontrano difficoltà ad improntare una strategia di aggressione nel mercato per la mancanza di fondi, chiedono di capire la reale volontà per definire una linea comune;
le organizzazioni sindacali non ritengono allo stato attuale consentire nessun ridimensionamento dello stabilimento in assenza di piani e progetti d'investimento che valorizzino e mettano a frutto il grande patrimonio di risorse umane e materiali -:
se il Governo, alla luce di quanto sopra, non ritenga urgente convocare un tavolo tecnico operativo con la partecipazione dell'azienda Palmera, della regione Sardegna, della provincia, del comune di Olbia, dei rappresentanti degli industriali e delle organizzazioni sindacali, affinché venga definita una linea d'azione comune per il rilancio dell'attività aziendale e sia intrapresa un'iniziativa forte, qualificante e incisiva, al fine di tutelare il posto di lavoro dei dipendenti e di garantire la permanenza dell'azienda ad Olbia.
(3-00280)
(3 ottobre 2006)