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Allegato B
Seduta n. 49 del 9/10/2006
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta orale:
CACCIARI, ACERBO, PERUGIA, PROVERA, FERRARA, ZIPPONI, FRANCESCATO, ANGELO PIAZZA e DE ANGELIS. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio dei ministri ha dato notizia di aver istituito una «cabina di regia» per coordinare le decisioni sulle richieste di autorizzazione pervenute per la realizzazione di impianti di rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL) da localizzare nel nostro paese;
risulta agli interroganti che presso i ministeri e le regioni competenti è già stato depositato un gran numero di domande di realizzazione di nuovi terminali marittimi e di relativi stabilimenti per la rigassificazione di GNL (oltre al potenziamento di quello già esistente a Panigaglia alla Spezia) per iniziativa di varie società tra cui: Adriatic Lnc della Qatar Petroleum, Exxon-Mobil e Edison a Porto Viro (Rovigo); Brindisi LNG (British Gas Italia ed Enel) a Brindisi; OLT Offshore LNG Toscana a Livorno; Edison, BP e Solvay a
Rosignano Marittimo (Livorno); LNG Med Gas Terminal s.r.l. a San Ferdinando (Reggio Calabria); Petrolifera Gioia Tauro a Gioia Tauro; società Nuove energie srl di Erg Power & Gas e Shell Energy Italia ad Augusta Melilli-Porto Empedocle (Agrigento); Gas Natural International (MEDEA) a Taranto; Gas Natural International a Trieste; Alpi Adriatico s.r.l. (Endesa Italia s.p.a.) nel golfo di Trieste; Erg e Shell a Priolo; Edison Stoccaggio a San Potito e Cotignola (Ravenna); per un totale stimabile in oltre 90 miliardi di Nm3 (normal metro cubo) anno di rigassificazione;
l'Italia è già interconnessa alla rete internazionale dei gasdotti dalla Algeria (TTPC), dalla Federazione Russa transitando per l'Austria (Tag) e dal Nord Europa (Tenp/Transitgas) tramite i quali è fino ad oggi stata possibile la fornitura di circa 74 miliardi di Nm3 di gas all'anno, necessari a soddisfare la domanda nazionale eccedente le modeste riserve interne (circa 12 miliardi di Nm3);
i giacimenti di gas naturale esistenti in Russia e nel Nord Africa costituiscono le riserve tra le più ricche del pianeta e l'unico impedimento fisico ad un loro maggiore utilizzo deriva da alcune strozzature nelle linee dei metanodotti esistenti che comunque sono in fase di potenziamento con una aggiunta di 13 miliardi di Nm3/anno;
è in fase di ultimazione un nuovo metanodotto dalla Libia alla Sicilia (la cui potenzialità sarà già il prossimo inverno di 8 miliardi di Nm3); è in fase di avvio la realizzazione di un metanodotto dall'area del Caspio transitando per la Grecia (la cui potenzialità al 2008 sarà di 10 miliardi di Nm3); è in fase di avanzata progettazione un gasdotto (Galsi) dall'Algeria alla Toscana transitando per la Sardegna (con una potenzialità di altri 10 miliardi di Nm3); sono in fase di progettazione due nuovi gasdotti dall'Albania (Tap) e dall'Austria (Interconnector Tyrol);
un rapporto sugli scenari energetici futuri elaborato dall'ENI afferma che in Italia, già nel 2007, l'offerta risulterà in eccesso, tanto che alcuni analisti hanno parlato dell'esistenza di una «bolla del gas» sui mercati;
l'Autorità Antitrust ha recentemente inflitto una multa all'Eni (di 290 milioni di euro, una delle più consistente di cui si abbia notizia) per abuso di posizione dominante sul mercato del gas naturale per aver ostacolato l'ingresso dei suoi concorrenti sul mercato nazionale e in particolare perché gli atteggiamenti di Snam Rete Gas (ancora controllata da Eni) avrebbero determinato un mancato afflusso di gas naturale ritardando il potenziamento delle condotte dal Nord Africa. L'Autorità per l'Energia ha denunciato l'esistenza di «una strategia di contenimento dell'offerta posta in atto negli ultimi anni dall'operatore dominante». Un siffatto sistema viene definito di gaming the market, manipolazione del mercato, al fine di aumentare i prezzi all'ingrosso e, di riflesso, le tariffe all'utenza finale, tant'è che in Italia si è registrato un aumento del 14 per cento in meno di due anni;
la modalità di utilizzazione del gas naturale tramite procedimento di liquefazione e trasporto con navi metaniere criogeniche, che consentono il mantenimento di temperature a -161o, è sicuramente il più dispendioso in termini di impieghi energetici e tale, quindi, da dissipare maggiormente, a parità di utilizzo energetico, le riserve di gas naturale e di accelerarne l'esaurimento. Il bilancio energetico negativo della tecnologia prescelta verrebbe in parte mitigato solo sfruttando il salto entalpico tramite recupero del calore disperso nel processo di rigassificazione attraverso «pozzi di calore»;
secondo alcuni studi tecnici il trasporto del gas naturale via mare sarebbe anche il più economicamente oneroso contribuendo fino al 30 per cento del costo complessivo della fornitura e il vantaggio economico del GNL rispetto al tradizionale metanodotto si verificherebbe solo per distanze superiori ai 3.800 chilometri;
il 70 per cento circa dell'energia elettrica italiana è prodotta utilizzando
come fonte primaria il gas naturale, quota destinata ad aumentare con la realizzazione di una moltitudine di nuove centrali turbogas;
i «picchi» di domanda di gas metano in Italia si verificano nei periodi invernali, durano dai 15 ai 20 giorni (400 milioni di metri cubi al giorno) e richiedono, quindi, un surplus di forniture pari a circa il 10 per cento del fabbisogno annuale (lo scorso anno i consumi hanno superato 85 miliardi di Nm3), quantità che sembrano compatibili con le capacità di stoccaggio e di modulazione del sistema di distribuzione nazionale (anch'essi gestiti da Snam rete gas);
i nuovi terminali di rigassificazione di cui si parla in Italia sono per lo più piattaforme e strutture di stoccaggio off shore di enormi dimensioni, vere isole artificiali (nel caso di Porto Viro la piattaforma sarà lunga 180 metri, larga 88 e alta 57, per una superficie di 15.000 mq), collocate a varie distanza dalla costa e collegate alla terraferma tramite gasdotti. Attualmente nel mondo sono in funzione una cinquantina di tali impianti, ma di dimensioni diverse e quasi mai collocati in mare aperto;
tali strutture costituiscono una seria limitazione alla navigazione e alla pesca per alcune decine di chilometri quadrati all'intorno;
le molecole di metano presentano una fortissima instabilità chimica e la loro concentrazione tramite liquefazione aumenta la rischiosità di esplosione. Gli effetti di una esplosione su una superficie marina sono stati studiati e documentati dall'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente del governo degli Stati Uniti, concludendo che la collocazione a mare di tali impianti appare come la più rischiosa;
il transito delle navi gasiere crioniche dovrà essere regolato da apposite norme internazionali di sicurezza, così come va ricordato che i relativi approdi e stoccaggi rientrano nell'elenco degli impianti definiti a rischio di grandi incidenti industriali, secondo le direttive Seveso;
gli impianti di rigassificazione usano nei circuiti di riscaldamento enormi quantità di acqua marina addizionata con sostanze inibenti la vegetazione (cloro) e restituita al mare con una temperatura inferiore di oltre 6 gradi centigradi rispetto al normale marino con effetti non facilmente prevedibili sulla flora e la fauna;
nella procedura di esame ed autorizzazione (conferenza dei servizi e VIA) di tutti i progetti presentati non è stata applicata la Convenzione di Aarhus (recepita con legge 108/2001) e la normativa Seveso II che prevedono la più ampia informazione al pubblico e coinvolgimento delle popolazioni interessate, in alcuni casi nemmeno degli organi elettivi locali rappresentativi della sovranità popolare -:
se non ritenga, nell'ambito delle proprie competenze e salvaguardando l'autonomia delle regioni:
utile e necessario che il nostro Paese si doti di un piano energetico-ambientale, propedeutico a qualsivoglia decisione operativa, tale da costituire per tutti gli operatori pubblici e privati un quadro di riferimento strategico attendibile circa i fabbisogni reali di energia di cui necessita il sistema economico italiano, articolato per le diverse fonti di approvvigionamento possibili (petrolio, carbone, gas naturale, idroelettrico, geotermico, rinnovabili) a seconda delle diverse domande di utilizzazione finale (industriali, trasporti, civili, eccetera) mirando, principalmente, a porre in atto quelle strategie che orientino i consumi riducendo i fabbisogni e allunghino la durata delle riserve energetiche primarie non rinnovabili, ovunque esse si trovino;
di evitare, nel delicato quadro geopolitico internazionale, di alimentare una guerra commerciale dei prezzi del gas naturale esacerbando la concorrenza tra i diversi paesi fornitori (Qatar, Nigeria, Indonesia, Trinidad e altri, da una parte, Federazione Russa, Algeria e altri dall'altra), dimenticando gli insegnamenti di Enrico Mattei sulla necessità di mantenere
nel lungo periodo rapporti collaborativi e di reciproca convenienza con tutti i paesi fornitori di energia e di materie prime, quando auspicava il raggiungimento di un patto «volto al mantenimento della pace, al benessere di chi quella risorsa (i combustibili fossili) possiede per dono della natura e chi la utilizza per forza della sua industria»;
di escludere che l'Italia possa diventare una piattaforma di transito, gestita e controllata da imprese straniere, per l'approdo, lo stoccaggio e la commercializzazione di gas naturale ad uso e consumo delle aree economiche del centro Europa;
assumere iniziative normative per sottoporre l'intero processo tecnologico di utilizzazione del gas naturale tramite liquefazione e rigassificazione ad una attenta valutazione strategica di impatto ambientale in modo da poter confrontare i diversi sistemi di approvvigionamento, trasporto e distribuzione sia in termini di rischiosità che di costi;
assumere iniziative normative per sottoporre ogni singolo progetto di nuovo impianto ad una procedura rigorosa di valutazione di impatto ambientale, escludendo pericolose semplificazioni, come quelle previste dalla «legge obiettivo» sulle grandi opere;
di evitare che il mare possa essere oggetto di colonizzazione e lottizzazione per l'insediamento di stabilimenti industriali ritenuti pericolosi e potenzialmente nocivi, già rifiutati dalle comunità locali in terraferma; per di più gestiti da imprese private la cui missione è massimizzare i propri profitti;
opportuno sospendere per autotutela legale l'efficacia delle autorizzazioni ministeriali già rilasciate per la realizzazione degli impianti di rigassificazione nei casi in cui su di esse gravi un contenzioso giurisdizionale che possa concludersi con il loro annullamento; ciò per evitare la realizzazione di impianti che potrebbero essere ritenuti illegittimi dai tribunali, e per evitare che i destinatari delle autorizzazioni annullate possano richiedere il risarcimento dei danni allo Stato, per i denari inutilmente spesi;
opportuno, altresì, sospendere l'iter delle autorizzazioni in corso onde verificare la conformità delle procedure autorizzative in ordine al mancato rispetto delle procedure seguite nelle autorizzazioni nei riguardi delle Direttive Europee in particolare della Convenzione di Aarhus e della Seveso II che prevedono la consulatazione della popolazione, «qualora si ravvisi la necessità di comporre conflitti in ordine alla costruzione di nuovi stabilimenti» rispetto una procedura;
informare le procedure di autorizzazione degli impianti di rigassificazione ai criteri della concorsualità e della par condicio tra gli interessati, così da evitare l'autorizzazione «a domanda» e l'assegnazione di aree demaniali, addirittura marine, secondo il criterio di chi le richiede per primo.
(3-00305)
CATONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il comune di Isole Tremiti, nell'anno 1989, approvava con delibera consiliare n. 34 del 25 maggio il parere favorevole all'istituzione della Riserva Marina Area Naturale Protetta, nell'intento che la suddetta proposta avrebbe permesso di compiere un notevole passo avanti per la collettività tremitese e per gli ospiti delle Isole;
con il suddetto provvedimento veniva precisato che il parere favorevole era subordinato alle seguenti condizioni: la gestione del Parco Marino affidata al comune o Ente Gestore abilitato e riconosciuto dal comune delle Isole Tremiti; la previsione della normale autorizzazione alla pesca di tipo professionale o sportivo, a seconda dei casi per i residenti nella zona di riserva generale; la previsione dell'autorizzazione al traffico a scopo turistico, in località «Grotta del Bue Marino»
in isola San Domino, zona compresa tra lo «scoglio delle Ombrine» e lo «scoglio del Caciocavallo», Isola di Capraia; il riconoscimento del risarcimento danni per i pescatori residenti impossibilitati a svolgere la propria attività nell'isola di Pianosa;
la riserva naturale marina denominata «Isole Tremiti» è stata istituita con decreto ministeriale in data 14 luglio 1989;
a distanza di circa 17 anni l'amministrazione comunale ha dovuto constatare che l'istituzione della Riserva non ha portato alcun beneficio all'Arcipelago, né dal punto di vista ambientale né economico;
la Riserva Marina, infatti, è rimasta ferma esclusivamente ad aspetti burocratici, che provocano inutili pastoie per i locali residenti ed i turisti che in queste isole accedono e che, purtroppo, risultano, l'unica fonte di reddito per gli stessi isolani;
l'affidamento della gestione della Riserva marina al Parco Nazionale del Gargano, con sede in montagna (Monte Sant'Angelo) a giudizio dell'interrogante ha creato una ulteriore difficoltà nella fruizione da parte dei cittadini onesti e rispettosi delle leggi;
a ciò si aggiunge che l'assenza di sorveglianza della Riserva, favorisce l'accesso di persone non autorizzate che arrecano gravi danni alla flora ed alla fauna di queste isole, con pesca incontrollata a mezzo sub ed anche a mezzo ordigni esplosivi eseguita da pescherecci, oltre il non trascurabile saccheggio nelle cale, di stelle marine, ricci e molluschi;
secondo quanto risulta all'interrogante, il sindaco delle Isole Tremiti, scoraggiato da tali risultati, ha avviato le procedure per la revoca del parere favorevole del comune all'istituzione della riserva, comunicando tale intenzione a mezzo nota prot. 4170 del 4 agosto 2006, a codesto Ministro, nonché al presidente della giunta regionale della Puglia, al presidente dell'amministrazione provinciale e del Parco Nazionale del Gargano;
secondo l'interrogante, si rende necessario, urgente ed indifferibile, procedere agli opportuni rimedi, con l'attribuzione della gestione della Riserva Naturale Marina delle Isole Tremiti al comune di Isole Tremiti e con l'attribuzione delle risorse finanziarie statali previste dalla legge, per lo svolgimento delle attività di sorveglianza e controllo, nonché di tutte le attività amministrative connesse alla gestione dell'area naturale -:
quali iniziative intenda adottare, al fine di garantire la salvaguardia di luoghi di elevato rilievo turistico, ambientale e culturale, che non meritano di essere abbandonati, insieme alle popolazioni che vivono di solo turismo per brevi periodi dell'anno.
(3-00306)
Interrogazione a risposta in Commissione:
MARIANI, TRUPIA e BANDOLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
lunedì 28 agosto 2006, nel comune di Monteviale (VI), è iniziato l'allestimento del cantiere per la costruzione di un distributore di carburanti lungo la strada provinciale che costituisce viale di accesso a Villa Loschi Zileri Dal Verme, costruita dall'architetto Mattoni in stile neopalladiano e affrescata da Giambattista Tiepolo nel 1734;
l'area interessata alla costruzione è situata in una zona di particolare pregio ambientale e l'impatto del nuovo distributore comprometterebbe il cono visuale sulla villa;
consta alle interroganti che nel 2003 l'Amministrazione di Monteviale negò il permesso alla società richiedente l'autorizzazione alla realizzazione dell'impianto, ma con un ritardo immotivato che fece scattare i termini del silenzio assenso e
che il Consorzio di Bonifica Riviera Berica e l'Autorità di Bacino hanno espresso un parere negativo nei confronti del progetto stesso;
la zona interessata ricade interamente all'interno della fascia di rispetto paesaggistico e l'area individuata, ufficialmente riconosciuta esondabile, agisce come naturale cassa di espansione per l'assorbimento delle acque;
la costruzione dell'impianto si rivelerebbe secondo le interroganti assolutamente inutile considerando la sua collocazione particolarmente decentrata rispetto al paese e l'esistenza di 20 distributori nel raggio di 3 chilometri dal cantiere;
l'edificazione dell'impianto, per la sua ubicazione, risulterebbe particolarmente pericolosa per la tutela dell'equilibrio idrico della zona;
la Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici di Verona ha annullato l'autorizzazione paesaggistica, confermando con ciò - secondo le interroganti - il pericolo nel quale incorre l'equilibrio ambientale della zona -:
come si intenda intervenire - secondo le proprie competenze - affinché si possa evitare quello che risulterebbe un vero e proprio scempio ambientale con un grave rischio idrogeologico in uno dei luoghi paesaggisticamente e architettonicamente più prestigiosi della provincia di Vicenza.
(5-00281)
Interrogazione a risposta scritta:
RONCONI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il consiglio comunale del Comune di Venezia approvò con delibera n. 90/2000 il piano particolareggiato che regola urbanisticamente l'«Area Muner» (Sestiere di Cannaregio del centro storico di Venezia);
sulla base di questo piano particolareggiato il Comune di Venezia rilasciò in data 11 novembre 2003 alla società immobiliare le Guglie Srl il permesso di costruire n. 16 appartamenti sulla citata area;
l'8 gennaio 2005 l'immobiliare le Guglie presentò domanda di variante al permesso di costruire trasmessa in seguito alla Commissione di salvaguardia per Venezia (legge n. 171 del 1973);
la linea di confine con le proprietà confinanti a sud dell'Area Muner, individuata nel predetto permesso di costruire, non corrisponde né al confine reale delle proprietà, né alla Tav. B1 del piano particolareggiato. Tale errore di confine corrisponde all'osservazione accolta dalla delibera del consiglio comunale che approvava il piano particolareggiato (n. 90 del 2000), ma poi dimenticata nel rilascio del permesso di costruire;
il progetto previsto dal piano particolareggiato, oltre al mancato rispetto del confine sud è stato ulteriormente peggiorato dal permesso di costruire e dalla successiva richiesta di variante: altezza degli edifici, viabilità, annullamento della fascia verde di rispetto prevista dal piano particolareggiato, tanto da ottenere il parere contrario da parte della Commissione di salvaguardia il 1o marzo 2005, con voto 13/57390;
la successiva revoca e parere favorevole alla variante ottenuti dalla Commissione ad un anno di distanza (marzo 2006), poco dopo che i rappresentati del Comune di Venezia in seno alla Commissione furono modificati, è stata votata a strettissima maggioranza (8 a 7), con voto contrario dei 2 rappresentanti del sovrintendente per i beni ambientali ed architettonici, col mancato rispetto di quanto previsto dall'articolo 6, comma 4, legge n. 171 del 1973;
la costruzione degli edifici prevista nel piano particolareggiato Area Muner, non si inserisce pertanto nel contesto paesaggistico
e non rispetta i criteri e parametri fissati dal Piano di Area della Laguna e dell'Area Veneziana (P.A.L.A.V.) -:
se non ritenga opportuno nel rispetto del Piano di Area, della Laguna e dell'Area Veneziana (P.A.L.A.V.) far costruire i 16 appartamenti ad una distanza conforme alle norme vigenti sia ex codice civile sia ex Piano Particolareggiato, e far rispettare gli standard sugli spazi scoperti e il verde;
se non ritenga opportuno adottare iniziative normative affinché, nell'ambito della Commissione di salvaguardia, sia attribuito un maggior peso al voto della Sovrintendenza, non solo per il futuro ma anche in relazione ai procedimenti non ancora conclusi.
(4-01208)