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Allegato B
Seduta n. 47 del 4/10/2006
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta orale:
FLORESTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Dipartimento della Giustizia Minorile, nella Regione Sicilia, possiede quattro Istituiti Penali per Minori;
nella Sicilia Orientale vi sono due Istituti Penali per Minori: Catania ed Acireale;
la struttura più grande è quella di Catania, che è dotata di 54 camere detentive, che potrebbero contenere sino a 108 detenuti, che nel corrente esercizio finanziario ha subìto dei drastici tagli in tutti i settori della spesa;
il carcere Minorile di Catania, a seguito dell'indulto, ha una popolazione detentiva che fluttua tra le 12 e le 15 unità;
precedentemente all'indulto la popolazione carceraria dell'I.P.M. di Catania si attestava tra le 25 e le 32 unità;
il Reparto di Polizia Penitenziaria dell'I.P.M. di Catania, alla data odierna, ha in servizio 45 unità su 59 che ne dovrebbe avere;
l'Istituto Penale per Minori di Acireale ha una popolazione carceraria che, nell'arco dell'anno, non supera le 11 unità e il Reparto di Polizia Penitenziaria conta circa 16 unità e quindi presenta forti carenze di organico;
i due I.P.M. distano circa 30 chilometri;
l'I.P.M. di Caltanissetta ha una popolazione carceraria che varia tra le 3 e le 7 unità; con un Reparto di Polizia Penitenziaria di circa 30 unità;
a giudizio dell'interrogante, sia l'I.P.M. di Catania che quello di Palermo potrebbero assorbire tranquillamente, rispettivamente l'I.P.M. di Acireale e quello di Caltanissetta, evitando una dispersione di fondi e di uomini che abbatterebbero le carenze organiche e di mezzi che entrambe hanno, realizzando un'economia di gestione che aumenterebbe la qualità del servizio;
a Giarre, vi è la Casa Circondariale, trasformata in I.C.A.T., che è una struttura all'avanguardia dotata di strutture e di mezzi, secondo l'interrogante, colpevolmente sottoutilizzata, con un esborso di fondi non proporzionale ai risultati che si potrebbero ottenere con un suo migliore utilizzo -:
se non si ritenga di abolire questo stato di cattiva gestione delle risorse umane e delle strutture, accorpando l'I.P.M. di Acireale a quello di Catania e l'I.P.M. di Caltanissetta a quello di Palermo, ottimizzando in tal modo costi/benefici;
se non si ritenga, dato che l'I.P.M. di Catania è ubicato fuori dal centro urbano, in periferia, a circa 30 minuti dagli Uffici Giudiziari, di procedere ad accorparlo con l'I.P.M. di Acireale, trasferendo entrambe le strutture presso l'Istituto di Giarre (che dista anche dagli Uffici Giudiziari di Catania anche 30 minuti) che presenta mezzi più adeguati ad attuare un migliore percorso trattamentale che dia, al giovane ristretto, quegli spunti tesi a stimolare una revisione critica, che lo restituisca alla società;
se non si ritenga che l'eventuale futuro accorpamento degli I.P.M. di Acireale e di Catania nella Casa Circondariale di Giarre, liberi 108 posti, che andrebbero ad abolire il sovraffollamento sempre presente nell'ormai vecchia ed inadeguata Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza.
(3-00291)
FLORESTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Ministero della giustizia (come tutti gli altri Ministeri), sta subendo dei drastici tagli tesi a contenere la spesa, che si riflettono soprattutto sugli Uffici periferici, sui Tribunali, sulle Procure della Repubblica, che operano in uno stato di continua emergenza privi di risorse e con mezzi inadeguati;
le Procure della Repubblica, si trovano a dovere economizzare sulle fotocopie e anche sulla cancelleria pur di contenere la spesa;
ci sono Magistrati, altamente esposti al rischio, che quotidianamente lavorano sul terreno in cui prolifera la criminalità organizzata, che sono costretti a viaggiare su Fiat Croma obsolete e talvolta con fortissime ristrettezze relative all'utilizzo del carburante;
il precedente Guardasigilli, onorevole Roberto Castelli, viaggiava su una modestissima Lancia K che risultava assolutamente adeguata al suo ruolo -:
se risponda a verità, che il Ministero della giustizia intende acquistare per il Ministro un'autovettura marca BMW, serie 7, con blindatura B8 (la più pesante e quindi protetta) del costo di circa 270 mila euro;
quali risultano oggi essere le esigenze di sicurezza, evidentemente superiori a quelle del precedente Guardasigilli e di tanti Magistrati che quotidianamente rischiano la vita, che hanno indotto ad investire nell'acquisto della sopra descritta autovettura;
se non si ritenga che, in tal caso, tanti Magistrati, soprattutto quelli Siciliani più in generale del meridione che quotidianamente combattono la criminalità organizzata, siano meritevoli di avere il suo stesso livello di tutela.
(3-00292)
Interrogazione a risposta scritta:
CACCIARI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
il Direttore Generale per lo Sviluppo produttivo e competitività del Ministero delle Attività Produttive rispondendo a un quesito posto dalla USL 3 di Catania con oggetto - Attrezzature a pressione standard e stazioni di riduzione -, ha affermato che:
1) «Le condotte fino al secondo organo d'intercettazione all'interno di un impianto industriale nonché tutte le relative stazioni di riduzione/compressione o misura risultano escluse dalla Direttiva PED (decreto legislativo n. 93 del 2000) e pertanto escluse anche dal decreto ministeriale n. 329 del 2004»;
2) «Le attrezzature standard rientrano nel campo di applicazione della direttiva PED (decreto legislativo n. 93 del 2000) ma sono anch'esse da ritenersi escluse dal campo di applicazione del decreto ministeriale n. 329 del 2004 purché risulti evidente la loro progettazione/utilizzo specifico per le parti/stazioni della condotta escluse dalla direttiva PED»;
lo stesso Direttore Generale ha inviato la stessa nota per conoscenza alla Snam Rete Gas - S. Donato Milanese - Milano;
nella risposta alla nota della Snam Rete Gas - S. Donato Milanese - MI per la quale le stazioni di riduzione/compressione non sono da sottoporre alle verifiche previste al decreto ministeriale n. 329 del 2004 il Direttore dell'I.S.P.E.S.L. (Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro) di Venezia afferma che detti
impianti devono essere sottoposti da parte dell'I.S.P.E.S.L. a collaudo/controllo di messa in esercizio e alle verifiche periodiche delle USL e che pertanto l'affermazione del Direttore Generale appare erronea e non efficace;
la legge n. 833/1978 «Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale» attribuisce al servizio medesimo e all'I.S.P.E.S.L. [articolo 6, lettera n)] l'omologazione di macchine, impianti e di mezzi di protezione;
a giudizio dell'interrogante troppe volte gli uffici del dicastero delle attività produttive hanno travalicato le proprie competenze in contrasto dell'articolo 97 della Costituzione attribuendosi funzioni regolamentari in materia di prevenzione e sicurezza del lavoro proprie del SSN;
il decreto ministeriale n. 329 del 2004 appare illegittimo per eccesso di potere e per incompetenza essendo privo financo del concerto del Ministero della salute;
la nota citata dal Direttore Generale, secondo l'interrogante, appare una manifestazione ultronea di eccesso di potere diretto ad estendere le esclusioni da collaudi e verifiche d'impianto che vengono effettuati da quasi un secolo, tuttora dovuti ai sensi del decreto ministeriale n. 329 del 2004 e la cui necessarietà è riaffermata dal Direttore dell'I.S.P.E.S.L. di Venezia; né appare pertinente, il richiamo contenuto nella citata nota dello stesso Dirigente Generale alla direttiva 97/23/CE, in quanto richiamo generico e di mero stile e che non sembra tener conto del fatto che l'Italia detiene il non invidiabile primato in Europa del più alto numero d'infortuni e di morti sul lavoro -:
quali decisioni intenda adottare per ristabilire le competenze fra i Ministeri riconoscendo al Ministero della salute la competenza primaria in materia di prevenzione e sicurezza del lavoro come stabilito dalla vigente legge n. 833 del 23 dicembre 1978;
quali decisioni intenda adottare per riportare i suoi uffici al rispetto delle competenze in materia di prevenzione e sicurezza del lavoro, nonché di omologazione di dispositivi e accertamento di rispondenza dei dispositivi stessi ai requisiti minimi di sicurezza che afferiscono al Ministero della Salute e all'I.S.P.E.S.L. in base al combinato disposto [articoli 6, 7, 14, 20, 23 (decreto del Presidente della Repubblica n. 619 del 31 luglio 1980), 24 e 72 della legge n. 833 del 1978] che prevale sul decreto ministeriale n. 329 del 2004 e su ogni altra normativa secondaria. Se in particolare intenda esercitare l'auto- tutela amministrativa per rimuovere i vizi di illegittimità del decreto ministeriale n. 329 del 2004;
quali decisioni intenda adottare per accertare che la Snam Rete Gas e ogni altro operatore interessato dal quesito posto dalla USL 3 di Catania impropriamente proposto al Ministero delle Attività Produttive, ottemperino alle vigenti disposizioni in materia prevenzione e sicurezza del lavoro. Se in particolare intenda avvalersi dell'I.S.P.E.S.L. per effettuare accertamenti mediante accesso agli impianti consentito dall'articolo 23, comma 6, legge n. 833 del 1978;
quali decisioni intendano adottare, per la tutela dei lavoratori italiani e di origine straniera impiegati in impianti quali quelli in questione.
(4-01164)