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Allegato B
Seduta n. 49 del 9/10/2006
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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
DE SIMONE e GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'Abbazia di San Vincenzo al Volturno fondata nel 703 è stata ribattezzata la «Pompei monastica» per l'eccezionale presenza di resti archeologici in essa contenuti che hanno permesso di ricostruire l'immagine di una grande comunità monastica nell'età di Carlo Magno tanto da meritarsi l'attenzione di studiosi a livello mondiale che l'hanno definita «L'esempio più raffinato di monastero del rinascimento carolingio che si conservi in Europa». In particolare nella Cripta di Epifanio sono presenti affreschi che rappresentano uno dei cicli pittorici più importanti dell'alto medioevo;
nella cura di tale monumento si sono succeduti se pure sporadicamente e nel corso di vari anni, interventi di consolidamento e conservazione dell'intero sito archeologico ma è in particolare a partire dal 1993 che sono stati erogati i primi cospicui stanziamenti per intervenire sulla stabilizzazione ambientale della cripta e sul consolidamento delle pitture e del complesso archeologico tutto;
l'investimento pubblico per questo monumento è stato nel corso degli ultimi anni considerevole. Solo sei anni fa il Ministero dei beni culturali, con fondi CIPE, ha stanziato 10 miliardi di vecchie lire in aggiunta ai fondi via via messi a disposizione dalla regione Molise;
la vicenda degli stanziamenti pubblici (regione, CIPE) e la loro gestione è estremamente complessa e articolata mancando, secondo quanto risulta agli interroganti, un'adeguata e corretta rendicontazione dello stato dei lavori e della gestione economica degli stessi stanziamenti;
proprio per questo motivo gli obbiettivi che si dovevano raggiungere attraverso gli stanziamenti pubblici sono ben lontani dall'essere stati attuati essendo tutt'ora in corso lavori di scavo e di restauro mentre nessuna delle opere di supporto e di valorizzazione turistica previste, che avrebbe portato positivi riscontri all'economia di una delle zone più depresse del Molise, è stata attuata;
nel 2000-2002 la sovrintendenza del Molise ha realizzato oltre al restauro degli affreschi supersiti al di sopra della cripta una superficie di accesso alla cripta stessa per consentire al pubblico di visitare l'importante monumento storico;
l'Abate di Montecassino, che è il soggetto privato (ente attuatore) incaricato fin dal 1993 della gestione degli stanziamenti pubblici intervenuti per la tutela e la salvaguardia del sito archeologico e della cripta di Epifanio, conduce secondo gli interroganti, una gestione privatistica e discrezionale, malgrado la natura del sito archeologico sia assolutamente pubblica, della struttura tanto che persino la sovrintendenza per svolgere le attività di tutela e monitoraggio del monumento deve chiedere a lui il permesso;
la modalità di gestione dell'Abate di Montecassino rende la Cripta totalmente
inaccessibile al pubblico non esistendo una regolamentazione dell'orario di visita al monumento - con i gravi disagi per turisti e visitatori - e allo stesso tempo, in assenza di regole, l'Abate si riserva di decidere personalmente in merito a coloro cui consentire l'accesso;
la questione è da anni all'attenzione dell'opinione pubblica del luogo che si è costituta recentemente in Comitato civico promuovendo una petizione popolare al fine di rimuovere gli impedimenti e gli atteggiamenti discrezionali dell'Abate di Montecassino -:
se il Ministro sia a conoscenza di questa situazione e cosa abbia da riferire in merito;
se non ritenga dover intervenire per consentire la fruibilità pubblica di un bene di notevole interesse artistico e culturale come il sito archeologico di San Vincenzo e la Cripta di Epifanio oltre che ripristinare una corretta e trasparente gestione di un bene pubblico.
(5-00280)
Interrogazioni a risposta scritta:
MIGLIORI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la città di Firenze aveva salutato con stupito entusiasmo le numerose visite riservate dal neo Ministro per i beni e le attività culturali onorevole Francesco Rutelli, presumendo un nuovo interesse per l'innegabile ruolo del capoluogo toscano come capitale culturale della nazione;
nei giorni scorsi (secondo l'interrogante come prime evidenti risultanze di tali visite) sono emerse le notizie dello spostamento a Roma della direzione dell'opificio delle pietre dure e della drammatica situazione della biblioteca nazionale di Firenze -:
quali iniziative si intendano assumere in merito.
(4-01209)
LEONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Centro sperimentale di cinematografia versa in una condizione di forte crisi segnata dal declino della propria funzione e dal depauperamento del proprio prestigio;
le scelte operate in questi anni non risultano chiare e la riduzione delle risorse per le attività istituzionali, sommata ai tagli già precedentemente effettuati in alcuni settori tradizionali, come la Cineteca nazionale, che ha subìto tra il 2003 e il 2004 una contrazione del 50 per cento delle risorse a disposizione, stanno di fatto inficiando progetti già avviati di notevole importanza;
a fronte del taglio di trasferimenti da parte del Ministero per i beni e le attività culturali sono stati sospesi i corsi di cinematografia, montaggio, produzione, regia, sceneggiatura, scenografia - arredamento - costume e tecnica del suono, mentre sono stati avviati corsi e attività aggiuntive ai compiti istituzionali della Scuola nazionale di cinema indirizzando le energie su attività collaterali, in particolare attraverso l'emanazione di un bando di concorso per il Cinema di animazione nella sede di Torino, l'istituzione di nuovi corsi, di durata annuale, di creazione e produzione fiction e un laboratorio avanzato di cinematografia d'impresa e pubblicità presso la sede di Milano e la nascita di un dipartimento dedicato al documentario a Palermo, tutto in convenzione con le rispettive regioni Piemonte, Lombardia e Sicilia;
nel 2004 è stata annunciata, da parte della Fondazione CSC, la costituzione del Dipartimento del Cinema digitale «Telecom Italia», progetto sostenuto finanziariamente dal Ministero per i beni e le attività culturali e da Telecom Italia, per il quale era stabilito l'avvio a regime a partire dall'inizio del 2005 e che, a tutt'oggi, non risulta ancora attivato;
veniva, inoltre, costituita una Srl (CSC Production), a totale carico della
Fondazione, per l'esternalizzazione delle attività di produzione connesse alla realizzazione delle esercitazioni degli allievi e dei film di diploma, praticando, di fatto, una vera e propria cessione del ramo di azienda (Settore Produzioni del CSC) con finalità che riproducono le attività proprie della Fondazione -:
quali siano gli indirizzi e le iniziative che il Ministero per i beni e le attività culturali intende mettere in atto allo scopo di rilanciare le attività del Centro sperimentale di Cinematografia;
se ritenga che le scelte operate dalla Presidenza Alberoni siano coerenti con la missione della Fondazione;
come siano state utilizzate le risorse stanziate dal Ministero per i beni e le attività culturali per la costituzione del diparimento del Cinema Digitale Telecom Italia;
se non ritenga che la costituzione della CSC Production non sia in contrasto con i compiti d'istituto della Fondazione.
(4-01210)
CARLUCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il teatro Petruzzelli di Bari, quarto d'Italia per grandezza, è un simbolo culturale ed artistico della città e dell'intera regione, ma anche un patrimonio importante per la nazione;
nella notte del 27 ottobre 1991 un incendio doloso ha distrutto gran parte dell'immobile e da allora i lavori di ricostruzione hanno fatto pochi passi avanti: sono stati ricostruiti solo il foyer e la cupola oltre alle strutture portanti del teatro, nonostante interventi finanziari a favore per quasi 7 milioni di euro, cui si aggiungeranno 22,8 milioni già stanziati da regione, comune e provincia e gli 8 milioni di euro previsti appositamente dal decreto-legge collegato alla Finanziaria;
l'edificio, di proprietà privata, costruito su suolo pubblico, fu dato in concessione perpetua dal comune di Bari alla famiglia Messeni Nemagna e disciplinato nel suo uso da un'apposita convenzione. Nel 2002 Governo e Messeni-Nemagna firmarono un'intesa che sostanzialmente prevedeva l'intera ricostruzione a carico della pubblica amministrazione (regione, comune e provincia) con un contratto di affitto da 500 mila euro l'anno per 40 anni. L'accordo prevedeva la ricostruzione entro quattro anni del Petruzzelli, che sarebbe dovuta avvenire entro il prossimo 22 novembre;
un passaggio fondamentale del protocollo d'intesa è quello nel quale si precisa che le parti rinunciano «anche in via transattiva e definitivamente», a qualsiasi pretesa diversa da quanto contemplato negli atti che regolano il rapporto di concessione con la proprietà privata;
il Governo ha stabilito di espropriare il teatro Petruzzelli;
il decreto-legge collegato alla legge finanziaria per il 2007, immediatamente esecutivo, dedica l'articolo 18 alle norme a favore del Petruzzelli. In sostanza la proprietà passa al comune di Bari «al fine di garantire la celere ripresa delle attività culturali di pubblico interesse» e la famiglia Messeni Nemagna, proprietaria del teatro, riceverà un indennizzo dallo stesso ente locale, che consterà del valore del bene meno «tutte le somme già liquidate dallo stato e dagli enti territoriali per la ricostruzione». Lo stesso articolo di legge stabilisce che 8 milioni di euro vengono assegnati al Ministero dei beni culturali per il completamento della ricostruzione del teatro. La procedura di esproprio come la valutazione del bene sono le attività affidate alla Prefettura -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro in oggetto per dirimere l'ormai annosa controversia riguardante il teatro Petruzzelli, affinché sia trovata una soluzione a una questione che va al di sopra degli interessi di parte e riguarda l'intera collettività;
in che modo intenda intervenire perché siano riavviati e completati i lavori di ristrutturazione del teatro, affinché possa essere nuovamente reso agibile e funzionante.
(4-01213)
RAISI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con lettera del 24 maggio 2006 l'interrogante onorevole Raisi richiedeva alla Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio dell'Emilia, nella persona del Soprintendente dottoressa Sabina Ferrari, se la stessa fosse a conoscenza della modifica del Piano delle aree e il numero dei posteggi su aree pubbliche votato dalla giunta del comune di Bologna in data 16 novembre 2004, ed in consiglio comunale in data 5 settembre 2005, nel quale erano stati trasferiti da Piazza dei Martiri ai portici di via Marconi e piazza Malpighi alcuni posteggi per commercianti cosiddetti ambulanti senza il preventivo parere e/o richiesta di parere alla Soprintendenza per i beni architettonici, così come previsto dalla normativa vigente;
a parere dell'interrogante, contenuto anche nella predetta lettera, tale trasferimento altro non era che il frutto di un escamotage, utilizzato dal Direttore del settore economia e attività turistiche del comune di Bologna atteso, che è stato utilizzato il termine «Mercati Sperimentali», (non esistente in alcuna normativa sul commercio) al fine di aggirare il predetto parere, e si chiedeva pertanto alla Sopraintendente di intervenire;
nella predetta pertanto l'interrogante onorevole Raisi richiedeva un intervento della Sopraintendente, o almeno auspicava una risposta chiarificativa, affinché fossero tutelati i portici del centro storico della città di Bologna;
invero, l'atto del comune, oltre ad essere - sotto la forma e sostanza - illegittimo, veniva fatto passare sotto silenzio, pur avendo negli anni passati visto la stessa Sopraintendenza tra i primi nella battaglia per eliminare i posteggi degli ambulanti sotto i portici di Bologna, considerati da tutti un bene architettonico della nostra città e da salvaguardare, ad oggi dalla Sopraintendente non è arrivata alcuna risposta -:
se sia a conoscenza della situazione sopra descritta, e nello specifico, se non ritenga opportuno attivarsi per la tutela dei portici di Bologna considerati un bene architettonico da difendere, anche alla luce del passato orientamento della stessa Sopraintendenza.
(4-01216)
SERVODIO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il comune di Cisternino (Brindisi), in data 2 novembre 2005, ha rilasciato permesso di costruire n. 62 alla ditta Chialà Angelo e Cantanna Rosangela (volturata l'8 marzo 2006 alla srl Edil Valle d'Itria) sul terreno con accesso da via Martina Franca su collina a terrazzamenti con muretti a secco degradante sulla Valle d'Itria;
l'area è soggetta a vincolo paesaggistico, come si evince da decreto ministeriale del 23 gennaio 1970, per la particolarità del declivio terrazzato fronteggiante la Valle d'Itria con manufatti artigianali quali muretti a secco di particolare pregio;
il Ministero per i beni culturali e ambientali, su parere della sopraintendenza regione Puglia, con decreto n. 28571 del 16 luglio 1994, annullava la delibera regionale n. 2306 del 21 aprile 1994 nella quale si autorizzava a costruire in detta area, invitando il presidente della giunta regionale della Puglia a impartire le disposizioni consequenziali;
la soprintendenza della regione Puglia ha negato l'autorizzazione di costruire in detta area con decreto n. 11285 del 18 maggio 1999 motivando come segue: «si ritiene non possa concedersi autorizzazione, poiché il complesso edilizio in progetto, ubicato in sito caratterizzato da
declivio terrazzato, fronteggiante la Valle d'Itria sottostante il nucleo abitato, per la notevole consistenza volumetrica, l'altezza dei fabbricati e per l'incidenza negativa sull'impatto ambientale, altera i valori paesaggistici dei luoghi»;
con stesso decreto la soprintendenza richiedeva al comune di Cisternino di accertare la conformità dell'intervento medesimo alla normativa urbanistica vigente sull'area interessata e della rispondenza degli elaborati progettuali allo stato reale dei luoghi -:
se intenda assumere azioni finalizzate alla puntuale verifica della questione su esposta, trattandosi di un'area soggetta a vincolo paesaggistico da salvaguardare.
(4-01217)