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Allegato A
Seduta n. 47 del 4/10/2006
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(Sezione 8 - Iniziative a salvaguardia dei livelli occupazionali dell'Avio di Pomigliano d'Arco)
OSSORIO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
l'avvento del motore a turbina ha rappresentato per il trasporto aereo una vera e propria rivoluzione tecnologica. Di fronte ad una mutata realtà, con l'impegno e la gradualità necessari, l'Alfa Romeo Avio si assunse il compito di svolgere attività di «revisione dei motori a getto», per passare, poi, anche alla costruzione, su licenza, di componenti per il settore avio-motoristico, pervenendo, infine, alla progettazione e fabbricazione di motori originali;
in quel periodo, l'azienda era posseduta per il 77,5 per cento dalla Finmeccanica e dal 22,5 per cento dall'Alitalia;
sono passati solo pochi anni da quando l'Avio di Pomigliano d'Arco revisionava motori a iosa, oggi invece a quanto si apprende ne sarebbe rimasto un solo tipo;
l'Avio di Pomigliano d'Arco rappresenta un centro d'eccellenza nel settore, per anni competitivo a livello internazionale, un patrimonio del nostro Paese presso il quale per anni, in passato, diverse compagnie straniere, anche statunitensi, hanno deciso di servirsi per poter usufruire delle sue capacità ed elevate professionalità;
colpisce che, dopo oltre 40 anni di revisioni presso lo storico stabilimento di Pomigliano d'Arco, attualmente l'Alitalia, rimasta l'unico cliente di Avio, ha disposto di far revisionare i suoi motori all'estero causando nei fatti la crisi dell'intera azienda;
il 18 settembre 2006 si è svolta presso la sala consiliare del comune di Pomigliano d'Arco un'assemblea pubblica indetta per discutere della crisi dell'Avio e rilanciare le iniziative rivolte ad una soluzione positiva della vertenza;
l'eventuale chiusura del centro industriale avrebbe inevitabilmente ricadute immediate e disastrose per l'intero comprensorio e per la sua popolazione;
alla luce di quanto sta accadendo, la rappresentanza sindacale unitaria ha deciso, tra le altre cose, di procedere all'occupazione della fabbrica, preannunciando iniziative che potrebbero mettere a rischio l'ordine pubblico della zona;
il 15 di ottobre 2006 è in programma il confronto romano con l'azienda, che dovrebbe risultare decisivo per una soluzione definitiva della vertenza -:
quali strumenti sia possibile attivare per evitarne la definitiva chiusura e la contestuale perdita di lavoro per circa 400 lavoratori, che hanno acquisito negli anni un'elevata professionalità nel settore e rappresentano, non solo per la regione Campania, ma per l'intero Paese, una risorsa molto preziosa. (3-00285)
(3 ottobre 2006)